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venerdì 2 marzo 2012

I venerdì del libro (74°): LA VERITA' DEL SERPENTE

Cara Lilli,

partecipo anche questo venerdì all'iniziativa di HomeMadeMamma e lo faccio con un romanzo letto insieme al Gruppo di lettura Marsilio creato appositamente per commentarlo. Parlo de "LA VERITA' DEL SERPENTE" di Gianni Farinetti, autore italiano che io non conoscevo e che ha anche partecipato attivamente all'iniziativa della Marsilio, lasciando un commento alla prima tappa e rispondendo ad alcune domande nel post della quarta tappa.

Dunque, riassumendo un pò i commenti lasciati da me alle varie tappe di lettura (trovate i post sul blog Marsilio qui, qui, qui e qui) posso dire innanzitutto che il libro mi è piaciuto, l'ho trovato più che discreto.

Se chi lo volesse leggere cerca l'incalzare degli avvenimenti, i colpi di scena a ripetizione, i ritmi mozzafiato dei thriller o di altri gialli movimentati è meglio che ci rinunci. "La verità del serpente" è un romanzo piuttosto lento, un pò riflessivo direi, che si svolge a Venezia, città unica nel suo genere.

In effetti tutta la prima parte (Il male si insinua) è una sorta di “introduzione”, magari un pò lunga, dettagliata, che si sofferma sulla descrizione dei luoghi, delle persone, vedendole in particolari atteggiamenti, descrivendone sfumature, che là per là possono sembrare quasi inutili ai fini della storia “gialla” ma che invece secondo me aiutano il lettore a sentirsi parte dello scenario e a guardare i personaggi da vicino, come se li si conoscesse di persona.

Mi è piaciuto lo stile di Farinetti a tratti colloquiale, certamente diretto, moderno, senza fronzoli. E ho apprezzato appunto il suo introdurre pian piano il lettore nella storia, allacciando man mano fili che  andranno a tessere la tela del giallo vero e proprio.
Passando finalmente ai personaggi, cito subito Sebastiano Guarienti, uno sceneggiatore già presente in altre opere di Farinetti, che arriva a Venezia per partecipare al Festival del Cinema: è un pò fuori dall’ordinario come protagonista di gialli forse, ma questo lo rende ancora più interessante. 
E poi troviamo due anziane sorelle torinesi, un'elegante signora milanese e un eccentrico svizzero con amichetta al seguito, una simpatica ragazza di buona famiglia, una cuoca tanto brava quanto brontolona, il compagno di Sebastiano (che pur apparendo meno di altri personaggi è tratteggiato secondo me molto bene e ha anche un ruolo importante ai fini della storia, insinuando per primo che le cose potrebbero non essere andate come sembra), un paio di giovanotti, un giardiniere/guardiano taciturno...
Insomma, un bell'assortimento di varia umanità, in mezzo a cui si insinua, strisciante come un serpente, la malvagità subdola che si rivela in toto nelle ultime pagine.
Venezia la fa da padrona, questo è certo: come e più ancora di quanto ho detto nello scorso venerdì del libro a proposito di Barcellona nel romanzo "Marina", la splendida città lagunare non è uno sfondo bensì un vero e proprio personaggio di questo giallo, che per come è scritto si presta secondo me moltissimo ad essere la sceneggiatura per un bel film o una fiction.



<<Venezia brilla pallida laggiù. Sembra lo spettro di una vecchia donna avvilita, che fa fatica a prendere sonno.
Eppure il male, anche nella quiete di questa casa immersa nell'abbraccio di un rassicurante giardino, nelle preziose tappezzerie delle molte stanze, anche nella cucina ora buia e ordinata, il male si è insinuato. E non ha un volto ghignante, pauroso, piuttosto sembra riflettere, celato, la tranquillità un pò termale della casa, il suoincanto da vecchia villeggiatura. Ma una nuvola, questa si minacciosa, fatale, incombe sugli ospiti. Ignari.>>


I venerdì del libro su altri blog (elenco in aggiornamento progressivo...):

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