AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

Visualizzazione post con etichetta film. Mostra tutti i post
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sabato 19 ottobre 2019

Visto, finito e visto daccapo.

Cara Lilli,

oggi stavo ripensando a vari film che sarei felice di rivedere. Si tratta di pellicole che mi sono piaciute ma che non vedo da parecchio tempo.

Io sono solita riguardare di tanto in tanto i film che amo, il che non è poi una cosa strana perchè lo facciamo un po' tutti, no? E' come ritrovare vecchi amici, sentirsi a casa. Perchè anche un film può essere "casa" e te ne ho scritto un po' di anni fa, ricordi?

E pensa che ti ripensa, ho realizzato che ci sono film che ho visto tante, anche tantissime volte, ma che ce n'è uno solo, uno solo in vita mia che ho visto due volte di seguito.

Nel senso che è iniziato, l'ho guardato tutto fino alla fine e, nel giro di pochi minuti, l'ho rimesso daccapo e l'ho rivisto tutto quanto. 

Questo film è FUGA PER LA VITTORIA di John Houston, datato 1981.

Era una sera dell'inverno del 1987 (ricordo con precisione l'anno perchè è stato allora che papà comprò il primo videoregistratore e quello era uno dei  primi film che registravamo), io avevo 13 anni e mezzo. Mio fratello doveva uscire con degli amici e mi lasciò l'incarico di registragli questo film che davano in TV. 

Non lo avevamo mai visto, nè io nè lui. 

Lo trasmettevano su una rete commerciale, per cui era inframezzato da parecchi intervalli pubblicitari. Lo guardai tutto, dal primo all'ultimo minuto, per poter staccare e riattaccare la registrazione al momento delle pubblicità.

Mi piacque. Anzi, di più. Mi appassionò. Complice anche il fatto che io stavo in quel periodo scoprendo in me un amore sviscerato per il calcio [e per un allora giovanissimo Paolo Maldini.... ma questa è un'altra storia ;) ], fui così presa da quella storia che, quando mio fratello rientrò che era appena finito il film, lo convinsi a vederlo quella sera stessa, pur se era ormai molto tardi. E io lo rividi con lui, daccapo, fino al termine.

Quella notte dormii un paio di ore in meno, ma non me ne pentii affatto :)

Non è un capolavoro, ne sono consapevole. Forse è anche un po' retorico e sfrutta dei luoghi comuni, come ha scritto il critico Morandini, citato sul sito Mymovies. Ma un film può avere tanti motivi per entrare nel cuore e per restarci. Al di là dell'essere o meno un capolavoro, appunto.

Per chi non sapesse di cosa sto parlando...


 “Seconda guerra mondiale. In un campo di prigionia tedesco, un gruppo di detenuti allenati da John Colby, famoso giocatore della nazionale inglese, viene sfidato da un ufficiale delle truppe naziste, il Maggiore Karl Von Steiner, a giocare una partita di calcio fra prigionieri alleati e soldati tedeschi. L'idea di una sfida sportiva fra fronti in guerra piace molto ai gerarchi nazisti, che decidono di far giocare la partita in un importante stadio della Parigi occupata e di renderla un grande evento di propaganda. Quando gli uomini interni al campo che lavorano segretamente con le forze della Resistenza francese vengono a sapere dell'evento, iniziano a pianificare, con l'aiuto della rude spia canadese Robert Hatch, un grande piano di fuga.” (fonte www.mymovies.it)


Sylvester Stallone, che pure io non amo solitamente come attore, Michael Cane e Max Von Sydow, con l'apporto del grande Pelè e di altri calciatori professionisti mi hanno fatto amare questa storia. Mi hanno fatto emozionare, come se alla fine ci fossi stata anche io lì, in campo a Parigi, a giocare quella che non è una partita di calcio ma una sfida per la libertà.

E ancora oggi, nel rivedere le immagini del finale, mi riscopro sulle spine, partecipe, fiera di essere dalla parte degli Alleati...




ALLERTA SPOILER!!!

Quando il portiere della squadra degli Alleati para il rigore (fasullo) che avrebbe dato al vittoria ai tedeschi io esulto immancabilmente come se vedessi la scena per la prima volta! 

Perchè quello che sulla carta è solo un pareggio, è stato ottenuto lottando in campo con le unghie e con i denti ed è in realtà più di una vittoria. 

Perchè i giocatori Alleati avrebbero potuto fuggire nell'intervallo tra il primo e il secondo tempo e non lo hanno fatto, perchè hanno capito che non solo per loro stessi, ma per le migliaia di spettatori nello stadio e per tutto il popolo oppresso dall'occupazione nazista era una rivincita psicologica troppo importante.

Perchè hanno avuto il coraggio di non scappare...




E quel cancello dello stadio che si spalanca sotto la spinta della folla degli spettatori, che nascondono tra loro i giocatori Alleati e li coprono con cappotti e cappelli per mascherarli e farli fuggire, è un'immagine bellissima, accompagnata da una colonna sonora trascinante.

Uno dei finali preferiti in assoluto, tra i film che amo.
 




PS: il film è liberamente ispirato a una storia vera, quella della cosiddetta partita della morte

domenica 23 dicembre 2018

TAG: I miei film di Natale preferiti (e auguri a tutti!)

Cara Lilli,

ok... ci ho preso gusto, diciamo ;) e mi cimento in un altro TAG!

Mi ha nominato l'ideatrice stessa, ossia la mia cara Mariella, che pure ci ha preso gusto con i TAG e che ringrazio!

Trovandoci in questi giorni in pieno spirito natalizio, qui si tratta di  parlare dei propri film di Natale preferiti, divisi in due categorie: CLASSICI/ROMANTICI e COMICI.




Le regole del tag sono le seguenti:

1) elencare i film che ci stanno più a cuore fino a un massimo di cinque film per categoria;

2) passare ad avvisare Mariella quando sarà pubblicato il post lasciando un commento sul suo blog, qui;

3) taggare almeno altri tre blogger.



Vado ad elencare i miei film, dunque. Mariella non si meraviglierà del fatto che in più titoli ci ritroviamo perfettamente... come spesso accade :)))


FILM CLASSICI/ROMANTICI:

5) The family man. Visto al cinema con il mio amore, quando eravamo ancora fidanzati. Ci piacque moltissimo. Mostra cosa vuol dire capire cosa si vuole davvero dalla vita, quando sembra troppo tardi per averlo. Ma la vita a volte sa sorprenderci incredibilmente e ci dà una seconda possibilità.... 





4) Il re Leone. Il film della Disney che amo di più in assoluto. Visto quando uscì al cinema, con mio fratello e mia cognata, proprio poco prima di Natale. Intenso e recitato magistralmente da doppiatori immensi (Vittorio Gassman/Mufasa, Tullio Solenghi/Scar, per esempio). Una storia meravigliosa e dalle tante sfaccettature.





3) Piccole donne (1949). E' la versione che conosco meglio di tutte, quella che ho visto decine di volte. Non la considero migliore delle altre, ma ci sono affezionata :) E la storia delle 4 sorelle March mi fa ancora oggi sognare ad occhi aperti...

 


2) La vita è meravigliosa. E' legato inevitabilmente al ricordo di mio padre, perchè fu lui a farmelo vedere per la prima volta, quando ero piccola. Mi è rimasto dentro da allora! Un film di una delicatezza infinita, che apre il cuore alla speranza.


 

1) Mary Poppins. Assolutamente speciale. Un film che trasporta in un mondo incantato, dove la realtà si incontra e si fonde con la fantasia. Un film che io e mio fratello conosciamo a memoria e che ci ha accompagnato nei nostri anni "piccoli" e poi anche dopo. E dire velocemente supercalifragistilistichespiralidoso era una delle nostre sfide preferite ;)  







FILM COMICI:

(ne cito solo due perchè sono i soli che realmente amo di questa categoria) 

2) Una poltrona per due. Troppo troppo simpatico. Di quelli che non ti stanchi mai di vedere anche se lo conosci benissimo. 





1) Mamma ho perso l'aereo. Un mito. Se esiste qualcuno che nella sua vita non ha ancora visto questo film deve rimediare ;) Da 0 a 99 anni e più. Per una dose di divertimento puro e semplice.





E ora, secondo le regole, devo taggare altri 3 blogger. 

Io non lo faccio (quasi) mai e Mariella credo lo sappia. Ma stavolta voglio farlo perchè desidero davvero che questo tag si diffonda lungo tutto periodo delle Feste, così che come diceva Mariella stessa faccia da spin-off al TAG sui natali del passato ideato da Mikimoz e a cui ho partecipato anche io QUI.

Pensando agli altri due blogger che sono stati taggati in prima battuta insieme a me (ossia Riky e Miki) nel post originale e agli amici che abbiamo in comune, per evitare doppie nomine mi soffermo su altri miei blogamici: 

Mamma Avvocato

Hermione

Calo  


E visto che siamo già al 23 dicembre (anzi... sta per scattare il 24) e sapendo quanto poco tempo avrò a disposizione nei prossimi tre giorni di festa, desidero fare a TUTTI, MA PROPRIO TUTTI (me compresa) un sincero augurio di BUON NATALE, con tutta la serenità e la gioia possibili per ognuno di noi. 

E a te, Lilli, e a chiunque passi di qui, lascio in dono questa vecchia canzone di Josè Feliciano che i miei monelli in questi giorni ascoltano e canticchiano spesso (complice lo spettacolo natalizio scolastico della classe del monello, di cui poi ti parlerò presto ;) ) 

BUON NATALE, DUNQUE!

lunedì 10 dicembre 2018

TAG: I miei Natali del passato

Cara Lilli,

l'altro giorno ti avevo già avvertito che avrei partecipato ad un altro TAG, stavolta a tema natalizio: ebbene, eccomi qui a parlarti dei MIEI NATALI DEL PASSATO.


 


L'idea davvero bella di questo TAG è di Mikimoz e io in particolare sono stata nominata dalla cara Claudia, che ringrazio tanto per aver pensato a me e anche perchè ha avuto la pazienza di aspettare, perchè le avevo detto che avrei pubblicato questo post solo dopo l'Immacolata ;) 

Le regole sono:

1) elencare tutto ciò che è stato un simbolo dei nostri Natali del passato, in base a i vari macroargomenti forniti;

2) avvisare Moz dell'eventuale post realizzato, contattandolo in privato o lasciando un commento a:
 
3) taggare cinque blogger avvisandoli.

E DUNQUE, LILLI...PARTIAMO!

GIOCHI: che ricordi, che ricordi! La sera della Vigilia, il giorno di Natale e poi anche a Santo Stefano nella mia famiglia (e per famiglia intendo quella a largo raggio, compresi zii, cugini e nonne) era tutto uno sfidarsi a TOMBOLA,  in primis, ma non solo: c'erano partite infinite a SETTE E MEZZO e c'era il MERCANTE IN FIERA, che poi era il gioco in cui il mio adorato papà interpretava puntualmente il ruolo del mercante, con un'abilità e una leggerezza scherzosa che coinvolgeva tutti, grandi e piccini.

FUMETTI:  mi spiace per Miki, che ama i fumetti, ma io non ho ricordi legati a questa categoria :(

FILM E TELEVISIONE: faccio una fusione tra le due categorie perchè non ricordo di essere andata molto al cinema da piccola, specie durante le Feste... guardavamo di più la televisione. Ci sono film (trasmessi forse più frequentemente anni fa) che inevitabilmente sono legati ai Natali della mia infanzia e dell'adolescenza e mi sono resa conto anche leggendo altri post su questo stesso TAG che sono ricordi che trovano un grande riscontro in giro ;) Parlo degli intramontabili PICCOLE DONNE, di cui io in particolare ho visto innumerevoli volte la versione del 1949 con June Allison nei panni di Jo e Liz Taylor in quelli di Amy, e MARY POPPINS, guardando il quale ho sempre cantato tutte le canzoni dalla prima all'ultima :) e sono anche riuscita fin da piccola a dire velocemente supercalifragilistichespiralidoso :D

Ma ci sono anche altri film, ugualmente da me amati, che mi legano a ricordi natalizi molto teneri, come LA VITA E' MERAVIGLIOSA di Frank Capra, con uno strepitoso James Stewart, o anche I CLASSICI DI WALT DISNEY, come GLI ARISTOGATTI, LA CARICA DEI 101, CENERENTOLA, PINOCCHIO.

CANZONE:  uh, quante ce ne sarebbero da citare! Ma dovendone scegliere una tra quelle legate ai Natali passati, non quelli da bambina ma più da adolescente appassionata di calcio, direi ALLELUIA delle Football Stars (in cui figurava il mitico Ruud Gullit, insieme a Michel Platini, Antonio Cabrini, Zibì Boniek, Alessandro Altobelli, Bruno Conti, Giancarlo Antognoni, Karl Heinz Rummenigge e tanti altri), pubblicata a scopo benefico a favore della Caritas. Ovviamente mio fratello acquistò il 45 giri e lo ascoltavamo in continuazione!





CIBO: E qui si apre tutto un mondo... :)  Il cenone della Vigilia a casa di zia Tattà (sorella di mio padre) più ancora che il pranzo di Natale (a casa nostra o di una delle sorelle di mamma) non potevano prescindere da alcuni piatti base riproposti ogni anno: dagli SPAGHETTI CON LE VONGOLE, alla FRITTURA MISTA DI PESCE, al BACCALA', all'INSALATA DI RINFORZO, ai BROCCOLI DI NATALE, alle PIZZELLE vuote o con il baccalà o con le alici, FRUTTA SECCA (FICHI, ALBICOCCHE, DATTERI, PRUGNE), NOCI, NOCCIOLE... per poi passare al reparto dolci con STRUFFOLI, MUSTACCIOLI, ROCCOCO', DOLCETTI DI PASTA REALE, senza poi disdegnare PANETTONI e PANDORI. E mi pare che possa anche bastare ;) :D

LUOGHI casa di zia Tattà, come dicevo prima, o casa nostra ad Avellino; casa di zia Isa vicino Caserta o di zia Franca a Napoli... e Santo Stefano immancabilmente a Baiano, paese di origine di mio papà che portava questo nome in onore del Santo patrono, a casa di mia nonna paterna finchè è stata autonoma e ci ha vissuto da sola e poi a casa di zio Orazio. Luoghi miei, ecco.


LIBRI:  da lettrice accanita quale sono oggi devo dire che anche da bambina e da ragazza ho sempre amato i libri e nel periodo natalizio riprendevo spesso e volentieri i classici: PICCOLE  DONNE (e ci risiamo!!) o CANTO DI NATALE e LE CAMPANE di Dickens. Che cose meravigliose!


VIDEOGAMES: eh no... qui passo ;)


LIFE: era tutto uno stare insieme, vecchietti, grandi, ragazzi e piccini... era quell'attesa per scartare i regali dopo il cenone della Vigilia e dopo i giochi fatti intorno al tavolo e seduti anche sul divano o sulle poltrone con le cartelle della tombola perchè si era tanti che intorno ad un tavolo solo non ci si stava e infatti per la cena c'era il tavolo dei grandi in sala da pranzo e il tavolino dei bambini nella cucina... Apertura dei regali che avveniva sempre dopo mille insistenze da parte di noi bambini, mentre i grandi sembravano perdere apposta tempo a schiacciare le ultime noci e nocciole, tra una chiacchiera e un'altra. 

Era poi la corsa allo scoccare della mezzanotte per fare la processione nel corridoio di casa di zia tutti noi cugini, in ordine di età, con la più piccina davanti a tutti (una mia cuginetta, io ero subito dietro di lei) che portava Gesù Bambino in mano per metterlo nella capanna del presepe mentre noi altri cantavamo "Tu scendi dalle stelle" agitando le "STELLETELLE" (quei bastoncini che si accendono e bruciano facendo scintille qua e là).

Era questo e tante altre cose che ci vorrebbe ben più di un post per raccontarlo...!
 
FOTO DI UN NATALE PASSATO: noooo, che peccato :( io di solito non pubblico foto personali, lo sai Lilli, ma avrei messo qui una foto anche solo di un albero di natale o di un presepe di quando ero piccola... e invece non posso perchè mio padre in quegli anni della mia infanzia usava praticamente quasi solo diapositive, che purtroppo sono anche andate in parte perdute. Una raccolta ce l'ha mio fratello e comunque ci vuole il proiettore che lui pure ha conservato ma è rotto... E insomma, foto del passato natalizio non ne ho, uffa!!! :(

E così il TAG è finito.

E' stato bello partecipare :) e vorrei che in tanti altri partecipassero, visto che fino a Natale c'è ancora tempo. Perciò forza, io contravvengo alla regola e giro l'invito a TUTTI i miei amici blogger che non sono stati già nominati da Miki in primis o poi da  altri man mano nei giorni scorsi!

PARTECIPATE!!!


lunedì 13 agosto 2018

Mi ricordo... Il mio primo film al cinema con gli amici

Cara Lilli,

tra caldo, giorni in famiglia (mio marito è ancora in ferie fino al 19), qualche uscita, un pò di relax, la solita pressione bassa o il mal di testa che fanno capolino... anche questo periodo sta passando.

Oggi ripensavo a una cosa e voglio condividerla con te e con chi mi segue: mi è tornato in mente qual è stato il primo film che sono andata a vedere al cinema da sola

Da sola nel senso di senza mamma, papà, fratello o altri familiari. Cioè: io e i miei amici.

Era l'ottobre del 1985.

Avevo 12 anni e frequentavo la seconda media. 

Ricordo che un gruppo di compagni di scuola si era organizzato per andare al cinema e mi decisi a chiedere ai miei genitori il permesso di andare anche io.

In realtà il cinema in questione era a poca distanza da dove abitavo allora, sarei andata a piedi senza problemi. Ma quel "Sì, puoi andare" per me rappresentò lo scatto in avanti che aspettavo da un pò di tempo per sentirmi più grande, più autonoma. 

Capisco che oggi, viste le nuovissime generazioni di ragazzini, suoni un pò buffo che a 12 anni io ancora non avessi fatto dei passi più autonomamente. Oggi i ragazzi crescono così in fretta! Anche troppo per certi versi. Ma fatto sta che per me, allora, fu un passo da ricordare :)

E il film scelto era quello che poi col passare degli anni è entrato a pieno titolo nella mia top ten dei film più belli di tutti i tempi: RITORNO AL FUTURO.

Ho amato e amo tutt'oggi tutta la trilogia, ma il primo dei tre film per me non ha eguali!




(Questo è in inglese)



 

(Questo è in italiano) 
 

venerdì 6 ottobre 2017

Venerdì del libro (255°): POESIE DI UNA VITA

Cara Lilli,

questo venerdì per partecipare all'iniziativa di HomeMadeMamma ti propongo qualcosa di diverso dal solito: una raccolta di poesie.

Non sono molti i libri di poesie che ho in casa mia (uno è questo di Stevenson), per cui sono felice che un collega di mio marito che si è recentemente sposato abbia pensato a una bomboniera originale e bella: una raccolta di versi di Pablo Neruda intitolata POESIE DI UNA VITA, con testo spagnolo a fronte, edita da Guanda.

Gli sposi hanno personalizzato i volumi donati agli invitati con una dedica che poi è una citazione dal bellissimo film "Il postino" con l'indimenticabile Massimo Troisi e un mostro sacro di bravura come Philippe Noiret nei panni del poeta cileno, appunto. Film tratto poi dall'altrettanto bellissimo romanzo "Il postino di Neruda", di Antonio Skàrmeta.

Mario (il postino): "La poesia non è di chi la scrive: è di chi gli serve!" 



(Scusami Lilli, ma non sono riuscita a trattenermi dall'inserire il video di quella scena del film!)

Sfogliando le pagine di POESIE DI UNA VITA e leggendo quei versi che spaziano come tematiche dall'amore, agli ideali politici, alla natura... mi sono incantata.

La forza e l'intensità delle parole di Neruda sono pari alla loro leggerezza e delicatezza, paradossalmente.

Niente di meglio che dartene un assaggio...difficile scegliere, ma ecco qui:


"L’età ci copre come la pioggerella,
 
interminabile e arido è il tempo,

una piuma di sale tocca il tuo volto,

un gocciolio ha consumato il mio vestito:

il tempo non distingue tra le mie mani

o un volo d’arance nelle tue:

morde con neve e piccone la vita:

la vita tua che è la vita mia.

La vita mia che ti ho donato si riempie

d’anni, come il volume di un grappolo.

Ritorneranno le uve alla terra.

E persino là sotto il tempo continua ad esistere,

ad aspettare, a piovere sulla polvere,

avido di cancellare persino l’assenza."

 


I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

martedì 13 ottobre 2015

Una dichiarazione d'amore bellissima (Qualcosa è cambiato)

Cara Lilli,

stendiamo un velo pietoso su quanto tempo è trascorso dal mio ultimo post...passiamo direttamente al motivo per cui ti sto scrivendo oggi, ti va?

Ecco: in questi giorni sto pensando ai film che vorrei rivedere, quelli che per un verso o per un altro mi sono piaciuti e che da troppo tempo non vedo. Uno di questi è "Qualcosa è cambiato" con Jack Nicholson e Helen Hunt, del 1997.

Lo vidi quando era appena uscito, in un cinema multisala di Napoli, con due miei cugini. Il bello è che fu un ripiego: si, perchè inizialmente eravamo andati lì a vedere "Titanic" , ma la sala era piena e così optamo per quest'altro film di cui non sapevamo assolutamente niente. E alla fine mi piacque...anzi, ci piacque :)

Per chi non ne sa nulla posso dire che il film (che valse l'oscar come miglior attore protagonista e migliore attrice protagonista a Nicholson e Hunt)  parla di Melvin Udall, un affermato scrittore di romanzi sentimentali che nella realtà è un ipocondriaco, affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo, nevrotico e assolutamente intrattabile che passa il tempo a insultare e umiliare gli altri, a cominciare dal suo vicino di casa, un pittore gay. Tutti ne hanno timore o comunque gli stanno alla larga, nessuno sa tenergli testa. Nessuno tranne Carol, una cameriera del ristorante dove lui abitualmente va a pranzo (portandosi le posate di plastica sigillate da casa), che è una donna sola con un figlio piccolo dalla salute assai precaria. Sarà lei che saprà man mano entrare nella vita di Melvin e la sua vicinanza lo porterà a desiderare di cambiare in meglio, a voler progettare un futuro fino ad allora impensabile per un tipo come lui.

Sinceramente la storia non è che sia così originale, il film sfrutta molto dei luoghi comuni e degli stereotipi a cominciare proprio dal nevrotico Melvin...ma ha dei passaggi che ricordo volentieri, è a tratti divertente, a tratti commovente...E soprattutto ha due attori protagonisti che, come ho già scritto sopra, hanno meritato l'Oscar per questa interpretazione: già solo lo straordinario talento di Jack Nicholson e la naturalezza e la bravura di Helen Hunt valgono la visione del film, a mio avviso!

La scena della dichiarazione d'amore che lui fa a lei è davvero bellissima e tenera, forse chi non ha visto tutto il film non potrà coglierne tutte le sfumature, ma io voglio riproporla qui...




PS: a presto, si spera, con aggiornamenti sui monelli...in maggioranza positivi, voglio anticipartelo ;)


lunedì 8 giugno 2015

Un attimo di nostalgia

Cara Lilli,

tra ieri e oggi mi è presa così...una nostalgia sottile, inspiegabile, dolce-amara...come solo la nostalgia sa essere.

Nostalgia di cosa, ti domanderai.

Non lo so.

O meglio, lo so ma non lo so esprimere a parole. E' qualcosa che risiede in fondo al cuore e mi riporta agli anni in famiglia, gli anni giovani, in quel soggiorno luminoso , a vedere film tutti e 4 noi, insieme. 

Papà, mamma, mio fratello e io.

Detta così mi sembra quasi banale. Però devi accontentarti, perchè di più non so dire.

Complice il fatto che ieri sarebbe stato il compleanno di mia madre, oggi mi sono cercata su youtube qualcosa che assecondasse questo mio stato d'animo...ed ho trovato questo:





Lo amo tanto, questo film del grande Monicelli. Lo amavamo noi 4, come famiglia proprio. 

Un cast spettacolare, un'ambientazione meravigliosa nella campagna toscana, una storia fatta di dialoghi ed espressioni del viso, senza effetti speciali, intima.

E una colonna sonora tra le più belle di Nicola Piovani, intima quanto lo è la storia narrata.

Perdona questa digressione nostalgica, Lilli. Ma ogni tanto ci sta.



mercoledì 11 febbraio 2015

Italia - Marocco (La leva calcistica della classe '68)

Cara Lilli,

ci sono film che hanno il potere di riportarti indietro negli anni, sorprenderti ogni volta, farti ridere e commuovere tutto insieme... 

Non saranno capolavori, ma di certo sono veicoli di ricordi, di sensazioni senza tempo.

Marrakech Express di Gabriele Salvatores (trama in breve qui ) è uno di quei film. Per me, ovviamente.

Non è tra i miei 10 film preferiti di sempre, ma è importante, importantissimo. E rivederlo poco tempo fa tutto intero, non a spezzoni come invece mi capitava spesso negli anni scorsi, me lo ha confermato. 

E' stato come essere catapultata negli anni '90 a casa dei miei, quando guardavo e riguardavo questo film e anche Turnè e Mediterraneo (la cosiddetta "trilogia della fuga" di Salvatores), nelle domeniche pomeriggio  interminabili d'estate o nelle fredde serate invernali, ad esempio.

Il tema dell'amicizia, del viaggio, il fascino  del deserto, la bellissima colonna sonora, la presenza di un attore che mi piace tanto (Fabrizio Bentivoglio), le risate unite a quel velo di amarezza, a quella vena malinconica che pervade tutta la storia... Tanti motivi per amare questo film.

E una scena che adoro, accompagnata da "La leva calcistica della classe '68", stupenda canzone di De Gregori, è questa qui e la condivido con te e con chi passa dal mio blog, anche se mi rendo conto che se non si conosce la storia, non si è dentro al film, non si può percepire l'emozione dello "squadrone"...




martedì 14 ottobre 2014

Magnetico Ramius

Cara Lilli,

non sai da quanto tempo volevo scrivere anche solo poche righe su di lui. 

Ramius. Marko Ramius.

Ci sono canzoni, film, libri che tu ascolti, guardi, leggi...e poi riascolti, riguardi, rileggi...e poi ancora...fino a che non li fai tuoi. 

Sai che non sono quanto di meglio c'è, sai che non sono la perfezione, sai che non sono capolavori, ma non puoi fare a meno di amarli.

A volte è perchè rispecchiano un tuo stato d'animo, a volte è perchè ti ricordano cose o persone importanti della tua vita, a volte è perchè hanno fatto scattare in te qualcosa che non sai spiegare...

E' il caso di un film a me molto caro, che è secondo solo a "La famiglia" di Scola (te ne ho parlato qui). 

Parlo di CACCIA A OTTOBRE ROSSO, di John Mc Tiernan. (1990), basato sul libro di Tom Clancy "La grande fuga dell'Ottobre Rosso".

Novembre 1984, c'è ancora la Guerra Fredda e Marko Ramius, un comandante sovietico pluridecorato, decide di disertare, consegnando agli americani il nuovo sottomarino nucleare chiamato Ottobre Rosso, dotato di una rivoluzionaria propulsione silenziosa. Inizialmente il governo americano crederà che Ramius voglia sferrare un attacco contro gli Stati Uniti, ma il suo piano verrà compreso in tempo da un giovane analista della CIA che cercherà in ogni modo possibile di aiutarlo. Però intanto tutti danno la caccia all'Ottobre Rosso, anche i russi, che conoscono le reali intenzioni di Ramius e vogliono ovviamente impedirgli di disertare.

Che dire. Bello, bello, bello. Per me, almeno, è così ;-)

E chi poteva dare il volto all'affascinante e carismatico comandante Ramius, se non uno dei miei attori preferiti di sempre? Parlo di Sean Connery :-)

Magnetico, ecco il termine adatto. Il suo sguardo, in questo ruolo in particolare, è semplicemente magnetico.

Conosco a memoria le battute del film, alcune scene sono davvero bellissime, tutto l'insieme mi riporta indietro nel tempo a quando con mio fratello andai a vederlo al cinema appena uscì nelle sale. 

Se tu o qualcun altro che passa di qui non avete ancora visto questo film io lo consiglio davvero, ma forse sono un pò di parte...;-)





Nota: il trailer ufficiale, bellissimo, l'ho trovato solo in inglese, quindi alla fine ho ripiegato su questo qui, ma l'audio non è perfetto ed è meno bello... :-(



mercoledì 23 aprile 2014

H7-25

Cara Lilli,

arriva un momento nella vita in cui bisogna farlo. Per forza. 

Bisogna darci un taglio

Ai capelli, ovviamente. 

Ma trattandosi dei fluenti capelli riccioluti del monello di casa, che di stare fermo proprio non ne vuole sapere, non farai fatica a comprendere perchè tale momento è stato rimandato più e più volte.

Dati i suoi ben noti eccessi di energia cinetica e data la sua assoluta intrattabilità quando si cerca di mantenerlo un minimo fermo in una posizione precisa (tipo seduto, con la testa immobile), non ti nascondo che io e mio marito temevamo di finire col tagliargli un orecchio invece dei capelli o sfregiargli una guancia o ancora di cavargli un occhio con le forbici, per dirla tutta.

Portarlo dal barbiere, poi, era escluso. Ovvio. Non ci sembrava il caso di farci conoscere in tutto il nostro splendore (leggi: urla, pianti, esercizi di acrobazia circense e cose del genere...)

E allora via con gli elastici per capelli per evitare che i riccioli gli cadessero davanti alla faccia ostacolandogli seriamente la visuale.

Però... quando finanche allo sportello dell'ufficio postale l'impiegato guarda tuo figlio e poi esclama "Ciao bella bimba!", realizzi che il momento fatidico non può più essere procrastinato a data da destinarsi.

(Apro parentesi: il monello era vestito da maschio, inequivocabilmente, ma la capigliatura e il suo visino delicato hanno lo stesso fuorviato l'impiegato delle poste!)

Il momento, dunque.

Pochi giorni fa, dopo la solita sorta di doccia-bagnetto, che non è una doccia ma neppure un bagnetto (si....è tutto particolare il monello, non stupirti), mio marito si è fatto coraggio, si è armato di forbici e, mentre il piccolo attendeva di essere phonato (guardando un cartone in TV se no neppure quello si lascerebbe fare), lo ha preso alle spalle e ha iniziato a tagliare alla cieca tipo Edward Mani di Forbice, hai presente?

Va bè...proprio alla cieca no, se no davvero gli mozzava un orecchio, però diciamo pure che non è andato più di tanto per il sottile ;-)

Il monello non ha quasi fatto in tempo a capire cosa stesse succedendo.

Risultato? Adesso non abbiamo più un figlio con i boccoli castano-ramati da dover legare tipo femminuccia, ma bensì un sosia di H7-25.

Sul serio, giuro. Una somiglianza incredibile anche nei lineamenti oltre che per il taglio di capelli!!

E chi non capisce di cosa sto parlando si vergogni, perchè non si può vivere senza aver visto almeno una volta nella vita il mitico film "Uno sceriffo extraterrestre, poco extra e molto terrestre" con Bud Spencer (1979) che poi è anche il primo film in assoluto che la sottoscritta ha visto al cinema alla tenera età di 6 anni ancora da compiere :-)))


H7-25

Comunque il mio monello sembra improvvisamente cresciuto di almeno 3 anni con questo taglio! Ed è anche più carino del piccolo alieno del film, te lo assicuro :-)



PS: Ti aspettavi una foto del monello, Lilli, lo so. Perdonami, ma quella di non pubblicare foto personali sul blog è una scelta ben ponderata. Mi dispiace. 


mercoledì 16 ottobre 2013

"Certe persone passano la loro vita insieme..."

Cara Lilli,

nell'ottobre del 1999 ero in un momento fondamentale della mia vita.

Avevo compreso di amare con tutta me stessa quel timido, riservato, tenero ragazzo con cui stavo intessendo un rapporto di amicizia un pò speciale, fatto di sms segreti, scambiati senza che gli altri del gruppo sapessero nulla del nostro legame che andava oltre l'uscita del sabato sera tutti insieme. Ed ero felice per questo.

Però avevo anche il timore che lui non avrebbe mai ricambiato il mio sentimento, perchè sapevo che era preso da un'altra ragazza e perchè io magari sarei rimasta per lui l'amica fidata, quella degli sms e basta. E questo mi tormentava.

Una sera andammo tutti in gruppo al cinema a vedere Notting Hill, con Julia Roberts e Hugh Grant. Un film molto carino, una commedia romantica ma anche spassosa con una bellissima colonna sonora (When yuo say nothing and all di Ronan Keating e She di Elvis Costello, per darti un'idea).

Uscii dal cinema con gli occhi lucidi per ciò che avevo visto, si, ma anche per ciò che avevo nel cuore in quei giorni.

Poi le cose sono andate per il verso giusto (indovina un pò chi era quel ragazzo?) ma sul momento ricordo che alternavo emozioni contrastanti.

Di tutto il film una scena in particolare mi colpì allora e mi colpisce ancora adesso quando la vedo e voglio condividerla con te e con chi passa di qui, perchè dice una cosa semplicissima ma allo stesso tempo di una profondità meravigliosa:



"Certe persone passano la loro vita insieme..."

Io e te, amore mio, saremo tra quelle persone. Lo so.

 

mercoledì 13 marzo 2013

Quando anche un film può essere "casa"

Cara Lilli,

hai presente quando si dice che "casa" è ovunque ci si senta bene con se stessi, al sicuro, sereni, felici? 

Ecco, per me "casa" è anche un film.

Adesso non correre a prendere il telefono per fissarmi un appuntamento con uno psichiatra, dai! Fermati a leggere prima cosa intendo con questa affermazione  e poi vedrai che non ho bisogno di nessun medico ;-)

Oramai da tanti anni io ho un film che è lì al centro del mio cuore e che è in cima alla lista dei miei film preferiti di sempre (vedi colonna laterale del blog!).

Questo film è LA FAMIGLIA di Ettore Scola (1986).

Dunque, non sto a raccontarti per filo e per segno la trama (tanto puoi leggerla qui se vuoi), mi basta dirti viene narrata la storia di un uomo dalla nascita all'ottantesimo compleanno: intorno a lui ruotano tanti personaggi che lo accompagnano durante la sua lunga vita.

E' un film girato interamente all'interno di un grande appartamento (eccetto qualche scena in cui i personaggi si affacciano al balcone) con carrellate girate lungo il corridoio ogni volta che si vuol soottolineare il passare degli anni (in genere di decennio in decennio).

Scola fa vivere sulla scena una sorta di microcosmo, tramite cui si possono cogliere gli avvenimenti storici esterni, tipo la prima guerra mondiale, l'affermarsi del Fascismo, la seconda guerra mondiale, il boom economico degli anni '60.

Nulla di così speciale, dirai tu. E in effetti non è che la storia sia eclatante o marcatamente originale, però questo film ha tre grossi pregi: uno è senz'altro il soffermarsi sui piccoli dettagli, sulle sfumature dei sentimenti e delle emozioni, la delicatezza della narrazione; un'altro è la bellezza dei dialoghi, mai banali, mai scontati, mai inutili; l'altro ancora è senza dubbio il cast eccezionale:

Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Massimo Dapporto e suo padre Carlo (che interpretano lo stesso ruolo in epoche diverse), Ottavia Piccolo, Renzo Palmer, Athina Cenci, Monica Scattini, Ricky Tognazzi, un giovane Sergio Castellitto, un cameo straordinario di Philippe Noiret...solo per citarne una parte!

E' un film intriso di grande malinconia, va detto, perchè in fondo il trascorrere stesso del tempo (e in questo caso si tratta di ben 80 anni) ha insito in sè quel tratto nostalgico. Ma non c'è nulla di patetico, nulla di smielato. 

Posso dirti sinceramente che questo film lo conosco a memoria (e quando dico a memoria intendo davvero che potrei recitarti praticamente tutte le battute), avendolo visto e rivisto non so quante volte.

E ogni volta è un riscoprire emozioni antiche e nuove allo stesso tempo, ogni volta è come ritrovare dei vecchi amici, ogni volta è provare un senso quasi di consolazione, un pò come se entrassi a casa mia. 

Tornare a casa. Ecco, cosa intendo, Lilli: vedere le prime immagini, leggere i titoli di apertura con in sottofondo la delicata colonna sonora del grande maestro Armando Trovajoli, ascoltare i primi dialoghi...e sentirmi a casa.

A volte ne riesco a vedere solo un pezzetto, per mancanza di tempo, ma è sufficiente per essere contenta e per dire a me stessa "Ecco qui, è tutto come lo ricordavo, non è cambiato. Va tutto bene, allora!"

Diciamo che potrei considerare questo piccolo capolavoro forse poco conosciuto al grande pubblico (ma pluripremiato) un pò come la mia copertina di Linus. 



PS : c'è una cosa secondo me bellissima e cioè che il film inizia e finisce allo stesso modo, cioè con lo scatto di una foto di famiglia: stessa scena ma personaggi diversi, o perchè invecchiati o perchè nuovi...