Cara Lilli,
scrivo questo post perchè so già che in questi giorni sono già stata e continuerò ad essere poco presente qui sul blog e anche sui blog amici perchè, in particolare da ieri, mi sono trasformata in un essere mitolgico: metà donna e metà telefono.
Perchè ieri proprio tra telefonate e messaggi ho passato praticamente la giornata a parlare e scrivere. E finchè lo avessi fatto per cose simpatiche e per piacere alla fine ben venga, no? Ma quando ti si fanno le orecchie rosse e ti si intrecciano le dita sui tastini dello smartphone e arrivi a fine giornata con un mal di testa tremendo per cose che non dipendono da te ma che si ripercuotono su di te e sui tuoi figli pesantemente allora è un altro discorso.
Perchè la storia del Centro di riabilitazione neuromotoria dove i miei monelli fanno le loro terapie da tempo immemore (dal 2009 la monella, dal 2013 il monello) non è affatto conclusa. Anzi.
Una volta tolti i sigilli che avevano bloccato le attività regolari per due giorni sembrò che si potesse riprendere a lavorare con regolarità e che ci fossero prospettive di un miglioramento . Ma durante tutta l'estate poi le cose sono rimaste in stallo in realtà e poi da settembre ad oggi sono peggiorate.
Ora siamo di nuovo ai ferri corti: i terapisti, dopo un contentino di 4 stipendi arretrati liquidati, si ritrovano ancora con gli altri arretrati da avere e continuano a non percepire neppure quelli attuali, per cui lavorano per la gloria, diciamo, e minacciano (comprensibilmente) di astenersi o comunque di ridurre notevolmente le ore di presenza; i pazienti (molti dei quali sono bambini e ragazzini) e i loro familiari si vedono ridurre le ore di terapia e non sanno se da un momento all'altro questo benedetto Centro chiuderà o meno, se ci sarà la possibilità di avere una valida alternativa e quindi di essere smistati dall'ASL in altre strutture (sì... ma quali poi? ricordiamoci che siamo in una zona interna del Sud Italia eh, non è che proliferino centri convenzionati per queste terapie) o se si dovrà fare un debito per pagare terapie privatamente.
D'accordo, dire debito forse può essere un'esagerazione. Ma anche no. Perchè chi ha problemi risolvibili in uno, due, tre cicli di terapie psicomotorie e logopediche o di fisioterapia o anche in un pò in più ma comunque per un periodo limitato, forse può pure fare il sacrificio. E comunque non è detto che ci siano disponibilità economiche in una famiglia anche solo per pochi cicli semestrali.
Ma pensa tu poi a chi ha la prospettiva di anni di terapie da far fare ai propri figli, tipo me e mio marito ad esempio. Noi a dire il vero possiamo dire che almeno per la monella abbiamo fatto già un buon percorso e lei è già grandina e le terapie di supporto anche pe ril futuro forse potrebbero ridursi man mano, si spera. Ma abbiamo comunque il monellino che non ha ancora 8 anni e che al di là dell'età anagrafico poi è più indietro proprio come percorso, pur avendo fatto dei bei passi avanti nell'ultimo anno soprattutto.
E al Centro io ho a che fare con tante famiglie che hanno figli con patologie anche più serie o che hanno iniziato solo da poco il percorso riabilitativo e dunque hanno davanti a sè lunghi anni di cammino e lavoro da fare. E i soldi non crescono sugli alberi, purtroppo.
Dunque?
Telefonate, messaggi e quant'altro tra terapisti e genitori (io ho anche fatto da tramite su più fronti e perciò ieri tra un pò mi esplodeva il cellulare) per organizzare non uno, ma due differenti incontri aperti al pubblico per discutere della situazione critica. Incontri che ci saranno uno domani pomeriggio e uno sabato mattina. E per diffondere le notizie e sensibilizzare quante più persone.
Con difficoltà a mettere purtroppo d'accordo due differenti correnti di pensiero e di azione, il che rende molto più complicato il tutto. Come se già non lo fosse abbastanza.
Che poi noi familiari dei pazienti e pazienti stessi (quando si tratta di persone adulte) possiamo più che altro fare numero, manifestare, protestare, portare il nostro appoggio, ma mica tanto di più.
Tutto è in mano ai commissari straordinari e all'autorità giudiziaria, con tanto di accuse formali ormai (falsa
fatturazione; abuso di ufficio;
truffa per l’ottenimento di fondi pubblici; associazione a delinquere
finalizzata al riciclaggio e all’evasione delle imposte), processi da fare, fondi bloccati.
E questo post purtroppo è solo uno sfogo. Ma almeno tu , Lilli, e chi mi segue saprete che in questi giorni sono un pò con la testa altrove. Purtroppo.
Ma non si molla. Cerchiamo di fare quello che è in nostro potere. E incrociamo le dita.