Cara Lilli,
cercherò se riesco di non far passare un altro mese prima di partecipare nuovamente all'iniziativa di HomeMadeMamma, perchè fin dagli esordi del mio blog è stata un appuntamento importante e bello e vorrei portarlo avanti con più costanza, come facevo i primi anni.
Ciò premesso, passo a parlarti di un romanzo letto poche settimane fa: LA RAGAZZA NELLA NEBBIA, di Donato Carrisi.
Quando un libro è molto pubblicizzato ed acclamato, ci fanno un film con un cast iportante e così via, mi capita di restare delusa dalla lettura. Mi capita anche spesso purtroppo. E infatti questo thriller di Carrisi, di cui peraltro non avevo finora mai letto nulla, mi ha in parte deluso.
Il fatto è che ho apprezzato la scrittura, l'ambientazione, anche il ritmo un pò lento e in controtendenza rispetto ai thriller più classici. Ma non ho apprezzato per nulla come l'autore ha creato il colpo di scena della scoperta del colpevole. Ha un pò giocato sporco, per dirla in termini poco tecnici ma efficaci.
Non è la conclusione in sè per sè ad essere secondo me poco credibile, ma bensì, come dicevo, il modo in cui Carrisi ha condotto la narrazione fino al punto cruciale.
Mi rendo conto che se spiegassi meglio cosa intendo farei uno spoiler e non è mia intenzione perchè se no toglierei il gusto di leggere a chi vuol farsi un'idea personale su questo romanzo.
Se poi c'è invece chi come me ha già letto il libro e vuol dire la sua opinione, può farlo nei commenti a questo post e magari a chi me lo chiede, in sede di risposta ai commenti, io mi prenderò la libertà di essere più specifica e chiara... facciamo così? OK! :)
Ecco, comunque, la sinossi:
La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l'indagine grazie all'attenzione e alle pressioni del "pubblico a casa". Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua "firma". Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, per far sì che un crimine riceva ciò che gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un'audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell'incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?
I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI