AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

sabato 29 settembre 2018

Ceci in padella

Cara Lilli,

è proprio vero che i gusti possono cambiare e anche molto nel corso della vita. I gusti in genere, ma in questo caso io intendo i gusti alimentari.

Io, ad esempio, fino a una quindicina di anni fa diciamo non mangiavo mai i ceci, mi disgustavano quasi. E invece poi ho iniziato ad assaggiarli più spesso e man mano mi sono piaciuti :)

Anche ai miei monelli piacciono, ma solo lessi e passati. Mio marito invece non li gradisce.

Questa ricettina veloce veloce che ti propongo stasera l'ho messa in opera solo per me, quindi. E mi è piaciuta molto, è bella saporita!

Ho adoperato i ceci in scatola, già cotti. E questo ha velocizzato ancor di più la faccenda  ;)

Dandoti la dose doppia rispetto a quella che ho usato per me da sola, direi che...

per 2 persone occorrono:

- ceci lessi gr. 300/350

- mezza cipolla (o una intera se piccolina)

- pane 2 fette

- olio extravergine

- sale

- origano

Semplicemente, ho messo in una padella un filo d'olio e la cipolla tagliata finemente. 

Ho tagliato a dadini il pane e l'ho aggiunto in padella a rosolare con la cipolla.

Dopo un paio di minuti ho versato anche i ceci ben sgocciolati, ho salato e fatto saltare il tutto per altri pochi minuti ancora.

A fuoco spento ho terminato con un pizzico di origano... et voilà, pronto in tavola!


 Buon appetito, Lilli!

venerdì 21 settembre 2018

"Per ogni su c'è sempre un giù, per ogni men c'è sempre un più" (BIS)

Cara Lilli,

ieri è stata una di quelle giornate che racchiudono in sè una valenza doppia. Una giornata ambivalente, come quando guardi le due faccie di una stessa medaglia.

C'è stato un incontro a scuola (un Istituto Comprensivo che va dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di primo grado) come ad ogni inizio di anno, aperto ai docenti di sostegno (ma volendo anche a quelli non di sostegno) e alle famiglie coinvolte per fare il punto della situazione. 

Quindi si parla di alunni con disabilità e poi vengono comprese nella discussione anche le problematiche legate ai DSA (Disturbi Specifichi dell'Apprendimento) e ai BES (Bisogni Educativi Speciali).

Ebbene, immagina me che vado lì per cercare di avere qualche risposta sulla mancanza a tutt'oggi dell'insegnate di sostegno per la monella e per altri alunni che pure sono ancora scoperti. E poi immagina la desolazione quando ciò che dice la Dirigente Scolastica fa capire che la cosa è ben seria e che ancora non si sa quando si sistemerà.

Desolazione, rabbia e incredulità. 

Le graduatorie provinciali per il sostegno (per la secondaria di primo grado) sono esaurite. Ecco qua.

Ora c'è tutto un meccanismo che non saprei spiegarti bene per reperire questi benedetti insegnanti che mancano, tra MDA (messe a disposizione), graduatorie intrecciate, docenti con titolo e in ultima analisi anche senza titolo. E forse tra qualche settimana se ne dovrebbe venire a capo.

Intanto, i giorni di scuola trascorrono uno dopo l'altro e noi stiamo all'erta perchè temiamo che qualcosa possa andare storto e che la monella resti troppo indietro rispetto alla classe o comunque al programma che potrebbe e dovrebbe svolgere lei, pur se riadattato. 

Però.

C'è un però. Perchè dopo l'arrabbiatura e la preoccupazione sopraggiunti dopo aver partecipato a questo incontro, ecco che mi alzo, mi giro per andarmene e LO vedo.

Un ragazzo, o poco più. 

Quello stesso giovane professore di italiano che ci ha accolto in classe il primissimo giorno di scuola della monella. Quello che io ed altri genitori avevamo scambiato per il fratello maggiore di qualche alunno.

Uno dei pochissimi docenti non di sostegno che hanno sentito il bisogno di partecipare a quell'incontro, perchè in una delle sue classi c'è un'alunna con disturbo dello spettro autistico (chi mai sarà? ;) ) e lui si sente coinvolto in questa situazione.

Sembra un fatto normale, dovrebbe essere così sempre. Eppure: dov'erano gli altri docenti della classe della monella? Lui c'era.

Mi ha sorriso, mi ha salutato, si è fermato con me a parlare e per prima cosa ha voluto sapere cosa dice la monella di lui a casa, perchè ci tiene a che lei lo veda positivamente. E la monella lo adora già, posso assicurartelo! 

Mi ha detto che è rimasto molto colpito dall'attenzione che lei mostra durante le lezioni, da come partecipa e che spesso lei stessa gli chiede spontaneamente di leggere ad alta voce per tutta la classe.

E ha aggiunto che lui vuole fare in modo che la monella così come tutti i suoi alunni oltre a studiare e imparare, ovviamente, siano contenti di andare a scuola e che ha scelto la strada dell'insegnamento proprio perchè da bambino e ragazzo ha vissuto esperienze scolastiche negative e ora non vuole che altri ragazzini vivano il suo stesso disagio.

Insomma, Lilli, è davvero come ti scrissi anni fa (qui): nella vita << per ogni su c'è sempre un giù, per ogni men c'è sempre un più >> come cantava il buon vecchio mago Merlino al giovane Semola. Questo è e deve essere sempre il mio mantra.

E ieri quel professore alle prime armi, pieno di entusiasmo e di desiderio di fare bene il suo lavoro, è stato esattamente "il più dopo il men" di quel pomeriggio altrimenti segnato dall'amarezza e dalla delusione per la situazione in cui versa la scuola italiana.






venerdì 14 settembre 2018

Venerdì del libro (275°): LA SCIARPA RICAMATA

Cara Lilli,

torno dopo una lunga pausa a scrivere di libri, aderendo all'iniziativa di HomeMadeMamma, e lo faccio proponendoti un romanzo che ho scoperto proprio grazie a Paola alias HomeMademamma, che ne ha parlato qui: LA SCIARPA RICAMATA, di Susan Meissner.

Quello che mi è piaciuto di questo libro è l'essere ben costruito, non pesante, con una venatura di rosa, ma anche delicato, intimo, con personaggi che vengono man mano studiati e compresi nel profondo dei loro pensieri e sentimenti.

La storia, in realtà, sono due storie. Perchè le protagoniste sono Clara e Taryn, che vivono a New York a cento anni di distanza, nel 1911 l'una e nel 2011 l'altra. Entrambe segnate da un evento tragico che ha cambiato le loro esistenze.

Cosa lega queste due storie? Una sciarpa. Una bellissima sciarpa ricamata che entrambe, a cento anni di distanza, per uno strano gioco del destino si sono ritrovate tra le mani.

Lo svolgersi dei fatti, con l'alternanza tra le due narrazioni, è molto ben gestito dall'autrice e non ho trovato difficoltà a seguire il filo conduttore.

Mi aspettavo inizialmente un romanzo un pò banale, devo confessarlo. Invece come ho accennato prima, la delicatezza e la gradualità con cui il lettore viene portato a conoscenza del passato di Clara e Taryn e delle loro emozioni, delle loro paure e dei loro desideri hanno fatto sì che la lettura sia stata davvero piacevole e appassionante!

Non racconto nulla nello specifico perchè è bello scoprire tutto leggendolo, questo romanzo.

 


 
I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI
 

mercoledì 12 settembre 2018

Scuola che inizia: emozioni e amarezza

Cara Lilli,

oggi è stato uno di quei giorni che si ricordano nel tempo. Che si ricordano per sempre, direi. 

E io oggi avrei voluto raccontarti solo quanta emozione c'era già in casa, appena svegli, perchè se è vero che il monellino stava per continuare il percorso iniziato due anni fa, con la stessa classe e le stesse maestre molto amate,  c'era la monella che da bambina grande e piccola qual è stava per iniziare un nuovo percorso, quello della scuola secondaria di primo grado (la cara vecchia scuola media).

Avrei voluto raccontarti di quanto erano belli e monelli tutti e due mentre cercavo di scattare loro qualche foto che fosse decente prima di uscire di casa.

E di quanto era emozionata, ma senza farsi prendere dal panico, la monella quando ha varcato la soglia della nuova scuola, seguita da me perchè è stato concesso ai genitori presenti di accompagnare fino in aula  gli alunni delle classi prime e di restare qualche minuto con loro mentrre prendevano posto nei banchi.

Della foto finalmente decente che le ho scattato, lì seduta al primo banco di fronte alla cattedra, con un aria un pò assorta, a metà tra il serio e il sorridente.

Del momento simpatico e un pò spiazzante in cui il giovanissimo professore di lettere, che accoglieva in aula i ragazzi e che qualcuno dei genitori (tra cui io, lo confesso!) aveva scambiato per il fratello maggiore di uno degli alunni, ha detto che forse era più emozionato lui degli alunni stessi essendo questo qui il suo primo giorno da insegnante.

Di come mio marito mi ha raccontato che più o meno nello stesso momento, a non molta distanza, nel plesso della scuola primaria, il monello scalpitava per entrare mentre invece bisognava aspettare perchè stavano preparando l'accoglienza dei piccoli alunni delle prime e di come poi alla fine hanno fatto passare avanti quelli delle altre classi se no si faceva un caos esagerato lì fuori all'entrata principale.

E te l'ho raccontanto, Lilli. Ed è stato bello davvero viverlo dal vivo.

Avrei voluto evitare di raccontarti invece la solita (o quasi, giacchè c'è stata l'eccezione di quando la monella andò in prima elementare e tutto filò liscio) storia di inefficienza del sistema scolastico italiano.

Perchè la scuola è iniziata e non uno ma ben tre insegnanti di sostegno per la scuola secondaria di primo grado ancora devono essere nominati. 

Ragion per cui la monella e altri due alunni dell'istituto con difficoltà di vario genere aventi diritto al sostegno scolatico si ritrovano senza.

La scuola ha fatto le dovute richieste non certo ora, ma mesi fa. Eppure gli insegnanti non ci sono. Ci saranno entro qualche giorno, dicono.

Com'è possibile che proprio chi ha maggior bisogno di aiuto venga lasciato senza e per di più proprio nei giorni iniziali, quelli di ambientamento, così delicati?

Storia vecchia, Lilli, e tu ne ne sai qualcosa (qui e qui). Eppure ogni volta mi lascia senza parole, perchè è vergognoso.

Che poi fortunatamente la monella non sia ingestibile e che abbia già delle discrete competenze acquisite e possa quindi iniziare a fare comunque delle cose in classe anche seguendo gli insegnati curricolari e che sia felice di andare a scuola, è un altro discorso. Discorso che non giustifica nè minimizza questa mancanza dell'istituzione scolastica.

Perdona lo sfogo, Lilli. In un giorno così emozionante non ci voleva ma la realtà è questa e non mi va di non dirla apertamente.

Ma nonostante tutto i miei monelli erano proprio belli oggi. Te l'ho già detto?

Belli e monelli, amori della mamma. 

Buon anno scolastico... forza!!!

sabato 8 settembre 2018

Torta allo yogurt gusto stracciatella, vanigliata e variegata alla crema di nocciole

Cara Lilli,

devi sapere che ieri ho preparato un delizioso dolce di quelli che piacciono a me, a noi in famiglia e cioè semplici, soffici e profumati. 

E l'ho fatto per me, proprio. Giacchè era il mio 45° compleanno e sono stati a cena a casa mia mio fratello e famiglia, i miei cognati con prole e mia suocera.

Un piccolo festeggiamento a base di pizze, crocchè di patate, patatine fritte e arachidi da sgusciare... e poi, dulcis in fundo (è proprio il caso di dirlo!), la torta di cui sopra.

Anche se in passato ho postato già ricette simili a questa, voglio scrivertela lo stesso perchè in ognuna c'è sempre una piccola variante. Io mixo e provo a seconda degli ingredienti che ho in casa e allo sfizio del momento.

Stavolta è venuta fuori una squisita torta allo yogurt al gusto stracciatella, con essenza di vaniglia e il tocco finale della crema di nocciole (io uso la Novi, perchè ha il 45% di nocciole ed è senza grassi aggiunti) che ha incontrato il gusto di tutti i presenti ed è finita in men che non si dica!

- 375 gr di farina 00
- 200 gr di zucchero
- 100 gr di burro
- 3 uova
- 2 vasetti da 125 gr di yogurt al gusto stracciatella
- 1 bustina di lievito per dolci
- 3 cucchiaini di essenza di vaniglia in tubetto
- 100 gr di crema alle nocciole
- granella di zucchero (facoltativa)


Solito procedimento: frullare le uova con lo zucchero fino a farle diventare spumose (io uso sempre lo sbattitore elettrico).

Incorporare il burro ammorbidito a temperatura ambiente, poi unire lo yogurt, mescolando piano per non smontare troppo il composto.

Aggiungere la farina, il lievito e i 3 cucchiaini di essenza di vaniglia.

Imburrare e infarinare uno stampo (io ho usato quello da 24 cm) e versarvi l'impasto.

A questo punto spargere con un cucchiaio qua e là la crema alle nocciole e poi dare una leggera mescolata in superficie, creando l'effetto variegato.

Aggiungere una bella manciata di granella di zucchero, se piace.

Infornare a 180° per 40 minuti circa, controllando con lo stuzzicadenti che l’interno del dolce sia asciutto.

Ed eccola qui la mia torta...

SEMBRA GLASSATA IN SUPERFICIE,VERO?


UNA FETTA

Buon appetito, Lilli... e tanti auguri a me :-)