AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

mercoledì 31 ottobre 2012

La Maris che non ti aspetti ;-)

Cara Lilli,

tranquilla...non pensare subito chissà che! 

Il titolo del post vuol solo indicare che forse io quando parlo di me stessa dò l'impressione di una tipa tranquilla, dolce. Anche i miei passati post musicali forse possono far pensare che, ascoltando molto Baglioni (vedi qui e qui) o parlando di canzoni spesso d'amore, io ami solo quel genere lì...tutto miele e tenerezza.

E invece no! Io adoro la musica, ma proprio la musica in genere. E spazio: vado dalla musica italiana a quella straniera, dalla classica al pop, al rock e anche un pò al jazz.

Dunque io ascolto un pò di tutto. 

E sai cosa mi dà tanta carica nelle ore mattutine che attualmente trascorro da sola a casa (visto che i monelli sono entrambi ad allietare le loro rispettive educatrici della scuola dell'infanzia e della ludoteca)? Proprio alcune canzoni che mi mancavano tanto perchè non le ascoltavo più da troppo tempo e che mi ricordano un sacco di cose belle! Io le canto a squarciagola mentre rifaccio i letti o stendo la biancheria o preparo il pranzo :-)

E la mia playlist di questi ultimi giorni prevede soprattutto:




Va bene, lo so che si tratta di canzoni degli anni che furono!!! Però conservano il loro fascino, almeno per me :-)

E poi in particolare amo da morire questa qui...
 



Ecco Lilli: immaginami che saltello come una pazzerella al ritmo di questa mitica canzone di Anastacia...mocio alla mano :D


PS del 1 novembre 2012: ieri, non so come, ho dimenticato un pezzo importante, Lilli! Ascolto e canto come una matta (specie il ritornello) anche questa qui:
Bon Jovi - You give love a bad name



domenica 28 ottobre 2012

Al telefono con Peppa

Cara Lilli,

questo è un post estemporaneo, scritto a distanza di due minuti (ma che dico due...uno scarso!) da quando ho finito di fare una ripresa con la videocamera alla mia monella che era al telefono con...Peppa Pig!

Si, non hai letto male: proprio con Peppa Pig (ancora lei e sempre lei!) e anche con i suoi amici Danny Cane, Susy Pecora, Candy Gatto..!!!

Lei era seduta sul suo lettino verde cedro, che ama alla follia tanto da passarci praticamente tutto il tempo che non deve trascorrere necessariamente altrove (tipo per andare a fare la pipì o a mangiare) e stava allegramente usando un telefono rosso di plastica per parlare con i suoi personaggi preferiti dei cartoni animati :-)

Detto così non è che sembri una notizia molto eclatante, ma posso assicurarti che nel caso della monella lo è: perchè se tanti bambini (diciamo pure la maggioranza) trovano normale giocare a "far finta di...", la monella col suo tipo di disturbo fino a poco tempo fa non contemplava affatto l'eventualità di giocare imitando le attività dei grandi o comunque solo fingendo di fare una cosa.

Invece, certamente complici gli esercizi fatti in terapia con psicomotricista e logopedista, già nelle ultime settimane ha cominciato a far finta di mangiare da un piattino di plastica e poi l'altro giorno era addirittura lì con pentole e fornellino giocattolo a cucinare per le sue bambole e i suoi pupazzi (e, a quanto sembra, pure con successo, perchè loro dicevano per voce sua ad ogni assaggio "mmmm che buono!"). 

Pensa tu che quel set di pentoline, piattini, tazzine e posate le è stato regalato a Natale di due anni fa e per quasi due anni, appunto, era rimasto inutilizzato o semmai usato in modo non funzionale, cioè solo per spargere i pezzi sul tavolo o portarli in giro per casa.

Così il telefono giocattolo (che poi è in realtà la sola cornetta, che si trova tra i vari pezzi che si incastrano su un tavolo multi-attività della Chicco) al massimo era servito per portarselo all'orecchio un secondo, senza profferire parola (anche perchè fino all'inverno scorso parole non ne profferiva in nessun caso!!) e poi gettarlo via.

E invece pochi minuti fa, come ti ho scritto su, era al telefono con Peppa Pig e poi a turno con gli altri personaggi del cartone e chiedeva loro come stavano, poi diceva "Ci rivediamo!" e concludeva con "A presto!".

La fantasia. Ecco cosa le mancava o comunque cosa non metteva a frutto fino a poco tempo fa. La fantasia, l'immaginare una situazione, l'inventarsi una telefonata ad una maialina vista in TV.

La fantasia. Quella cosa meravigliosa che permette ai bambini di giocare in tantissimi modi diversi e che apre tutto un mondo davanti a loro. 
E che nel caso della mia monella aiuterà a far sì che lei riveli pian piano il suo di mondo, aprendosi verso gli altri e uscendo sempre più da quegli schemi rigidi e quelle stereotipie che, pur se meno che in passato, ancora la imbrigliano e che sono il suo problema più grande.

E questa si che è una notizia eclatante, non trovi? 

:-)


venerdì 26 ottobre 2012

I venerdì del libro (104°): IL MARTELLO DELL'EDEN

Cara Lilli,

per l'abituale appuntamento con HomeMadeMamma e la sua iniziativa libresca ecco la mia proposta: un thriller poliziesco di Ken Follet, IL MARTELLO DELL'EDEN, letto a dire il vero nella primavera scorsa.

Dello stesso autore avevo letto precedentemente Triplo e anche L'uomo di Pietroburgo e mi erano piaciuti, specie il secondo (letto però per primo....si, insomma...mi hai capito, no?)

Il Martello dell'Eden mi è piaciuto di meno, da non più di 3 stelle su anobii. Il fatto è che parte bene, cioè con la giusta suspance e con una storia anche abbastanza originale, per poi finire man mano con l'essere un pò troppo prevedibile, non è che ci siano gradi colpi di scena finali.

Il protagonista "cattivo" (perchè poi c'è ovviamente anche la protagonista "buona", una poliziotta) da principio risulta addirittura un uomo con un certo fascino, ma poi diventa esageratamente delirante. Da hippie incallito, capo spirituale di una comune di cui nessuno conosce l'esistenza, ad assassino con deliri appunto di onnipotenza il passo per Richard "Priest" Granger è abbastanza breve, nello svolgersi degli eventi narrati. 
E tra l'altro i personaggi minori vengono a mio avviso un pò troppo sovrastati da Priest, non tanto nella storia in sè per sè, che ci può anche stare, quanto agli occhi del lettore....non so se mi sono spiegata...Priest è troppo protagonista, ecco, se così si può dire. Tende ad oscurare troppo gli altri personaggi. E invece a me piace moltissimo quando in un libro i personaggi cosiddetti di contorno lasciano il segno e sono resi comunque unici e speciali dallo scrittore.

Comunque questo romanzo si fa leggere, specie se si è amanti del genere (e io lo sono), però come dicevo non regala troppe emozioni.


Dalla quarta di copertina dell'edizione che ho io (e che è quella della foto):

<< La Silver River Valley, splendida valle californiana che ospita una comune hippie, viene destinata alla costruzione di una centrale elettrica. Enormi interessi sono in gioco, e opporsi sembra una follia. Ma Priest, capo spirituale della comune, è pronto a tutto pur di fermare quel progetto: anche a sfidare la terribile potenza della natura. Anche a uccidere. Dotato di un ingegno assolutamente fuori dal comune, concepisce un piano incredibile: il primo atto consiste nel rubare un vibratore sismico. Il secondo nel far tremare la faglia di San Andreas, provocando continui terremoti in tutta la California. Tocca a Judy Maddox, agente dell'FBI, armarsi di sangue freddo e passare al contrattacco: la sua scommessa è far tornare una calma perfetta sulla terra sconvolta. Ma intanto la natura sembra volersi riprendere il potere che l'uomo le ha strappato. Forse è troppo tardi per fermare Priest. Forse un terribile Giorno del Giudizio si sta preparando.>> 


I venerdì del libro su altri blog li trovi QUI.


giovedì 25 ottobre 2012

Il gioco della felicità

Cara Lilli,

nella vita spesso capitano fatti poco piacevoli, si sa. E parlo non solo, o meglio, non tanto di avvenimenti importanti; sto pensando più ai piccoli inconvenienti quotidiani, che ognuno di noi immancabilmente sperimenta e che se vissuti male possono diventare un bel peso.

Prendi stamattina: dormivo tranquilla (dopo aver fatto una parentesi per fortuna di pochi minuti verso le 4 in camera della monella che si era agitata nel dormiveglia) quando sento movimenti sospetti e poi ridolini inequivocabili provenienti dalla culla accanto al letto matrimoniale. Il monello era sveglio, pimpante e pronto a iniziare una nuova giornata! Se non fosse stato per l'orario (la radiosveglia luminosa segnava le 5:42) sarei stata ben felice di balzare giù dal letto e ridacchiare con lui ;-)

Dal letto sono dovuta balzare fuori comunque, ma non ero molto sorridente a dire il vero.

Sono andata col monello in soggiorno, l'ho adagiato nel box (che per fortuna funge ancora da "gabbia" di emergenza!) e sbadigliando ho aperto le persiane: era piuttosto buio e mi sono detta "Bene, perfetto! Praticamente è notte!".

Poi però ho guardato fuori: e allora mi sono ricordata del gioco della felicità, quello di Pollyanna

Quante cose belle ci perdiamo o comunque non apprezziamo abbastanza, perchè presi a guardare solo il lato negativo di un evento!

Ecco, Lilli: la felicità è venir svegliati presto, alzarsi contro voglia, eppure trovare un motivo per sorridere. 

Se il monello non mi avesse svegliato a quell'ora io mi sarei persa lo spettacolo di un cielo non  più nero ma di un blu scuro intenso, sgombro da nubi e ancora tutto stellato. E poi non avrei visto albeggiare, col blu intenso che sfumava nell'azzurro e poi nel celeste, con striature rosate.

Un piccolo assaggio di felicità.

martedì 23 ottobre 2012

Torta al cacao con gocce cremose al cioccolato

Cara Lilli,

un pò di tempo fa ho preparato un dolce semplice come piace a me, buono per colazione e merenda che la monella ha divorato, con la complicità di mio marito :-)

Partendo dalla ricetta della Torta bicolore all'acqua frizzante ho apportato qualche variante: ho innanzitutto ridotto un pochino l'olio, poi ho usato il cacao per colorare l'intero impasto e il cioccolato al latte per creare delle gocce cremose all'interno....gnam!

- 375 gr di farina
- 250 gr di zucchero
- 4 uova
- 100 ml di olio di semi
- 125 ml di acqua frizzante
- 10 cucchiai rasi di cacao amaro
- 100 gr di cioccolato al latte
- 1 bustina di lievito per dolci


Con lo sbattitore elettrico montare le uova con lo zucchero fino a che diventino belle spumose, versarci l'olio di semi a filo, poi l'acqua frizzante e poi aggiungere la farina, il cacao amaro e il lievito, amalgamando il tutto.
Infine spezzettare il cioccolato al latte e unire i pezzetti al composto, mescolando perchè si distribuiscano.
Imburrare e infarinare una teglia da 24 o max 26 cm di diametro, versarci il composto.
Infornare a 180° per 35/40 minuti (dipende dal forno...a me 35 minuti sono bastati). Per non sbagliare fare la prova dello stecchino.



E' risultato morbido e piacevole con il tocco goloso delle gocce di coccolato sparse qua e là...anzi, se si è particolarmente in vena di prelibatezze si può usare più di cioccolato, io ne avevo solo 100 gr ma un pochetto in più sono certa che non guasterebbe ;-)



Buon appetito Lilli! 

lunedì 22 ottobre 2012

L'amore per me è...(5)

Cara Lilli,

ho pensato di nuovo (no, non me lo tolgo questo vizio!) a cosa sia l'amore per me.

Stavolta questo pensiero è stato la conseguenza di un piccolo avvenimento di sabato scorso: di sera tornavamo a casa in auto dopo aver fatto la spesa settimanale e altre comprere varie, tutti e quattro insieme, io, mio marito e i monelli.

Ebbene, lungo il tragitto (una ventina di minuti) per la prima volta dopo tanto tempo mi è venuto spontaneo fare un gesto che era usuale per me quando io e il mio amore eravamo fidanzati, specie i primissimi anni: lui guidava e io ho appoggiato la mia mano sinistra sulla sua destra che si trovava sulla leva del cambio e abbiamo intrecciato leggermente le nostre dita.

Siamo rimasti così per un pò, intorno era già buio e i monelli stranamente erano in silenzio, si sentiva solo la musica proveniente dall'autoradio.

Allora mi è parso di tornare indietro nel tempo, quando uscivamo la sera da soli...e ho riprovato quella stessa identica emozione che provavo allora, un piccolo tuffo al cuore anche solo sfiorando la sua mano.

Ecco, Lilli: l'amore per me è anche ritrovare un gesto semplice come questo e riscoprirlo pieno di significato, segno di unione e di complicità, oggi come un tempo.





venerdì 19 ottobre 2012

I venerdì del libro (103°): LE MIE PRIME PAROLE

Cara Lilli,

seguo anche per questo venerdì l'iniziativa di HomeMadeMamma pur essendo un pò di corsa e ti parlo brevemente di un libro (a cui è allegato anche un gioco) che degli amici hanno regalato la scorsa primavera alla mia monella: LE MIE PRIME PAROLE di LiscianiGiochi.

E' davvero carino e offre, oltre al libro cartonato con tante illustrazioni colorate, una serie di mini puzzle per imparare a formare alcune parole.

Nel libro sono riprodotti sulle pagine a sinistra ambienti tipo il giardino, la cucina, il bagno, il soggiorno ecc. e sulle corrispondenti pagine a destra sono riportati alcuni degli oggetti che si trovano in quegli ambienti e i loro nomi sono scritti chiaramente in stampatello.

La monella all'inizio ha voluto adoperare solo il libro, ma poi da un pò di tempo ha cominciato ad essere attirata anche dal gioco ad incastro, che di certo richiede un'attenzione maggiore.

Il kit è consigliato per bimbi tra i 3 e i 6 anni.

QUI o cliccando sull'immagine qui sotto troverai qualche informazione in più su questo libro-gioco.


Nota: a dire il vero l'edizione che ha la monella è un pò diversa, credo sia quella precedente a questa, per cui le immagini sono un pò differenti, ma la sostanza è la stessa!


I venerdì del libro su altri blog puoi trovarli QUI



mercoledì 17 ottobre 2012

Déjà vu

Cara Lilli,

ieri sera stavo sistemando il letto (o lettone, che dir si voglia) mentre mio marito era ancora di là in soggiorno e i monelli già dormivano. Nulla di che, tiravo un pò giù il copriletto trapuntato per scoprire i cuscini e rifare la piega bella dritta al lenzuolo (sono un pò fissata con la precisone quando preparo il letto!).

Ed è successo.

Ho avuto la sensazione di trovarmi in una scena già vissuta.

Déjà vu. E' così che lo chiamano.

Una scena già vissuta in precedenza...si, certo. 

Ma la mia non è stata soltanto una sensazione, Lilli.

Io ho realmente fatto quello stesso identico gesto, con quel copriletto trapuntato che è davvero troppo lungo e che va piegato a piedi quel tanto che serve per scoprire i cuscini... L'ho fatto realmente e non so dire quante volte.

Ieri sera ero a casa mia, nella camera da letto mia e di mio marito (e del monello, ancora per poco!), mentre le altre innumerevoli volte in passato ero a casa dei miei genitori, nella loro camera da letto. 
Tante, tantissime sere in cui, prima di andare via da lì con la mia monellina ancora di pochi mesi o con lei un pò più grandina e il monello nel pancione, dopo aver trascorso insieme la domenica o un pomeriggio qualsiasi, mamma mi chiedeva di aiutarla a sistemare il letto per lei e papà e poi per lei soltanto, quando lui non c'era più.

Case diverse, letti diversi...ma lo stesso identico copriletto trapuntato.

E si, perchè è da casa dei miei genitori che ho portato via quel copriletto quando, oramai disabitata e quindi venduta, è stata svuotata di tutto ciò che c'era dentro per consegnarla al nuovo proprietario. 

Ieri sera per la prima volta l'ho utilizzato sul letto mio e di mio marito.

Ed è stato come se mia madre fosse lì a guardarmi ripiegarlo a piedi e poi a sorridere soddisfatta perchè l'avevo fatto proprio bene, come mi ha insegnato lei. 

E girandomi verso l'armadio mi sono vista nel grande specchio che ricopre un'intera anta: accennavo un sorriso anche io, persa in una sensazione di malinconia e serenità ad un tempo.



lunedì 15 ottobre 2012

This time for Africa

Cara Lilli,

da sabato scorso, quando con tutta l'allegra famigliola siamo stati alla festa di compleanno della figlia di una mia cugina, ho come riscoperto una canzone che tutti conoscono e che è stata un vero tormentone nell'estate del 2010.

E' accaduto che l'hanno usata gli animatori per far ballare i bambini e c'è stato un momento di esaltazione generale, tutti saltavano e ridevano felici, monelli compresi. I miei monelli, intendo :-)

E così nei giorni scorsi ho cercato su youtube il video della canzone incriminata (e ce ne sono tanti) e ho scelto quello ufficiale con i sottotitoli, così mi sono anche soffermata a capire per bene cosa diceva il testo, visto che fino ad ora non mi era mai passato per la testa di soffermarmici.

Insomma...diciamo che non solo i monellini, ma anche la loro mamma si è divertita ascoltando e riascoltando questa canzone :-)

Sto parlando di WAKA WAKA di Shakira, inno dei Mondiali di Calcio FIFA 2010 svoltisi in Sudafrica.

E ti dirò, Lilli, che io non mi sono soltanto divertita ma anche un pò emozionata guardando il video. Si, perchè non lo avevo mai visto prima di una settimana fa e mi è piaciuto moltissimo.

Shakira è radiosa (bel complimento detto da un'altra donna, eh?); le immagini sportive sono esaltanti (vedi rigore di Grosso che ci ha regalato la Coppa del Mondo nel 2006) o velate di tristezza a seconda dei casi; l' "inserto" di non più di due secondi dei ragazzini africani che corrono dietro a un pallone su un campetto polveroso è commovente; i passi di danza di Shakira in stile tribale sono bellissimi, specie quelli finali, e mi hanno ricordato che fascino esercita su di me tutto ciò che profuma di Africa, come anche le parole in Ewondo, una lingua parlata in Camerun (nazione da cui proviene il gruppo dei Golden Soundsautori della canzone Zangalewa, da cui poi hanno tratto questa qui che ha scalato le classifiche mondiali).

Insomma...all'epoca mi era parsa orecchiabile, ma un pò banale questa Waka Waka, invece adesso mi è entrata nel cuore: forse perchè l'ascolto sempre con i miei monelli che ridono e ballano ed è un momento di piacere tutto nostro; forse perchè ho compreso il testo, che incita a non mollare mai; forse perchè, come dicevo, mi ha fatto risvegliare dentro un sentimento di amore per il continente nero, con le sue affascinanti anime, tutte diverse tante quante sono gli idiomi, i villaggi, le tradizioni, i deserti, i grandi laghi, gli animali selvaggi, i tramonti col sole infuocato e gigantesco all'orizzonte...

Un continente meraviglioso quanto straziato, l'Africa.

E voglio ascoltarla e guardarla ancora Waka Waka (che letteralmente significa "Cammina cammina" ), stavolta con te Lilli:



Per saperne di più su questa canzone e sulle sue origini clicca QUI


NOTA (successiva alla pubblicazione del post): ho visto che questo video una volta pubblicato non dà accesso ai sottotitoli...non so se capita solo a me o se anche chi passa di qui riscontrerà lo stesso problema. Nel dubbio ecco dove andare a leggere il testo tradotto della canzone :-)

venerdì 12 ottobre 2012

I venerdì del libro (102°): LA CATTEDRALE DEL MARE

Cara Lilli,

i giorni volano ed è di nuovo venerdì, per cui io come (quasi) sempre aderisco all'iniziativa di HomeMadeMamma e ti parlo di un libro che ha qualcosa in comune con L'ombra del vento, di cui ti ho parlato venerdì scorso, e cioè l'essere ambientato quasi per intero a Barcellona: LA CATTEDRALE DEL MARE di Ildefonso Falcones.

Regalatomi da mio fratello per il mio scorso compleanno, l'ho approcciato con molta curiosità e grandi aspettative perchè ne avevo sentito parlare benissimo da più parti e non mi sono fatta per nulla impressionare dalle 634 pagine dell'edizione che ho io (della TEA).

Ecco però che i primi capitoli li ho letti un pò a rilento: mi piaceva la storia, pur alquanto drammatica e a tratti brutale, ma non mi aveva ancora "preso".

Andando avanti man mano mi sono appassionata sempre un pò in più e diciamo che mi sono messa a leggere con assiduità e reale desiderio di conoscere come andava a finire la storia dalla metà in poi, in un crescendo di attenzione e coinvolgimento emotivo.

Dicevo che le vicende sono ambientate a Barcellona (eccetto che per quello che può essere considerato il prologo) ma a differenza del libro di Zafon l'epoca è totalmente diversa: qui, infatti, siamo davanti a personaggi del XIII secolo, in piena Santa Inquisizione, tra signori e servi della gleba, mercanti e artigiani, in un sussueguirsi di guerre ed epidemie.

Il fulcro di tutto l'intreccio diviene una chiesa in costruzione, la Cattedrale della Madonna del Mar, che sarà la chiesa della gente, del popolo, nell'umile quartiere della Ribera.

Alla costruzione della Cattedrale si dedicherà con passione, sudore e amore il giovane Arnau, figlio di un servo fuggiasco, che crescerà di pari passo con l'avanzare dei lavori e che la vita proverà duramente in tutti i modi possibili fino allo stremo di ogni speranza e di ogni forza.

La bravura di Falcones è senza dubbio riscontrabile nel creare una concatenazione di eventi che fa incontrare i vari personaggi e poi li allontana, per poi farli ritrovare in circostanze diverse, senza mai perdere il filo conduttore.

Il dilungarsi in alcuni punti nella spiegazione di leggi, usi e costumi dell'epoca e i riferimenti storici ai re, alle guerre ecc a volte può risultare un pò noioso, ma comprendo che serve ad inquadrare la narrazione, a calarla nel suo tempo.

Il mio giudizio complessivo è sicuramente buono, anche se non mi sono sentita di dare il massimo dei voti (in stelle) su anobii, fermandomi a 4 su 5. Non so bene perchè, forse è semplicemente mancato quel "quid" che me lo facesse amare alla follia come è accaduto invece per altri libri. Ma queste sono sfumature molto personali e quindi opinabilissime :-)




 <<La Cattedrale del Mare è uno di quei racconti dove la Storia diventa romanzo e il romanzo assume con forza mimetica il connotato della grande Storia>> (Corrado Augias, Il Venerdì di Repubblica)


I venerdì del libro su altri blog li puoi trovare QUI


giovedì 11 ottobre 2012

Salsicce con cuori di carciofo

Cara Lilli,

oggi ti posto una ricetta che ho realizzato tempo fa e che devo riproporre qui a casa perchè è proprio un buon secondo piatto con contorno incorporato ;-)


- 4 salsicce
- 450 gr di cuori di carciofo surgelati (sono pratici!)
- olio evo
- aglio
- 1/2 litro ca. di brodo vegetale (o brodo di dado)


 
Sbollentare per 3/4 minuti i cuori di carciofo surgelati, in modo da poterli tagliare comodamente a spicchietti.
Scaldare il brodo.

In una padella far imbiondire l'aglio nell'olio, quindi toglierlo.

Lasciar raffreddare per qualche istante l?olio fuori dal fuoco, unire i carciofi ben scolati e farli saltare a fuoco vivo per un paio di minuti.
Abbassare il fuoco, aggiungere un mestolo di brodo e lasciar proseguire la cottura per 5-10 minuti circa. Se il fondo di cottura dovesse asciugarsi troppo aggiungere altro brodo vegetale.
Intanto tagliare a rondelle le salsicce, rosolarle in un'altra padella con giusto un goccio di olio evo (tanto già tirano fuori il loro grasso) e quando sono quasi pronte unire i cuori di carciofo preparati in precedenza. Far insaporire il tutto insieme per un paio di minuti, quindi impiattare e gustare!

Ed eccoti questa bella "padellata":



Buon appetito, Lilli!

martedì 9 ottobre 2012

Queste sono soddisfazioni!

Cara Lilli,

immagina la scena: poche ore fa, nell'atrio del centro dove la porto a fare psicomotricità e logopedia, la monella arriva da me saltellando tutta allegrotta insieme ad una delle sue terapiste (la neuropsicomotricista).  

Io le chiedo: "Amore, ma tu vuoi bene a R. (la terapista)?" e lei: "Si!" e io: "Allora devi dirglielo, se no lei non lo sa!". 

La monella allora esclama: "R. ti voglio bene!" e poi (mentre la terapista si sta letteralmente sciogliendo per l'emozione) mi guarda e prontamente aggiunge: "Anche alla mamma!"

Queste si che sono soddisfazioni :-)


PS: In verità accade qualcosa del genere anche quando le dico di dare un bacio al papà appena sveglio o appena rientrato dal lavoro: lei lo fa e poi aggiunge "Anche alla mamma!" e corre subito a darne uno anche a me! 

lunedì 8 ottobre 2012

Non è un'abitudine

Cara Lilli,

stavo pensando a come le persone siano diverse tra di loro. Tutti sono diversi, possono esserci persone che si somigliano, ma c'è sempre qualche differenza. E non parlo certo delle somiglianze e differenze fisiche, bensì di quelle caratteriali e di pensiero.

Anche le persone che si amano sono diverse tra di loro, più o meno a seconda dei casi.

Mio marito, ad esempio, è diverso da me sotto vari aspetti. Ma non per questo lo amo di meno, nè lui ama di meno me.

Sembra tutto molto semplice, si. Eppure non è così scontato, Lilli.

Capita anche a noi di avere momenti di incomprensione, come tutte le coppie.
Capita di sentirsi un attimo tristi.
Capita di sentirsi un attimo amareggiati. 

Ma posso dirti anche quello che non capita: non ci si sente mai soli. MAI. E questa credo sia la nostra forza. Noi sappiamo che anche se non siamo uguali, anche se possiamo discutere e avere opinioni diverse, anche se reagiamo in modo diverso davanti a certe situazioni, l'uno può contare sempre sull'altro. SEMPRE. Nonostante le differenze e soprattutto a causa delle differenze. 

E si, soprattutto: perchè proprio le differenze, quelle che portano a qualche incomprensione e a qualche momento di tristezza o amarezza, sono quelle che in qualche modo cementano il rapporto. Perchè bisogna fare uno sforzo per superarci, per non continuare la vita semplicemente andando oltre l'episodio spiacevole. Sarebbe come saltare un fosso e proseguire, lasciandosi però alle spalle un vuoto, che resterebbe per sempre lì come una piccola ferita non sanata che prima o poi tornerebbe a sanguinare. Si può invece può colmare quel vuoto con l'accettazione dell'altro per come è, proprio con quelle differenze che ci risultano difficili da sopportare. 
Non deve esserci spazio per le recriminazioni, per i "però quella volta"...
E sai una cosa, Lilli? Lo sforzo per colmare il vuoto richiede un supplemento d'amore tale da rendere il sentimento ancora più grande e il rapporto ancora più profondo e sincero.

Io amo l'uomo che ho sposato e con cui voglio invecchiare e riscopro l'entità del sentimento che ci lega soprattutto quando scelgo di nuovo di amarlo. E sento che per lui è lo stesso. Glielo leggo negli occhi, che sanno parlarmi più di quanto non faccia la sua voce. Lo percepisco nei suoi abbracci, nel suo modo di accarezzarmi il viso, quando ogni gesto è al contempo infinita passione e infinita dolcezza. 

E questo NON perchè "tanto oramai è così, sono già passati quasi 13 anni tra fidanzamento e matrimonio, abbiamo pure due figli"...  
NO. Il mio amore, il nostro amore NON è un'abitudine. 


... "E non è un'abitudine
Il bene che mi fai
(Anche tu)
E l'allegria di viverti
(Finchè vuoi…)
Di averti accanto più che mai!

E adesso siamo noi

(Io e te)
Ci siamo solo noi
(Solo noi)

Sicuri di non perderci

Di non lasciarci mai…
Un'altra solitudine
Non ci riprenderà
E tu non te ne andrai…
Mai"...




PS: amo infinitamente questa canzone, Lilli, e anche se magari non rispecchia esattamente la situazione di cui ti parlo in questo post ho pensato di condividerla con te sperando di farti emozionare come mi emoziono io ogni volta che l'ascolto...



venerdì 5 ottobre 2012

I venerdì del libro (101°): L'OMBRA DEL VENTO

Cara Lilli,

eccoci di nuovo a venerdì e quindi all'amato appuntamento con l'iniziativa di HomeMadeMamma.
 
Sono contenta oggi di parlarti di uno dei libri che mi ha più coinvolto e tenuto incollata alle sue pagine (metaforicamente parlando, perchè ce l'ho in versione ebook sul kindle) tra quelli letti negli ultimi anni, cioè L'OMBRA DEL VENTO, di Carlos Ruiz Zafon. Era il libro di settembre del Gruppo di Lettura Bryce's House.

Sicuramente è un romanzo molto conosciuto, è stato un grandissimo successo editoriale.

Dello stesso autore avevo letto già Marina (sempre seguendo il GdL Bryce's House) e mi era piaciuto, ma non c'è dubbio che questo l'ho preferito e l'ho trovato ancora più completo e articolato, anche se a ben vedere lo stile e la costruzione della storia non sono poi tanto differenti.

L'Ombra del Vento è un ennesimo libro che parla di libri (come La Storia infinita o Cuore d'Inchiostro, ad esempio) e già questo basterebbe a farmelo piacere ;-) e lo fa in modo davvero originale, con la creazione estremamente affascinante del Cimitero dei Libri Dimenticati, in cui il giovane protagonista Daniel Sempere viene condotto dal padre e dove trova un libro che segnerà la sua intera esistenza in modo drammatico ("L'ombra del Vento", da cui il titolo del romanzo di Zafon).

La storia di Daniel si intreccia con quella di Julian Carax, autore di questo libro da lui "adottato", uno scrittore semisconosciuto, scomparso nel nulla, avvolto nel mistero.

In un'atmosfera grigia (non solo perchè sovente piove, ma anche per il clima di paura che serpeggia sotto la dittatuta di Franco, tra guerra civile e sommosse) e tra strade e vicoli di una Barcellona tutta da scoprire (così come in Marina), Daniel abbandona l'adolescenza e si scontra con realtà dure, difficili, che lo mettono alla prova fino allo stremo.

La cura e la bellezza dei personaggi che accompagnano Daniel, come il meraviglioso, poliedrico, inimitabile Fermin, un barbone dal passato tragico, che diviene un amico fraterno e un aiuto prezioso per il giovane protagonista, è un punto in più a favore di Zafon.

Mi rendo conto che forse non siamo di fronte ad un capolavoro assoluto della letteratura, c'è chi storce un pò il naso dicendo che Zafon sfrutta le sue doti di scrittore coinvolgente per proporre storie un pò "fumettoni"...ma fatto sta che io sono stata rapita da questo libro e continuavo a pensare ai personaggi e agli eventi che stavano svolgendosi pagina dopo pagina anche mentre facevo altre cose durante i (pochissimi) giorni in cui ho iniziato e terminato il libro (diciamo pure che l'ho divorato!!!). 

Non aggiungo moltro altro, Lilli, mi sono già dilungata. Voglio solo dirti che "L'Ombra del Vento" è il primo di una trilogia di romanzi: infatti, si parla di una vera e propria saga del Cimitero dei Libri Dimenticati, comprendente anche "Il gioco dell'angelo" e "Il prigioniero del cielo", che io ovviamente ho già sul kindle e che leggerò a breve ;-)


 


<<Mi abbandonai a quell'incantesimo fino a quando la brezza dell'alba lambì i vetri della finestra e i miei occhi affaticati si posarono sull'ultima pagina. Solo allora mi sdraiai sul letto, il libro appoggiato sul petto, e ascoltai i suoni della città addormentata posarsi sui tetti screziati di porpora. Il sonno e la stanchezza bussavano alla porta, ma io resistetti. Non volevo abbandonare la magia di quella storia né, per il momento, dire addio ai suoi protagonisti. Un giorno sentii dire a un cliente della libreria che poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.>>



I venerdì del libro su altri blog li trovi QUI.



mercoledì 3 ottobre 2012

Il TG dei monelli

Cara Lilli,

sono qui a scrivere una sorta di notiziario con le ultime novità sul fronte-monelli...e ce ne sono, si che ce ne sono!

Partiamo dalla monella riccioluta (per motivi di anzianità!), che nell'ultima decina di giorni ha fatto un nuovo passo in avanti verso l'autonomia e verso uno standard più consono ai bambini della sua età (5 anni, come ben sai). E in che consiste la novità? Finalmente, o forse dovrei scrivere FINALMENTE a caratteri belli grossi, beve il suo latte a colazione in una tazza e non più in quell'odioso biberon!!! Potrebbe sembrare una sciocchezza ma non lo è affatto, fino a pochissimo tempo fa non ne aveva voluto sapere (eppure l'acqua dal bicchiere la beve già da tanto tempo, quindi non era un rifiuto motivato dal non riuscire a farlo).
Certo, ci impiega il triplo (se non il quadruplo) del tempo, devo starle ancora vicino e aiutarla ogni tanto perchè tende a muovere la tazza un pò troppo allegramente come era abituata a fare col biberon...però beve dalla tazza, "come i bimbi grandi"! O meglio ancora "come Peppa" (ndr: si, perchè è innamorata del cartone animato Peppa Pig e le è rimasta impressa una puntata in cui Peppa con la sua amica Zoe Zebra modella delle tazze da tè con la creta e giocano fingendo di bere!).

Passando al monello, invece, la novità più eclatante è che ha iniziato a frequentare la ludoteca! Te ne accennavo già l'altro giorno, ricordi?
La decisione di iscriverlo a dire il vero è arrivata un pò inaspettatamente, perchè io e mio marito non è che ne avessimo seriamente parlato fino a pochi giorni orsono. Però poi sai come succede, è come scattato qualcosa quando una persona mi ha ricordato la possibilità di portare il monello alla ludoteca gestita da un consorzio che si appoggia presso un locale della scuola dell'infanzia comunale (non però la stessa sede in cui va la monella, purtroppo! ce ne sono due e la ludoteca si trova presso l'altra...manco a dirlo!!). Ed ecco che ci siamo decisi, soprattutto per dare a lui, che di carattere è un pò solitario, la possibilità di frequentare suoi coetanei (e di sfrenarsi molto più liberamente che a casa!!!).
C'erano ancora dei posti liberi e così il monellino ha potuto iniziare subito ad andarci.
Naturalmente i primi tre giorni sono restata con lui e ci siamo trattenuti un'oretta, per farlo familiarizzare; poi ho provato per due giorni a lasciarlo da solo per un tre quarti d'ora e poi per un'ora e mezza, entrambe le volte con successo perchè lui non ha pianto ed è stato tranquillo; poi questa settimana qui in corso l'ho lasciato praticamente per l'intera mattina (dalle 9 circa alle 12 circa) e tutto è andato bene.
O meglio...è andato bene perchè lui non ha fatto capricci non vedendomi, ma certo è che le educatrici hanno avuto modo di conoscerlo per quello che è: e cioè un piccolo terremoto vivente! Infatti, il delizioso pargolo ha (in ordine sparso): 
  • mangiato del sughero (è lungo spiegarti dove l'ha trovato);
  • costretto le educatrici a far sparire le tre sedie "da grandi" presenti nell'aula perchè ci saliva sopra in piedi di continuo e da lì passava agilmente sulla scrivania (sempre dritto in piedi);
  • rovesciato l'acqua della bottiglietta di un altro bambino facendosi una mezza doccia;
  • mangiato un pezzo di uno dei cartelloni colorati e con i disegni che addobbano le pareti;
  • fatto equlibrismi vari sull'altalena;
  • ecc.
Al che le suddette educatrici hanno ufficialmente deliberato che mio figlio è onnivoro e che da grande farà l'acrobata del Cirque du Soleil. Però lo adorano!
:-) 


NOTA: CON QUESTO POST PARTECIPO AL POSTorming DI OTTOBRE DI HOMEMADEMAMMA

lunedì 1 ottobre 2012

Parte la nuova avventura su Blogger!

Cara Lilli,
c'è una grande novità: da oggi comincerò a far migrare il mio "vecchio" blog qui su Blogger.
Ci pensavo da un pò di tempo e vari sono i motivi che mi hanno spinto a questa decisione, tra cui uno importante (sottolineatomi giustamente dalla cara ) è la possibilità di essere captcha-free, ossia di eliminare le parole di verifica (captcha) che invece su Myblog non potevo eliminare. Ma anche perchè mi sembra una piattaforma più versatile e tra l'altro la maggioranza dei miei amici blogger sono ".blogspot.it" :-)
Da adesso quindi sarà questa la “sede” da cui partiranno le mie lettere a te indirizzate, mentre man mano inserirò a ritroso qui i miei vecchi post (TUTTI....e si tratta di due anni e più di vita da blogger!!!) anche se temo proprio che i commenti siano impossibili da importare e allora chi vorrà leggerseli potrà andare a vederli nel blog originario (diciamo così).
Quindi chi capitasse da queste parti senza conoscermi troverà prima di questo post via via indietro nel tempo tutti i post precedentemente pubblicati su Myblog.
Ok, effettuata la comunicazione ti saluto e mi metto al lavoro, sperando di farcela in breve tempo (ma ho i miei dubbi, con i due monelli che mi bazzicano intorno!) e soprattutto di farcela bene.
Passo e chiudo :-)