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domenica 18 novembre 2012

Ragù e vecchi "segretè"

Cara Lilli,

stamattina alle 9, lasciati a casa i monelli (sempre in bilico tra raffreddore e tosse) con il papà, mi sono messa in auto e sono partita.

Sono rientrata dopo due ore esatte. 

Ho guidato per tre quarti d'ora all'andata e altrettanto al ritorno, con al centro una mezz'ora dedicata in solitudine al raccoglimento, alla commozione, al dialogo interiore con le due persone che hanno contato (e contano ancora) per me più di tutte, a parte logicamente mio marito e i miei figli.

Non ero riuscita ad andare al cimitero per le ricorrenze di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti, nè pochi giorni fa per l'anniversario di mio padre, ma in effetti non credo che sia fondamentale andarci per forza in quei giorni. E' una convenzione che se rispettata va bene, ma che se non lo è non casca il mondo, si può fare una visita ai propri cari che non ci sono più anche in un giorno differente. Ciò che vale è lo spirito con cui si fa questa visita.

Ho preso dei fiori, bianchi per mio padre, gialli per mia madre (il suo colore preferito) e li ho sistemati con cura sulle loro tombe, in modo che non sembrassero lì messi a caso, che non ci fossero vuoti tra gli steli e fossero gradevoli da guardare.

E sia all'andata che al ritorno, da sola in auto, ho avuto modo di ricordare quando il piccolo viaggio per raggiungere il paese di orgine di mio padre era gioioso, spensierato. 

Nella nostra cara 127 rossa, papà alla guida, mamma al suo fianco, dietro sulla sinistra mio fratello, sulla destra io.

E quasi sempre era domenica.

La casa di nonna Luisa (la mamma di mio padre) ci attendeva, invasa da zii e cuginetti e da odori noti e amati: ragù tirato per ore, braciole di maiale con pinoli e uva sultanina, pane casereccio del giorno prima tagliato a fette spesse due dita, che quasi ci lasciavi i denti nel morderlo.

E quando entravi in cucina ci trovavi immancabilmente nonna seduta a grattugiare il formaggio con una grattugia di alluminio tonda di dimensioni adeguate ai tanti commensali (quindi enorme), di quelle con sotto il contenitore per raccogliere il formaggio e che, una volta sollevato e tolto il coperchio rasposo e bucherellato, nonna adoperava direttamente come formaggiera in tavola, senza tante formalità.

Mentre poi i papà prendevano il caffè nella stanza da pranzo, fumando chi la sigaretta e chi la pipa, e le mamme costringevano nonna a riposarsi un pò sul divano e si mettevano a lavare i piatti, facendo al contempo quattro chiacchiere, noi bambini giocavamo in camera di nonna, arrampicandoci letteralmente sul letto matrimoniale che era stato suo e di nonno Vincenzo, con due materassi uno sull'altro alti tanto da sembrare una montagna da scalare. E cercando di curiosare nel vecchio segretè.

Quel mobile era fonte di grandi sogni e di storie inventate, ci si immaginava chissà cosa fosse nascosto nei tanti sportelli, cassetti e cassettini, alcuni davvero piccolissimi. C'era chi si metteva di vedetta alla porta della camera per sorvegliare il corridoio e avvertire se arrivava qualcuno dei grandi, mentre gli altri si davano da fare con sportelli e cassetti (quelli che si aprivano) e sbirciavano a turno il contenuto, spalancando gli occhi per lo stupore ogni volta come se fosse cambiato dalla volta precedente.

Vecchi monili e anelli e spille senza grande valore, qualche lettera ingiallita dei parenti emigrati negli Stati Uniti (a Nuova York), vecchissime fotografie (alcune dell'inizio del XX secolo), pettini e spazzole di varie dimensioni e foggia, gli occhiali di nonno Vincenzo (conservati da nonna per ricordo), cerchietti neri o marroni per capelli (nonna ne faceva largo uso), un portacipria d'argento ossidato, un porta-profumo di vetro di quelli con tubicino e  pompetta, un paio di specchietti da borsetta rovinati dal tempo.

E i cassettini chiusi a chiave, poi...quelli facevano volare la fantasia ancora più in alto. 

Semplicemente meraviglioso.
  

22 commenti:

  1. ciao Maris,
    non amo gli affollamenti. Visito i miei cari, nei cimiteri, durante tutto l'anno perchè in solitudine mi diventa più facile la malinconia.

    Nel tuo viaggio solitario di questa mattina si è dipinto un bellissimo quadro di ricordi.

    Buona settimana a tutti. robi

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    1. Idem. Se posso, evito gli affollamenti.
      I ricordi di quel periodo della mia vita sono molto teneri, come possono esserli solo quelli dei bambini.

      Buona settimana a te e Lina, vi abbraccio.

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  2. Hai descritto un bellissimo e commovente ricordo. Un abbraccio.

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    1. Grazie. Sono immagini che ho nitide nella mente, come se le avessi vissute solo ieri.
      Abbraccio a te, cara.

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  3. ...in queste tue parole mi sono persa, mi sembrava di esser lì ad osservare la scena...

    sono preziossimi i nostri ricordi!
    :)
    emme

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    1. Mi fa piacere che ti abbia coinvolto il mio piccolo racconto.
      Senza ricordi non saremmo persone incomplete, come "a metà.". E' così che la penso io.

      Ciao, a presto!

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    1. Viverlo in effetti è stato bello sul serio! Però anche ricordarlo è molto piacevole...

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  5. mi sembra di sentire il profumo del ragù, le chiacchiere e le risate :)

    e chi non ha mai rovistato nei cassetti e negli armadi dei nonni? :)

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    1. E che profumo che era...da far venire l'acquolina fin da giù alle scale!!!

      Le cose un pò antiche e un pò misteriose dei nonni attirano sempre i nipotini, è vero :-)

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  6. anche io ricordo con tenerezza le feste passate con i nonni...

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    1. Sono ricordi che si imprimono nel cuore, cara Maria Pia!

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  7. Leggendo il tuo post anche i miei ricordi hanno viaggiato nel tempo.
    Un dolce abbraccio Maris.
    Miky

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    1. "Viaggi" così fanno tornare bambini... :-)
      Un bacione, ciao!

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  8. Io non ci vado mai al cimitero quando c'è tanta gente. È giusto, secondo me, andarci quando ci si sente di farlo, non solo quando c'è una festa imposta.
    Anche questa giornata malinconica ti ha regalato ricordi felici in fondo, di una vita lontana, e bella. Mi ricorda molto la mia famiglia, la tua. Quel passare la domenica tutti insieme a fare i giochi più assurdi, anch'io ho quelle domeniche lì nei miei ricordi. Purtroppo però non ho mai avuto i nonni. :)

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    1. Si, infatti lo dicevo nel post, credo valga lo spirito con cui si fa una visita al cimitero, non la data in cui ci si va.

      Io ho conosciuto solo le due nonne, i nonni sono mancati prima che io nascessi. Mi ritengo fortunata, comunque, le mie nonne (specie quella materna) sono state un dono del Cielo per me, le ho molto amate.

      Ciao Fru, un bacio!

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  9. mi sono molto ritrovata nei tuoi ricordi che sono secondo me un tesoro inestimabile soprattutto quando sono così belli e cari come i nostri!!!un saluto...

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    1. Ciao e benvenuta!
      Sono contenta che tu abbia ritrovato un pò di te nei miei ricordi, vuol dire che anche tu hai avuto una bella famiglia!
      Passerò senz'altro a conoscerti sul tuo blog, contaci.
      Alla prossima! Ti aspetto :-)

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  10. Io vado di rado il giorno dei defunti, magari sbaglierò, però preferisco andare in giorni meno affollati.

    Un bellissimo spaccato di vita quotidiana del tuo passato,un po' nostalgico come altrimenti non potrebbe essere, molto denso e profondo di sentimenti, un abbraccio cara Maris

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    1. No che non sbagli, leggi quanto scritto anche in risposta al commento di altri amici prima dite.

      Grazie, amica mia. E' naturale che ci sia nostalgia, è sempre così quando si parla dell'infanzia, specie se è stata davvero felice come posso fortunatamente dire lo è stata la mia.

      Buona serata, a presto!

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  11. che tenerezza i nonni quanti ricordi a leggere questo post.... Un abbraccio Maris!!!!!

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    1. E' la tenerezza del mondo visto con gli occhi dei bambini...tutto appare magico!
      E i nonni...beh, quelli sono una delle più belle "invenzioni" che abbiano fatto :-)

      Ciao, grazie del passaggio!

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