Cara Lilli,
per questo appuntamento con il Venerdì del Libro di HomeMadeMamma voglio parlarti di un romanzo che è stata la lettura condivisa col GdL Bryce's House per il mese di novembre: LA COLLINA DEI CONIGLI di Richard Adams (del 1972).
Confesso la mia ignoranza: prima che la scorsa estate venisse indetto il sondaggio per scegliere i libri per l'autunno del Gruppo di Lettura io davvero non avevo mai sentito parlare di questo romanzo.
Adesso che l'ho letto devo dire che lo consiglierei senz'altro. Ai ragazzi, innanzitutto, ma anche ai grandi, perchè questa storia ambientata nel regno animale ha uno stile e uno spessore che sicuramente può regalare momenti appassionanti anche a noi adulti.
I conigli protagonisti del libro hanno di buono di non essere antropomorfi, cioè non hanno i vestiti e non vivono in casette con i mobili e gli elettrodomestici (come invece accade spesso nei fumetti o nei cartoni animati). Sono conigli in tutto e per tutto, proprio come quelli che noi conosciamo nella realtà, sebbene poi leggendo delle pagine può accadere quasi di dimenticarsi che si tratta di conigli e non di persone, specie visto i dialoghi così ben articolati.
Dico "hanno di buono" perchè credo che l'umanizzazione degli animali non sempre porti dei benefici in termini letterari, come se si perdesse un'occasione per cercare di far vedere le cose del mondo dal punto di vista degli animali in quanto tali, appunto.
Comunque, in breve posso riassumere la storia così: in fuga da una conigliera a rischio di distruzione, un gruppo di conigli vive una serie di avventure che li porteranno ad una nuova dimora e ad un nuovo inizio.
Ogni coniglio ha la sua personalità, che ben si distingue da quella degli altri: Adams riesce a caratterizzare bene i personaggi, dall'intelligente al coraggioso, al timoroso, al lungimirante, allo scherzoso...fino a colui che è deputato a fare il capo, per le sue qualità di organizzatore, per la sua capacità di dare sicurezza ed essere di sprone per gli altri.
Il senso della comunità, di quanto valga l'essere uniti e il fidarsi l'uno dell'altro, senza prevaricazioni e ingiustizie, pervade il romanzo.
Una cosa carina nata dalla fantasia dell'autore è che i conigli parlano una loro lingua, il lapino, per cui poi Adams riporta la traduzione in delle note a piè di pagina quando capita che lasci nel testo dei termini in questa immaginaria lingua originale.
Insomma, a me il libro è piaciuto. E mi sembrava proprio di vederli davanti agli occhi Moscardo, Quintilio, Parruccone, Kaisentlaia e tutti gli altri.
E ti dirò che mi sono fatta un sacco di risate con il gabbiano Kehaar che diviene loro amico e che li aiuta, il quale si esprime in una lingua non ben definita...che ricorda vagamente il tedesco parlato da chi vuole fare la caricatura di un tedesco...non so se mi sono spiegata :-) e che, quando dice che tornerà a far visita ai suoi amici conigli, aggiunge che spera di trovare tanti piccoli "Parrucchini" alludendo ai futuri figli di Parruccone :D
<< Il vento si fe' teso e di lì a poco, a mille a mille, le foglie dei faggi riempivano i fossi, le cavità del terreno, e facevano giostre e mulinelli per le rbose deserte distese. Sottoterra, la storia seguitava.>>
I venerdì del libro su altri blog li trovi QUI.
Confesso la mia ignoranza: prima che la scorsa estate venisse indetto il sondaggio per scegliere i libri per l'autunno del Gruppo di Lettura io davvero non avevo mai sentito parlare di questo romanzo.
Adesso che l'ho letto devo dire che lo consiglierei senz'altro. Ai ragazzi, innanzitutto, ma anche ai grandi, perchè questa storia ambientata nel regno animale ha uno stile e uno spessore che sicuramente può regalare momenti appassionanti anche a noi adulti.
I conigli protagonisti del libro hanno di buono di non essere antropomorfi, cioè non hanno i vestiti e non vivono in casette con i mobili e gli elettrodomestici (come invece accade spesso nei fumetti o nei cartoni animati). Sono conigli in tutto e per tutto, proprio come quelli che noi conosciamo nella realtà, sebbene poi leggendo delle pagine può accadere quasi di dimenticarsi che si tratta di conigli e non di persone, specie visto i dialoghi così ben articolati.
Dico "hanno di buono" perchè credo che l'umanizzazione degli animali non sempre porti dei benefici in termini letterari, come se si perdesse un'occasione per cercare di far vedere le cose del mondo dal punto di vista degli animali in quanto tali, appunto.
Comunque, in breve posso riassumere la storia così: in fuga da una conigliera a rischio di distruzione, un gruppo di conigli vive una serie di avventure che li porteranno ad una nuova dimora e ad un nuovo inizio.
Ogni coniglio ha la sua personalità, che ben si distingue da quella degli altri: Adams riesce a caratterizzare bene i personaggi, dall'intelligente al coraggioso, al timoroso, al lungimirante, allo scherzoso...fino a colui che è deputato a fare il capo, per le sue qualità di organizzatore, per la sua capacità di dare sicurezza ed essere di sprone per gli altri.
Il senso della comunità, di quanto valga l'essere uniti e il fidarsi l'uno dell'altro, senza prevaricazioni e ingiustizie, pervade il romanzo.
Una cosa carina nata dalla fantasia dell'autore è che i conigli parlano una loro lingua, il lapino, per cui poi Adams riporta la traduzione in delle note a piè di pagina quando capita che lasci nel testo dei termini in questa immaginaria lingua originale.
Insomma, a me il libro è piaciuto. E mi sembrava proprio di vederli davanti agli occhi Moscardo, Quintilio, Parruccone, Kaisentlaia e tutti gli altri.
E ti dirò che mi sono fatta un sacco di risate con il gabbiano Kehaar che diviene loro amico e che li aiuta, il quale si esprime in una lingua non ben definita...che ricorda vagamente il tedesco parlato da chi vuole fare la caricatura di un tedesco...non so se mi sono spiegata :-) e che, quando dice che tornerà a far visita ai suoi amici conigli, aggiunge che spera di trovare tanti piccoli "Parrucchini" alludendo ai futuri figli di Parruccone :D
<< Il vento si fe' teso e di lì a poco, a mille a mille, le foglie dei faggi riempivano i fossi, le cavità del terreno, e facevano giostre e mulinelli per le rbose deserte distese. Sottoterra, la storia seguitava.>>
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