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AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

venerdì 25 agosto 2017

Venerdì del libro (252°): LE OTTO MONTAGNE

Cara Lilli,

durante questa estate in cui sto scrivendo qui sul blog un pò a singhiozzo non ho mai smesso di leggere, pur se non ti ho riportato recensioni da tempo e pur se quando c'è un caldo forte e afoso come in gran parte di queste settimane di luglio e agosto, che mi fa sentire spossata e stonata, anche la lettura può richiedere un pò di sforzo...ma si sa che io sono troppo amante dei libri per privarmene ;)

Ed ecco qui che oggi per partecipare all'iniziativa di HomeMadeMamma ti parlo dell'ultimo romanzo che ho appena terminato: LE OTTO MONTAGNE, di Paolo Cognetti, fresco vincitore del Premio Strega 2017.

Mi ha attirato non appena ne ho sentito parlare all'indomani della premiazione, a luglio, e appena ho avuto modo l'ho letto: e mi è piaciuto.

Una storia di crescita e di amicizia, una storia di amore per la montagna, di rapporti familiari fatti più di gesti, di silenzi che di parole. Una storia che non è originalissima, va detto, ma che ha secondo me la sua forza nella semplicità e naturalezza con cui è narrata, nella bellezza delle descrizioni, nella vena nostalgica che la pervade e che, se ad alcuni può apparire un pò noiosa, a me suscita pensieri  belli, sereni che vanno oltre gli eventi anche negativi che pure non mancano.

Una lettura che consiglio a chi non cerca quindi ritmo serrato o suspense, ma vuole assaporare atmosfere e sentimenti genuini che, pur essendo ovviamente più vicini a chi ha esperienze personali di vera vita di montagna, possono toccare il cuore anche di chi come me non ne ha mai fatte.


(dal sito dell'editore Einaudi)

<< Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l'orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.
Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo «chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l'accesso» ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lí, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.
Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa piú simile a un'educazione che abbia ricevuto da lui». Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: «Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.>>



 I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

venerdì 11 agosto 2017

Al mare coi monelli...momenti belli!

Cara Lilli,

riemergo dal caldo torrido di questo ultimo periodo, oggi che finalmente qui da me si è tirato un respiro di sollievo con un abbassamento di temperatura di una decina di gradi e un pò di ventilazione. 

Riemergo e ti scrivo per dirti, ancora una volta, che ci sono...eh!

Ci sono io e ci sono monelli. E c'è il maritino ancora in ferie dal lavoro e quindi più con noi rispetto al resto dell'anno. 

Ci siamo noi tutti. E abbiamo anche già fatto (la scorsa settimana) la nostra consueta vacanzina al mare, dove sai che oramai siamo come di casa, clienti affezionati e attesi.

Già lo scorso anno, lo ricorderai, ti scrissi che le giornate lì al mare erano state più serene e i monelli più gestibili rispetto alle estati precedenti. Ebbene, quest'anno posso affermare che davvero è stata una settimana positiva, con i monelli felici e noi genitori più rilassati.

Momenti belli, Lilli. Belli, nella loro semplicità: lunghi bagni tutti insieme, tra schizzi, tuffetti, risate; simpatie nate con vicini di ombrellone o di tavolo al ristorante, tra signore di mezza età francesi di origine partenopee, famiglie con bambini piccoli e poi una coppia con una dolcissima cagnolina adottata dal canile, sorda; pelle abbronzata (nonostante la crema protettiva fattore 50+) più di quanto ci aspettavamo per i monelli, specie per il monellino, che ha donato loro un tocco di bellezza un pò esotica...

E una volta tanto un bel pò di scatti fotografici che hanno fermato nel tempo questi bei momenti. Dico una volta tanto perchè non è facile fotografare i monelli, si muovono molto, non sono molto naturali davanti all'obbiettivo, fanno smorfie, chiudono gli occhi... Giacchè, di norma, abbiamo poche foto belle. Ma stavolta, invece, molte sono da pollice in su :)

E più di tutte una. Uno scatto che ha immortalato i due monelli di spalle, per mano, in spiaggia sulla riva, che guardano il mare, mentre il sole è al tramonto... e racchiude un pò tutta la semplice, tenera bellezza della nostra vacanza...




E non aggiungo altro :)