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sabato 31 ottobre 2020

Sì, no, sì, no, un po' sì e un po' no.

Cara Lilli, 

presa da molte cose e da pensieri ho rimandato per settimane questo post. 

Col senno di poi ho fatto anche bene, per il semplice fatto che avrei dovuto scrivertene non uno ma cinque a distanza di poco tempo sempre sullo stesso tema.

Il ritorno a scuola. 

C'è tutto un mondo dietro queste quattro paroline.

Parlarne in questa data, l'ultimo giorno di ottobre, sembra strano eh? Ma non lo è se si vive al tempo del coronavirus. 

Non ho contato nei post che avrei dovuto scriverti su questo tema quello del 24 settembre, quando era stata fissata la data di inizio delle lezioni per l'anno scolastico 2020/2021 in Campania, perchè come altri sindaci quello del paese in cui noi abitiamo ha procrastinato l'avvio di qualche giorno perchè non era ancora tutto pronto nelle scuole per essere in linea con le nuove direttive anti-covid.

Ti volevo scrivere la prima volta il 28 settembre, giorno in cui le scuole hanno effettivamente aperto qui in paese. E ti avrei voluto dire di come i miei monelli erano emozionati e anche un po' straniti nel ritrovarsi davanti all'edificio scolastico dopo quasi 7 mesi (ultimo giorno di lezione in presenza era stato il 4 marzo...).

Io stessa ero stranita. Mi sembrava tutto un po' surreale... tutti lì con le mascherine, gli ingressi scaglionati, i percorsi prestabiliti già all'esterno della scuola e poi ovviamente all'nterno poi... 

Ma in definitiva era andata bene, i monelli piuttosto tranquilli all'uscita, le cose che parevano essere partite col piede giusto, pur con tutte le restrizioni necessarie.

Fino al 30 settembre. Terzo giorno di scuola. E primo allarme-covid. 

Inutile dilungarmi, Lilli, ma ti basti sapere che una delle classi messe in isolamento fiduciario è stata proprio quella della monella, per la presenza di due alunne segnalate come contatti diretti di una persona positiva al covid. Per cui se anche solo una delle due fosse risultata a sua volta positiva, tutta la classe avrebbe dovuto sttoporsi al tampone. E poi eventualmente via via anche i rispettivi familiari e altri contatti... 

Tre giorni di attesa e poi per fortuna tutto si è risolto bene perchè nessuna delle due amiche della monella era positiva, ma certo il timore c'è stato. E intanto il sindaco ha pensato bene di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado, pur se l'allarme covid era scattato solo in poche classi tra scuole medie e liceo scientifico.

Dunque tutti a casa per due settimane, fino al 14 ottobre. Con ripresa nel giro di un paio di giorni della famigerata didattica a distanza.

E dunque, ci siamo ritrovati davanti in un certo senso ad un nuovo primo giorno di scuola in presenza, il 15 ottobre. Sì, nuovo primo giorno perchè quei tre di settenbre erano parsi poi a quel punto come una sorta di prova generale.

I monelli di nuovo emozionati, tutti pronti con mascherine, gel disinfettante ecc.

E il tempo, climaticamente parlando, che purtroppo decide di non collaborare. Proprio per niente. Perchè il 15 ottobre è stato un giorno a dir poco catastrofico tra bufere di vento, pioggia, grandine, lampi e tuoni.

Non tanto all'ingresso, quanto all'uscita, Lilli, non posso dirti cosa c'è stato: ho recuperato prima il monello che usciva alle 12,55 e poi la monella alle 13,10 in un edificio poche centinaia di metri di distanza. Poche centinaia di metri che però erano diciamo una sorta di fiume in piena da guadare, prima a piedi e poi in auto.

Ti dico solo questo, per rendere l'idea: una volta arrivati sani e salvi a casa, bagnati come pesci, ci siamo dovuti cambiare da capo a piedi... biancheria intima compresa. Giuro. 

A saperlo non li avrei portati proprio a scuola quel giorno. Non solo perchè ci siamo appunto presi uno spavento e tanta acqua che chissà come non ci è venuto un malanno (di questi tempi poi.... non è proprio il caso di farsi venire il raffreddore!!), ma perchè poi che è arrivata la sera stessa? L'ordinanza di De Luca, il nostro sceriffo della Campania, che stabiliva la chiusura di tutte le scuole della regione fino al 30 ottobre.

Ecco. Tutti casa, nuovamente con attivazione della didattica a distanza. Che poi, almeno per quanto posso testimoniare parlando dell'Istituto che frequentano i monelli, questa famigerata DaD la stanno facendo in modo un po' più organizzato e un po' più fruttuoso rispetto alla scorsa primavera, pur se è chiaro a chiunque che non è assolutamente paragonabile alla didattica in presenza.

Ma non è finita neppure così. Perchè, pur se adesso è notizia fresca che la chiusura delle scuole è stata prorogata ancora qui in Campania fino al 14 novembre, c'è da questa settimana appena trascorsa la novità che gli alunni con disabilità varie e ancora più specificamente per quelli che come i miei monelli hanno un disturbo dello spettro autistico possono fare alcune ore di didattica in presenza a scuola, ognuno con il/la proprio/a docente di sostegno.

Quindi, a tutt'oggi, ciò che posso raccontarti è che i monelli stanno appunto facendo alcune ore (6 la monella, 9 il monello) di lezione a scuola e il restante orario previsto lo trascorrono collegandosi da casa come gli altri studenti campani.

Se la monella che è più grande e consapevole ha ben capito come si sono svolte le vicende e come di volta in volta ci sia stato un "sì" o un "no", il monellino è stato più preso alla sprovvista, anche se abbiamo cercato sempre di spiegargli la situazione. Però vedere da vicino la sua maestra gli fa piacere, questo almeno sì, è chiaro e lo dice lui stesso.

Quale sarà il prossimo passaggio? Non si sa, Lilli. I dati e le notizie drammatiche che si susseguono di giorno in giorno, la perenne sensazione di precarietà e il vedere che si va sempre più per tentativi mettono ansia, eccome se ne mettono!, non possiamo negarlo. Ma io e mio marito stiamo cercando di far respirare un'aria più possibile serena ai nostri monelli. Speriamo di riuscirci, per il loro bene. 

Ma speriamo più ancora che si trovino le soluzioni più adeguate ad arginare l'emergenza, che man mano ci sta coinvolgendo e sconvolgendo tutti.


mercoledì 7 ottobre 2020

Oooh!

Cara Lilli,

qui in zona oggi ha piovuto tutto il giorno. Ma quando verso le 16,30 ci siamo messi in auto per tornare a casa dal centro di riabilitazione c'era un momento di tregua, un leggero chiarore tra le nubi grige.

Eravamo appena partiti quando...

"OOOH! Mamma... arcobaleno!"

La vocina ancora piccola e un po' incerta del mio monello.

Del mio monello che praticamente mai ha mostrato attenzione per ciò che c'è intorno a lui che non sia di suo specifico interesse e che non gli sia necessario per soddisfare un proprio bisogno o desiderio.

Del mio monello che ancora raramente esprime di sua iniziativa un'emozione o un pensiero, aspettando di solito che siano gli altri a fargli delle domande e a stimolarlo nel parlare.

Mi ha sorpreso così tanto che ho accostato subito l'auto, mi sono girata a guardare prima lui, sul sedile di dietro, che mi sorrideva così teneramente e poi fuori dal finestrino, nel punto che mi indicava col ditino.

E c'era, sì. Un arcobaleno piccolo e sbiadito. Piccolo e sbiadito ma evidentemente bellissimo agli occhi del mio monellino, che continuava a indicarlo tutto felice.

Felice per averlo visto e felice per aver saputo esprimere la sua meraviglia e la sua gioia.

Il tempo di realizzare che stavo vivendo uno di quei momenti, di quelli cioè che mentre ancora li vivi in diretta sai già che li ricorderai per sempre... ho preso il cellulare dalla mia borsa, sono saltata giù dall'auto e ho scattato questa foto giusto un minuto prima che l'arcobaleno sbiadisse del tutto:

 

Immagine privata, vietata la riproduzione

 

Ho fatto il tragitto di ritorno a casa tra lacrime di commozione e  sorrisi, Lilli.

E mi sono detta che sì, questa è una delle facce della felicità, quella semplice e genuina. Quanti possono gioire così tanto per un'espressione di stupore davanti ad un arcobaleno sbiadito? Il mio monello sì. E io con lui 💙


 

PS: non era questo che avevo in programma di scriverti oggi, dopo un mese dall'ultimo post... ma non temere che gli aggiornamenti generali li farò presto, promesso!