Cara Lilli,
stamattina aprendo gli occhi il mio pensiero è subito volato verso la persona che più vorrei fosse presente in questo momento difficile che la mia famiglia in senso ampio (cugini, zii, nipoti) sta vivendo dal giorno della domenica delle Palme.
Se la mia mamma fosse qui sono certa che sarebbe come sempre un punto di riferimento non solo per me e mio fratello, suoi figli, ma per tutti.
Lei aveva il dono di saper accogliere, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente; di saper ascoltare, comprendere, consolare, redarguire anche se occorreva, ma poi sempre spronare e sostenere.
Questo senza nulla togliere al fatto che avesse i suoi difetti, come ognuno li ha. E che ha commesso i suoi errori, naturalmente. Ma ha vissuto in modo pieno, generoso, proiettata verso gli altri: è stata figlia, sorella, mamma, zia, amica, insegnante.
Ma è stata innanzitutto una donna. Una donna che ha avuto la fortuna di trovare un uomo che l'ha amata profondamente e che lei ha a sua volta amato allo stesso modo.
Una storia un pò complessa e lunga la loro: con mio padre si sono conosciuti al liceo, ma è solo dopo anni di bellissima amicizia, vicissitudini varie che li hanno visti lontani, fidanzati con altre persone e intanto confidenti l'uno dell'altra, poi liberi da legàmi e di nuovo vicini ancora per un pò come amici, che sono arrivati a scegliere di costruire una vita insieme. Hanno sfiorato di poco le nozze d'oro, poi. Ma sono certa che le avranno festeggiate in Cielo.
La dichiarazione d'amore del mio papà, nel lontano 16 febbraio del 1959, è una delle più belle e particolari che io abbia mai sentito ed è impressa in un racconto che lui stesso scrisse e che in verità già in passato ho riportato, Lilli, ma che desidero riproporre anche quest'oggi, che sono giusto 7 anni da quando mamma è venuta a mancare, 17 mesi dopo papà.
Spero possa far emozionare chi vorrà soffermarsi un momento a leggerlo, così come ogni volta fa emozionare me...
<< Proposi una passeggiata a via Caracciolo; era
inondata di sole, sembrava che cantasse. Ai bordi della villa una delle
panchine aspettava noi. Ci sedemmo.
Di cosa avessimo parlato fino ad allora non
lo so. Non mi ero fatto nessun piano particolare, anzi ero disteso e tranquillo
perché sapevo che glielo avrei detto e basta, anche se avessimo conversato di
astronautica. Non era quello il
problema. Semmai, bisognava dirlo in modo che non turbasse l’incanto, questo
si, ma senza sdolcinature, nella maniera più naturale. Quale? Non lo sapevo e
non mi interessava saperlo. Arrivato il momento le parole mi sarebbero venute
acconcie e semplici, ne ero convinto.
Neanche ricordo,
infatti, come fu che prendemmo a parlare del futuro, se fu lei o fui io ad
iniziare. Evidentemente fummo tutti e due, perché era arrivato il tempo (per
lei inconscio e per me atteso) di comprenderci l’un l’altro.
Cercava di intravedere
nel suo avvenire, analizzava le esperienze passate facendo previsioni per il
futuro, guardandosi dentro e confrontandosi col mondo e la sua realtà.
Diceva: “Mi sento di dover
vivere intensamente, ma non solo per me. Il passato mi mostra, però, che non
troverò facilmente la giusta collocazione. Forse potrei realizzarmi come moglie
ma forse potrei farlo mettendomi al servizio degli altri. Sai, esistono forme
di vocazione laica che ti permettono di dedicarti al prossimo nel tuo stato,
nella tua professione, restando nel mondo, soffrendo nel mondo, ma vivendo per
il prossimo. A volte mi chiedo se per caso non sia questa la mia strada. Non lo
so. Ho grande incertezza in me e non vedo chiaro nel mio futuro. Tante energie
da profondere ma non so ancora in quale direzione potrò e dovrò esplicarle. Ho
davanti due vie: il matrimonio e l’altra. Ma sono ancora ambedue buie.
Bisognerà vedere quale di esse si illuminerà. Perciò adesso non so se mai mi
sposerò.”
Fu allora che mi si
concretizzò l’attimo atteso da tanto tempo, senza che l’avessi programmato;
perciò mi affiorò con tono naturale e quasi distaccato (come una certezza
ovvia) la frase che mi era partita dal cuore tumultuante:
“Io invece ho deciso di
sposarmi e di sposare te.”
Un attimo dopo mi sentii
placato anche dentro, mentre vedevo sul viso di lei passare prima una rapida
contrazione di sorpresa poi il rossore che accompagnò un’espressione di affetto
e di dolore, come chi ha ricevuto un colpo senza preavviso, senza alcuna possibilità
di attutirlo. Non seppe e non potè parlare. Mi guardava scossa ma non ferita,
lusingata ma addolorata, come cercando aiuto per reagire in qualche modo alla
situazione.
Bellissimo era il sole
che risplendeva sul mare e bellissimo era il volto di lei, sconvolto
dall’emozione…>>