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Visualizzazione post con etichetta scuola primaria. Mostra tutti i post
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sabato 31 ottobre 2020

Sì, no, sì, no, un po' sì e un po' no.

Cara Lilli, 

presa da molte cose e da pensieri ho rimandato per settimane questo post. 

Col senno di poi ho fatto anche bene, per il semplice fatto che avrei dovuto scrivertene non uno ma cinque a distanza di poco tempo sempre sullo stesso tema.

Il ritorno a scuola. 

C'è tutto un mondo dietro queste quattro paroline.

Parlarne in questa data, l'ultimo giorno di ottobre, sembra strano eh? Ma non lo è se si vive al tempo del coronavirus. 

Non ho contato nei post che avrei dovuto scriverti su questo tema quello del 24 settembre, quando era stata fissata la data di inizio delle lezioni per l'anno scolastico 2020/2021 in Campania, perchè come altri sindaci quello del paese in cui noi abitiamo ha procrastinato l'avvio di qualche giorno perchè non era ancora tutto pronto nelle scuole per essere in linea con le nuove direttive anti-covid.

Ti volevo scrivere la prima volta il 28 settembre, giorno in cui le scuole hanno effettivamente aperto qui in paese. E ti avrei voluto dire di come i miei monelli erano emozionati e anche un po' straniti nel ritrovarsi davanti all'edificio scolastico dopo quasi 7 mesi (ultimo giorno di lezione in presenza era stato il 4 marzo...).

Io stessa ero stranita. Mi sembrava tutto un po' surreale... tutti lì con le mascherine, gli ingressi scaglionati, i percorsi prestabiliti già all'esterno della scuola e poi ovviamente all'nterno poi... 

Ma in definitiva era andata bene, i monelli piuttosto tranquilli all'uscita, le cose che parevano essere partite col piede giusto, pur con tutte le restrizioni necessarie.

Fino al 30 settembre. Terzo giorno di scuola. E primo allarme-covid. 

Inutile dilungarmi, Lilli, ma ti basti sapere che una delle classi messe in isolamento fiduciario è stata proprio quella della monella, per la presenza di due alunne segnalate come contatti diretti di una persona positiva al covid. Per cui se anche solo una delle due fosse risultata a sua volta positiva, tutta la classe avrebbe dovuto sttoporsi al tampone. E poi eventualmente via via anche i rispettivi familiari e altri contatti... 

Tre giorni di attesa e poi per fortuna tutto si è risolto bene perchè nessuna delle due amiche della monella era positiva, ma certo il timore c'è stato. E intanto il sindaco ha pensato bene di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado, pur se l'allarme covid era scattato solo in poche classi tra scuole medie e liceo scientifico.

Dunque tutti a casa per due settimane, fino al 14 ottobre. Con ripresa nel giro di un paio di giorni della famigerata didattica a distanza.

E dunque, ci siamo ritrovati davanti in un certo senso ad un nuovo primo giorno di scuola in presenza, il 15 ottobre. Sì, nuovo primo giorno perchè quei tre di settenbre erano parsi poi a quel punto come una sorta di prova generale.

I monelli di nuovo emozionati, tutti pronti con mascherine, gel disinfettante ecc.

E il tempo, climaticamente parlando, che purtroppo decide di non collaborare. Proprio per niente. Perchè il 15 ottobre è stato un giorno a dir poco catastrofico tra bufere di vento, pioggia, grandine, lampi e tuoni.

Non tanto all'ingresso, quanto all'uscita, Lilli, non posso dirti cosa c'è stato: ho recuperato prima il monello che usciva alle 12,55 e poi la monella alle 13,10 in un edificio poche centinaia di metri di distanza. Poche centinaia di metri che però erano diciamo una sorta di fiume in piena da guadare, prima a piedi e poi in auto.

Ti dico solo questo, per rendere l'idea: una volta arrivati sani e salvi a casa, bagnati come pesci, ci siamo dovuti cambiare da capo a piedi... biancheria intima compresa. Giuro. 

A saperlo non li avrei portati proprio a scuola quel giorno. Non solo perchè ci siamo appunto presi uno spavento e tanta acqua che chissà come non ci è venuto un malanno (di questi tempi poi.... non è proprio il caso di farsi venire il raffreddore!!), ma perchè poi che è arrivata la sera stessa? L'ordinanza di De Luca, il nostro sceriffo della Campania, che stabiliva la chiusura di tutte le scuole della regione fino al 30 ottobre.

Ecco. Tutti casa, nuovamente con attivazione della didattica a distanza. Che poi, almeno per quanto posso testimoniare parlando dell'Istituto che frequentano i monelli, questa famigerata DaD la stanno facendo in modo un po' più organizzato e un po' più fruttuoso rispetto alla scorsa primavera, pur se è chiaro a chiunque che non è assolutamente paragonabile alla didattica in presenza.

Ma non è finita neppure così. Perchè, pur se adesso è notizia fresca che la chiusura delle scuole è stata prorogata ancora qui in Campania fino al 14 novembre, c'è da questa settimana appena trascorsa la novità che gli alunni con disabilità varie e ancora più specificamente per quelli che come i miei monelli hanno un disturbo dello spettro autistico possono fare alcune ore di didattica in presenza a scuola, ognuno con il/la proprio/a docente di sostegno.

Quindi, a tutt'oggi, ciò che posso raccontarti è che i monelli stanno appunto facendo alcune ore (6 la monella, 9 il monello) di lezione a scuola e il restante orario previsto lo trascorrono collegandosi da casa come gli altri studenti campani.

Se la monella che è più grande e consapevole ha ben capito come si sono svolte le vicende e come di volta in volta ci sia stato un "sì" o un "no", il monellino è stato più preso alla sprovvista, anche se abbiamo cercato sempre di spiegargli la situazione. Però vedere da vicino la sua maestra gli fa piacere, questo almeno sì, è chiaro e lo dice lui stesso.

Quale sarà il prossimo passaggio? Non si sa, Lilli. I dati e le notizie drammatiche che si susseguono di giorno in giorno, la perenne sensazione di precarietà e il vedere che si va sempre più per tentativi mettono ansia, eccome se ne mettono!, non possiamo negarlo. Ma io e mio marito stiamo cercando di far respirare un'aria più possibile serena ai nostri monelli. Speriamo di riuscirci, per il loro bene. 

Ma speriamo più ancora che si trovino le soluzioni più adeguate ad arginare l'emergenza, che man mano ci sta coinvolgendo e sconvolgendo tutti.


domenica 29 dicembre 2019

C'era una volta... il Monello rock

Cara Lilli,

ecco una (vera) fiaba natalizia...

<< C'era una volta,

un coro di tanti bambini tra i 9 e i 10 anni, quattro classi riunite in un tardo pomeriggio pre-natalizio nell'auditorium del centro sociale del paese, bello pieno di spettatori, familiari, amici dei piccoli cantori.

Come ogni anno le maestre avevano a lungo preparato i loro alunnetti, fatto prove, pensato ad ogni cosa. E quando dico ad ogni cosa intendo proprio a tutto.

Avevano, infatti, ancora una volta, pensato a come fare per rendere partecipe quell'alunnetto lì... quello magrolino, sbarazzino, simpatico, tenero ma anche furbetto, che parlava ancora poco e non bene, iperattivo e un bel po' imprevedibile. Quell'alunnetto monello, insomma.

L'anno prima erano riuscite a fargli gridare al microfono "Buon Natale!" facendo emozionare tutti. Ma stavolta avevano in mente qualcosa di più: farlo cantare!

Con attenzione e dedizione, con quell'affetto vero di chi voleva il meglio possibile per il monello, avevano cercato di capire quali erano, tra le 12 in programma, le canzoni da lui preferite, quelle 2-3 che lo coinvolgevano maggiormente. 

Una volta individuate, era scattato il piano: lui proprio non riusciva a stare fermo in piedi in mezzo al coro con gli altri? Bene: avrebbe camminato, saltellato, ballato sul palco. Lui non si impegnava più di tanto a cantare, troppo preso dallo scorazzamento libero sul palco? Bene: avrebbe avuto in mano un microfono, come un solista, perchè sentire la sua voce risuonare negli altoparlanti gli piaceva, lo faceva stare più attento e concentrato.

Il risultato? Sorprendente.

Il monello, munito di microfono, disinvolto quasi come un vero frontman di un gruppo, in quel tardo pomeriggio pre-natalizio nell'auditorium del centro sociale del paese pieno di gente, con le luci spente in sala e accese sul palco... cantò.

Cantò a suo modo, questo va detto. Cantò smozzicando molte parole e pronunciandone bene solo alcune, ma cantò. E cantò in inglese per giunta!

Cantò. Lui, che fino a non troppo tempo prima neppure parlava. Lui, che scappava via ad ogni occasione quando si trovava fuori dal suo abituale contesto, in mezzo a troppa confusione.

Cantò tra l'emozione e la commozione di tutti i presenti. 

Del coro dei bambini, tutti raggianti e tutti presi a sostenerlo e accompagnarlo con le loro voci.

Delle maestre, tutte, anche quelle delle altre classi, che stavano in piedi di lato al palco e alla prima frase da lui cantata ("So this is Christmas"...) erano esplose in manifestazioni di gioia, mani al cielo, mani sul viso a nascondere le lacrime, sguardi complici tra di loro.

Del pubblico, composto in gran parte da familiari degli scolari, che vivendo in un paese piccolo si conoscevano un po' tutti e sapevano bene delle problematiche del monello e avevano applaudito con entusiasmo e partecipazione.

Della sua mamma, che quasi non credeva ai suoi occhi e alle sue orecchie, con accanto la monella che le aveva chiesto ad un tratto "Mamma perchè piangi?" e lei le aveva risposto semplicemente "Perchè sono felice!".

E, nel momento di massima esplosione di energia, era arrivata una canzone inusuale per il Natale, ma scelta egualmente dalla maestra direttrice del coro: "PEOPLE HAVE THE POWER"  di Patti Smith.

Un successone per il monello cantante rock! Che così aveva fatto un altro passo avanti nel suo cammino.

E vissero tutti felici e ... monelli :) >>


mercoledì 12 settembre 2018

Scuola che inizia: emozioni e amarezza

Cara Lilli,

oggi è stato uno di quei giorni che si ricordano nel tempo. Che si ricordano per sempre, direi. 

E io oggi avrei voluto raccontarti solo quanta emozione c'era già in casa, appena svegli, perchè se è vero che il monellino stava per continuare il percorso iniziato due anni fa, con la stessa classe e le stesse maestre molto amate,  c'era la monella che da bambina grande e piccola qual è stava per iniziare un nuovo percorso, quello della scuola secondaria di primo grado (la cara vecchia scuola media).

Avrei voluto raccontarti di quanto erano belli e monelli tutti e due mentre cercavo di scattare loro qualche foto che fosse decente prima di uscire di casa.

E di quanto era emozionata, ma senza farsi prendere dal panico, la monella quando ha varcato la soglia della nuova scuola, seguita da me perchè è stato concesso ai genitori presenti di accompagnare fino in aula  gli alunni delle classi prime e di restare qualche minuto con loro mentrre prendevano posto nei banchi.

Della foto finalmente decente che le ho scattato, lì seduta al primo banco di fronte alla cattedra, con un aria un pò assorta, a metà tra il serio e il sorridente.

Del momento simpatico e un pò spiazzante in cui il giovanissimo professore di lettere, che accoglieva in aula i ragazzi e che qualcuno dei genitori (tra cui io, lo confesso!) aveva scambiato per il fratello maggiore di uno degli alunni, ha detto che forse era più emozionato lui degli alunni stessi essendo questo qui il suo primo giorno da insegnante.

Di come mio marito mi ha raccontato che più o meno nello stesso momento, a non molta distanza, nel plesso della scuola primaria, il monello scalpitava per entrare mentre invece bisognava aspettare perchè stavano preparando l'accoglienza dei piccoli alunni delle prime e di come poi alla fine hanno fatto passare avanti quelli delle altre classi se no si faceva un caos esagerato lì fuori all'entrata principale.

E te l'ho raccontanto, Lilli. Ed è stato bello davvero viverlo dal vivo.

Avrei voluto evitare di raccontarti invece la solita (o quasi, giacchè c'è stata l'eccezione di quando la monella andò in prima elementare e tutto filò liscio) storia di inefficienza del sistema scolastico italiano.

Perchè la scuola è iniziata e non uno ma ben tre insegnanti di sostegno per la scuola secondaria di primo grado ancora devono essere nominati. 

Ragion per cui la monella e altri due alunni dell'istituto con difficoltà di vario genere aventi diritto al sostegno scolatico si ritrovano senza.

La scuola ha fatto le dovute richieste non certo ora, ma mesi fa. Eppure gli insegnanti non ci sono. Ci saranno entro qualche giorno, dicono.

Com'è possibile che proprio chi ha maggior bisogno di aiuto venga lasciato senza e per di più proprio nei giorni iniziali, quelli di ambientamento, così delicati?

Storia vecchia, Lilli, e tu ne ne sai qualcosa (qui e qui). Eppure ogni volta mi lascia senza parole, perchè è vergognoso.

Che poi fortunatamente la monella non sia ingestibile e che abbia già delle discrete competenze acquisite e possa quindi iniziare a fare comunque delle cose in classe anche seguendo gli insegnati curricolari e che sia felice di andare a scuola, è un altro discorso. Discorso che non giustifica nè minimizza questa mancanza dell'istituzione scolastica.

Perdona lo sfogo, Lilli. In un giorno così emozionante non ci voleva ma la realtà è questa e non mi va di non dirla apertamente.

Ma nonostante tutto i miei monelli erano proprio belli oggi. Te l'ho già detto?

Belli e monelli, amori della mamma. 

Buon anno scolastico... forza!!!

mercoledì 27 giugno 2018

Come dentro un film

Cara Lilli,

hai presente quando la vita ti mette sul piatto tutto un susseguirsi di momenti, una tale concentrazione di eventi e di passaggi importanti che non fai in tempo a metabolizzarne uno che già sei immersa in quello successivo?

Momenti pieni di... tutto. Di sorrisi. Tanti. E di lacrime. Di quelle che all'inizio  tenti di nascondere, strizzando leggermente gli occhi con noncuranza, passandoti un dito sulle ciglia rapidamente, prima di capire che non serve a nulla mascherarle e di decidere che vale la pena lasciarle andare così. Libere. Mischiate ai sorrisi.

Momenti pieni di tutto, davvero. Dalla gioia più pura a un pizzico di malinconia, dalla soddisfazione a quel pò di incertezza per il domani, che non manca mai.

Perchè li vedi lì davanti a te, i tuoi monelli. 

Il monello che mangia con i compagnetti e poi gioca, corre, scivola, suda, si sporca e si diverte, al pranzo di fine anno scolastico (anticipato di una settimana). Che, testardo come un piccolo mulo, non vuole salire sul palco allo spettacolino dell'ultimo giorno di scuola ma partecipa a suo modo lo stesso ascoltando gli altri bambini delle classi seconde che cantano e porta il tempo benissimo con i piedi e ride e fa correre di qua e di là la sua amata e amabile maestra di sostegno, che lo sbaciucchia e lo abbraccia.

La monella che è giusto al centro del gruppo degli alunni delle tre classi quinte riunite il penultimo giorno di scuola dal maestro di musica che quest'anno ha fatto meraviglie con tutti loro. E' lì, al centro, mentre suonano il flauto e con fare disinvolto dà ogni tanto una sbirciatina alla compagnetta che le sta accanto per vedere come mette le dita sui fori del flauto e per cercare di imitarla senza sbagliare. Ed è lì quando poi passano al canto: compatti,  intonati, bravi davvero. Tutti. Lei compresa, che si lascia trasportare dalle canzoni, alcune più semplici, allegre e leggere, altre più impegnative e impegnate. 
E quando poi la vedi con la manina sul cuore, insieme a tutti gli altri, che canta l'Inno di Mameli... come puoi non emozionarti?

Sempre la monella che in uno scenario bellissimo, tra prati, alberi, un ruscello, una cascata, mangia con i suoi compagni della quinta A... per l'ultima volta tutti insieme, ora che la scuola primaria è finita e a settembre alle medie verranno rimescolate le classi. E che con le tre sue amichette più affezionate si allontana un pò per andare a stendersi su una coperta a chiacchierare in pace e a guardare il cielo, luminoso e soleggiato anche se con qualche nuvola bianca qua e là.

I tuoi monelli, che poi a turno accompagni a ritirare la pagella, scoprendo con gioia che i voti buoni ci sono anche quest'anno: un solo 6 per il monello, poi per entrambi tutti 7 e 8, più un bel 9 per la monella in attività motoria. Lui con il suo programma del tutto differenziato, lei con lo stesso programma della classe ma un pò semplificato. 

E tutto questo va a premiare l'impegno dei monelli stessi, che hanno lavorato tanto, ma anche quello delle loro maestre, che non hanno mollato un solo istante la presa, che hanno creduto nei risultati possibili anche quando sembravano un pò più... impossibili :)

E tu, da mamma, hai sorriso e hai pianto in ognuna di queste occasioni.

Ma più di tutte in una. L'ultima in ordine cronologico, ma la più emozionante: a consegna della pagella avvenuta, l'abbraccio stretto stretto della monella con la sua maestra, che porta il suo stesso nome e che per 5 anni l'ha seguita, spronata, coccolata, sgridata, responsabilizzata, fatta ridere, consolata. Amata.

Così si è chiuso un capitolo importante, il più importante finora, della vita della monella. Restano i tanti ricordi e i tanti passi fatti insieme. Il libro che la maestra le ha regalato, con una dedica preziosa. E una fotografia bellissima di loro due insieme, che la monella  ha regalato alla maestra, incorniciata da un portafoto a forma di finestra che si apre sul davanti e accompagnata da un bigliettino scritto tutto di suo pugno.

Come dentro un film, prima di pubblicarlo tu rileggi questo post e ti sembra di rivederle e riviverle tutte queste scene. E, sorridendo,  corri a prendere l'ennesimo fazzolettino...

lunedì 18 settembre 2017

Ritorno a scuola: pollice in su!

Cara Lilli,

da giovedì 14 siamo rientrati nella quotidianità a pieno regime, con il ritorno a scuola dei due monelli.

E' stato un buon inizio, per la gioia di tutti quelli che sono coinvolti in questa  storia...genitori, maestre, terapiste...e naturalmente dei monelli stessi :)

Lei, ormai all'ultimo anno della scuola primaria, con la coccarda rossa sul grembiule blu. Lui, al secondo anno, con il fiocco celeste.

Le maestre di sostegno sono le stesse degli anni scorsi sia per la monella che per il monello e non sai quanto ne sia felice io, prima ancora di loro! Hanno lavorato benissimo in passato e sono sicura che lavoreranno col massimo impegno anche quest'anno.

Certo, adesso si tratta solo dei primi giorni e quindi non è ancora tempo di valutazioni tecniche, diciamo: quelle ci saranno man mano che si andrà avanti con le settimane, con i rispettivi programmi, con gli obiettivi da individuare e possibilmente da raggiungere. Ma il rientro è stato positivo.

Mi colpisce ogni anno vedere quanto affetto ci sia nei confronti dei monelli, quanto i compagnetti facciano a gara per star loro vicino. Non è una cosa scontata e io lo so. E so quanto sia fondamentale questo per i miei bambini, il cui disturbo incide purtroppo tra le altre cose anche sulla sfera relazionale, per cui è facile capire quanto conti lo stimolo che arriva da coetanei che li accolgono, li coinvolgono, li fanno sentire parte del gruppo, li aiutano quando occorre, a scuola come nelle occasioni di incontro fuori dall'ambito scolastico.

E' naturale che ci siano poi, nell'ambito di ognuna delle due classi, alcuni compagni che in modo particolare abbiano legato con loro. 

Più di tutti salta all'occhio, è lampante, l'affetto di una compagnetta del monello, che già in prima, lo scorso anno, aveva mostrato una predilezione per lui. Una bimbetta dai lunghi capelli mori, dal fisico minuto e aggraziato, anticipataria e quindi piccolina anche d'età, vispa, sorridente, premurosa.

Affetto ricambiato in pieno dal monello, questo va detto :)

E ieri alla festa di compleanno di un bambino della loro calsse, che ha inaugurato ufficialmente quindi l'anno "mondano" (!), il monello e la sua amichetta del cuore hanno giocato insieme, hanno mangiato la pizzetta, il panino e le patatine seduti vicini, si sono fatti tante risate, tenendosi anche per mano.

Teneri!

Lei è una chiacchierina e questo compensa il fatto che il monellino dica solo pochissime paroline (e questa è già una conquista, di cui ti scriverò meglio in un post ad hoc). Che poi quando ci si vuol bene anche gli occhi parlano, no? E quelli grandi, color nocciola, dolci e furbetti del mio monello sanno dire tante cose, te lo assicuro!

Siamo ripartiti dunque. Io con loro, perchè è inevitabile che tutto ciò che li riguardi alla fine riguardi anche me, come è per tutte le mamme. In tutti i sensi: da quello emotivo, psicologico, a quello strettamente pratico. E quest'anno c'è da correre pure di più, perchè le classi quinte sono alloggiate presso l'edificio delle scuole medie, non si sa bene perchè, non troppo distante dall'altro per fortuna ma con orari leggermente sfalsati e parcheggi che mancano e che rendono tutto più complicato.

Dita incrociate per questo anno scolastico, dunque, Lilli...partendo dal pollice in su!


venerdì 27 gennaio 2017

La monella e Anne Frank

Cara Lilli,

oggi la mia monella ha conosciuto Anne Frank.

Anche in terza elementare, lo scorso anno, la maestra aveva parlato in classe della Shoah, ma la monellina aveva scritto sul quaderno delle cose a riguardo, sotto dettatura, senza comprenderne il significato. 

Lei, che soltanto da poco ha iniziato a comprendere il concetto di morte, era lontana anni luce dal solo immaginare che potesse esistere un orrore simile. E infatti, come supponevo, non fece nessuna domanda a riguardo, la cosa le scivolò addosso.

Quest'anno, invece, già nei giorni scorsi a scuola hanno iniziato a parlare di ciò che è accaduto agli ebrei e agli altri deportati dai nazisti prima e durante la Seconda Guerra Mondiale e lei ha ascoltato con un'attenzione diversa. 

Lo dimostra il fatto che ieri, per la pirma volta, mi ha chiesto: "Mamma, cosa sono i campi di concentramento?"

Quelle parole pronunciate da lei, la mia bimba, che è il ritratto della spontaneità e del candore, che crede ancora a babbo Natale e alla Befana, mi ha fatto davvero effetto

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, che lei avrebbe iniziato ad un tratto a capire, anzi a voler capire. A crescere quindi. E me lo auguravo anche, perchè porsi domande è segno di maturità. E tutto ciò che da anni stiamo facendo, tutto il percorso riabilitativo, tutto il lavoro di squadra per lei e il monellino mira proprio alla loro autonomia e maturità, andando più possibile oltre quello che sono i limiti del loro disturbo.

Ovviamente la monella non ha ancora compreso fino in fondo cosa è stato l'Olocausto. E per fortuna, direi, perchè è comunque solo una bambina di 9 anni. Ma ha iniziato a prendere coscienza della cosa. E' giusto che sappia, come gli altri, ma anche che ci arrivi gradualmente, secondo i suoi tempi.

Stamattina a scuola ha trascritto sul quaderno una poesia di Anne Frank insieme ad alcuni cenni biografici e questo mi sembra il modo più giusto per ricordare, anzi...PER NON DIMENTICARE. MAI.






APRILE

Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.

Non le case o i tetti, ma il cielo.

Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere felice.

(Anne Frank)



 27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA



mercoledì 9 novembre 2016

A scuola coi monelli

Cara Lilli,

se ti trovassi a passare dalle mie parti in questo periodo e facessi una capatina alla scuola primaria, fermandoti in una quarta e in una prima, potresti vedere i miei monelli...all'opera.

Vedresti una monella che va spesso e volentieri nelle altre classi a salutare gli insegnati e i bambini (la conoscono tutti oramai!) e a far sentire quanto è brava con le tabelline e con la coniugazione dei verbi, tutta contenta.

Una monella che in questi due mesi del nuovo anno scolastico, tra lo stupore generale e superando lo scetticismo di chi diceva che oramai a 9 anni suonati sarebbe stato ben difficile, ha imparato  a scrivere in corsivo

Pensando che è in quarta elementare sembrerebbe una cosa banale, ma capirai che non lo è affatto vista innanzitutto la sua difficoltà nella motricità fine e poi il suo non accettare facilmente di non riuscire in qualcosa... la sua scarsa tolleranza della frustrazione insomma, detta in termini un pò più tecnici.

Lei in stampatello maiuscolo oramai scriveva bene, velocemente, in modo ordinato e soprattutto  corretto, cioè senza errori di ortografia e grammaticali, ma il passaggio al corsivo è una grande conquista perchè al di là del fatto pratico in sè, che è importante solo relativamente (avrebbe potuto continuare a scrvere in stampatello e non sarebbe cascato il mondo), rappresenta una sfida vinta con se stessa, con il suo timore di mettersi in gioco, con i suoi stessi limiti.

La maestra di sostegno, che sta facendo un bellissimo lavoro in questi anni, ha avuto il grande merito di non mollare, affiancata dalle terapiste, e la monella ha avuto il merito di superarsi ancora una volta, con la sua tenacia di fondo che l'ha portata già tanti piccoli-grandi traguardi

Ora non resta che migliorare la grafia dal punto di vista estetico, naturalmente. Ma c'è tempo per farlo, pian piano :-) 

Vedresti poi un monellino che sta imparando a restare in classe almeno buona parte della mattinata, cosa importante per la socializzazione, e più possibile seduto, cosa importante per il ridimensionamento dell'iperattività.

Un monello che poi, una volta a tu per tu con la sua maestra di sostegno, nel silenzio della saletta affianco all'aula, sta approcciando il pregrafismo. Finalmente. E qui un "OOOHHH!" di stupore ci sta tutto.

Era quello che avrebbe dovuto fare lo scorso anno, ossia l'ultimo di scuola dell'infanzia. Non è stato così, vuoi in parte per una sua immaturità, vuoi anche per la scarsa empatia e scarso polso dell'allora insegnante di sostegno, che pur brava persona e anche teoricamente preparata, non riusciva per sua stessa ammissione a coinvolgerlo e a tenergli testa (il monellino ha un caratterino che te lo raccomando....un testardo di prima categoria, che fa di norma solo quello che dice lui).

Il passaggio alla scuola primaria si è reso necessario per dargli lo stimolo che alla scuola dell'infanzia gli mancava, per inserirlo in un contesto più inquadrato con regole e tempi differenti, per aiutarlo a maturare in qualche modo.

Certo non ci si aspetta da lui che impari a scrivere quest'anno, nè che legga giacchè non parla ancora neppure. Ma iniziare a riconoscere i grafemi associati ai fonemi, impugnare finalmente una penna o un pennarello, colorare, tracciare delle linee seguendo un percorso tratteggiato o unendo due punti distanti tra loro....ecco, questo ora può farlo e in parte lo sta sta già facendo. 

Si comincia da qui, dalle piccole cose. Quello che verrà di più, strada facendo, sarà una gioia e in quel caso avremo la speranza di poter fare un passetto avanti ancora.

E poi adesso il mio monello quando saluta non fa più solo il gesto con la manina, ma dice anche un tenero "Sssao!" (la "ci" proprio non gli esce per ora)  che già è una di quelle gioie di cui sopra :-)



PS: ovviamente non è che non ci siano anche cose meno positive, Lilli, che non permangano difficoltà nelle giornate scolastiche dei monelli, momenti in cui hanno piccole-grandi crisi, chi per un verso chi per un altro... ma diciamo che io voglio cercare di guardare il bicchiere mezzo pieno... e avanti tutta, sempre!

mercoledì 14 settembre 2016

Compagni di scuola (vecchi e nuovi)

Cara Lilli,

oramai ci siamo: domani anche per noi inizia la scuola!

E come ti avevo accennato tempo qualche post fa sarà un anno tosto. Tostissimo direi.

La monella frenquenterà la quarta elementare (o scuola primaria che dir si voglia) e avrà il suo bell'impegno perchè ovviamente si farà sempre più sul serio: ha concluso la terza con una bella pagella e con un programma svolto quasi in pari con quello della classe (anzi: in alcune materie proprio in pari), recuperando gran parte del dislivello che c'era nei primi due anni. 

Ma quest'anno sarà più pesante, compiti più impegnativi e meno ore di sostegno (da 22 a 15) per  vari motivi, burocratici e non, che è lungo spiegare, però almeno la sua insegnante sarà la stessa degli anni precedenti che ormai la conosce perfettamente e sa come prenderla e come farla lavorare.

La vera incognita, comunque, è il monello. 

Te l'ho preannunciato: dopo lunghi ragionamenti e consultazioni tra me e mio marito, con le maestre dell'asilo, con lo staff del centro di riabilitazione e con un altro medico di grande esperienza, abbiamo deciso di non far fermare il monello un anno in più all'asilo e di iscriverlo alla scuola primaria regolarmente.

Un bella sfida. Ma probabilmente è di questo che lui ha bisogno, per cercare di smuovere le acque e di fargli fare un salto di maturità passando in un ambiente in cui essere stimolato e in cui mettere meglio possibile a frutto le capacità che ha. Capacità che sono magari ben nascoste...ma dovranno venir fuori perchè se no resteremo a un punto fermo.

Una bella sfida per la maestra di sostegno che gli è stata assegnata (stamattina!) e che per fortuna già conosco da anni perchè è la coordinatrice delle insegnanti di sostegno della scuola e so che è preparata e si impegna nel suo lavoro. 

Una bella sfida perchè il monello non parla, tranne poche sillabe slegate e a volte la parola "mamma" ma detta sotto sforzo. Perchè pur essendo ridotta l'iperattività è difficile frenarlo e tenerlo seduto. Perchè i tempi di attenzione sono ancora brevi. Perchè non vuole prendere in mano neppure a pregarlo penne, matite o simili. Perchè solo da questa estate siamo riusciti ad avviare lo spannolinamento (e ancora siamo in un periodo di transizione). 

E già questo basterebbe a dare un'idea delle difficoltà da affrontare.

Ma il monello non sarà solo. Al suo fianco domani mattina entreranno in classe alcuni dei suoi compagnetti e compagnette di asilo che più lo hanno aiutato e che più gli sono stati vicino e gli hanno dimostrato affetto e simpatia durante gli scorsi tre anni. Bambini e bambine che hanno aspettato e sperato un'intera estate di essere messi in calsse con lui, non scherzo Lilli! Le loro mamme mi hanno detto che desideravano proprio questo, per continuare a stargli vicino.

Ieri quando c'è stata la riunione a scuola per conoscere le assegnazioni delle quattro prime classi e le relative insegnati, devi credermi mi sono commossa nel vedere la gioia di queste mamme e di una delle bimbe che era presente  quando hanno scoperto che il loro desiderio era diventato realtà.

Hanno davvero importanza i compagni di scuola che uno si ritrova, è certo. Ed è bello per me immaginare che magari il monello crescerà con loro e che un giorno da grande potrà ancora contare sulla loro amicizia!

Spero che lui e la monella avranno la fortuna che ho avuto io, Lilli. 

Io, che a 24 anni dall'esame di maturità, la sera del 7 settembre scorso sono entrata in una pizzeria del paese dove abito, in compagnia di mio marito, dei monelli, dei miei cognati col nipotino e di mia suocera giusto per non far passare inosservata la ricorrenza del mio 43° compleanno, tutta tranquilla...e di fronte alla porta d'ingresso ho trovato una grande tavolata festante che mi ha accolto cantando "Tanti auguri a te!" 

Sette dei miei ex compagni di liceo (ricordi? te ne ho parlato qui e qui), accompagnati in parte da coniugi e figli, erano lì per festeggiarmi e mi hanno fatto una sorpresa meravigliosa (con la complicità del mio amato maritino e anche di mio cognato, ho poi scoperto) che mi ha lasciato come in trance per alcuni secondi, il tempo di mettere a fuoco le facce e capire cosa stava succedendo!

Giuro che non immaginavo nulla di simile, li avevo sentiti in giornata tramite whatsapp e mi avevano fatto gli auguri come se niente fosse....malandrini che non sono altro ;-) :-)

E oltre ad un bel regalo anche una torta gigante mi hanno fatto trovare! Mi sono emozionata che non ti dico...

Si: certi legami possono durare nel tempo, al di là degli anni in cui magari ci si persi un pò di vista, delle distanze, delle vite più o meno frenetiche, degli impegni diversi.

Che quest'anno scolastico, dunque, sia tosto ma fruttuoso, Lilli. E che i miei monelli possano intessere legami importanti, pur con tutto ciò che comporta il loro disturbo e i limiti che impone loro. Un passetto dopo l'altro, anche grazie agli amici giusti, possono maturare sempre più.

Buona scuola tesori miei!


martedì 8 marzo 2016

Notizie "monelle"

Cara Lilli,

non sto a dirti da quanti giorni volevo scriverti per darti qualche notizia importante riguardo ai miei monelli... Faccio molto prima se, invece di dilungarmi a dirti perchè non ti ho scritto nei giorni scorsi, passo direttamente alle notizie "monelle"....che sono quelle che contano!

Un inizio scoppiettante: il 20 febbraio abbiamo ritirato la pagella di fine quadrimestre della monella e  indovina un pò? Ha avuto 7 in matematica, scienze, storia, geografia e tecnologia, più i 6 nelle restanti materie e un bell'8 in attività motorie :) 

E sai qual è la cosa più importante? Che i voti sono corredati da un giudizio che mette comunque in evidenza come tutti questi risultati siano stati raggiunti nell'ambito di un disturbo autistico, con tutti i limiti che inevitabilmente derivano da questa condizione.

Ecco: le maestre non hanno voluto indorare la pillola, hanno voluto invece riconoscere gli sforzi, l'impegno e premiare i risultati concreti della monella, che sta procedendo col suo programma che solo in parte è differenziato da quello curriculare, quindi comunque non è che sia una passeggiata.

Poi a sottolineare come la mia bimba sia maturata c'è che è stata interrogata anche alla lavagna ultimamente, in matematica: ha svolto due moltiplicazioni e lo ha fatto affrontando e superando la paura di esporsi davanti all'intera classe. Un passo avanti non da poco, per lei che normalmente va in ansia e si blocca o si confonde quando le si chiede qualcosa in presenza di persone, fossero anche familiari stretti!

E a dar ragione a quell'8 in attività motorie stamattina in piscina (perchè quest'anno, come sarà anche per i prossimi due, la monella con la sua classe va in piscina invece che in palestra nelle due ore settimanali destinate a questa materia) la monella è andata per la prima volta in acqua alta, nella piscina semiolimpionica! Con i braccioli, naturalmente, perchè non sa ancora nuotare, ma comunque il passaggio dalla piscina bassa dove toccava a quella grande è stato importante, a maggior ragione perchè lei è sempre tanto timorosa. Ha affrontato e superato quest'altra paura quindi. E più che un passo stavolta direi che è stato un bel...tuffo in avanti!!

Passando alla parte maschile della mia prole, invece, novità di rilievo ci sono state al centro riabilitativo: il monello ha da pochissimo cambiato logopedista. Non per una nostra richiesta nè per una rinuncia della precedente terapista, ma per motivi interni di organizzazione di orari del centro

Ora, quello che potrebbe sembrare un problema perchè si sa che dopo tanti mesi (quasi un anno) non è semplice per un bambino per di più ancora piccolo affrontare un cambio e riadattarsi da capo a una nuova terapista, credo e spero possa invece rivelarsi una cosa positiva perchè, come ammesso dalla stessa vecchia  logopedista, c'era stato ad un certo punto un passo in avanti, con l'inizio di una lallazione che prima era assente e una maggiore comprensione e attenzione, ma poi si era ormai da tempo in una situazione di stasi, diciamo. Un rapporto, quello tra il monello e la logopedista in questione, molto coccoloso e giocoso, con lui che andava fin troppo volentieri a fare terapia, specie negli ultimi tempi. E' mancato sempre più il necessario distacco che deve esserci per consentire alla terapista di tenere le redini della situazione, condurre e stimolare in modo adeguato e mirato. Il monello alla fine stava facendo un pò sempre le stesse cose in terapia, quelle che gli piacevano di più, senza andare oltre.

L'ho ben visto e imparato in questi anni di frequentazione del centro, prima solo con la monella e poi con entrambi i miei figli, che i risultati si ottengono solo se sulla base di un rapporto buono, un pò complice, un pò giocoso, affettuoso anche, si va ad instaurare poi un rapporto che vede ben distinte le figure di terapista e paziente quando si passa a lavorare sul serio. La terapista deve saper e poter pretendere qualcosa, mettere in difficoltà mirata il bambino, alzare la sua soglia di tolleranza alle frustrazioni, guidare, portare avanti un programma e non lasciarsi frenare dalle difficoltà incontrate man mano

In questo la monella è stata fortunatissima, ha la migliore neuropsicomotricista e la migliore logopedista del centro, a mio modesto avviso. La prima poi è anche terapista del monello, ringraziando il Cielo, e infatti dal punto di vista comportamentale e relazionale lui ha fatto bellissimi passi avanti finora. Cosa che non è avvenuta dal punto di vista logopedico.

Il monello potrebbe avere quindi un nuovo stimolo da questo cambio, perchè poi la nuova terapista pur se più giovane della precedente e con meno esperienza è davvero brava, accogliente e dolce ma anche ferma, decisa, preparata. Mi ricorda tanto la maestra I., che lo scorso anno ha fatto come ricorderai un lavoro bellissimo con il monello.

Purtroppo non abbiamo la palla di vetro, non sappiamo se basterà questo cambio ad aiutare il monello a sbloccare finalmente il linguaggio, perchè nulla è scontato. Cioè in parole povere dobbiamo essere consapevoli che non è detto che il monello un giorno parlerà. Potrebbe non farlo, potrebbe farlo male, a stento, potrebbe farlo bene come è avvenuto per la monella.... Noi non lo sappiamo. Ma possiamo tentare tutte le strade per sostenerlo e dargli  gli strumenti migliori per metterlo in condizione di parlare.

Tieni le dita ben incrociate quindi, Lilli. La strada è ancora lunga e le salite non mancano mai. Ma noi, lo sai...andiamo avanti!