AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

sabato 30 dicembre 2017

Auguri di buon anno... e Blogger Recognition Award

Cara Lilli,

siamo giunti all'ultimo post del 2017. E, si sa, l'ultimo post è sempre quello in cui si saluta l'anno che sta finendo e si dà il benvenuto all'anno nuovo che sta arrivando.

Eccolo, il 2018... è lì a pochi passi dalla soglia, già lo si può intravedere.

E' solo un bambino, incede ancora un pò incerto sulle gambe, ma ci scommetto che impiegherà poco a crescere e camminare più disinvoltamente, aumentando l'andatura mese dopo mese fino a prendere la rincorsa verso il gran salto finale, che lo sposserà tanto da fargli avvertire tutto ad un tratto il peso dei 12 mesi sul groppone, improvvisamente stanco e vecchio.

Vorrei dire a questo ormai anziano 2017 che lo ricorderò per le nevicate di gennaio, per un giorno di aprile tutto BLU, per le gite scolastiche e per quella domenica di maggio con la monella radiosa, per le nozze d'acciaio, per i momenti belli tutti racchiusi in uno scatto in riva al mare, per quelle paroline che vanno ben oltre al significato letterale e diventano speciali, per un pacco regalo ricco di cose belle,  per una domenica di novembre a lungo attesa tra amici e castagne, per un bel passo avanti nell'autonomia del monello, per la presa di coscienza che davvero la monella sta crescendo e che questo ci porterà dritti dritti ad un 2018 delicato da affrontare su questo fronte.

Intanto, concludo questo 2017 con un bel pensiero della cara Inassia Z. del blog Il taccuino delle voci, conosciuta anni fa ai tempi del Gruppo di lettura Bryce's House (che bei ricordi!), che ringrazio di cuore per avermi assegnato il premio "Blogger Recognition Award" e di più ancora per aver continuato a leggermi anche quando quella piacevolissima parentesi si è chiusa, fino ad oggi.



Un riconoscimento fa sempre piacere, specie quando il proprio piccolo blog è nato con lo scopo di condividere pensieri, emozioni, passioni, stralci di vita quotidiana, come un diario on line per fissare i momenti più disparati, positivi o meno, ma che comunque contano per me e mi fanno essere quella che sono.

E' questo che vorrei dire a chi volesse aprire un blog o magari lo ha appena aperto: a meno che non si cerchi di fare del blogging un vero e proprio lavoro (nel cui caso il discorso è più complesso e c'è ovviamente bisogno di una specifica preparazione, di continui aggiornamenti anche tecnici e di impegno professionale), secondo me un blog è bello e interessante se rispecchia quello che è il suo autore. Perchè si capisce quando chi scrive lo fa con trasporto, con genuinità. Quello che passa e arriva ai lettori deve essere un messaggio che viene dall'anima di chi scrive, non solo quando si parla di questioni importanti ma anche quando si tratta di argomenti leggeri, di svago.

A questo punto, ringraziando ancora Inassia, mi scuso con lei se trasgredisco (come mio solito!) le regole del premio perchè non nomino 15 blog ma lo dono a TUTTI i blogger amici che mi seguono con affetto, da poco o da tanto non importa. 

E A TUTTI, MA PROPRIO TUTTI VOI CHE MI LEGGETE, CHE ABBIATE UN BLOG O NO, AUGURO UN BELLISSIMO ANNO NUOVO... a misura delle vostre necessità ma anche dei vostri sogni! Perchè ci sia la giusta forza per affrontare ogni cosa e per andare sempre avanti.


Immagine presa dal web

lunedì 25 dicembre 2017

7

Cara Lilli, 

così siamo arrivati a quota 7. 

7 come le 7 meraviglie del mondo. E per me che sono la sua mamma una meraviglia è lui, il monello.

Lui, che nella Notte Santa di 7 anni fa è entrato nella mia vita, in anticipo sulla data presunta, quasi a voler dire: "Sono pronto, eccomi qui! Sono il tuo dono unico e speciale per Natale!"

Il monello è un ometto, ormai. Anche se quest'anno è stato davvero monellino (non per sua colpa, però, va detto!) svegliandosi ieri mattina con 39° di febbre e facendoci così saltare gli impegni tradizionali della nostra "3 giorni".

Oggi in realtà va già molto meglio, ma ieri non era prevedibile purtroppo, vista la piega che aveva preso la cosa (un febbrone che non è mai sceso durante la giornata sotto i 38,8° e anzi ha superato pure gli iniziali 39°, con tutta la tachipirina).

Pazienza! Un Natale un pò alternativo, tra familiari stretti. Ma proprio stretti strettissimi... noi 4. Con un pò di rammarico, questo si, però comunque sereno.

E poi per la sua torta di compleanno si può rimediare: tra qualche giorno, appena possibile, verranno comunque la nonna, gli zii e i cuginetti a cantargli "Tanti auguri a te!", perchè come io sostengo sempre gli auguri non hanno una scadenza fissa, in fondo... se fatti col cuore valgono eccome, anche in ritardo! :)

Gli auguri della mamma però stasera non possono mancare: con tutto l'amore possibile, con tutta la voglia di vederti crescere, con tutta la gioia di sentire da te quelle paroline smozzicate e ancora incerte ma che già appaiono come un piccolo-grande miracolo giacchè sono arrivate a sei anni compiuti quando ormai non era facile crederci ancora, con tutto lo stupore per ogni singolo passo che fai verso un nuovo traguardo... 

...BUON COMPLEANNO, MONELLO MIO!


venerdì 22 dicembre 2017

Buon Natale con i monelli musicarelli :)

Cara Lilli,

voglio davvero lasciarti qui i miei auguri prima di entrare nel vivo della "tre giorni" che mi coinvolgerà, secondo tradizione ormai consolidata e bella, con la Vigilia a cena dalla zia, il pranzo di Natale qui da me perchè si festeggia anche il settimo compleanno del monellino e Santo Stefano a pranzo da mio fratello per l'onomastico del mio nipotino-nipotone.

Auguri di Buon Natale che mi sorgono spontanei, quasi canticchiando... 

Sarà perchè ho ancora nelle orecchie e sulle labbra le melodie ascoltate stamattina nell'auditorium del Centro Sociale qui del paese, dove i miei monelli hanno partecipato allo spettacolo natalizio preparato dagli insegnanti di musica in primis, ma con la collaborazione di tutto il corpo docente. 

Il monello, che sbarazzino e birichino come sempre, non ha voluto indossare il cappello di Babbo Natale come tutti gli altri, ma ha saltellato tutto allegro e ha seguito a modo suo, accennando il motivo delle canzoni e abbracciando la sua maestra e anche le maestre delle altre prime e seconde classi presenti in quel momento sul palco, che non sanno resistere davanti al suo fare furbetto e tenero :)

La monella, che composta e un pò seria all'inizio ma poi sempre più sorridente e gioiosa man mano, ha cantato e ha anche suonato il flauto, magari non proprio tutte le note precise ma di certo una parte si ;)

E per me, che ero tra il pubblico, è stato emozionante quando il maestro di musica delle classi quarte e quinte dopo le prime canzoni si è fermato e al microfono ha detto: "Ma Monella dov'è? Non stare lì dietro, vieni qui davanti, di fronte a me, che sei così brava e devono vederti bene tutti!"

Lei è saltata su ed è passata avanti, per sedersi accovacciata nella primissima fila del coro e ha partecipato con trasporto al resto del piccolo concerto.

E più di una persona poi tra quelle che non conoscevo (perchè tante altre ovviamente ne conosco, in ambito scolastico), capito che io ero la mamma, mi ha fermato per dirmi: "Ma quella è tua figlia? Che bella! E che sguardo intenso ha, che sorriso!"

Ecco: con quel sorriso vorrei che giungessero a tutti, ma proprio tutti, i miei più cari e sinceri auguri di Buon Natale. Per chi è credente come me e  per chi no, ma vive comunque questo periodo dell'anno in un'atmosfera particolare, unica. 

Buon Natale in famiglia, con gli amici, con chi conta per noi. E in gioiosa serenità, che è una cosa di cui tanto si ha bisogno in questo mondo che non si sa più dove vuol andare a finire.

Immagine presa dal web

venerdì 15 dicembre 2017

Venerdì del libro (258°): LA RAGAZZA NELLA NEBBIA

Cara Lilli,

cercherò se riesco di non far passare un altro mese prima di partecipare nuovamente all'iniziativa di HomeMadeMamma, perchè  fin dagli esordi del mio blog è stata un appuntamento importante e bello e vorrei portarlo avanti con più costanza, come facevo i primi anni.

Ciò premesso, passo a parlarti di un romanzo letto poche settimane fa: LA RAGAZZA NELLA NEBBIA, di Donato Carrisi.

Quando un libro è molto pubblicizzato ed acclamato, ci fanno un film con un cast iportante e così via, mi capita di restare delusa dalla lettura. Mi capita anche spesso purtroppo. E infatti questo thriller di Carrisi, di cui peraltro non avevo finora mai letto nulla, mi ha in parte deluso.

Il fatto è che ho apprezzato la scrittura, l'ambientazione, anche il ritmo un pò lento e in controtendenza rispetto ai thriller più classici. Ma non ho apprezzato per nulla come l'autore ha creato il colpo di scena della scoperta del colpevole. Ha un pò giocato sporco, per dirla in termini poco tecnici ma efficaci. 

Non è la conclusione in sè per sè ad essere secondo me poco credibile, ma bensì, come dicevo, il modo in cui Carrisi ha condotto la narrazione fino al punto cruciale.

Mi rendo conto che se spiegassi meglio cosa intendo farei uno spoiler e non è mia intenzione perchè se no toglierei il gusto di leggere a chi vuol farsi un'idea personale su questo romanzo.

Se poi c'è invece chi come me ha già letto il libro e vuol dire la sua opinione, può farlo nei commenti a questo post e magari a chi me lo chiede, in sede di risposta ai commenti, io mi prenderò la libertà di essere più specifica e chiara... facciamo così? OK! :)


Ecco, comunque, la sinossi: 

La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l'indagine grazie all'attenzione e alle pressioni del "pubblico a casa". Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua "firma". Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, per far sì che un crimine riceva ciò che gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un'audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell'incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?

 


I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

mercoledì 13 dicembre 2017

Crescere

Cara Lilli,

perdona la mia lontananza dal blog di nuovo per un pò di giorni, ma tra impegni vari e qualche malanno (che è toccato a me, una volta tanto... raffreddore forte e disturbi di stomaco) il tempo sembrava non bastare per tutto ciò che volevo fare. E per tutto ciò che volevo scrivere. 

Lo faccio adesso e ti premetto che non sarà un discorso breve.

Mai come in questo ultimo periodo mi sto accorgendo di quanto stia crescendo la mia monella. Va da sè che tutti i bambini crescono costantemente, giorno per giorno. Non che sia una novità. Ma soprattutto chi è genitore sa che ci sono momenti in cui questa crescita è più evidente. I cosiddetti momenti di passaggio

La monella sta crescendo e io lo vedo. Lo vedo nell'altezza che aumenta, nei primissimi segni di cambiamento del fisico, da bambina a ragazzina. Dieci anni compiuti a fine agosto, il mio tesoro.

La monella sta crescendo e io lo vedo, sì. Ma anche lo sento. Lo sento proprio nel senso letterale della parola. 

Sento quegli strilli e quei pianti che erano diminuiti, limitati per numero e durata. Gli stessi strilli acuti che lei faceva da piccola quando non parlava ancora e non sapeva esprimere le proprie emozioni, i propri disagi se non così e che ben ricordano le terapiste e le maestre della scuola dell'infanzia, che ci costringevano a scappare via da feste e cerimonie o da supermercati affollati o da case di amici e parenti, che persistevano ininterrotti fino all'ingresso in automobile o addirittura fino a casa. Gli stessi strilli acuti che con lo sviluppo del linguaggio e l'inizio della scuola primaria si erano appunto ridotti a poche occasioni di stress emotivo e che smettevano molto più facilmente di prima.

Quegli strilli che nelle scorse settimane hanno riecheggiato di nuovo a scuola, al centro di riabilitazione, a casa dei miei cognati... Roba da non riuscire facilmente a farla smettere, perchè lei resta come ingabbiata in quel mix esplosivo di sensazioni e non sa come tornare in sè. Strilli che la lasciano triste e mortificata, tanto da chiedere scusa ripetutamente a chiunque sia da quelle parti in quei frangenti, che siano maestre, compagnetti, maestre delle altre classi, terapiste, familiari, mamme di altri bambini che fanno terapie riabilitative...

Non sa spiegarlo a parole, la mia monella. O almeno lei dice di non saperlo spiegare. Però poi specie la sera, quando è l'ora di andare a dormire e siamo io e lei da sole nella cameretta, com'è nostra abitudine, per qualche minuto di coccole e chiacchiere a bassa voce, vengono fuori domande e affermazioni che rivelano la sua inquietudine...

"Mamma, ma l'anno prossimo alle scuole medie ritroverò i miei compagnetti di classe?"
"Mamma, ma la mia maestra ci sarà alle scuole medie?".
"Mamma, ma quando finirò di fare psicomotricità con R. potrò vederla ancora? Mi vorrà sempre bene?"
E così via, sempre su questa lunghezza d'onda.
E infine...non domanda, ma affermazione che poi è più un desiderio...
"Mamma, io SONO ancora una bimba".

Questo è il punto, Lilli. Lei si sente dire da tutti, com'è naturale, che sta crescendo. E non è una sciocca (ringraziando il Cielo) per cui ha ben capito che questo porterà a dei cambiamenti. E questo comporterà lasciare parte dei suoi compagni, la sua adorata maestra di sostegno che per anni (questo è il quinto) l'ha seguita ottimamente e con cui ormai basta uno sguardo per dirsi tutto, nonchè la sua psicomotricista che ancora di più è stata uno dei primi punti fermi della sua vita dopo noi genitori e familiari stretti, avendola presa in trattamento quando non aveva neppure tre anni (e un giorno ti scriverò un post a parte su di lei).

Per non parlare dei cambiamenti fisici.

Insomma, sta crescendo e non lo sa. O meglio lo sa ma non riesce a dirlo bene a parole. E questo la spaventa. E basta un pretesto qualsiasi per iniziare a strillare, sgolandosi anche fino a diventare rauca. Giuro: è rimasta praticamente senza voce in due occasioni in particolare nelle scorse settimane.

Va detto, comunque, che oggi che ti sto scrivendo in realtà il momento acuto di questo suo malessere è già un pò passato. Da qualche giorno la monella è più serena, sta tornando a sorridere di più e ad ascoltare e seguire chi le sta vicino.

Tutti noi che l'amiamo e l'accompagnamo nel suo percorso ci siamo parlati, confrontati, accordati su come cercare di arginare le sue angosce più o meno latenti e allo stesso tempo preparala e non dirle inutili bugie solo per tranquillizzarla.

Siamo solo all'inizio di questa nuova fase di crescita, è chiaro. Di momenti critici ce ne saranno ancora, eccome. Ed è assolutamente normale, lo so, perchè tutti i bambini attraversano la preadolescenza e l'adolescenza e per tutti è difficile.

Certo.

Però è innegabile che per chi come la monella ha un disturbo che compromette la sfera relazionale, psicologica e cognitiva in modo più o meno grave, si tratta di passaggi ancora più problematici e delicati.

Quello che mi fa sempre guardare avanti con più fiducia possibile, Lilli, è vedere che lei ha dopotutto proprio quella sottile percezione e consapevolezza di sè e dei suoi limiti che è fonte di sofferenza, si, ma che può essere la sua forza per superare gli ostacoli, così come lo è stato finora.

E allora forza, tartarughina mia: si va avanti.
 

lunedì 4 dicembre 2017

Plumcake al caffè...che sa di caffè!

Cara Lilli,

non ridere leggendo il titolo del post, perchè quello che volevo dire è che ho provato varie ricette e varianti di dolci al caffè, ma di solito il sapore non è mai stato deciso a sufficienza e davvero "caffettoso" per miei gusti.

In realtà era da tanto che volevo provare ad usare il caffè solubile, come ho letto qua e là, invece di aggiungere tazzine di caffè espresso, ma non so perchè non lo avevo mai fatto. Fino a ieri pomeriggio.

Mio marito ha comprato da poco del caffè solubile e mi sono decisa: ho pensato a come dosare gli ingredienti classici di base e poi ho realizzato un bel plumcake al caffè, semplicissimo come sempre sono le mie ricette e, ti dico, davvero ottimo.

E soprattutto...che sa sul serio di CAFFE' :)

A saperlo che il risultato sarebbe stato così positivo lo avrei fatto prima! 


- farina gr 250
- zucchero gr 80
- burro gr 60
- 2 uova
- caffè solubile gr 30
- latte ml 175
- 1 bustina di lievito per dolci
- granella di zucchero (facoltativa)

Frullare le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un bel composto spumoso.

Aggiungere il burro ammorbidito, continuando a frullare un altro pò.

Sciogliere nel latte il caffè solubile e versarlo a filo nel composto, mescolando piano.

Incorporare infine la farina e il lievito.
 
Imburrare e infarinare uno stampo da plumcake, versarci il composto, cospargerlo se si vuole con della granella di zucchero e infornare a 180° per circa 30 minuti (fare la prova dello stuzzicadenti, per verificare la cottura).

Ed ecco che avrai un gustoso plumcake...profumato e soffice!

ECCO QUELLO CHE RESTAVA DEL PLUMCAKE STAMATTINA...

 Buon appetito, Lilli.