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sabato 30 novembre 2013

Un momento di pura poesia...

Cara Lilli,

in questo sabato pomeriggio casalingo e uggioso, mentre la monella sfoglia tranquilla i suoi libretti di Peppa Pig, il monello fa un sonnellino sul divano e il  mio amore è fuori casa da stamattina per impegni vari, io sto sorseggiando un profumatissimo infuso di mela e cannella, bello bollente.

E ascolto in sottofondo questa delicatissima canzone di Lucio Dalla che ho recentemente riscoperto grazie alla versione di Fiorella Mannoia, interprete straordinaria per eleganza e capacità di emozionionare.

Se non è pura poesia questa, dimmi tu cosa lo è...




La casa in riva al mare (Lucio Dalla)

Dalla sua cella lui vedeva solo il mare
ed una casa bianca in mezzo al blu
una donna si affacciava....Maria
E' il nome che le dava lui
Alla mattina lei apriva la finestra
e lui pensava quella e' casa mia
e tu sarai la mia compagna Maria
Una speranza e una follia

E sogno' la liberta'
e sogno' di andare via, via
e un anello vide gia'
sulla mano di Maria

Lunghi i silenzi come sono lunghi gli anni
parole dolci che s'immagino'
Questa sera vengo fuori Maria
ti vengo a fare compagnia
E gli anni stan passando tutti gli anni insieme
ha gia' i capelli bianchi e non lo sa
Questa sera vengo fuori Maria
vedrai che bella la citta'

E sogno' la liberta'........

E gli anni son passati tutti gli anni insieme
ed i suoi occhi ormai non vedon piu'
ma disse ancora la mia donna sei tu
e poi fu solo in mezzo al blu


venerdì 29 novembre 2013

I venerdì del libro (155°): VENUTO AL MONDO

Cara Lilli,

per questo appuntamento con l'iniziativa di HomeMadeMamma voglio parlarti del mio primo incontro con Margaret Mazzantini. 

Fino al mese scorso non avevo mai letto nulla di questa affermata scrittrice, poi mi sono decisa e ho scelto di leggere VENUTO AL MONDO, su cui in realtà  ero informata ben poco. Più che altro sapevo che si parlava di una coppia che non riesce ad avere figli, ma chi lo ha letto sa invece che questa è solo una parte della storia.

Dietro c'è tutto un mondo, un'intreccio di personaggi e di vicende, immerse per gran parte del libro nello scenario dei Balcani, prima, durante e dopo la guerra che sconvolse l'ex Jugoslavia all'inizio degli anni '90.

Amore, felicità, dolore, passione, amicizia, poesia, follia, morte. E vita.

Un mix di sentimenti tutti portati all'estremo, tutti vissuti in modo totale, senza freni. Tanto nel positivo quanto nel negativo.

Ho amato molto il personaggio di Gojko, il poeta bosniaco che è l'artefice dell'incontro dei due protagonisti, Gemma e Diego. Italiani entrambi, si conoscono in una Sarajevo resa un pò magica dalla neve, durante i Giochi Olimpici Invernali dell'84.

Per stare con Diego, fotografo squattrinato, originale e sempre sopra le righe, più piccolo di lei di alcuni anni, Gemma lascerà il suo neo-sposo e la prospettiva di una vita all'insegna della sicurezza, della tranquilla routine e anche di un certo benessere.

La loro sarà una storia d'amore appassionata, molto fuori dagli schemi. Forse anche troppo. Nel senso che non so quante coppie così ci siano nel mondo reale, con questa sorta di pazzia altalenante tra l'euforia e la depressione. O forse sono io che non ne conosco neppure una, ma magari ci sono eccome.

Comunque, questi due innamorati folli andranno avanti fino a che il loro dramma personale, ossia la difficoltà a generare un figlio, si andrà a mischiare al dramma della guerra in Bosnia, terra dove loro torneranno per trovare una soluzione al problema e dove saranno coinvolti in qualcosa di assai più grande, terribile e sconvolgente.

E in Bosnia, a Sarajevo, torna anche Gemma 16 anni dopo, con suo figlio Pietro. Il figlio di Diego. Il figlio che lei ha fortemente voluto e che è l'unica cosa che le è rimasta di Diego, morto in circostanze un pò oscure durante la guerra, mentre lei era tornata in Italia con il bambino appena nato.

E' proprio dalla partenza di Gemma e Pietro per Sarajevo che prende il via il libro, andando poi avanti e indietro nel tempo per ricostruire tutto il quadro, portando il lettore a comprendere man mano tutto ciò che davvero è successo, al di là di ciò che appare in prima battuta.

Tanti personaggi prenderanno vita tra le pagine di questo romanzo, accanto ai due protagonisti: posso ricordare il padre di Gemma; Giuliano, il compagno di Gemma dopo la morte di Diego; la madre e la sorellina di Gojko; e soprattutto Aska, una suonatrice di sax giovane e anticonformista, destinata ad avere un ruolo fondamentale nella storia. 

Non è stata una lettura facile. Non lo è stata per i temi trattati, per la crudezza di tanti particolari sulla guerra, ma anche in parte per il modo in cui la Mazzantini narra la storia. Perchè a volte è un pò lenta nel procedere, prolissa e pesante nel modo di esporre i fatti.

Ho notato, ad esempio (e sarebbe stato impossibile non farlo!), l'uso continuo di metafore per spiegare un pò tutto, come forse non avevo mai trovato in un libro finora. Alcune sono davvero calzanti e poetiche, altre le ho trovate superflue, forzate, e secondo me rendono poco scorrevole la lettura.

Ma va detto che l'autrice ha il pregio di toccare il cuore in più punti.

Insomma, alla fine sono contenta di aver letto questo romanzo. E ti dico che nel complesso mi è piaciuto, pur con i limiti che ho evidenziato. 

E' una storia forte, che ti entra dentro mentre leggi e che non dimentichi.



<<Un giorno sono passato accanto a un prato rosso di papaveri e per la prima volta non ho pensato al sangue, mi sono incantato su quella bellezza così fragile. Bastava molto meno di un'ascia, di maljutka, bastava un colpo di vento. Era fermo lì per noi, quel prato, in attesa dietro quella curva. Un immenso campo punteggiato di lingue rosse, come cuori caduti dal cielo nell'erba. Ero in macchina con mia moglie. Ci siamo fermati e abbiamo cominciato a piangere. Prima io, poi dopo un pò anche lei mi è venuta dietro come un torrente. E' stato un pianto che lentamente ci ha svuotati, ci ha risarciti. E da quella sera abbiamo ricominciato a respirare con il petto. Riuscivamo a sopportarlo. Per anni il nostro respiro è stato fermo alla gola, non poteva andare oltre...Due mesi dopo mia moglie era incinta.>>


I venerdì del libro di oggi su altri blog li trovi elencati QUI



mercoledì 27 novembre 2013

Il mago dei popcorn

Cara Lilli,

devi innanzitutto sapere che io amo i popcorn. 

Belli, caldi, fragranti, salati, da mangiare uno dopo l'altro, senza fermarsi finchè non sono finiti (tutti, anche i residui semiscoppiati e ipersalati che si raccolgono sul fondo della ciotola).

In casa è difficile che manchi il mais per prepararli in quattro e quattr'otto nel momento del bisogno (ossia quando la voglia pazza mi prende).

E' allora che entra in gioco LUI. 

Il solo, il mitico, il MAGO DEI POPCORN....altrimenti noto come mio marito ;-)

Sì, perchè il mio tesoro è molto più bravo di me a preparare tanti bei popcorn senza farli bruciacchiare, ma facendoli scoppiare praticamente tutti, mentre a me o si bruciacchiano o ne restano un sacco non scoppiati nella padella :-( 

Quando, specie di sera, il mio personale MAGO DEI POPCORN si mette a spadellare il buon mais e lo trasforma in una montagna di nuvolette bianche saporite e sfiziose, io me ne sto bel bella sul divano e mi sento subito meglio. E poi mi viene automaticamnete da sorridere. 

Perchè a me i popcorn mettono proprio allegria :-)

E la sai l'ultima? Il monello, di sua iniziativa, ha deciso che mi deve imboccare quando mangio i popcorn :-) ne prende uno con pollice ed indice, con la delicatezza di un gioielliere che maneggia una pietra preziosa, e mi imbocca, sorridendo tutto soddisfatto. E poi continua senza sosta, fino ad esaurimento.

Insomma: il momento dei popcorn è diventato un evento importante a casa mia, con tutto un rituale da rispettare.

La prossima volta magari ti invito ;-)
 
IMMAGINE PRESA DAL WEB


domenica 24 novembre 2013

Idea salva-cena: rondelle di wurstel con patate

Cara Lilli,

oggi è domenica, magari per pranzo si prepara qualcosa di più elaborato e poi la sera si è a corto di idee (ma può ben capitare anche durante la settimana di avere poca inventiva e poca voglia di fare, in effetti).

Ecco che ti propongo una ricettina facile e sfiziosa, che ti salva la cena e ti sazia con gusto: le RONDELLE DI WURSTEL CON PATATE.

Gli ingredienti che adopero io per 2 persone sono:

- 3 o 4 patate medie

- 8 wurstel piccoli

- olio extravergine d'oliva

- cipolla

- sale

- rosmarino

Pulisco, pelo e taglio a pezzi (non troppo grandi) le patate.

In una padella (meglio se antiaderente ) metto un pò d'olio con la cipolla tagliata a fettine. Quando la cipolla si è dorata aggiungo le patate.

Dopo i primi minuti in cui lascio rosolare a fuoco vivace, metto il rosmarino e aggiusto di sale.

A questo punto abbasso un pò la fiamma e lascio cuocere, girando ogni tanto e aggiungendo all'occorrenza un paio di cucchiai d'acqua se le patate dovessero troppo bruciacchiarsi senza ancora essersi cotte all'interno.

In totale devono cuocere circa 25/30 minuti (dipende dalla durezza delle patate e dalla grandezza dei pezzi ).

Nel frattempo taglio a rondelle non troppo piccole i wurstel. 

Quando le patate sono quasi cotte aggiungo i wurstel e alzo nuovamente la fiamma, girando per far rosolare anche i wurstel ben bene.

Altri 2/3 minuti e questo saporito piatto salva-cena è pronto ;-)





 Buona domenica, Lilli...e buon appetito!


venerdì 22 novembre 2013

I venerdì del libro (154°): FERMATE IL BOIA

Cara Lilli,

riprendo l'appuntamento col "venerdì del libro" di HomeMadeMamma dopo la pausa della scorsa settimana (ho dedicato quel venerdì al ricordo del mio papà) e lo faccio proponendoti un romanzo della mia amata Regina del Giallo, ossia Agatha Christie: FERMATE IL BOIA.

Non ho mai fatto mistero della mia ammirazione incondizionata per questa scrittrice e anche in quest'occasione non posso che ribadire il concetto: la Christie è inarrivabile nel suo genere!

Nel libro di cui ti parlo oggi il protagonista è il mitico Hercules Poirot, l'investigatore belga con la testa ad uovo, i baffetti impomatati e le celluline grigie sempre all'opera.

Da anobii ecco la sinossi:
In un paesino di campagna, una domestica a ore viene uccisa con un colpo alla testa, apparentemente dal suo pensionante e, apparentemente, per poche sterline. Il pensionante viene arrestato, processato e dichiarato colpevole. Che altro si può dire? Niente! Ma Agatha Christie decide di rovesciare il quadro. E come se dicesse. ''Prendiamo l'omicidio più banale che si possa immaginare e vediamo come si può renderlo complesso e interessante.'' Per quasi un quarto del libro poirot ascolta il sovrintendente Spence che gli riassume il caso e cerca di scoprire delle tracce, dei punti deboli, qualcosa insomma che possa suggerire un elemento nuovo e diverso. E alla fine lo trova... in una boccetta di inchiostro. L'avvio è quindi diverso da quello dí tutti gli aItri gialli della Christie, ma è pur sempre un avvio affascinante. Trovare l'assassino è qui assai più difficile che negli altri racconti. Ma gli indizi esistono. A Poirot gli indizi parlano un linguaggio speciale... ma anche il lettore, se rivolgerà loro una particolare attenzione, riuscirà forse a dare un nome e un volto all'assassino.

Naturalmente io non avevo capito affatto chi fosse il colpevole quando l'ho letto la prima volta (tanti e tanti anni fa) ma ciò che mi stupisce sempre nei gialli della Christie è come tutto al momento della rivelazione finale vada talmente bene al proprio posto, senza sbavature e forzature, da apparire assolutamente logico e lineare.

In FERMATE IL BOIA intorno alla storia principale si snodano altre storie secondarie che hanno comunque un legame tra loro e che fanno arrivare a sospettare di più di una persona, tra rievocazioni del passato e segreti.

Ancora una volta la Christie fa di un semplice villaggio il luogo d'incontro di varia umanità, di personalità diverse e originali, e lo sceglie come teatro di tensioni e drammi impensabili forse in un piccolo centro. Drammi che non possono non coinvolgere il lettore e che decisamente, Lilli, rendono arduo staccarsi dalle pagine del libro prima di essere arrivati alla fine ;-)




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giovedì 21 novembre 2013

Monello malato... ma scatenato!

Cara Lilli,

siamo qui, io e il mio monello, in casa al calduccio.

Lui ha da due giorni una brutta tosse e in particolare la notte mi fa star sveglia a più riprese perchè appena si stende comincia la "musica" :-(

Però lui ha anche i cosiddetti "sette spiriti" tipici dei bambini della sua età (cioè risorse impensabili anche quando stanno male) e allora sai che fa? Si scatena con me in un ballo matto sulle note di BLURRED LINES di Robin Thicke ;-)

Dovresti vederci: siamo uno spettacolo! Più lui che io, a dire il vero ;-) specialmente quando agita la testa e fa ballonzolare i ricciolotti ridendo a crepapelle :D



Buona giornata, Lilli, anche se con la tosse!

martedì 19 novembre 2013

Flashback: Luna di miele - SPOLETO E ASSISI

Cara Lilli,

i flashback sulla mia luna di miele volgono al termine ed oggi ti ripropongo l'ultima tappa, quella fatta a Spoleto, con capatina ad Assisi.

Ecco ciò che ti scrissi quando ero ancora sulla vecchia piattaforma di Virgilio, l'8 giugno del 2010:

<<Cara Lilli,

eccomi a riprendere il racconto della mia luna di miele. Sono arrivata alla tappa conclusiva, quella “imprevista” e quindi molto gradita: eravamo in Croazia quando mia zia (una sorella di mia madre) mi ha telefonato per salutarmi e chiedermi se per caso non potevamo fare una sosta a Spoleto prima di rientrare a casa, dato che lei era venuta al nostro matrimonio ma mio zio invece per motivi di salute non aveva partecipato e ci teneva tanto a vedere me e il mio neo-sposo. Così, una volta a Trieste, abbiamo cambiato i biglietti del treno del ritorno e abbiamo “deviato” verso l’Umbria!

Devi sapere, Lilli, che Spoleto è un luogo a me carissimo fin dall’infanzia, proprio perchè lì vivono questi miei zii a cui sono particolarmente affezionata. E’ lì che io ho fatto il mio primo viaggio da sola da ragazzina e sono tornata poi più volte negli anni per trascorrere qualche giorno di vacanza.

Siamo arrivati alla stazione di Spoleto di sera e mio cugino e sua moglie ci sono venuti a prendere per poi portarci a casa dei miei zii, che ci hanno ospitato anche per dormire…. Pensione completa dunque!!

Quella sera stessa, dopo cena, siamo andati a fare con tutti loro una rilassante passeggiata notturna lungo la strada che circonda l’imponente “Rocca” risalente al 1300 che domina Spoleto dall’alto, con un ponte lunghissimo che affaccia su uno strapiombo. Per mio marito era tutto nuovo perchè non era mai stato a Spoleto prima di allora.

La mattina seguente mio zio ci ha portato a visitare un’atichissima chiesa fuori città, la Basilica di San Salvatore, che risale al periodo paleocristiano (IV-V secolo d.C.). Io stessa non la conoscevo ancora: è molto “essenziale” nella sua linearità e austerità direi, ma proprio per questo anche molto affascinante.

Subito dopo siamo saliti a Monteluco, una montagna a pochi chilometri da Spoleto. E’ un posto che io adoro: verdeggiante fino all’inverosimile e con in cima un piccolo convento fondato da San Francesco in persona nel 1218. Credimi, Lilli, se ti dico che visitare quel convento, entrare in quelle minuscole celle la cui soglia è così bassa che devi per forza chinarti per varcarla, camminare in quel corridoio stretto e in penombra… beh, ti fa venire i brividi. Hai l’impressione nettissima di essere stato trasportato indietro nel tempo…. E tutto intorno regna un silenzio che non è angosciante, ma bensì dona pace e rilassa.

Il pomeriggio (per restare in tema francescano) i miei zii ci hanno portato ad Assisi, dove sia io che mio marito eravamo stati da ragazzini ognuno con le proprie famiglie. Sinceramente ricordavo poco della mia prima visita in quel luogo, quindi è stato bello avere un momento di raccoglimento in quella Basilica meta di tanti pellegrini.

La seconda mattina, invece, mio zio ci ha fatto nuovamente da cicerone in un bel tour per la città, facendoci soffermare soprattutto nella parte alta, dove c’è il borgo antico con ancora delle botteghe rimaste com’erano centinaia di anni fa, con i portoni di legno massiccio e gli interni in pietra viva, e dove c’è anche il bellissimo Duomo. Quest’ultimo ha davanti a sè uno spiazzo enorme, sfruttato per molte delle serate del Festival dei Due Mondi, l’annuale manifestazione internazionale estiva di musica, arte, cultura e spettacolo.

Il bello di Spoleto è che è ancora una cittadina a misura d’uomo, o almeno è questa l’impressione che dà a me.  Il mio giudizio sarà forse anche un pò “di parte”, perchè ti ho già detto quanto vi sono legata, ma credo comunque che sia un posto che difficilmente possa non piacere a chi va a visitarla, fosse solo per la cornice naturale in cui è immersa (l’Umbria è considerata non a caso il “polmone verde d’Italia”).

La partenza (per l’ennesima volta in treno!!!) quello stesso pomeriggio fu un pò triste….non solo perchè dovevo di nuovo separarmi dai miei cari zii, ma anche (e direi soprattutto) perchè ero consapevole che quello era il tratto finale di un lungo viaggio stupendo e indimenticabile. Mio marito manifesta molto meno di me le sue emozioni, ma sono certa che anche per lui quello fu un momento particolare.

Però…c’è sempre un però, Lilli!! Infatti, se aleggiava un pò di malinconia è pur vero che c’era anche un pensiero che rendeva il ritorno meno pesante: da quella sera tardi, infatti, io e l’uomo che avevo scelto come compagno per sempre avremmo iniziato finalmente la nostra vita insieme!!

Ecco, la mia luna di miele è stata questa, Lilli.  Come ti ho detto all’inizio del racconto (oramai tanti giorni fa) ne serbo un ricordo indelebile e posso affermare che io e mio marito non avremmo potuto vivere esperienza più bella, più romantica e più meravigliosamente “nostra” di quella che abbiamo vissuto…>>


 

sabato 16 novembre 2013

"Leggi semplici parole"

Cara Lilli,

questa è fresca fresca di giornata: la monella oggi è tornata da scuola e quando ho controllato nello zaino i quaderni per vedere cosa avesse fatto in classe, ho trovato una bella sorpresa riguardante l'esercizio di lettura delle prime parole.

Infatti, finora la monella ha sempre letto (con buona scioltezza, tra l'altro) le singole sillabe formate dall'unione della consonante che "studiava" un determinato giorno con le cinque vocali (es. MA, ME, MI, MO, MU) anche in ordine sparso.

Ma paroline vere e proprie, pur se brevi, non le aveva ancora mai lette.

Oggi, dunque, ci ha finalmente provato e ci è riuscita abbastanza bene, tanto che la sua insegnante di sostegno ha voluto sottolineare il fatto che la monella ha letto da sola, quindi senza aiuto, quasi tutte le parole che lei le ha scritto sul quaderno :-)


Nota: Le paroline da leggere le ha scritte la maestra, non la monella



Come vedi nella verifica di lettura delle singole sillabe ha avuto un "SUPER BRAVA" mentre in quella delle semplici parole ha avuto solo un "BRAVA", ma è un buon inizio, non credi?

Speriamo che prosegua così e che pian piano superi il grosso scoglio che adesso le intralcia il cammino: scrivere senza seguire il tratteggio. Non riesce ancora a scrivere le lettere (in stampatello, ovviamente...il corsivo è ancora lontano) se non ci sono un minimo di trattini o puntini di riferimento. 

Proprio l'altroieri ci ha provato, ma sono venuti fuori degli sgorbi illegibili...però ci ha provato, no? Anche questo è già un primo, piccolo passo. E lei, che fino a settembre rifiutava o quasi di tenere in mano una penna, ora ha voglia di imparare. Cosa fondamentale (e nient'affatto scontata).

Forza e coraggio, si procede sempre e comunque!