AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

mercoledì 20 febbraio 2019

I cento passi

Cara Lilli,

mettendo un po' di ordine tra le cartelle qui sul desktop del mio pc mi sono soffermata su quella denominata "Concerto di fine anno 5 A  8-6-2018".

Piccolo tuffo al cuore. 

Il penultimo giorno di scuola elementare per la mia monella. Uno dei momenti più belli in assoluto di quei 5 anni. Le melodie suonate con il flauto dolce e poi le canzoni cantate su basi strumentali registrate. Il tutto preparato mirabilmente dal maestro N., che in un solo anno scolastico è riuscito a rendere bravissimi tutti i suoi alunni, nessuno escluso... monella compresa :)

Un repertorio vasto e vario, quello del concerto di fine anno. Te lo descrissi già per sommi capi in un post di quel periodo (QUI). 

Rivedendo i video scaricati dal cellulare mi sono emozionata come allora, Lilli. 

E come allora, a parte l'Inno di Mameli, a farmi diventare gli occhi lucidi è stato sentire quelle voci piccole ma davvero intonate cantare una storia dolorosa, tragica, difficile. Forse un po' troppo difficile per loro da comprendere fino in fondo, ma che il maestro N. ha cercato di spiegare in modo adeguato per farli rendere conto almeno di che persona straordinaria, onesta, coraggiosa, piena di volontà e voglia di verità e giustizia fosse Peppino Impastato.

Il giorno in cui il coro dei bambini, con la mia monella in prima fila, ha intonato "I cento passi", dei Modena City Ramblers, io non la conoscevo affatto. 

Avevo visto il bellissimo film omonimo di Marco Tullio Giordana, quello sì. Ma la canzone non la conoscevo. 

Da allora la amo.

Merita di essere ascoltata, davvero. E per me sarà sempre una canzone speciale, per il suo significato profondo e per il ricordo di quel giorno emozionante.


venerdì 15 febbraio 2019

Venerdì del libro (281°): COME FERMARE IL TEMPO

Cara Lilli,

torno a parlarti di libri seguendo l'iniziativa di HomeMadeMamma e lo faccio proponendoti quello che  stato il tradizionale regalo di mio fratello per Natale scorso: COME FERMARE IL TEMPO di Matt Haig.

Dopo alcuni Natali in cui il mio fratellone ci ha preso poco (nel senso che i libri che mi ha regalato e che a prima vista sembravano molto interessanti mi avevano convinto poco una volta letti), stavolta siamo tornati a una scelta felicissima.

Questo romanzo mi è piaciuto molto, pur non essendo un capolavoro nel vero senso del termine. Mi ha coinvolto, con la sua storia che è un mix tra fantascienza e avventura, con una sfumatura di romanticismo.

E' pur vero che io sono (quasi) sempre entusiasta quando si parla di viaggi nel tempo, di vite parallele e cose del genere. Che poi nel libro in questione non si tratta specificamente di questo: c'è piuttosto Tom Hazard, una sorta di Highlander, che ha più di 400 anni ma ne dimostra 40, a causa di una malattia genetica che è l'esatto contrario della progeria (invecchiamento precoce). 
 
Dalla quarta di copertina:
"Un oscuro segreto che mette in pericolo i propri cari, una cavalcata attraverso la Storia, l’amore come un frutto proibito. La storia misteriosa di un uomo che ha vissuto tante vite sognandone sempre una normale."

E' chiaro, Lilli, che il genere deve piacere se no non ci si può appassionare a storie di questo tipo. Io, come ti dicevo prima e come forse ricorderai da altre recensioni passate, sono letteralmente affascinata da tutto ciò!

L'autore ha seguito un tipo di narrazione che parte dal presente (la Londra di oggi) con flashback che ripercorrono il passato e portano il lettore man mano a conoscenza di tutti gli eventi che hanno portato Tom ad essere quello che è. Un viaggio lungo e tortuoso, che ha alcuni punti-cardine e in particolare uno che fa da spartiacque tra il prima ed il dopo, nella incredibile e difficile vita del protagonista.

Consigliato per staccare la spina, per evadere dalla normalità e immergersi in una realtà sorprendente.




I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

mercoledì 13 febbraio 2019

Torta di mele e cocco

Cara Lilli,

da un po' di tempo mi sto dilettando di meno a preparare quei dolcetti che tanto mi piacciono, semplici ma gustosi, buoni per la colazione o la merenda. 

E' vero. Ma non ho smesso, eh! Anzi, conto di prepararli di nuovo con più frequenza. E intanto qualche giorno fa ho sfornato una torta di mele e cocco, prendendo spunto da varie ricette sperimentate in precedenza, mixandole visto che cambiavano in parte gli ingredienti: il risultato è stato molto positivo!

Il giorno dopo era ancora più buona, a mio avviso. Ha mantenuto la morbidezza e i gusti si sono amalgamati meglio.

200 gr di farina
100 gr di farina di cocco
125 gr di yogurt bianco
100 ml gr di latte 
100 gr di zucchero (o un poco in meno se lo gradisci meno dolce)
50 gr di burro morbido a pezzetti
2 uova
2 mele di media grandezza (io ho usato le stark)
50 gr di uvetta
3 cucchiaini di estratto di vaniglia
1 bustina di lievito per dolci

Ecco come procedere: 

Mettere a bagno nell'acqua tiepida l'uvetta per 20/30 minuti. 

Sbucciare le mele e tagliarne una a dadini e una a fettine. Spruzzarle con un poco di limone per non fare annerire.

Frullare con lo sbattitore elettrico le uova e lo zucchero. Quando saranno bianche e spumose aggiungere il burro ammorbidito a temperatura ambiente, lo yogurt, il latte, l'estratto di vaniglia.

Incorporare pian piano la farina e il lievito setacciati. Aggiungere l'uvetta strizzata, tamponata con un panno o con carta assorbente e leggermente infarinata e i dadini di mela. 

A questo punto versare il composto in uno stampo imburrato e infarinato (da 24 cm di diametro) e posizionare sulla superficie le fettine di mela. 
Cuocere a 180° per 30-35 minuti. 

Per sicurezza fare la prova dello stuzzicadenti, tenendo conto che la farina di cocco e la presenza dei pezzi di mela rendono un po’ meno asciutto del solito l’interno del dolce.


E questa è la torta pronta per essere mangiata :)






Buon appetito, Lilli! 

mercoledì 6 febbraio 2019

Sulle mie ginocchia

Cara Lilli,

ero qui al pc, pochi minuti fa. Ascoltavo le ultimissime canzoni del Festival di Sanremo andate in onda ieri sera tardi, mentre io già dormivo beata.

Ed è arrivato lui, come sempre. Perchè fin da quando era piccolissimo non mi è (quasi mai) concesso sedermi in sua presenza che lui arriva e mi si siede in braccio.

Me lo sono sbaciucchiato un poco, come faccio sempre. E intanto consideravo come nonostante sia un pinocchietto, come lo chiamo a volte per scherzo, magrino e agilissimo, sta comunque (e per fortuna) crescendo e il suo peso un poco aumenta e si fa sentire sulle ginocchia.

E... sai quelle cose che scattano così, all'improvviso? Quei pensieri che ti attraversano la mente e si riversano nel cuore, tipo fiume nel mare.

E' stato così. 

Ho  pensato che il tempo passa. 

Che scoperta. 

E passa in fretta. 

Che scoperta anche questa, dirai.

Ma ne ho avuto la percezione chiara e in un istante ho visto lui grande, alto, sempre snello e agile, ma comunque troppo grande per starmi in braccio. E io che rido perchè gli dico "Dai, vieni qui, che ti sbaciucchio un poco!" e non riesco a tenerlo e lui ride con me.

Però la mia è una di quelle risate che mascherano la malinconia, quelle dal gusto agrodolce, che se non ci stai attenta ti scappa una lacrima e non puoi fare nulla per fermarla.

E in tutto questo ho rivisto me, già grande, negli ultimi tempi in cui ero figlia di famiglia, prima di sposarmi. Me che scherzo con mia madre, che pur già segnata dalla malattia ha però ancora voglia di scherzare e di dire "Vieni qui, in braccio!" e io mi poggio lievemente sulle sue ginocchia cercando di non pesarle troppo, anche solo un momento, per sorridere con lei come quando ero piccina.

Il sorriso agrodolce è il suo, in quel momento, fissato nella mia memoria.

Che voglio dire con queste mie parole, Lilli, non lo so. Voglio solo che in futuro ci siano altri momenti così, con il mio monello sulle mie ginocchia.

Sono pronta ad assaporarne anche il retrogusto amaro, ne vale la pena. Sempre.

martedì 5 febbraio 2019

Award Courtesy Blogger

Cara Lilli, 

ho in mente vari post da scrivere e spero di farlo con maggiore regolarità nei prossimi giorni, ma non potevo rimandare oltre questo qui: il 17 gennaio scorso l'amica Sinforosa ha ideato un premio particolare e bello e ha invitato i suoi amici di blog a prelevarlo e donarlo. 

Si tratta dell' AWARD COURTESY BLOGGER, che vuol premiare e incentivare la comunicazione cortese nella blogosfera.



Pochi giorni fa, poi, un altro caro amico, Tomaso, me lo ha espressamente donato e ne sono stata molto felice, proprio per il significato che ha questo premio.

Ringraziando sia Sinforosa che Tomaso, quindi, passo ad elencare le regole del premio:


1 - Ringraziare chi ti ha nominato fornendo il link al suo sito.

2 - Rispondere alle 2 sottostanti domande che vertono sulla Comunicazione Cortese fra Blogger

  • Cosa apprezzi maggiormente della Comunicazione tra blogger?
Per me fare blogging è condivisione, sincerità, disponibilità all'ascolto e al confronto, voglia di conoscere l'altro e il suo mondo, con gentilezza ed educazione. Questo è quello che cerco e apprezzo.

  • Cosa non approvi della Comunicazione tra blogger?
Ovviamente, visto il punto precedente, quello che non amo è la mancanza di rispetto, i modi chiassosi, la presunzione e le provocazioni.


3 - Nominare almeno 4  Blogger che dovranno rispondere alle 2 stesse domande e informarli del Premio ricevuto.

4 - Elencare le regole del Premio e mostrarne il Logo.

Tra i miei amici di blog parecchi sono stati invitati già a partecipare e hanno anche già pubblicato il loro post, perchè anche stavolta sono arrivata io in ritardo e me ne scuso, ma se non sbaglio ce ne sono ancora alcuni che non sono stati esplicitamente nominati (se poi lo sono stati e io non me ne sono accorta ... pardon!) e secondo me rispondono ai requisiti di cortesia ed educazione che hanno ispirato il premio:

- Gianna, del blog Il bene in noi

- Hermione, del blog Mamma senza rete

- Ale, del Blog di Ale

- Pier, del blog Pier(ef)fect


Un abbraccio a tutti i miei blogamici, sempre :)


sabato 2 febbraio 2019

Il "centro" per ora va avanti

Cara Lilli,

è dall'inizio dell'anno che devo a te e agli amici che mi seguono con affetto, e che ancor di più seguono le evoluzioni del percorso dei miei monelli, un aggiornamento sulla situazione del centro di riabilitazione. Il centro di riabilitazione in cui loro due sono seguiti da sempre, in pratica.

Quel centro che nel corso del 2018, ma in verità già dall'autunno del 2017, non  riesce a trovare pace. Tra sigilli, poi riapertura, poi caos e incertezze siamo arrivati a fine anno scorso che non si sapeva se mai i commissari straordinari avrebbero potuto in concreto salvare il centro stesso.

Centro travolto dalla bufera delle indagini (e ora di un processo) per truffa per ingiusto conseguimento di fondi pubblici, riciclaggio e altri reati simili.

A cavallo tra il vecchio e il nuovo anno c'è stata una svolta positiva: questo per i dipendenti e per i pazienti e i loro familiari è stata una boccata d'ossigeno, proprio quando pareva che le speranze fossero ridotte al lumicino.

C'è stata la nomina di un nuovo presidente (quello vecchio, una volta ricevuto l'avviso di garanzia, si era dimesso dall'incarico nel dicembre del 2017) che è una persona che già dirige un altro centro analogo in Campania, che ha disponibilità finanziaria (cosa indispensabile) e che ha voluto scommettere sulla buona ripresa delle attività e sul risanamento progressivo della situazione.

Così i dipendenti si sono visti accreditare gli stipendi di novembre e dicembre 2017 e della tredicesima sempre del 2017. Ora avanzano soltanto tutte le mensilità del 2018, ecco. Una cosuccia da niente. Ma, ironia a parte, si spera che almeno con il pagamento regolare man mano delle mensilità del 2019 già le cose siano più semplici per loro, che hanno fatto sacrifici in tutti i mesi passati.

Pare, da voci di corridoio, che comunque sia una situazione provvisoria in attesa di conferme. Bisogna cioè vedere come va nei prossimi mesi e si tireranno poi le somme: ci sarà un verdetto definitivo, ecco.

Questa nuova speranza ha fatto sì che siano riprese le prestazioni in modo regolare e che quelli tra i pazienti che si erano visti ridurre le ore di terapia o le avevano perse del tutto (non è stato il caso dei miei monelli, fortunatamente) adesso sono rientrati nel programma  originario. 

Non sto qui a dirti, Lilli, quanto sia importante che il centro non chiuda. E' importante per chi ci lavora e per chi usufruisce delle terapie. E' importante perchè a parte il fatto che è convenzionato con la ASL e questo significa non dover spendere un capitale (il vile denaro... sì, purtroppo anche questo ha un peso per l'economia di una famiglia!) garantisce una continuità terapeutica.

Io so quanto conta per i miei monelli essere seguiti dalle terapiste che ormai li conoscono bene, che hanno instaurato con loro un legame forte, che hanno degli obiettivi da raggiungere a lungo termine e lavorano in quella direzione, giorno dopo giorno.

Lo so e lo vedo, quando la monella ad esempio vive un momento delicato, ha qualcosa che le pesa sul cuore, e se non può fare terapia perchè la neuropsicomotricista è malata la chiama e le parla al telefono, si confida, si confronta. Perchè lei, la terapista, è un punto di riferimento importantissimo.

Questo conta. Contano i rapporti umani, che fanno da terreno fertile per far attecchire le terapie e far sì che portino frutto.

E perciò io continuo a tenere le dita incrociate, Lilli. Perchè nulla è ancora certo, ma si spera che possa esserci un'ulteriore svolta, stavolta definitiva. E positiva, ovviamente.