Pagine

sabato 15 novembre 2014

5 anni fa...la notte dell'addio

Cara Lilli,

ci sono post che ho scritto anni fa, quando ero ancora sulla piattaforma di Virgilio, che chi mi segue da poco o comunque non dall'inizio non conosce. 

Ecco, io sento di volerli condividere perchè parlano di momenti di svolta della mia vita, nel bene o nel male.

E' il caso del vecchio post, datato 22 settembre 2010, che ti ripropongo proprio oggi, giornata particolare per me, anniversario doloroso.

La notte dell'addio.


<< Le telefonate che arrivano di notte spaventano sempre: non ne avevo mai ricevuta una fino a quella notte del 15 novembre 2009, ma diciamo che oramai me lo sentivo che sarebbe giunta presto…specie dopo aver visitato papà in ospedale la sera prima, insieme a mio marito.


Mi è stato chiaro appena l’ho visto che la fine era prossima: non aveva più gli occhi chiusi (come invece accadeva da giorni) ma, anzi, mi fissava con uno sguardo pieno di parole…tutte quelle che non riusciva più a pronunciare, emettendo oramai solo un rantolo affannoso e continuo che mi faceva rabbrividire.


L’ho accarezzato a lungo sulla testa, sulle guance, gli ho parlato piano e gli ho tenuto la mano per tutto il tempo. Poi siamo dovuti andare via e gli ho promesso di tornare l’indomani (domenica). Ma uscendo da quella stanza d’ospedale non mi sentivo tranquilla affatto...avevo un brutto presentimento.


La telefonata, dunque: all’una e quarantacinque mi ha chiamato mio fratello dicendomi che era stato contattato con urgenza dall’ospedale perché papà era peggiorato tanto da non avere pressoché più speranze e che ci suggerivano di correre là se volevamo portarlo via, a casa.


Naturalmente lui vivendo ad Avellino poteva arrivarci in 5 minuti, io invece ci ho messo una mezz’ora, con mio marito e con mia figlia che poverina dormiva. E durante il tragitto ecco una seconda telefonata di mio fratello, stavolta dall’ospedale: papà se ne era andato oramai…


Un turbine di sensazioni, le lacrime che non scendono, una strana calma che mi consente di non crollare, di salire dai miei suoceri a lasciare mia figlia e poi proseguire con mio marito a casa di mia madre, dove comunque l’ambulanza stava trasportando papà, con un’assurda messa in scena per farlo sembrare ancora in vita (con addirittura una mascherina d’ossigeno sul viso), necessaria a detta dei medici di turno per consentirci di evitare la camera mortuaria e la triste trafila di un decesso in ospedale.


Sono giunta da mia madre dieci minuti prima dell’ambulanza: ecco salire per le scale i portantini...li sentivo arrivare e contemporaneamente sentivo arrivare anche le lacrime fino ad allora nascoste in fondo al cuore… Papà era avvolto in un lenzuolo, Lilli, e ti giuro non potrò mai dimenticare finché vivo l’impressione che ho provato vedendolo mentre lo deponevano sul letto, magrissimo, semi nudo: Gesù nel sudario…ecco a cosa ho pensato. Un paragone eccessivo, inimmaginabile, blasfemo forse...ma è esattamente ciò che mi è balenato nella mente in quell’istante. Ed ho pianto.


Ciò che è seguito è il naturale svolgersi delle cose come in ogni evento del genere: sistemare il letto, vestire il defunto… Già: vestire il corpo senza vita di mio padre. MAI avrei creduto di essere in grado di farlo, Lilli, ed invece l’ho fatto e rendo grazie a Dio di avermene dato la forza perché è un atto di carità e di rispetto che sento di aver reso a chi mi ha generato, cresciuto e soprattutto amato.


Insieme a mia zia (la sorella di papà), mentre mio fratello non si sentiva neppure di entrare nella stanza e mia madre era lì presente ma seduta immobile a pregare, ho iniziato a svolgere quel compito, piangendo silenziosamente tutte le mie lacrime.


Poi, quando ad un tratto non riuscivamo ad andare avanti da sole perché papà andava sollevato, è arrivato l’aiuto per me più inaspettato e più commovente: mio marito, il mio dolce amore, che è molto sensibile a queste situazioni, il ragazzo che parla poco ma fa gesti concreti, ha finito di vestire con me il mio papà. Questa è stata una delle prove d’amore più grandi che mi ha dato da quando ci conosciamo e io non finirò mai di ringraziarlo.


Alla fine ho guardato quel corpo ricomposto, quel volto pallido, pieno di dignità, ma anche un pò trasfigurato dalla morte: per non crollare mi sono “costretta” a pensare al mio papà, quello “vero”, non quello che era lì esanime su quel letto ….


Ho pensato al papà che mi ha insegnato ad amare la musica classica fin dai miei primi anni di vita, che si fingeva direttore d’orchestra e mi faceva ballare mentre andavano le note dell’overture de “Il signor Bruschino” di Rossini, che fumava la pipa con quel tabacco aromatico che inondava la stanza di un odore che mi piaceva tanto da bambina, che mi teneva per mano quando andavamo in qualche città ricca di monumenti o in un museo (lui, professore di storia dell’arte e pittore) e mi illustrava tutte quelle bellezze, che amava cantare le canzoni classiche napoletane e che, quando sono tornata dal mio viaggio di nozze, mi ha accolto sulla sua sedia a rotelle a braccia aperte e con un sorriso che raramente gli avevo visto sul viso (lui, timido e poco espansivo) esclamando: “Che bella figlia che ho!”…


A quel papà io in realtà non dirò mai addio, Lilli.>>


33 commenti:

  1. Cara Maris, grazie di questo post che credo che ha tutti noi ci risveglia quei momenti dolorosi dell'addio a proprio papà, sono ricordi non solo dolorosi ma dentro trovi quei momenti passati di tanta gioia immensa vissuta che è rinchiusa dentro il nostro cuore, e spesso a richiamiamo per farci coraggio e continuare a sorridere.
    Ciao e con un abbraccio forte cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo Tomaso, immagino che chiunque abbia passato questi momenti sa di cosa parlo e tu certo comprendi bene il dolore per la perdita di un genitore.
      Sei affettuoso, grazie mille!

      Elimina
  2. Carissima Maris,
    condividere la nostra esperienza, di gioia o di dolore, è sempre un modo di arricchire la vita di emozioni, riflessioni e ricordi. Un modo di essere presenti nel cuore degli altri e nel ricordo di chi non c'è più.
    Quante cose dell'addio terreno ai miei genitori, pur diverse nei particolari,mi ha riportato il tuo scritto, lontane ma sempre presenti.
    Ti abbraccio forte:)
    Marilena

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mia cara Marilena, so che (come dicevo a Tomaso) questo post risveglia ricordi e emozioni in chi ha passato lo stesso dolore... Hai ragione sulla condivisione, infatti io è per questo che ho deciso di riproporre il mio scritto dopo un pò di anni.
      Un bacio, grazie per l'abbraccio, che ricambio.

      Elimina
  3. Parole splendide. Non aggiungo altro. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  4. sei riuscita a farmi piangere e rivivere alcuni momenti tristi della mia vita......però sono sicura che quello che ci hanno donato sarà il nostro faro nella vita....e non dobbiamo mai dire addio perchè è solo un arrivederci...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Andreina, quanto è vero! Loro sono il nostro faro, così come lo sono stati quando erano qui con noi, ora continuauno da Lassù.
      E' un arrivederci, senz'altro, io ci credo fermamente.

      Elimina
  5. Ciao come ti capisco, da quel giorno per me ne son passati ventisette anni e ancora oggi mi sembra di vederlo seduto sulla sua poltrona preferita
    questi ricordi vivranno sempre con noi
    un abbraccio da
    Tiziano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ventisette anni sono tantissimi, ma il dolore del distacco dai nostri cari è sempre forte lo so, Tiziano.
      Grazie per aver condiviso con me il tuo ricordo, ti abbraccio.

      Elimina
  6. Mia cara e dolce amica condivido quanto detto dalla cara Valeria e ti stringo forte in questa giornata invitandoti a ricordare il tuo adorato papà quando ti teneva per mano...gli affetti sono eterni....
    Perché dovrei essere lontano dal tuo cuore semplicemente perché non visibile ai tuoi occhi? Se mi ami veramente, non piangere, Sant'Agostino!
    Te le dedico con tutto il mio affetto!
    Un bacione grande!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissima, quante cose ci siam dette e scritte io e te! Grazie di cuore, sei stata tanto presente e affettuosa in questi giorni.
      Sant'Agostino è straordinario, saggio e profondo, questa citazione è bellissima.
      Grazie ancora, ti abbraccio forte!

      Elimina
  7. Ti voglio bene. Soprattutto quando mi fai piangere .
    Ti abbraccio forte forte!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti voglio bene anch'io, Calo. Lo sai.
      Abbarccio ricambiato, con la stessa forza!

      Elimina
  8. Ho le lacrime agli occhi, Maris.

    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
  9. Scusami, non sono riuscita che a leggere poche righe, proprio non ce la faccio, il tuo dolore risveglia il mio.
    Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non devi scusarti di nulla, cara Moki. Ti comprendo benissimo e ti abbraccio!

      Elimina
  10. In realtà il tuo papà non l'hai mai perso..

    RispondiElimina
  11. le parole non ci sono....
    mi hai commossa e il tuo papà sarà per sempre con te...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non servono parole quando c'è la comprensione e quando si è sensibili come te, Simona. Grazie di cuore!

      Elimina
  12. avverto sintomi di uveite...
    Un abbraccio stretto, stretto. robi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Robi, sei sempre tu. E io ti ringrazio per questo essere tu!
      Un abbraccio strettissimo anche a te.

      Elimina
  13. Grazie, Maris. Grazie davvero. Un bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te, Ninin. Bastano due parole dette col cuore....Grazie, quindi!
      Ti abbraccio.

      Elimina
  14. Carissima Valeria, grazie per tutto ciò che mi hai scritto! Hai compreso bene il mio stato d'animo di allora e di adesso anche.
    Il tuo affetto mi è arrivato, davvero, sei molto cara. Un bacione!

    RispondiElimina
  15. Maris cara questi sono dolori che non si cancellano, non so come spiegare...sembra sia affievoliscano ma non spariscono mai. E' appena un anno che ci ha lasciato il mio papà e sembra ieri, è terribile ogni volta e ogni voltà è un ripercorrere quel solco nel cuore e nell'anima. Ti abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Anto! Grazie per questo tuo commento, so che comprendi bene e ti abbraccio anche io, forte.

      Elimina
  16. Tutto questo è più o meno quello che ho racchiuso in "Dicembre".
    Se un Dio esiste, lo ringrazio per non aver fatto soffrire papà, portandoselo via in un istante.
    Per l'immenso amore che provavo e provo per lui, se mi avessero chiesto di scegliere tra perderlo a soli 24 anni, ma in un secondo, e perderlo a 50, ma dopo una sua lunga sofferenza, avrei scelto indubbiamente di lasciarlo andare così com'è stato.
    Tu lo sai che sono molto fatalista e voglio pensare che non sia un caso se le nostre strade si sono incrociate.
    Grazie per avermi fatto leggere questo post.
    Ti abbraccio forte forte.
    🖤

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te per averlo letto e aver lasciato il tuo pensiero.
      Capisco ciò che vuoi dire, perchè la morte improvvisa e in età ancora giovane è uno choc immenso, assurdo, ma la lunga e grande sofferenza, lo spegnersi pian piano, perdendo nelgi anni autonomia e lucidità è uno stillicidio vero e proprio per chi soffre così come per chi assiste impotente...
      In ogni caso, sarebbe meraviglioso avere ancora qui con noi i nostri papà. Ecco.
      Teniamoci stretti i ricordi e il loro/nostro amore imperituro.
      Un abbraccione anche a te!

      Elimina

GRAZIE DEL TUO COMMENTO, TORNA A TROVARMI :-)