Cara Lilli,
in questo stesso giorno di 4 anni fa ho scritto e pubblicato un post.
Uno di quelli che sono un pezzo del mio cuore.
Forse chi tra gli amici blogger mi seguiva già allora e mi segue ancora tuttoggi lo ricorderà, ma magari sarà contento di rileggerlo. E poi ci sono nuovi amici che si sono aggiunti cammin facendo e a me fa piacere condividerlo anche con loro.
Perchè certe emozioni forti, vere, non passano mai. Restano indelebili dentro e quado vengono a galla è come riviverle di nuovo...
I viaggi del cuore
Cara Lilli,
ci sono volte in cui quando sali in auto e parti, il viaggio che comincia non è solo fisico.
Ci sono viaggi che il cuore fa insieme al corpo, ma anche oltre il corpo stesso. Perchè si sa che il cuore ha percorsi tutti suoi, che nessuna autostrada potrà mai circoscrivere.
Ho fatto un viaggio del cuore l'altroieri.
Sono partita quasi di
corsa, senza averlo programmato se non giusto un paio di ore prima. I
viaggi del cuore spesso sono così: improvvisi, seguendo l'impulso del
momento.
Mio marito si è preso un pomeriggio libero al lavoro per restare a casa con i monelli.
E mentre io raggiungevo
mio fratello e mia cognata e proseguivo poi con loro, libera
dall'incombenza di dover guidare, ho potuto lasciare che il cuore
corresse per conto suo.
Verso Roma, poi Orte, poi l'Umbria e l'amata Spoleto...
Il mio cuore è andato
avanti, mentre io, seduta nell'auto di mio fratello che pure macinava
chilometri, non ruscivo a stargli dietro.
Ma tanto il mio cuore conosceva bene la strada, dopo averla fatta un sacco di volte nei miei anni giovani. Non poteva sbagliare per nessuna ragione al mondo.
E non parlo delle gite di famiglia, no. Parlo dei viaggi miei. Miei e basta. Quando partivo e mi rifugiavo
a Spoleto dai miei zii. Dopo l'esame di maturità, ad esempio, o dopo
tanti esami universitari. Per una pausa, un momento di pace, un momento
di svago, di affetto grande.
Anzi, la prima volta avevo 9 anni. Una settimana intera da sola con gli zii. Indimenticabile.
Per tanti anni sono stata
in quella che era la loro casa di allora, un pò fuori mano, con un
prato enome intorno, in cui troneggiava un salice piangente che ha fatto ombra a
tanti miei pensieri adolescenziali, che ha ascoltato tanti miei
sussurri di ragazza innamorata o tanti dubbi e paure tipiche di
quell'età.
E il campo dietro la
casa....grande, un pò scosceso, coltivato da mio zio prima nel tempo
libero dal lavoro, poi con più continuità dopo la pensione anticipata.
Mio zio. Il mio zione un pò orso, ma in senso buono. Poco incline per troppo pudore alle manifestazioni d'affetto, proprio il contrario di me, ma che proprio in me diceva di aver trovato la figlia femmina che non aveva avuto. Lui, padre di due ragazzoni belli, grandi e grossi.
Quante ore passate con
gli stivaloni di gomma ad innaffiare la lattuga (e a cercare le lumache
che vi si nascondevano tra le foglie!), a cogliere la frutta, a dar da
mangiare alle galline. Io e lui.
E quante ore a passeggio per Spoleto, con lui che amava fare da cicerone. Io e lui.
Poi la casa è cambiata,
più vicina al centro abitato, meno affascinante della casa di campagna,
ma ugualmente bella perchè c'era lui lì, insieme a zia. E io ci tornavo
sempre con lo stesso amore e la stessa gioia.
E tu lo sai bene, Lilli, che in quella casa, la seconda, ci sono stata anche con il mio amore, di ritorno dalla luna di miele, perchè zio non era potuto venire al nostro matrimonio per evitare strapazzi al suo cuore ballerino e discolo.
Da quando sono arrivati i
monelli ci sono state più telefonate che viaggi. Ma ogni volta era
comunque una cosa bellissima parlare con lui, che mi diceva sempre che
la sua casa per me, per la famiglia che mie ero creata, era sempre
aperta.
Tenero, zio. Schivo, ma tanto tenero.
Ci siamo voluti un bene immenso, io e lui.
E l'altroieri, quando
l'auto con me dentro è arrivata davanti casa sua, il mio cuore era già
lì da un pezzo. Corre veloce il cuore quando si tratta di andare da chi
si ama.
Stavolta non c'era zio a
darmi il benvenuto sulla porta, col suo sorriso mite e dolce, simile a
quello del mio papà. Il mio cuore lo sapeva ma egualmente non voleva
crederci.
Questo viaggio del cuore
si è concluso in modo molto diverso da tutti quelli che ci sono stati
negli anni addietro. Con un dolore lancinante che non credevo che avrei
più provato dopo la perdta dei miei genitori.
Ma lui era il mio zio speciale.
E adesso ho un altro angelo custode, ne sono certa.