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martedì 19 giugno 2012

Il calcio che ricordo io

Cara Lilli,

gli Europei di Calcio di Polonia e Ucraina (a proposito....siamo passati per il rotto della cuffia, eh?) mi hanno dato una volta di più l'occasione di riflettere su come io mi sia allontanata un bel pò dal mondo del calcio da alcuni anni a questa parte.

Tu sei la mia confidente da quando ero solo una bambina di 9 anni, tu quindi hai vissuto in diretta il mio colpo di fulmine per il calcio quando di anni ne avevo 13...o forse dovrei dire il mio colpo di fulmine per Paolo Maldini :-) che nel febbraio del 1987 mi ha spalancato le porte del tifo sfegatato (Milan, naturalmente, seguendo il mio idolo!) che man mano ha perso la connotazione della passione per il singolo calciatore per acquisire quella dell'amante del calcio in generale...campionato, nazionale, coppe internazionali e chi ne ha più ne metta.

Eh si, ero piuttosto ferrata in materia calcistica quando ero un'adolescente o poco più: lo posso dire senza falsa modestia, ne sapevo molto e ne capivo anche un bel pò.

Ho ricordi meravigliosi di anni e anni trascorsi a seguire questo sport che unisce (e divide) tutti, grandi e piccini, che mi ha a lungo regalato emozioni forti e indimenticabili.

Ma il calcio che ricordo io non è quello che vedo oggi, Lilli.

Sarò nostalgica (ma questo è cosa nota),  sarò arretrata: mettila come ti pare.

Il mio calcio era quello con le magliette dei giocatori in campo numerate  dall'1 all'11 e non esistevano le maglie 46, 60, 73 o addirittura 99...e i nove undicesimi e poi gli otto undicesimi dei giocatori delle squadre italiane erano italiani (se no che campionato italiano era, no?).

Il mio calcio era quello in cui si giocava il campionato la domenica pomeriggio e le coppe il mercoledì sera e non dovevi star dietro ai diritti televisivi e a partite praticamente ogni giorno della settimana.

Il mio calcio era quello in cui le scarpe dei giocatori erano tutte uguali e non di mille colori a seconda degli sponsor dei singoli atleti.

Potrei tirarla a lungo ma non lo farò, Lilli: volevo semplicemente farti capire che il calcio attuale, caotico, in cui perdi il conto delle partite, questo mondo fatto di cifre gigantesche sui contratti dei giocatori e su quelli con gli sponsor e con le emittenti televisive che lottano per accaparrarsi le esclusive...si, questo calcio di oggi non mi piace più tanto e allora lo seguo di meno, molto di meno.

E ti dirò, non ne sento neppure troppo la mancanza. Vivo benissimo anche senza. Mentre del mio calcio, quello che ricordo io, sento una mancanza tremenda....

Ciò non toglie che la nazionale e la sua sorte agli Europei mi sta comunque a cuore e che farò un gran tifo per gli azzurri, sperando che la seconda fase del torneo ci riservi belle soddisfazioni, anche se confesso di essere un pò scettica a riguardo.

Ah....se ci fosse ancora il mio mitico Paolino Maldini lì con la fascia di capitano al braccio....bei tempi quelli :-)


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