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venerdì 24 febbraio 2012

I venerdì del libro (73°): MARINA

Cara Lilli,

venerdì scorso ho saltato per motivi di poco tempo a disposizione la mia partecipazione all'iniziativa promossa da HomeMadeMamma, ma riprendo subito oggi con una proposta interessante: "MARINA" di Carlos Ruiz Zafon, che ho da poco finito di leggere insieme al Gruppo di Lettura Bryce's House.

E' stato il mio primo approccio a Zafon e ne sono rimasta positivamente colpita, tanto che leggerò certamente altre sue opere.

Innanzitutto devo dire che ho riscontrato una somiglianza del suo stile con quello di Michael Ende (anche qui, si...lo so, sarò ripetitiva ma in effetti amo moltissimo questo genere e questo stile, lo avrai capito!!).

Il protagonista è un adolescente, Oscar, che studia in un collegio a Barcellona e che in modo rocambolesco e un pò surreale fa la conoscenza di Marina, una sua coetanea, che vive in una vecchia casa dall'aspetto alquanto inquietante con suo padre German, un ex pittore.

Il personaggio di Marina, questa ragazza fuori dal comune, che vive in modo fuori dal comune e aggiungerei anche quasi fuori dal tempo, non può non affascinare. Quindi mi metto nei panni di Oscar e comprendo perchè lui si senta attirato da lei, dalla sua casa così particolare e anche da suo padre così "fossilizzato" nel passato.

La storia consiste in un intreccio di misteri che si accalcano intorno al nostro Oscar: da un lato il ragazzo deve districarsi insieme a Marina nella risoluzione di un vecchio caso poliziesco legato ad un uomo di nome Kolvenik, un geniale inventore di protesi meccaniche (braccia, gambe, mani), tra mille pericoli alcuni dei quali non hanno volto e sono quasi incredibili; dall'altro lato però è proprio la sua Marina a rappresentare un punto interrogativo, perchè Oscar deve comunque ancora scoprire cosa davvero succede nella casa dei suoi nuovi amici, cosa si cela dietro le stranezze  della loro famiglia.
Barcellona più che un mero sfondo è co-protagonista della storia in qualche modo: dai tratti gotici, descritta quasi come una persona, "vissuta"...senz'altro amata da Zafon, lo si comprende benissimo.
Ho apprezzato molto che la voce narrante sia quella del protagonista, Oscar, che rivive per il lettore le vicende 15 anni dopo il loro accadimento: questa scelta dà modo, a parer mio, di sentirsi più coinvolti nella storia.
E la storia in definitiva è avvincente, ma anche pervasa da un dolore di fondo e da una vena di triste malinconia che ha lasciato un segno nel mio animo già incline alla nostalgia cronica.
Un unico "appunto" (dettato dal mio gusto personale) che faccio all'autore è che la narrazione in alcuni tratti ha dei risvolti un pò troppo horror, con minuziosità di particolari che magari avrei preferito non fossero presenti... Fifona come sono, se invece di un libro si fosse trattato di un film, avrei tenuto gli occhi chiusi in quelle scene cruente, lo confesso!!


Marina

Dal prologo: 
<<Non sapevo ancora che, prima o poi, l'oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo. [...] Tutti custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell'anima. Questo è il mio.>>

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