Cara Lilli,
venerdì scorso ho saltato per motivi di poco tempo a disposizione la mia partecipazione all'iniziativa promossa da HomeMadeMamma,
ma riprendo subito oggi con una proposta interessante: "MARINA" di
Carlos Ruiz Zafon, che ho da poco finito di leggere insieme al Gruppo di Lettura Bryce's House.
E' stato il mio primo approccio a Zafon e ne sono rimasta positivamente colpita, tanto che leggerò certamente altre sue opere.
Innanzitutto
devo dire che ho riscontrato una somiglianza del suo stile con quello
di Michael Ende (anche qui, si...lo so, sarò ripetitiva ma in effetti
amo moltissimo questo genere e questo stile, lo avrai capito!!).
Il
protagonista è un adolescente, Oscar, che studia in un collegio a
Barcellona e che in modo rocambolesco e un pò surreale fa la conoscenza
di Marina, una sua coetanea, che vive in una vecchia casa dall'aspetto
alquanto inquietante con suo padre German, un ex pittore.
Il
personaggio di Marina, questa ragazza fuori dal comune, che vive in
modo fuori dal comune e aggiungerei anche quasi fuori dal tempo, non può
non affascinare. Quindi mi metto nei panni di Oscar e comprendo perchè
lui si senta attirato da lei, dalla sua casa così particolare e anche da
suo padre così "fossilizzato" nel passato.
La storia consiste in un intreccio di misteri che si accalcano intorno al nostro Oscar: da
un lato il ragazzo deve districarsi insieme a Marina nella risoluzione
di un vecchio caso poliziesco legato ad un uomo di nome Kolvenik, un
geniale inventore di protesi meccaniche (braccia, gambe, mani), tra
mille pericoli alcuni dei quali non hanno volto e sono quasi
incredibili; dall'altro
lato però è proprio la sua Marina a rappresentare un punto
interrogativo, perchè Oscar deve comunque ancora scoprire cosa davvero
succede nella casa dei suoi nuovi amici, cosa si cela dietro le
stranezze della loro famiglia.
Barcellona
più che un mero sfondo è co-protagonista della storia in qualche modo:
dai tratti gotici, descritta quasi come una persona,
"vissuta"...senz'altro amata da Zafon, lo si comprende benissimo.
Ho
apprezzato molto che la voce narrante sia quella del protagonista,
Oscar, che rivive per il lettore le vicende 15 anni dopo il loro
accadimento: questa scelta dà modo, a parer mio, di sentirsi più
coinvolti nella storia.
E
la storia in definitiva è avvincente, ma anche pervasa da un dolore di
fondo e da una vena di triste malinconia che ha lasciato un segno nel
mio animo già incline alla nostalgia cronica.
Un unico "appunto"
(dettato dal mio gusto personale) che faccio all'autore è che la
narrazione in alcuni tratti ha dei risvolti un pò troppo horror, con
minuziosità di particolari che magari avrei preferito non fossero
presenti... Fifona come sono, se invece di un libro si fosse trattato di
un film, avrei tenuto gli occhi chiusi in quelle scene cruente, lo
confesso!!
Dal prologo:
<<Non
sapevo ancora che, prima o poi, l'oceano del tempo ci restituisce i
ricordi che vi seppelliamo. [...] Tutti custodiamo un segreto chiuso a
chiave nella soffitta dell'anima. Questo è il mio.>>
I venerdì del libro su altri blog:
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