Cara Lilli,
ero triste la settimana scorsa quando per una gastroenterite il mio monello ha dovuto saltare gli ultimi due giorni di asilo e non avevamo potuto salutare di persona la maestra I., la sua amata giovane maestra di sostegno. Ero triste soprattuto visto che già sappiamo che l'anno prossimo non potrà tornare, che verrà un'altra insegnate che ha già avuto precedenza di scelta perchè di ruolo.
Ma poi per fortuna l'abbiamo potuta rivedere comunque, lunedì mattina. La maestra I. è tornata qui (lei vive in un'altra provincia) per un collegio docenti di fine anno e ci siamo dati appuntamento davanti alla scuola.
Pochi minuti...abbracci, sorrisi e lacrime...qualche parola, un pacchetto e un biglietto...e poi ancora sorrisi e ancora lacrime. E un grande sorriso finale, tra i bacetti del monello alla sua maestra.
E la promessa di tenerci in contatto e di vederci ancora.
Lei non dimenticherà facilmente il monello. E' stato il suo primo incarico, il suo primo bambino.
Poco prima che il monello si ammalasse già mi aveva dato un piccolo collage di foto incorniciato con due primi piani del monello e uno scatto che li vede invece insieme, lei e lui. E con una dedica dolcissima che inizia con una citazione che mi ha commosso:
<<NESSUN BAMBINO E' PERDUTO
SE C'E' UN'INSEGNANTE CHE CREDE IN LUI>>
(Bernard Bueb)
E lei si che ci ha creduto. Ci ha creduto davvero.
Ha creduto che quel monello che si disperava e strepitava entrando la mattina a scuola e che non voleva stare seduto a mangiare con gli altri nè a svolgere una qualsivoglia attività potesse farcela, potesse migliorare e acquisire competenze, progredire.
Il monello è arrivato a fine anno scolastico oramai tranquillissimo, felice nell'entrare a scuola, nell'appendere il suo giubbino e mettere lo zainetto nel posto a lui assegnato, contraddistinto dal contrassegno (una palla) legato al suo nome.
Il monello ha imparato a rispettare la fila per lavarsi le manine prima di pranzo (e anche proprio a lavarsi le manine, cosa che non voleva assolutamente fare!), a stare seduto con gli altri bimbi a mensa, a mangiare da solo con la forchetta, a fare il girotondo con gli altri e a fare il trenino, senza sottrarsi al contatto con i compagnetti che invece all'inizio lo irritava.
Ha allungato i tempi di attenzione, ha svolto attività tipo infilare perle in un cordoncino, fare le giuste associazioni di oggetti con le loro ombre, usare giochi ad incastro (giusto per dirne alcune tra tante).
Al momento dell'appello mattutino, sentendo il suo nome e cognome ha imparato a mettere la presenza (una sua fototessera da sistemare in una delle tante finestrelle di una casetta che rappresenta la scuola) e a mettersi poi una mano sulla testa per indicare se stesso (in attesa che si sblocchi col linguaggio per adesso ancora assente...).
Cose piccole, cose semplici, ma cose che prima lui non faceva perchè non prestava alcuna attenzione a quello che gli si diceva e che gli accadeva intorno.
Le terapie al centro riabilitativo, l'impegno di noi familiari e quello di questa bravissima maestra hanno portato dei primi frutti, un pò acerbi ancora, che se matureranno saranno davvero buoni.
Il lavoro è solo all'inizio, ma l'impronta della maestra I. resterà per sempre nell'animo del monellino, lo so. Anche se lui non ne sarà magari consapevole.
Lui no, ma io si. Ed è per questo che auguro con tutto il cuore a questa giovane maestra di continuare a donare a tutti i bambini che troverà sul suo cammino lo stesso entusiasmo, la stessa determinazione, la stessa competenza, lo stesso amore che ha donato al monello.
Saranno bambini fortunati come lo è stato il mio ad incontrarla!