PREMESSA: questa pagina del mio blog è stata creata a inizio 2013, quando ancora non si era ben evidenziato il problema del monello (il mio secondogenito), cioè quando ancora non avevamo capito che anche lui aveva lo stesso tipo di disturbo della sorella, pur se con sfaccettature un pò diverse.
Cara Lilli,
Cara Lilli,
da tempo pensavo di creare una pagina in cui spiegare cosa è il disturbo da cui è affetta mia figlia (alias la monella) a beneficio di chi magari non ne ha idea e vorrebbe capire almeno un minimo la situazione e di conseguenza di cosa parlo quando mi riferisco più genericamente al "suo problema" nei vari post.
La cosa più immediata mi è parsa a questo punto riportare l'intervista che mi ha fatto poco tempo fa la cara Moonlitgirl del blog Friend on the moon, che ha toccato un pò i vari punti importanti della questione:
(7 gennaio 2013)
Che cosa è il disturbo pervasivo dello sviluppo?
In realtà si parla di Disturbi pervasivi dello sviluppo, al plurale, perché in questa definizione rientrano diversi tipologie di disturbi neuropsichiatrici infantili. Infatti, riprendendo ciò che è scritto sul Dizionario di Medicina Treccani, per Disturbo Pervasivo dello Sviluppo si intende "Ogni malattia neuropsichiatrica infantile caratterizzata da contemporanea compromissione (anche se di differente gravità, a seconda dei casi) di diverse aree dello sviluppo: capacità di interazione sociale, capacità di comunicazione, interessi e attività. Fanno parte dei d. p. dello s.: l’autismo, la sindrome di Rett, la malattia di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia (regressione marcata delle relazioni interpersonali dopo almeno due anni di sviluppo apparentemente normale), e il disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato. Fra queste, le malattie di Rett e di Asperger sono dovute ad anomalie cromosomiche. Questi disturbi si evidenziano di solito nei primi anni di vita e sono accompagnati da un certo grado di ritardo mentale."
Il disturbo della Monella rientra nello spettro autistico.
E' un disturbo recuperabile/sanabile?
La recuperabilità/sanabilità dipende dal grado di gravità e di compromissione delle aree dello sviluppo. Io logicamente vorrei credere che tutto possa sanarsi completamente, ma mi è stato spiegato dai medici che da adulto un soggetto affetto da questo disturbo avrà comunque in misura minore o maggiore delle difficoltà nelle aree "colpite". Se però si parte con una diagnosi precoce e il grado di gravità non è alto (come per fortuna nel caso della Monella) sicuramente si può lavorare tanto e si può sperare in risultati più che discreti per l'autonomia e la stabilità emotiva della persona.
In realtà si parla di Disturbi pervasivi dello sviluppo, al plurale, perché in questa definizione rientrano diversi tipologie di disturbi neuropsichiatrici infantili. Infatti, riprendendo ciò che è scritto sul Dizionario di Medicina Treccani, per Disturbo Pervasivo dello Sviluppo si intende "Ogni malattia neuropsichiatrica infantile caratterizzata da contemporanea compromissione (anche se di differente gravità, a seconda dei casi) di diverse aree dello sviluppo: capacità di interazione sociale, capacità di comunicazione, interessi e attività. Fanno parte dei d. p. dello s.: l’autismo, la sindrome di Rett, la malattia di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia (regressione marcata delle relazioni interpersonali dopo almeno due anni di sviluppo apparentemente normale), e il disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato. Fra queste, le malattie di Rett e di Asperger sono dovute ad anomalie cromosomiche. Questi disturbi si evidenziano di solito nei primi anni di vita e sono accompagnati da un certo grado di ritardo mentale."
Il disturbo della Monella rientra nello spettro autistico.
E' un disturbo recuperabile/sanabile?
La recuperabilità/sanabilità dipende dal grado di gravità e di compromissione delle aree dello sviluppo. Io logicamente vorrei credere che tutto possa sanarsi completamente, ma mi è stato spiegato dai medici che da adulto un soggetto affetto da questo disturbo avrà comunque in misura minore o maggiore delle difficoltà nelle aree "colpite". Se però si parte con una diagnosi precoce e il grado di gravità non è alto (come per fortuna nel caso della Monella) sicuramente si può lavorare tanto e si può sperare in risultati più che discreti per l'autonomia e la stabilità emotiva della persona.
Monella ha 5 anni giusto? Come e quando lo avete individuato? Siete stati voi, il pediatra o gli operatori scolastici a percepire un disturbo?
Monella sta raggiungendo grandi traguardi, ogni giorno di più. Ma come si affronta? Quali sono i passi da fare?
La Monella soprattutto nell'ultimo anno ha fatto effettivamente grandi passi in avanti (tipo lo sblocco del linguaggio, lo spannolinamento, l'aumento del grado di tollerabilità delle frustrazioni, così come l'aumento della capacità di relazionarsi con gli altri, la riduzione dei gesti stereotipati). Abbiamo affrontato il percorso terapeutico (psicomotricità e logopedia) consapevoli che era fondamentale cercare di dare continuità a queste terapie e cercare di adottare anche a casa in ogni modo possibile lo stesso modo di comportarci con lei che viene indicato dalle terapiste e dallo staff medico del Centro di Riabilitazione Neuromotoria dove viene seguita. I passi da fare sono appunto di fare una visita neuropsichiatrica innanzitutto e poi seguire l'iter diagnostico e poi terapeutico.
Cosa comporta per una famiglia questo disturbo? Quali sono le difficoltà maggiori?
Per noi ha comportato un adeguamento alle necessità (e in qualche modo ai limiti) della Monella, specie quando era più piccola. Non potevamo frequentare luoghi molto affollati, non potevamo lasciarla con facilità a qualcuno anche per breve tempo (come i nonni o gli zii) perché non era affatto semplice gestirla. Crescendo è molto migliorata da questo punto di vista, adesso più che altro la difficoltà è cercare di stimolarla a fare cose nuove, ad affrontare anche piccole esperienze che prima rifiutava, aiutarla a non isolarsi e a cadere nelle stereotipie che pur essendo diminuite sono ancora presenti.
C'è comprensione da parte degli altri genitori?
In genere si, o almeno così sembra. Cioè, a volte mi sorge il dubbio che ci sia un pizzico di superficialità, con frasi fatte, dette tanto per dire, che non rappresentano la vera comprensione del problema. Ma sono contenta che nell'ambiente scolastico della Monella (frequenta il terzo anno della scuola dell'infanzia) abbiamo riscontrato molta attenzione a tutto ciò che la riguarda, da parte delle maestre si, ma anche da parte delle mamme dei suoi compagni: davvero le vogliono tutte bene, la coccolano, spingono i loro figli ad aiutarla e a coinvolgerla. E infatti, i compagnetti della Monella la adorano, la cercano, le sono molto di aiuto.
La Monella ha un fratello. Quanti anni ha? Lui capisce le difficoltà della sorella? Come si pone nei suoi confronti?
E i tuoi sentimenti di mamma?
I miei sentimenti di mamma sono variegati: vanno dalla preoccupazione per il futuro, alla certezza che comunque stiamo sulla strada giusta, dalla gioia grande davanti ad una conquista, alla delusione davanti a episodi negativi, passando per qualche crisi dovuta ad un senso di inadeguatezza, che però poi supero grazie proprio all'amore sconfinato per la mia bambina e al suo amore per me, che mi dimostra spesso e volentieri fortunatamente.
Come si aiuta un figlio con un disturbo pervasivo dello sviluppo?
La pazienza è una dote necessaria in questi casi, insieme alla forza di volontà. E poi ci si fa guidare come dicevo prima dalle indicazioni degli specialisti, perché l'amore da solo non basta (anche se è alla base di tutto, come è ovvio) e serve sapere come approcciare i differenti problemi che il disturbo comporta.
Immagino ti sia documentata, informata riguardo a questo disturbo e come affrontarlo. C'è qualche libro che vuoi consigliare? Qualche associazione?
Devo essere sincera, non ho letto libri specifici, né faccio parte di qualche associazione. Però mi sono informata molto su internet, otre che tramite lo staff che segue la Monella. Siti che ho consultato sono Autismo online ed Emergenza Autismo .
Ho letto molti post in cui si percepisce chiaramente che è un percorso difficile, dove spesso racconti i successi raggiunti ma altrettanto spesso si legge tra le righe anche le difficoltà vissute per raggiungerli. C'è molta unione tra te e tuo marito (e anche questo si capisce chiaramente!!!). Credi che anche questo sia un fattore determinante per i progressi di Monella?
Le difficoltà, così come le soddisfazioni per i successi raggiunti, sono cose che vivo sempre in sintonia con mio marito, è vero. E anche tutto ciò che la vita ci presenta, anche al di là dei problemi della Monella. E meno male che è così! Rispondendo alla tua domanda infatti dico: si, credo che questo sia uno dei fattori determinanti per la serenità della Monella e di conseguenza per favorire i suoi progressi.
Che consigli vuoi dare ai genitori che si dovessero trovare nella tua situazione? Consigli sia verso il figlio/a che come coppia
Non ci sono consigli miracolosi, ma certamente secondo me conta moltissimo porsi in modo positivo e propositivo verso il figlio/a e non fargli pesare la sua condizione, evitare di trattarlo troppo come se fosse un "malato", cercare cioè di farlo vivere nella normalità, nei limiti del possibile, facendolo sentire come gli altri bambini, nel bene e nel male. Allo stesso tempo però ho imparato che bisogna anche rispettare i suoi tempi, senza forzarlo eccessivamente, anche se a noi genitori può pesare questa situazione di incertezza e di attesa. E' tutta una questione di equilibrio, direi. Spronare, ma saper aspettare.
E così nel rapporto di coppia ci vuole il giusto equilibrio: dare importanza al problema, viverlo insieme, ma non lasciare che sia il fulcro del rapporto, perchè l'amore e l'armonia tra uomo e donna in quanto coppia e non solo in quanto genitori, deve essere sempre in primo piano. Se si sfalda quello, anche tutto ciò che si vuole fare di buono per il proprio figlio perde valore e forza.
E agli altri?
Agli altri, cioè se ho ben capito agli amici o ai conoscenti, non saprei...forse solo posso dire che è bene essere veri e spontanei con bambini con questo disturbo, perchè loro capiscono subito di chi si possono "fidare" (almeno la Monella è così...molto intuitiva, sente "a pelle" l'affinità con le persone) ed è bene sostenere i genitori di questi bambini con semplicità, adeguandosi alle loro esigenze di famiglia un po' "speciale".
Io mamma del web cosa posso fare?Stai già facendo qualcosa di buono, con questo spazio dedicato alla diversità. Parlarne, informare, diffondere una mentalità di accoglienza, di integrazione è una cosa più che positiva!
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PS: L'intervista originale la trovi QUI, insieme all'introduzione e alla conclusione scritte affettuosamente da Moonlitgirl, che ringrazio ancora una volta per l'interessamento e la gentilezza!
Cara Maris,
RispondiEliminasono sgomenta e mi sento terribilmente in colpa.
Ti seguo da anni, ma solo ora mi rendo conto di quello che hai passato e di quello che stai passando, perché ... ti scrivo privatamente.
Solo un accenno: prendete SERIAMENTE in considerazione la psicoterapia, in cui i genitori difficilmente credono perché non dà effetti immediati ma il mondo dell'affettività può sciogliere blocchi importanti. Mi fermo qui. Ti abbraccio e ci sentiamo per i dettagli se tu lo vorrai.
Monica, ma non devi sentirti in colpa affatto!! Se non hai mai avuto modo di comprendere fino in fondo come stavano le cose riguardo alla mia monella è anche perchè prima ne parlavo poco. Adesso sono più specifica perchè ho capito che non solo mi fa sentire meglio parlarne, mi aiuta a distendermi e a vedere la cosa meno drammaticamente, poi può essere di aiuto ad altri genitori che magari potranno leggere di come non è vero che non c'è nulla da fare, che si possono ottenere dei risultati inattesi e bellissimi con i bimbi con questo tipo di disturbi.
EliminaTi ringrazio per il consiglio e per il tuo affetto. Hai già il mio indirizzo email, no? Comunque è nel mio profilo.
Un bacione, ciao!
ok, via mail allora;) se il mio computer non fa i capricci
RispondiEliminaMi ero persa questo post. Il problema di Monella assomiglia molto a quello di mio nipotino, avendo problemi che riguardano lo spettro autistico, penso sia normale. Quando raggiungono un traguardo, quando riescono a far qualcosa si esulta, quando invece il problema prosegue nel tempo ci si preoccupa tantissimo, sperando nel tempo, nella loro maturità più lenta, nel lavoro di coloro che lo seguono. Dopo Natale ha imparato a leggere, ora è in seconda elementare e ha fatto un anno in più di scuola materna, ma per noi è stata una festa!!!
RispondiEliminaCerto, se il disturbo rientra nello spettro autistico ci sono senz'altro somiglianze.
EliminaE' vero, le gioie sono grandissime, anche se durante il cammino si inciampa e ci si sconforta un bel pò...ma l'importante è appunto il raggiungimento di un obiettivo, di un traguardo, pur con tempi un pò diversi da quelli di altri bimbi :-)
Un abbraccio e grazie!
Cara Maris, è un grande, grande, grande piacere averti incontrata..... L'inizio di un percorso insieme...nella lettura, nella musica, nella cucina....e anche nell'autismo. Con solarità, serenità, forza, determinazione e....amore.
RispondiEliminaUn abbraccio,
Elisabetta e Chiara
Ciao, eccovi qui!
EliminaSono contenta che abbiate ricambiato subito la mia visita :-)
Ci seguiremo vicendevolmente, certo.
Un abbraccio a voi!
Cara Maris,
RispondiEliminaDopo aver appreso questa storia, alla stima per la scrittrice e per la persona, aggiungo di cuore anche quella per la mamma. Se da un lato i tuoi Monelli sono stati sfortunati ad avere questo disturbo, dall’altro sono fortunati ad avere una mamma come te (e sicuramente un padre come tuo marito).
Sei una gran persona. Sono felice di averti conosciuta e onorato dalla tua amicizia.
Una abbraccione
Antonio
Eccoti, Antonio! Benvenuto sul mio blog.
EliminaGrazie! Mi hai scritto troppe cose belle....mi fai arrossire :-)
La stima è ricambiata, ti assicuro, e sono felice anche io di averti incontrato pur se solo via-web.
Un abbraccione a te, ciao!
ho letto tutto e mi è stato molto utile, il mio piccolo era un bambino iperattivo..adesso il disturbo è quasi del tutto scomparso....un bacio alla piccola:)simona
RispondiEliminaCara Simona, non sapevo del problema del tuo bambino ma sono contenta sia del fatto che lui stia molto meglio adesso, sia che ti sia stato utile leggere questa mia intervista.
EliminaUn abbraccio a te e al tuo ometto!
Tanto tempo fa, al nido dove lavoro, ho avuto un bambino con le stesse problematiche della tua bimba.
RispondiEliminaÈ stata una grande sfida.
Ma ti assicuro che l'abbraccio ricevuto a fine anno e lo sguardo carico di affetto di quel bellissimo bambino, mi hanno ripagata di tutte le fatiche.
Voi mamme di questi bambini speciali siete meravigliose: avete un amore infinito, una grande forza di volontà e siete delle rocce.
Credo che i risultati ottenuti con quel bimbo ci siano stati solo perché aveva una mamma spettacolare, che mi ha presa per mano ed accompagnata tutto l'anno mentre mi prendevo cura del suo bambino.
È stata un'esperienza forte che porto ancora nel cuore.
Cara Silvia non faccio nessuna fatica a credere quanto sia stato impegnativo e allo stesso tempo meraviglioso e ricco di gioie e sorprese occuparti di quel bimbo... :)
EliminaTutte le mamme sono speciali a mio avviso, perchè portano ognuna una responsabilità grandissima, quella di aver dato la vita...e se è vero che a volte c'è bisogno davvero di una marcia in più posso assicurarti che sono i figli stessi, speciali come possono esserli in qualche modo i miei, la loro forza!
Io poi posso contare su una roccia per davvero, mio marito. Sono fortunata in questo. E lo sono anche i nostri figli :)
Ciao Maris come stanno i monelli?
RispondiEliminaHo letto con molto interesse questo articolo su queste diverse forme di autismo .
Non so se definirle lievi o meno.
Io quasi vent’anni fa facevo del volontariato in piscina e seguivo un ragazzo autistico.
È stata un esperienza...monodirezionale.
Aveva 14 anni io una trentina l’ho seguito per due anni ( nuotavamo assieme) , non ha mai detto una parola.
Faceva tutto quello che gli chiedevo.
Ma non ho mai sentito dalla sua bocca più di un si o un no.
Quando me ne andai il ragazzo che lo segui’ al posto mio mi disse che alla prima lezione chiese di me....chiese il mio nome..!
Son ragazzi che ti danno tanto in una maniera tutta loro.
A me spiace di non averlo capito allora.
Caro Max, leggo con molto piacere di come tu abbia fatto esperienza di volontariato e poi proprio con un ragazzo autistico.
EliminaLe forme di questo disturbo sono molto varie, pur partendo da una base comune ovviamente, cosicché trovi i ragazzini che come la mia monella acquisiscono un linguaggio praticamente normale, altri che come il mio monello sviluppano un linguaggio tardivo e poco articolato, e altri ancora che restano "non verbali" come si dice in gergo e cioè non parlano.
Il ragazzo che hai seguito tu non era del tutto non verbale visto che poi il tuo nome l'ha pronunciato... evidentemente tu l'avevi colpito, lui aveva percepito la tua vicinanza e l'aveva apprezzata ma npn sapeva dirtelo. Però immagino quanto ti abbia fatto piacere sapere che avesse chiesto di te! Anche se allo stesso tempo ti sarà dispiaciuto non aver avuto sul momento la consapevolezza di questo suo attaccamento a te, non devi rammaricartene... l'amicizia e l' attenzione che gli hai dedicato in quei due anni non sono andate perse, sono rimaste di certo nel suo cuore e anche nel tuo!
Grazie di aver condiviso la tua esperienza... un abbraccio 😊