AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

venerdì 28 ottobre 2016

Venerdì del libro (234°): ROMANZO ROSA

Cara Lilli,

è di nuovo venerdì e io partecipo all'iniziativa di HomeMadeMamma stavolta con una proposta che, se pure non è da bocciare in toto, non mi ha convinto: non posso dire, infatti, che ROMANZO ROSA di Stefania Bertola mi sia piaciuto un gran che.

E il fatto mi lascia con un pò di rammarico, perchè finora i romanzi di questa autrice che ho letto e recensito per il VdL mi erano piaciuti invece, un paio soprattutto ("Biscotti e sospetti" e "Ragazze mancine").

Romanzo rosa è un libro che parla di libri, il che di solito mi intriga molto. La storia parte da un corso di scrittura condensato in una settimana (anzi, in 8 giorni) tenuto dalla migliore autrice dei più famosi romanzi rosa del momento, i Melody (gli Harmony della situazione, per capirci). Tra i 15 partecipanti c'è l'io narrante, Olimpia: una donna di mezza età, nubile, bibliotecaria, che desidera evadere dalla routine quotidiana cimentandosi nella scrittura di un romanzo rosa, appunto.

La particolarità del libro della Bertola è che di pari passo alla storia del corso, di come si svolge, di qualche intreccio tra i partecipanti (che sono sia donne che uomini... nonostante l'argomento tipico dei romanzi Melody), c'è la narrazione della storia che la protagonista scrive man mano che le lezioni vanno avanti. Ci sono cioè riportati tutti i sette capitoli che compongono il Melody che viene scritto da Olimpia.

In teoria un'idea carina, una simpatica presa in giro dei libri pensati e scritti per lettrici che desiderano solo sognare con storie in cui cuore fa rima con amore e in cui i pochi punti cardine della struttura sono praticamentre sempre gli stessi, solo con infinitesimali differenze giusto perchè la cosa non salti troppo all'occhio.

Ma nella realtà poi, leggendo, io mi sono via via quasi annoiata, la cosa per me ha perso mordente...anche la vena ironica che caratterizza gli scritti della Bertola (e che mi ha fatto ridere fino alle lacrime in qualche occasione precedente!) mi è parsa appannata.

Alla fine non mi è rimasto molto di questa lettura, non mi ha colpito nessun personaggio in particolare, ad esempio. Forse le parti più riuscite sono quelle delle "dispense" che la scrittrice famosa di romanzi rosa distribuisce ai corsisti, originali maggiormente rispetto al resto.

Quindi se c'è chi non ha ancora mai letto nulla della Bertola e vuole iniziare adesso, il mio personale consiglio è di tralasciare questo libro qui e provare con altri, di certo più riusciti.

Ecco. Mi sa che il punto è questo: è il confronto con altri romanzi della stessa autrice che mi ha un pò condizionato...cioè, mi ha fatto apprezzare meno Romanzo rosa





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI


martedì 25 ottobre 2016

Torta di mele all'avena (e auguri...di zia!)

Cara Lilli, 

oggi è un bel giorno da queste parti perchè compie un anno il mio tenero nipotino, figlio di mio cognato, che abita porta a porta con noi!

E io gli faccio i miei più affettuosi auguri postando una ricetta dolce :-)

Come preanunciato nel post dei muffins all'avena e uvetta, mi sono cimentata in un altro dolce con la farina di avena e ho optato per una torta di mele, adattissima alla stagione autunno-inverno...no?

E' riuscita ottimamente, morbida, profumata di cannella e vaniglia, con un gusto un pò integrale che ricorda i biscotti grancereale della nota marca ;-) 

Ecco come mi sono regolata per realizzarla, partendo dalla mia vecchia cake alle pere e modificando un pò all'uopo...


- farina di avena gr 300
- zucchero gr 100
- burro gr 60
- uova n.2
- latte ml 100
- mele di media grandezza n.2 (io avevo le golden)
- uvetta 50 gr
-cannella 1 cucchiaino (abbondante, se piace particolarmente)
- bacca di vaniglia n.1
- lievito per dolci 1 bustina


In un pentolino portare ad ebollizione il latte con dentro la bacca di vaniglia intaccata per il lungo. Spegnere il fuoco e lasciare raffreddare per 15-20 minuti, dopo di che togliere la bacca di vaniglia.


Mettere a bagno l'uvetta in acqua tiepida per una ventina di minuti.


Montare le uova con lo zucchero fino a che risultano bianche e spumose, quindi aggiungere il burro ammorbidito e continuare a montare, ottenendo una crema morbida.


Incorporare la farina, il lievito e  la cannella, versando man mano il latte aromatizzato alla vaniglia e mescolando in modo da rendere fluido il composto. Aggiungere l'uvetta strizzata e leggermente infarinata.


Sbucciare e tagliare le mele a pezzetti piuttosto piccoli e tenerli da parte.


Imburrare e infarinare uno stampo da 24 cm di diametro e versarvi il composto. A questo punto spargere i pezzetti di mela sulla superficie e spingerli giù giusto un pò con una spatola. 


(NOTA: facendo in questo modo, che può sembrare bizzarro, ho ottenuto che i pezzetti non "precipitassero" tutti verso il fondo del dolce ma scendessero piano e si distribuissero all'interno qua e là).


Infornare a 180° per circa 40 minuti. Verificare la cottura con uno stecchino, tenendo conto del fatto che l'interno del dolce tende a restare un pò umido per la presenza delle mele.

Ed eccola qui, la torta...in attesa di essere gustata :-)


...RIESCI A SENTIRNE IL PROFUMO? :-)

Buon appetito, Lilli!

E ancora auguri al mio nipotino 💙


venerdì 21 ottobre 2016

Venerdì del libro (233°): OPEN

Cara Lilli,

eccomi qui a partecipare all'iniziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un'autobiografia letta il mese scorso: OPEN - La mia storia, di Andre Agassi e J. R. Moehringer.

Due premesse importanti e tra di loro concatenate: normalmente non amo le autobiografie, ma per questa ho fatto uno strappo alla regola; e il suddetto strappo alla regola l'ho fatto perchè il tennis è lo sport che ho amato di più insieme al calcio nei mie anni giovani.

Era molto tempo che mi dicevo che dovevo leggere questo libro, ho trovato recensioni in giro per il web che mi spingevano a farlo e poi anche proprio Paola di HomeMadeMamma (qui) e se ben ricordo anche altri partecipanti al VdL ne hanno parlato sui loro blog. 

(Nota del 22/10/2016: e infatti! C'è la recensione di Mamma Avvocato, qui)

L'attesa prolungata ha man mano fatto crescere in me le aspettative, come ben immaginerai, e questo poteva rischiare di rovinarmi la lettura. Ma così non è stato, per fortuna! Il libro mi è piaciuto, infatti.

La storia di Andre Agassi mi ha spiazzato per certi versi, mi ha fatto pensare, mi ha invaso l'anima di malinconia, mi ha fatto emozionare, mi ha fatto fare un tuffo nel passato, mi ha fatto conoscere anche un pò i retroscena di un mondo che pur amando conoscevo solo dal di fuori.

Può uno dei più forti tennisti del XX secolo dichiarare di odiare il tennis? Odiarlo, si. Perchè Agassi ha vissuto la sua carriera di sportivo professionista in un'eterna lotta tra ciò che avrebbe voluto fare e ciò che doveva fare. Costretto fin da bambino dal padre ad allenarsi ore e ore con un enorme drago sparapalline, designato (più che destinato) ad essere il numero uno del tennis mondiale, senza se e senza ma di sorta. 

Non voglio stare qui a raccontarti tutta la storia ma ti assicuro che, se a leggerla è una persona che ha seguito il tennis di quegli anni (l'ultimo quarto del XX secolo nello specifico, più un pizzico di anni 2000), non può non restarne coinvolta e sconvolta anche. Per i metodi dispotici del padre, per i tentativi di ribellione finiti quasi nel momento stesso in cui iniziavano, per la genialità e sregolatezza di questo atleta, per tutto ciò che celava nel cuore, per i pensieri e le riflessioni sulla vita, per come il destino sembra aver messo lo zampino nel suo lieto fine sentimentale con la collega Steffi Graf, dopo un giovanile matrimonio presto fallito con l'attrice Brooke Shields.

Mi preme sottolineare che incide la conoscenza e la passione per mondo del tennis di quel periodo (ma magari anche un pò in generale) perchè ci sono lunghi tratti del libro dedicati a incontri disputati, tennisti nominati di continuo, riferimenti ai tornei e a tutto il mondo del tennis, come è logico.

Tra le recensioni lette ho trovato chi afferma che si può apprezzare il libro a prescindere da questo, mentre io invece lo trovo possibile solo in parte. Nel senso che la vita di Agassi è così imprescindibilmente fusa col tennis che per un lettore totalmente estraneo all'argomento temo che il libro possa risultare piuttosto lento e ripetitivo in certi casi e quindi un pò noioso. Ma è solo la mia opinione, naturalmente :)


PS: Agassi mi era simpatico e tennisticamente parlando tifavo anche un pò per lui, ma il mio idolo era lo svedese Stefan Edberg, per il suo talento, il suo inimitabile gioco di volo e la sua innata eleganza dentro e fuori dal campo da tennis...e anche perchè lo trovavo un bel giovanotto, inutile nasconderlo ;)





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI


martedì 18 ottobre 2016

Come Heidi

Cara Lilli,

alcuni giorni fa ho fatto un sogno. Ma non un sogno qualsiasi. Era uno di quelli che faccio io, belli reali, tanto che al risveglio mi sembra impossibile che non siano accaduti davvero.

E' stato bellissimo. Mentre dormivo ho rivissuto e rivisto in questo sogno un luogo a me caro...davvero tanto caro pur se nella mia vita ci sono stata solamente due volte.

Valle d'Aosta, estate 1983. I miei (quasi) 10 anni. 

Con le braccia lunghe e i piedi grandi in modo sproporzionato rispetto al resto corpo che ancora non era cresciuto tanto. 

Con indosso perennemente una t-shirt bianca con delle stelle gialle e il marchio Plasmon, che avevo avuto in dotazione quando con la squadra di pallacanestro avevo partecipato ad un torneo sponsorizzato da quella nota azienda.

Con i capelli lunghetti a toccare le spalle, stranamente lisci alla base e poi abboccolati un pò alla fine, quando fino a pochi mesi prima avevo sempre avuto i ricci (che poi sono ritornati prepotentemente dopo un pò!).

Con un'amichetta conosciuta sul posto, coetanea, con cui giocare e poi scambiarmi l'indirizzo per scriverci lettere e cartoline.

Con mio papà che fumava la pipa e con i suoi occhiali un pò spessi e i capelli precocemente già quasi tutti bianchi assomigliava tanto a Sandro Pertini (versione più giovane) e per questo veniva chiamato dal gruppo di amici vacanzieri "Il presidente". 

Con la grolla dell'amicizia, di legno intagliato, tipica valdostana avuta in regalo da una coppia di abitanti del luogo con cui trascorrevamo le serate a chiacchierare seduti  tutti su sedie impagliate, a prendere il fresco dopo cena, fuori, in una piccola piazzetta.

Una vacanza circondata dalla Natura, con prati a perdita d'occhio e fiori e boschi e cascate e ruscelli, in cui immergere le bottiglie di vino o di acqua per rinfrescarle quando si facevano i pic-nic.

In un borgo stupendo, piccolo e raccolto, di quelli da fiaba, con le stradine a volte minuscole, con i fiori alle finestre e ai balconi delle casette di legno e con una fontana - abbeveratoio a due vasche dove io amavo sostare e far finta di essere Heidi che faceva bere le caprette...

In una deliziosa casetta di proprietà di alcuni amici di famiglia, piemontesi, che aveva poche stanze ma tanti posti letto e i mobili di legno costruiti a mano dal padrone di casa, bravissimo.

Se chiudo gli occhi mi rivedo lì ancora adesso, come se fosse accaduto ieri...

ECCOLA! E' PROPRIO QUELLA FONTANA-ABBEVERATOIO! HO TROVATO LA FOTO SU INTERNET, QUI.

E poi vacanze di Natale 1988-89, sempre lì, a Etroubles. E' così che si chiama questo paesino da fiaba.

I miei 15 anni. 

Con i ricci ribelli e il fisico che si era allungato diventando proporzionato rispetto alle braccia e ai piedi. Con jeans pesanti, scarponcini e maglioni caldissimi.

I cibi da conservare messi fuori sul davanzale della finestrella della cucina come se fosse stato un frigorifero naturale.

Il camino sempre acceso nel soggiorno, trapunte e coperte di lana sui letti, a strati.

Fiaccolata sulla neve per la mezzanotte che salutava l'arrivo del Nuovo Anno.
 
Di quei due viaggi, di quelle due vacanze serbo nel cuore un ricordo meraviglioso e ringrazio i miei genitori per aver fatto vivere a me e mio fratello momenti così belli, con amici speciali e in posti speciali.

Voglio tornaci, ad Etroubles. Voglio che mio marito e i miei monelli vedano quegli stessi posti che mi hanno reso felice da bambina e ragazza. 

E' un sogno che voglio far diventare realtà un giorno, Lilli.
  


venerdì 7 ottobre 2016

Venerdì del libro (232°): UN INCANTEVOLE APRILE

Cara Lilli,

torno a scrivere di libri aderendo all'iniziativa di HomeMadeMamma e lo faccio con un romanzo letto molto recentemente: UN INCANTEVOLE APRILE, di Elisabeth von Arnim.

Mi è capitato il titolo sott'occhio spulciando un pò su Amazon nel Kindle Store e mi son detta che poteva fare al caso mio, dopo aver letto la sinossi:

Un discreto annuncio pubblicitario: «Per gli amanti del glicine e del sole...» apparso sul «Times» è il preludio a un mese rivelatore per quattro donne dalla personalità assai diversa.
A picco su una baia della Riviera, tra giardini di calle, violacciocche e acacie, si staglia il castello medievale di San Salvatore. Alla ricerca disperata di sollievo dalle preoccupazioni quotidiane, Mrs Wilkins, Mrs Arbuthnot, Mrs Fisher e Lady Caroline Dester si lasciano allettare da quel paradiso terrestre. Cullate dalla primavera mediterranea, dai monti ammantati di violette e fiori dal dolce profumo, queste donne abbandonano a poco a poco i formalismi di società e scoprono un’armonia da tutte anelata e tuttavia mai conosciuta. Pubblicato nel 1922, e simile per vari aspetti a Il giardino di Elizabeth, questo romanzo è imbevuto di quella capacità descrittiva e di spensierata irriverenza che costituiscono il tratto tipico della scrittura di Elizabeth von Arnim.
[fonte: Amazon.it]

Mi sono dunque tuffata nella lettura e quando sono arrivata alla fine ero felice di aver trascorso ore piacevoli e di aver lasciato libera la mente di seguire certi intinerari leggeri ma anche interessanti, stuzzicanti...mi sono sentita in qualche modo riposata come quando si è stati per un pò in vacanza, ecco.

Una sensazione particolare, non mi capita spesso. Cioè, ci sono libri che mi catturano letteralmente, che mi coinvolgono, che mi commuovono profondamente, o viceversa che mi stancano, mi irritano perfino... Questo mi ha come rasserenato.

Un incantevole aprile, con le sue quattro protagoniste ognuna diversa tra loro, tre più giovani e una più anziana, mi ha fatto compagnia e rilassato come se in qul Castello sulla Riviera Ligure ci fossi stata io, a godere della vista, dei profumi, dei colori.

Come possono 4 donne inglesi che non si conoscono tra loro decidere di trascorrere una vacanza in Italia insieme? Sono diverse per carattere, per modo di vivere, per estrazione sociale (tra di loro c'è anche una Lady!)...eppure le accomuna il desiderio di lasciare per un pò il proprio mondo, fare un'esperienza diversa, ritrovare in qualche modo se stesse.


Una narrazione scorrevole, un fluire di pensieri con un pizzico di ironia e come ben detto nella sinossi con una spensierata irriverenza, con sfumature di rosa che non risultano smielate ma colorano la storia in modo assai gradevole, passando anche per delle sorprese, con qualche piccolo equivoco, fino alla conclusione. 

Conclusione che con un'ambientazione così, come un angolo di Paradiso in Terra, non poteva essere diversa e chi legge se ne rende conto e la accetta con un sorriso di serena approvazione.





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI