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venerdì 10 febbraio 2017

Venerdì del libro (242°): LA VITA PRODIGIOSA DI ISIDORO SIFFLOTIN

Cara Lilli,

da quando alcuni giorni fa ho terminato di leggere LA VITA PRODIGIOSA DI ISIDORO SIFFLOTIN, di Enrico Ianniello (Premio Bancarella sezione "Opera Prima" 2015) sto pensando a come avrei scritto questo post per partecipare all'iniziativa di HomeMadeMamma.

(Apro parentesi: Ianniello è noto come attore, co-protagonista ad esempio nella fiction di Rai 1 "Un passo dal cielo")

Non ci crederai, ma non riuscivo a farmi venire in mente le parole giuste per descrivere cosa ha suscitato in me questa lettura. E ti dirò che adesso che ho messo le mani sulla tastiera ancora non so bene da dove cominciare. Ma di certo so una cosa: ho amato veramente questo romanzo.

Ho amato molti libri nella mia lunga vita di lettrice, ma pochi sono quelli che davvero ho sentito miei. Ecco: questo qui l'ho sentito proprio mio

La cosa strana è che all'inizio mi ha addirittura un pochino annoiato, pensa tu!

La vita di un bambino che ancora prima di emettere il primo vagito appena nato ha fischiato come un uccellino e che poi ha sviluppato, parallelamente al linguaggio classico fatto di parole, un vero e proprio linguaggio fatto di trilli e fischi grazie al quale dialoga tranquillamente con Alì, un merlo indiano, era carina come idea di base. Ma leggendo i primi capitoli poi mi è parsa un pò banale e non riuscivo a figurarmi come l'autore avrebbe potuto portare avanti una storia interessante lunga tutto il libro solo con questo presupposto.

Però...quel bambino, Isidoro, vive in un paesino dell'Irpinia, della mia Irpinia. E poi qualche termine dialettale ed espressioni familiari me lo hanno reso un pizzico più caro rispetto ad un protagonista qualsiasi.

Capitolo dopo capitolo, Isidoro mi ha portato nel suo mondo, nella sua famiglia un pò bizzarra... il papà Quirino, con il suo occhio eccentrico (strabico), la fede comunista, le abitudini a dir poco originali per le abluzioni del mattino, l'inventiva nel coniare neologismi, le bellissime quanto particolarissime lettere scritte alla moglie, al figlio, a se stesso, al Presidente Sandro Pertini; la mamma Stella (Di Mare di cognome...!), bella, solare, sempre un pò sporca di farina e regina della pasta fatta a mano, dalla voce dolce come il miele. 

E tutto intorno un mondo fatto di amici tutti originali a loro modo, bambini e adulti.

La prima parte del romanzo è ambientata nel 1980. Anno cruciale per noi Irpini. E quando ho realizzato che la narrazione era giunta all'autunno di quell'anno, ho atteso con il fiato sospeso che la storia passasse per la sera del 23 novembre. E leggendo mi sono venuti i brividi. Letteralmente. Una commozione profonda mi ha invaso, dettata dalla delicatezza delle parole dell'autore, quasi paradossale nel contesto della tragedia, resa comunque percepibile quasi come se la si vivesse in diretta.

Il terremoto che distrusse gran parte dell'Alta Irpinia fa da spartiacque tra prima e seconda parte del romanzo così come nella storia personale di Isidoro, che prende una strada del tutto inattesa. Altri incontri speciali, altri personaggi sui generis entreranno nella vita di questo bambino che diventa adolescente e poi giovane uomo.

La poesia di certi passaggi, la genuina ingenuità dei pensieri, la semplicità profonda delle riflessioni, la straordinarietà delle piccole cose rendono questo romanzo diverso da tutti quelli che ho letto finora. Quella realtà che ha i riflessi di una favola eppure è estremamente credibile mi ha colpito al cuore.

Mi rendo conto che non a tutti una lettura come questa può fare lo stesso effetto. La reazione davanti ad un libro così come ad un film che escono un pò dagli standard classici è molto personale. 

Io ho detto la mia, a riguardo. Sarei contenta di conoscere l'opinione di qualcun altro che ha letto questo romanzo :)


PS: un grazie di cuore a Calo, che me lo ha fatto conoscere!




I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI



6 commenti:

  1. La lettura è sempre molto personale per cui non è semplice trovare un libro che si possa dire che piaccia in assoluto. Da come ne parli vale la pena leggerlo. Ne prendo nota.

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    1. Appunto, sono perfettamnte d'accordo. Comunque, questo credo sia un libro che merita una chance, al di là del mio personale coinvolgimento. E' davvero un pò fuori dal comune.

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  2. Leggerti mi ha emozionato, perché ho rivissuto, a distanza di un anno, il bagaglio di emozioni che la storia di Isidoro mi ha donato.
    Felice di questa condivisione!!

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    1. Grazie ancora a te! Le emozioni che si risvegliano a distanza di un pò di tempo sono belle, vero? E' un pò come ritrovare delle vecchie amiche... :)
      Baci!

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  3. A volte libri che colpiscono qualcuno di noi dritti al cuore, per affinità di sentimenti, luoghi o vissuti, lasciano altri quasi indifferenti. Credo faccia parte della magia della lettura e del potere evocativo delle parole. L'Irpinia non è una realtà a me vicina però la tua descrizione del romanzo mi ha fatto venire voglia di leggerlo. E poi secondo me vale sempre la pena di leggere romanzi un po' "particolari" perché o piacciono o li si detesta ma è raro che lascino indifferenti, come invece capita con alcune letture leggere o in serie o con storie molte classiche.

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    1. Esattamente, Giulia: se leggerai questo romanzo non resterai indifferente. Poi potrai amarlo o no ma in ogni caso non avrai perso tempo invano, assolutamente!

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