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venerdì 8 novembre 2019

Cara R.

Cara Lilli, 

per una volta permettimi di scrivere una lettera diversa dal solito...

"Cara R.,

oggi è stata la prima volta che di venerdì siamo venuti al centro di riabilitazione alle 15 e, mentre il monello faceva regolarmente la sua ora di psicomotricità, la monella è rimasta in sala d'attesa con me. 

E' la prima volta che è successo non perchè tu fossi in malattia o assente per un permesso di altro genere, nè per un cambio di orario.

Tu eri lì, al centro. Ma la monella non ha fatto terapia con te perchè tu da oggi, ufficialmente, non sei più una sua terapista. 

Dopo quasi 9 anni e mezzo, non sei più una sua terapista.

E' arrivato quel giorno. Quel giorno che già da un paio di anni era presente nei nostri discorsi, velatamente prima, poi più concretamente man mano. Il giorno in cui la monella ha concluso il suo percorso con te. 

Con te, che l'hai vista piccina a 2 anni e 10 mesi, che hai visto le sue guanciotte paffute e i suoi grandi occhi quando erano azzurri, prima che poi pian piano cambiassero in grigio-verdi. Che hai compreso i suoi sguardi, i suoi gesti, il suo lamento di sottofondo che accompagnava il dondolio tipico di quasi tutti i bambini con un disturbo dello spettro autistico, il solo suono che lei era capace di articolare allora.

Con te, che hai gestito e sopportato le sue urla, i pianti dirotti, che l'hai vista gettarsi a terra e dibattersi disperata, che dovevi chiudere a chiave la porta della stanza per evitare che qualcuno entrasse perchè se mai per qualche motivo ciò accadeva lei andava in agitazione così tanto da non essere più capace di riprendere la terapia.

Con te, che hai seguito la sua crescita, l'inizio della scuola dell'infanzia, poi il passaggio alle elementari, poi ancora alle medie. Che ci sei stata ad ogni passo, ad ogni difficoltà, ad ogni successo.

Con te, che hai ascoltato le sue prime parole, quando aveva 4 anni e mezzo ed è uscita da un mutismo che sembrava inscalfibile, che l'hai spronata e applaudita mentre finalmente toglieva il pannolino, a 5 anni compiuti, che l'hai guardata iniziare a leggere e scrivere, prima solo in stampatello, fino ai 9 anni, poi anche in corsivo, un'altra conquista contro la sua grande difficoltà nella motricità fine.

Con te, che tante volte in questi anni sei uscita dalla stanza con lei, a fine ora, e mi hai detto "Siamo in guerra!", perchè era iniziato un periodo in cui dovevi riuscire a farle raggiungere un obiettivo e sapevi di dover lottare per ottenere qualcosa, con le giuste strategie in terapia. E che poi, puntualmente, dopo un certo periodo di tempo, sei uscita e sorridendo mi hai detto "Siamo in tregua adesso!", perchè una battaglia era vinta ma già sapevi che ce ne sarebbero state altre da fare per raggiungere altri obiettivi.

E sì che ce ne sono stati di obiettivi raggiunti! 

Con te, che sei sempre stata disponibile, non solo al centro in orario di terapia, ma anche fuori, al telefono, via messaggi o a voce proprio. Di giorno e di sera, di sabato e di domenica. Che hai sempre parlato chiaro con me, che mi hai reso partecipe di ogni passaggio, che ti sei sempre voluta confrontare, che mi hai sostenuto nei momenti delicati e hai gioito insieme a me in quelli più belli.

Con te, che mi hai sempre espresso la tua stima, che mi hai chiesto a tua volta sostegno quando ci sono state da fare battaglie sindacali per la sopravvivenza del centro di riabilitazione , sostegno che io ti ho sempre dato di slancio, stando al tuo fianco nelle manifestazioni, negli scioperi, cercando di mediare tra diversi gruppi all'interno stesso del centro.

Con te, che per la monella sei stata un punto di riferimento, una certezza incrollabile. Che sei stata e che sarai. Perchè lei, la monella, ha voluto che metteste per iscritto il vostro "patto" di amicizia, con l'impegno a continuare a vedervi sia al centro stesso quando verremo per le altre sue terapie, che continueranno, e per le terapie del monello, sia al di fuori e di sentirvi al telefono e messaggiarvi. Un patto con tanto di data e firme di entrambe voi in calce.  

Con te, a cui anche io ho dedicato un pensiero il giorno dell'ultima terapia, mercoledì scorso, sempre con data e firma in calce, perchè ha detto la monella che "Anche la mamma ti vuole bene e perciò deve scriverlo!".

Con te, che sei stata così preziosa per la monella, per me, per la nostra famiglia tutta.

E pensare che la prima volta che ti ho visto, nell'inverno 2009/2010, mentre la monella faceva il suo primissimo semestre di psicomotricità con un'altra terapista, ebbi l'impressione di una donna molto distaccata, dai modi un po' bruschi, poco sorridente e poco empatica. E mentre ti guardavo accompagnare un tuo piccolo paziente dalla sua mamma mi dissi "Meno male che non è lei la terapista della mia monella!".

Invece poi lo sei diventata, come un fulmine a ciel sereno, a giugno del 2010 per motivi di organizzazione interna del centro. E lo sei rimasta fino a ieri.

Incontrarti è stata la nostra grande, immensa fortuna!

Perchè man mano ti sei rivelata per come sei veramente: professionale, preparatissima, determinata, comunicativa, propositiva, intelligente, sensibile. Hai svelato una tenerezza insospettabile che, unita alla fermezza, ha fatto sì che il tuo rapporto con la monella diventasse saldo, profondo, speciale.

Hai ammesso, con gli occhi lucidi, che anche per te questo è un distacco difficile. Perchè tutti i tuoi bambini sono speciali, tu lo hai sempre detto. Ma lei è la tua monella. E non c'è altro da aggiungere.

Grazie di tutto, R. carissima. 

GRAZIE DI CUORE."