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venerdì 31 gennaio 2014

La malatona

Cara Lilli,

hai presente il post di ieri, quello in cui ti descrivevo la tenera immagine di me piccina, malatina, al calduccio nel mio lettino, con il doppio cuscino, qualche giochino, arance e ginevrini a portata di mano e coccole a volontà? 

Perfetto. Rimuovila. L'immagine, intendo.

Rimuovila e sostituiscila con quella molto meno tenera di me grande e grossa, a 40 anni suonati, malatona, che vago per la casa cercando di sfuggire al monello che (beato lui!) sta un pò meglio e mi ha preso per un materasso su cui rimbalzare e la monella che è stata colta da un'improvviso amore per l'arte pittorica e vuole che l'aiuti a disegnare tutti i suoi compagni di scuola (sono 22...).

Adesso ho un attimo di pace perchè il monello (untore che non è altro) è crollato a dormire sul divano, lasciandomi dolorante e febbricitante. 

Ho 37,8....non un febbrone da cavallo, lo riconosco, ma in compenso ho un mal di testa che se non accenna a diminuire potrebbe entrare di diritto nell'albo dei guinnes dei primati. Idem per i dolori alle ossa. Quindi passo e chiudo, anche perchè il solo digitare sulla tastiera mi distrugge le falangi e il suono dei tasti mi è insopportabile (tanto per rendere l'idea di come sto).

Colpita e affondata.


PS: ok, forse ho un pò esagerato con l'entità dei dolori, ma ti giuro che mi sento proprio una pezza da piedi...spero di riuscire a riposare un pò mentre il monello dorme. Mio marito rientrerà non prima delle 20:40/20:45. Fai tu il conto alla rovescia e soffri insieme a me, per solidarietà.

PS 2: il consueto post del "venerdì del libro" stavolta salta, perchè so che scriverei una ciofeca di recensione, mi sento proprio maluccio. Però tu vai a vedere QUI i suggerimenti di oggi delle altre partecipanti all'iniziativa di HomeMadeMamma.

giovedì 30 gennaio 2014

Il malatino

Cara Lilli,

da ieri il monello di casa ha la febbre. Un bel febbrone direi, visto che ieri pomeriggio il termometro segnava 39,2! Oggi va un pò meglio, poco fa aveva 38,2 però temo salirà nel pomeriggio.

All'asilo in questi giorni mancano parecchi bimbi per questo motivo, quindi era ben facile che anche il mio si ammalasse. Si sa come funziona, no?

Vedere però come reagisce il mio monello al suo essere malato mi ha fatto pensare. E ricordare.

Ci sono stati giorni in un tempo passato in cui ero io la piccola di casa ad avere il febbrone. Me ne stavo buona buona nel lettino, almeno quando la temperatura era alta (ma anche no!) e mi godevo le cure e le coccole della mia mamma: il doppio cuscino per stare comod; una bambola o un libretto a portata di mano; la TV piccola, in bianco e nero, che veniva trasferita dal soggiorno in camera mia e poggiata sul cassettone per consertirmi di guardare qualche cartone animato se mi andava e se non avevo troppo mal di testa. 

E sul comodino c'era sempre una scorta di vitamina C: arance e mandarini non mancavano mai, insieme all'acqua e ai ginevrini (hai presente quelle pastiglie di zucchero tutte colorate?).

In contemporanea con questo ricordo mi è tornata in mente anche una filastrocca di Gianni Rodari davvero deliziosa (ma quale delle sue non lo è?) che rispecchia perfettamente l'immagine di me malatina:

IL MALATINO (Gianni Rodari)

Filastrocca del bimbo malato,
con il decotto, con il citrato,
con l'arancia sul comodino,
tagliata a spicchi in un piattino.
Per tutti i mali di testa e di pancia
sul comodino c'è sempre un'arancia,
tra un confetto ed un mentino
per consolare il malatino.
Viene il dottore, «Vediamo cos'è»,
e ti fa dire trentatré.
Poi di sera viene la sera,
viene la mamma leggera leggera,
e succhiando la sua menta
il malatino s'addormenta.

Che strano effetto fa il tempo che passa, eh? I ricordi, anche quelli non proprio piacevoli, come quelli appunto dei giorni di malattia, tendono a perdere la loro negatività per far emergere solo il lato tenero degli eventi, quello che ci fa piacere ricordare e di cui abbiamo nostalgia...noi piccini, la nostra mamma che ci coccola e ci accudisce, quel senso di sicurezza e di protezione che si sprigiona anche semplicemente dal suo essere presente... 

Bello. Bello. Bello.

Va senza dire che col mio monello non se ne parla neppure di stare a letto. A stento è stato steso sul divano quando il febbrone era alto, ma giusto perchè voleva dormire un pò. Poi subito oplà! in piedi a fare quasi come se niente fosse. Con i cosiddetti sette spiriti. Per la gioia di mamma e papà, specie la sera tardi...!!!

Che dire...non esistono più i malatini di una volta ;-)


lunedì 27 gennaio 2014

Per non dimenticare. MAI.


Immagine presa dal web


Ciò che mi fa inorridire, cara Lilli, al di là dell'atrocità dell'Olocausto, è che c'è chi ancora oggi sostiene che sia tutto un'invenzione, una truffa montata ad arte da ebrei, Alleati e comunisti.

Non ci sono parole.


Immagine presa dal web


domenica 26 gennaio 2014

Hamburger di tonno

Cara Lilli,

si sa che di domenica a pranzo si tende a mangiare più pesante, con pietanze elaborate, spesso perchè si hanno ospiti o perchè si è ospiti di qualcuno.

E la sera poi? Scarso appetito, voglia di cucinare magari poca... 

Una buona idea te la posso dare io: risolvi la cena con gli hamburger di tonno!

Io ne faccio in realtà due versioni: una più simile a quelli di carne, con l'uovo e la mollica di pane, ed una più leggera perchè invece dell'uovo prevede la patata lessa e ti voglio parlare proprio di questa qui.

Per 4 hamburger occorrono:

3-4 scatolette di tonno al naturale (dipende dall'appetito!)

2 patate medio-piccole

una buona manciata di pangrattato

sale 

pepe

olio evo (facoltativo)


Si lessano le patate (si fa più in fretta se si sbucciano e si tagliano a pezzi).

In una ciotola si mette il tonno ben sgocciolato e vi si uniscono le patate, il sale e il pepe. Si lavora il tutto con la forchetta, schiacciando ben bene, fino ad ottenere un composto omogeneo.

Si aggiunge allora il pangrattato, quanto basta per dare un pò più di consistenza e permettere così di dividere il composto ottenuto in 4 palline, che vanno poi appiattite per avere la classica forma degli hamburger.

A questo punto si cuocciono in padella con un filo di olio evo oppure su una piastra senza aggiungere olio se si desidera una pietanza più dietetica.

Restano morbidi all'interno, grazie alla presenza delle patate e sono proprio buoni!

Una bella insalatina mista o un altro contorno leggero...e la cena è servita ;-) 



 Buon appetito, Lilli!


venerdì 24 gennaio 2014

Venerdì del libro (161°): IL MIO PRIMO LIBRO DI HELLO KITTY

Cara Lilli,

è di nuovo venerdì e sono qui a parlarti di libri per aderire all'iniziativa di HomeMadeMamma: stavolta ti presento un libro cartonato che ha avuto in dono a Natale la mia monella, IL MIO PRIMO LIBRO DI HELLO KITTY, EdiBimbi.

Questo volumetto si presenta bene, con la copertina un pò sbrilluccicante nei toni rosa-lilla. E' anche piuttosto maneggevole (misure 15x19) e consta di 10 pagine cartonate, più un'ultima che corrisponde alla copertina di dietro.

Il sottotitolo è: "Leggi, impara e gioca con Hello Kitty". E' adatto per chi sta imparando a leggere da poco, come la mia monella, perchè è scritto in stampatello, più o meno grande a seconda delle pagine, ma ci sono anche coloratissime illustrazioni della famosa gattina e dei suoi amici.

Si parla di stagioni, numeri, scuola, mezzi di trasporto, musica, feste di compleanno, pic-nic.

E' consigliato dai 4 anni e secondo me va bene fino alla prima elementare al massimo, oltre risulterebbe eccessivamente semplice.


In questa immagine tratta dal web non si percepiscono i brillantini presenti sulla copertina

 Le proposte di questo venerdì su altri blog le trovi elencate QUI



Nota del 25 Gennaio 2014: Devo assolutamente dire un GRAZIE di cuore alla mia amica Ros che ha voluto parlare sul suo blog, Dovevo andare in terapia, del mio ebook "LA CHIAVE DI TUTTO", consigliandone la lettura. 
Sono molto felice che il racconto le sia piaciuto :-)

martedì 21 gennaio 2014

Emozioni: l'arte delle ombre

Cara Lilli,

grazie al blog di Gianna, Il bene in noi, ho avuto modo di vedere qualcosa che mi ha lasciato senza parole, incantata ed emozionata.

Si tratta di un video che mostra un gruppo di artisti che ha partecipato a "Britain's Got Talent 2013" presentando un numero che davvero merita di essere ammirato.

Ti prego di dedicare quindi meno di 4 minuti del tuo tempo per assaporare l'arte e la poesia di luci ed ombre in movimento...




Non è meraviglioso?

E una cosa così trovo che vada condivisa!

domenica 19 gennaio 2014

Il "più" dopo il "men"

Cara Lilli,

giovedì scorso è stata una giornata degna di nota. Bella? Brutta? Entrambe le cose. Anzi, nessuna delle due.

E' stata una giornata notevole, dicevo. Intrisa di emozioni.

Tutto è cominciato al mattino, con il monello che ha fatto la sua ora di psicomotricità dalle 9 alle 10 con la nuova terapista (che è la stessa che tratta la monella da tre anni e mezzo con ottimi risultati e che sono felicissima abbia preso il posto dell'altra che lo ha seguito nei mesi passati, di certo meno preparata ed incisiva).

La psicomotricista mi ha voluto fare un pò il punto della stuazione, dopo che lo ha osservato per alcune sedute. E non sono esattamente rose e fiori.

Lo sapevo, in realtà. Perchè non sono così stupida o cieca da non vedere che il monello ha con il passare del tempo evidenziato sempre più alcuni sintomi di un disturbo dello spettro autistico. Modi di essere e di fare che in parte sono comuni a quelli della monella, mentre in parte ne differiscono. Perchè, pur nell'ambito dello stesso tipo di disturbo, ci sono variabili che rendono unico ogni caso. 

Il carattere, ad esempio: il monello è cocciuto, prepotente, non ascolta nulla e niente lo tocca; la monella è per sua natura docile, ubbidiente, si mortifica se la rimproveri, ha sempre avuto un gran senso della dignità.

E poi lui ha un livello di iperattività elevatissimo (peggiorato dall'estate scorsa) che lei non ha mai raggiunto.

Inutile stare qui a dilungarmi: sono simili, ma diversi tra loro.

Il pensiero di fare anche per lui tutto l'iter diagnostico più approfondito (al di là quindi della semplice visita neuropsichiatrica e del test somministrato dallo psicologo) fatto anni fa per la monella mi pesa e quindi giovedì mattina sono venuta via dal centro di riabilitazione con la mente invasa da pensieri negativi, da rimorsi di ogni genere che fanno sempre capolino non appena abbasso un attimo la guardia...

Con questo stesso umore tendente decisamente al nero fumo, sono tornata al centro alle 14 per la logopedia della monella (per la serie: non ci facciamo mancare nulla, anche andare al centro due volte a distanza di poche ore nello stesso giorno, due giorni a settimana).

Appena entrata nell'atrio vedo la logopedista che mi fa subito cenno di avvicinarmi. Normalmente non sta lì ad attendermi all'ingresso, quindi ho pensato "Ecco: completiamo l'opera! Chissà che altra notizia negativa devo avere adesso..."

Invece... La terapista era insieme ad una giovane signora con un bambino di quasi 4 anni che ha appena cominciato le terapie riabilitative per un sospetto di autismo e che deve fare il famoso iter diagnostico di cui sopra. 

Mettendomi una mano sulla spalla mi ha presentato all'altra mamma dicendole: "Questa è la persona di cui ti ho parlato. E' a lei che devi far riferimento se hai dubbi o timori perchè lei ha fatto già molta esperienza con la sua prima bambina e ora sta proseguendo col secondo figlio. Ma soprattutto è umanamente, culturalmente e spiritualmente parlando la persona più adatta per aiutarti e sostenerti in questo percorso che devi affronare col tuo bambino."

Ti giuro: sono rimasta senza parole. Mi sono venute le lacrime agli occhi. 

Non è la prima attestazione di stima che questa terapista, che io stimo molto a mia volta, mi rivolge (vedi QUI), ma stavolta ha avuto un significato diverso, un valore in più perchè ha detto queste cose che pensa di me ad un'altra mamma che è preoccupata, intimorita da ciò che le si profila davanti.

E questo è stato davvero importante per me, Lilli. Non tanto per la gratificazione personale (che può anche starci, ovviamente) quanto perchè  significa che quello che ho vissuto fino ad oggi, le paure, le speranze, i pianti, le gioie, le sconfitte, i traguardi raggiunti, i sacrifici, TUTTO insomma...NON è andato perso. 

Quello che ho vissuto fino ad oggi non è stato vano, è servito a me e potrà servire a chi come me deve fare i conti con un disturbo che compromette la serenità e lo sviluppo dei propri figli.

E questa, inoltre, è stata l'ennesima conferma di quanto sia vero che "Per ogni su c'è sempre un giù, per ogni men c'è sempre un più", come cantava Mago Merlino ne La spada nella roccia, ricordi? (QUI e QUI)

Le parole della logopedista giovedì pomeriggio sono state per me il "più" dopo il "men" della mattina. 
 

Oramai questo ritornello è il mio mantra, c'è poco da fare :-)


venerdì 17 gennaio 2014

Venerdì del libro (160°): IL CALICE DELLA VITA

Cara Lilli,

per aderire anche questa settimana all'iniziativa di HomeMadeMamma ti parlo di un libro avuto in regalo per Natale da mio fratello e immediatamente letto negli ultimi giorni del 2013: IL CALICE DELLA VITA di Glenn Cooper.

Ti dirò subito che non mi ha convinto. Non mi ha convinto per più motivi e te li andrò brevemente a spiegare.

La storia è legata alla ricerca del Santo Graal, ossia il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena, oggetto avvolto nel mistero e divenuto una leggenda per i cristiani ma non solo. 

La cosa mi aveva intrigato molto inizialmente perchè mi piace questo tipo di temi.

Leggendo man mano il romanzo, invece, ho perso interesse perchè le vicende narrate mi sono parse alquanto banali. Salta all'occhio che la ricerca di un oggetto di tale importanza e valore, ricerca risultata vana per secoli, diviene tutt'ad un tratto semplice e veloce. Troppo semplice e troppo veloce.

Il protagonista maschile (un giovane manager con la passione per la Storia,  che pare discenda addirittura da Rè Artù) e la protagonista femminile (una bella francese che di professione fa il fisico in un famoso laboratorio che studia le particelle della materia) ci impiegano davvero poco a rimettere a posto i tasselli del mosaico che svela dove si trova il Graal.

La narrazione è anche scorrevole, lo ammetto, ma resta ad un livello superficiale, senza approfondire la psicologia dei personaggi, lasciandoli così senza infamia e senza lode, come si suol dire.

Non mi sono affezionata a nessuno di loro, non è scattata quell'immedesimazione che coinvolge il lettore e lo tiene incollato alle pagine del libro.

Uno spunto originale l'ho forse trovato nella figura di Nehor, un uomo del tempo di Gesù, che è a sua volta protagonista, pur apparendo pochissimo nel libro.

Ma la cosa più negativa a mio avviso è che il finale è piuttosto prevedibile: il colpo di scena non c'è stato (almeno non per me) e anzi ti dirò che mi ha ricordato addirittura il film "Indiana Jones e l'ultima crociata" in tanti particolari, pur con ambientazione e modalità differenti.

In effetti quel film di Indiana Jones mi piace, Lilli, non posso negarlo. Adoro il personaggio interpretato da Harrison Ford, è un mito della mia adolescenza. Ma come posso spiegarti.... Ecco: è diverso guardare un film che palesemente è di genere avventuroso-fantastico con una buona dose di ironia e divertimento, dal leggere invece un romanzo che dovrebbe assomigliare più ad un thriller. 

O forse no. Forse ho sbagliato io ad affrontare la lettura di questo libro convinta che avrei trovato più suspance, tensione, intrigo. Magari dovevo immaginarmi una storia più leggera.

Resta il fatto che nel complesso "Il calice della vita" non mi è parso gran che. E questa rimane la mia personale opinione, naturalmente.

Ho voluto comunque concedere a Glen Cooper una seconda chance e proprio in questi giorni sto leggendo la trilogia che gli ha dato la notorietà (quella de "La Biblioteca dei Morti") e quando l'avrò terminata ti dirò che ne penso.




"Santo cielo, Andrew, ti decidi a dirmi di cosa si tratta?"

Dopo una pausa ad effetto, l'altro chiese: "Ti piacerebbe trovare il Graal, figliolo? Trovarlo veramente, intendo?"

Arthur sorrise. "Conosci già la risposta."

"Bene. Perchè, se ho ragione, il Graal ha il tuo nome inciso sopra. Ritengo che si possa rinvenire davvero, ma avrò bisogno del tuo aiuto."


I venerdì del libro di oggi su altri bolg li trovi elencati QUI.



AVVISO IMPORTANTE: nel fine settimana, cioè sabato 18 e domenica 19 gennaio 2014, il mio racconto "LA CHIAVE DI TUTTO" sarà in promozione e si potrà scaricare gratuitamente dal Kindle store di Amazon!

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mercoledì 15 gennaio 2014

Letterine, paroline...frasi!

Cara Lilli,

da quando è ricominciata la scuola dopo le Feste natalizie la mia monella pare abbia proprio una nuova carica e tanta voglia di impegnarsi e imparare!

La maestra di sostegno è molto contenta (pur se deve far i conti con dei momenti di piccole crisi di pianto o simili, ma sono da mettere in conto) perchè ogni giorno la monella lavora sodo.

E ieri come compitino per casa c'era da ricopiare delle frasi scritte su una sequenza di immagini ritagliate e incollate sul quadernone.

Non puoi immaginare la mia emozione, Lilli, quando davanti ai miei occhi la mia piccina ha preso la penna, impugnandola davvero correttamente, e ha iniziato a scrivere una letterina dopo l'altra, una parola dopo l'altra...fino a che sono apparse sul foglio delle frasi intere! Un pò storte, un pò bruttine da vedere certo...ma che importa?

L'importante è che ha scritto da sola, senza tratteggio da seguire. Soltanto in un paio di occasioni, in cui sembrava essersi bloccata, io l'ho aiutata guidandole la mano...e lei subito è ripartita in quarta ;-)

Non ti dico poi la lettura: si fa sempre più spedita, pur essendo limitata ancora al solo stampatello.

Insomma: all'inizio dell'anno scolastico non osavamo sperare che dopo pochi mesi sarebbe arrivata già a questo livello e come sempre, nonostante il suo disturbo, lei ci ha sorpreso!

Oggi la sua maestra, dopo aver controllato i compiti di ieri, le ha dato "Bravissima!" sia per la scrittura che per la verifica di lettura, come puoi vedere qui sotto:

La foto non è delle migliori, sorry!

Bene, brava, bravissima, bis :-)))


lunedì 13 gennaio 2014

Plumcake alla mela grattugiata

Cara Lilli,

è un pò di tempo che non preparo questo dolce di cui ti parlerò oggi e ora che mi è tornato in mente credo proprio che andrò a rifarlo nei prossimi giorni, tanto le mele abbondano qui a casa mia.

Ho preso la ricetta di questo plumcake qualche annetto fa dal blog Rivoluzione Afrodita (quando si chiamava ancora "I racconti di Afrodita).
Appena sfornato inonda la cucina di un profumo ottimo, ti assicuro. Quando vai ad assaggiarlo, poi, sembra di mangiare una torta di mele...però morbida come un plumcake, appunto.

180 gr di farina 00
3 uova
170 gr di zucchero
150 gr di burro
2 mele circa (io ho usato sia le royal gala che le stark)
1 o 2 manciate di uvetta (per i miei gusti meglio anche 3!)
1 cucchiaino scarso di cannella in polvere
1/2 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale

Mettere a mollo l'uvetta in una tazza con acqua tiepida.
Sciogliere il burro a bagnomaria e lasciare raffreddare.
Grattugiare le mele e passare la polpa in un colino per eliminare l'acqua in eccesso.
In una ciotola, sbattere con le fruste elettriche le uova con lo zucchero (e un pizzichino di sale) fino ad ottenere un composto voluminoso e spumoso.
Incorporare lentamente con un cucchiaio la farina al composto. Aggiungere anche il burro fuso.
Unire le mele grattugiate, l'uvetta asciugata e infarinata e la cannella.
Mescolare il tutto e, infine, incorporare il lievito e il bicarbonato.
Versare l'impasto in uno stampo da plumcake precedentemente imburrato e infarinato.
Cuocere per circa 40 minuti in forno caldo a 180 gradi. Lasciare intiepidire prima di sformare.


Nota: nel verificare il grado di cottura, Lilli, bisogna tenere conto del fatto che l'interno resta un pò umido, proprio per la presenza della mela grattugiata.

Ecco due mie foto di "repertorio" (ossia risalenti a un bel pò di tempo fa):





 Buon appetito, Lilli!



venerdì 10 gennaio 2014

Venerdì del libro (159°): IL POSTINO DI NERUDA

Cara Lilli,

torna la rubrica del venerdì del libro promossa da HomeMadeMamma e ho deciso di parlarti subito del primissimo libro letto in questo 2014: IL POSTINO DI NERUDA di Antonio Skàrmeta.

Era tanto tempo che desideravo leggerlo, avendo visto (e rivisto e rivisto ancora e ancora) e amato il film di Michael Radford del 1994 (Il postino) tratto appunto da questo romanzo.

Apro una parentesi: la prima volta che ho visto il film è stato al cinema, appena uscì nelle sale, ed ero con i miei genitori. Ho un ricordo meraviglioso di quel momento, ci emozionammo tutti e tre molto nel vedere sullo schermo il volto scavato ed espressivo di Massimo Troisi (il postino) che era morto proprio appena finite le riprese del film. Per non parlare dello straordinario Philippe Noiret nel ruolo di Neruda.

Chiusa parentesi.

Ho potuto così finalmente appurare che il film è stato per certi aspetti molto fedele al libro, ci sono dialoghi interi che sono stati ripresi parola per parola. L'ambientazione invece è differente, perchè mentre nel film il grande poeta cileno Pablo Neruda è esiliato su un'isola italiana e lì conosce il postino Mario, che ha almeno una trentina d'anni, nell'originale (ossia nel libro di Skarmeta) tutto è ambientato in Cile e il postino è un diciassettenne. Anche il finale è differente (ma non lo svelerò!).

Comunque, il libro è bellissimo e l'ho apprezzato per la sua intensità lieve, cioè per il suo essere denso di emozioni e sentimenti ma espressi in modo delicato e con semplicità, suscitando spesso un senso di tenerezza che tocca il cuore.

Il rapporto speciale tra il postino e Don Pablo, l'accostarsi del ragazzo alla poesia, la storia d'amore tra Mario e la giovane Beatriz, gli avvenimenti storico-politici sullo sfondo: tutto è narrato in maniera tale da far sentire il lettore accanto ai personaggi, come se li accompagnasse pagina dopo pagina nelle loro vicende.

Lo consiglio davvero a tutti, dunque. Non è neppure lungo, tra l'altro: si legge piuttosto rapidamente, ma ti lascia una traccia dentro l'anima.


"Don Pablo" dichiarò solennemente. "Sono innamorato".
Il vate usò il telegramma a mò di ventaglio, e prese a muoverlo davanti al mento. "Bene", rispose, "non è tanto grave. C'è rimedio".
"Rimedio? Don Pablo, se c'è rimedio, io voglio rimanere ammalato. Sono innamorato, perdutamente innamorato."
La voce del poeta, tradizionalmente lenta, questa volta parve lasciar cadere due pietre, anzichè parole. "Contro chi?"
"Don Pablo?"
"Di chi, insomma?"
"Si chiama Beatriz".
"Dante, accidenti!"
"Don Pablo?"
"C'era una volta un poeta che si innamorò di tale Beatrice. le Beatrici suscitano amori sconfinati."
Il postino sfoderò la sua Bic, e con essa si grattò il palmo della sinistra.
"Che fai?"
"Mi segno il nome del poeta. Dante".


I venerdì del libro di oggi su altri blog li trovi elencati QUI.