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AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

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venerdì 22 settembre 2017

Venerdì del libro (254°) : ANIME E ACCIUGHE

Cara Lilli,

oggi partecipo all'iniziativa di HomeMadeMamma con un libro che ho lasciato a metà lettura, senza portarlo a termine. Le volte in cui mi è capitato nella mia "carriera" di lettrice si possono contare sulle dita di una mano.

Il libro in questione è ANIME E ACCIUGHE di Achille Mauri, edito da Bollati Boringhieri.

Qualche settimana fa ne ho sentito parlare in un servizio di Billy, la rubrica del TG1 dedicata ai libri.

Incuriosita dal fatto che l'autore trattasse il tema della morte in chiave surreale e ironica, ho deciso subito di cercarlo in versione ebook per il mio Kindle. 

Ho dato il via alla lettura con slancio, ma pagina dopo pagina l'entusiasmo e la curiosità si sono andati affievolendo. Ho cominciato a saltare interi brani cercando qualche spunto che mi ispirasse la voglia di continuare a leggere, ma invano. Così a meno di metà del libro ho lasciato perdere.

Dal sito della casa editrice "Bollati Boringhieri":

<<Ma che storia è? Cosa c'entrano le anime con le acciughe? Anzi, come vedremo, con un intero banco di acciughe? C'entrano, perché siamo nell'aldilà. Come non l'avreste mai immaginato, dove tutto è all'insegna della leggerezza. Infatti si chiama aldiquà.
C'è Achille che si sveglia poche ore dopo essere mancato nella sua casa milanese di via Cusani, e comincia subito a dialogare con un trapassato illustre, il maresciallo Radetzky, già inquilino dello stesso palazzo ai bei (per lui) tempi dell'occupazione austriaca...
La conversazione continua con le più disparate anime che vagano nei dintorni, e in parecchi altri luoghi, vicini e lontani, in una sfera ultraterrena ma attaccatissima a quella terrena, che il trapassato, giustamente, dalla sua postazione, ribattezza «aldiquà». [...]>>


L'idea di fondo è carina, ma la lettura mi è risultata indigesta. Non riesco neppure io a trovare una spiegazione chiara del perchè. Non certo perchè i dialoghi sono surreali così come l'ambientazione, perchè amando io il genere fantasy ci sono abituata, anzi! Ma questo non è un romanzo fantasy. E' solo un libro per me noioso. Ecco: noioso è la parola più appropriata.

Insomma, l'ho abbandonato. E comunque un pò me ne rammarico perchè io cerco sempre di finire un libro, anche se non mi sta piacendo.

Sarei curiosa di sapere se tra chi mi segue qui sul blog c'è qualcuno che ha avuto modo di leggere questo "Anime e acciughe". Magari, anzi probabilmente, c'è chi lo ha apprezzato. Si sa, de gustibus... :)




I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

venerdì 20 febbraio 2015

Venerdì del libro (204°) TI PREGO LASCIATI ODIARE (s-consiglio)

Cara Lilli, 

non ci posso credere: è di nuovo venerdì?? Di già??? 

Il mio ultimo post risale a venerdì scorso...quindi è passata una settimana senza scriverti, mannaggia :-(

Ho in punta di tastiera un paio di post interessanti (uno culinario e uno monellesco) che non tarderanno ad arrivare, giuro, ma intanto oggi ti scrivo per seguire l'iniziativa di HomeMadeMamma.

Come avrai dedotto dal titolo, si tratta di uno s-consiglio, perchè TI PREGO LASCIATI ODIARE di Anna Premoli, che ho letto a gennaio, non mi sento proprio di consigliarlo.

Ne avevo sentito tanto parlare, ne avevo letto in giro, da recensioni adoranti a stroncature radicali. Nessuna via di mezzo. 

Ebbene, io sono per la stroncatura.

Questo romanzo, opera prima della Premoli, ha vinto il Premio Bancarella 2013. Ora mi chiedo: con che criterio assegnano tale premio? No, perchè vedere il nome della Premoli accostato a precedenti vincitori tipo Umberto Eco, John Grisham, Ken Follet, Andrea Camilleri, Enzo Biagi (tanto per citarne alcuni), avendo letto Ti prego lasciati odiare, non ha una spiegazione valida.

E' un libro che forse vorrebbe emulare la leggerezza frizzante della miglior Kinsella, ma che non ha nè lo stile nè l'ironia di quest'ultima. 

Questa della Premoli è una storia non solo prevedibile, a tratti quasi noiosa, ma scritta neppure troppo bene e con due protagonisti (lei e lui) uno più antipatico dell'altra.

Confesso di aver saltato intere pagine per arrivare in fretta alla fine, ad un certo punto mi ero stancata. 

Due giovani belli e rampanti, avvocato fiscalista lei, economista geniale lui, che naturalmente si odiano a morte e che dovanno lavorare insieme e finiranno (chissà come mai?) per amarsi.

Ecco qui, Lilli: se vuoi puoi lasciare stare il libro, te l'ho riassunto io, così risparmi tempo ;-) 

Non me ne voglia chi la pensa diversamente da me e ha apprezzato il romanzo, perchè il mio giudizio, naturalmente, è opinabile.


PS: io l'ho scaricato sul mio Kindle quando era in promozione gratuita...meno male ;-)





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venerdì 6 dicembre 2013

I venerdì del libro (156°): TI AMO, BASTARDO!

Cara Lilli,

è di nuovo venerdì e per seguire l'iniziativa di HomeMadeMamma ti parlo di un libro (oddio, libro è una parola grossa in questo caso) che ho letto un paio di giorni fa: TI AMO, BASTARDO! di Luciana Littizzetto.

Come direbbe la mia amica 'povna, questo di oggi è uno s-consiglio.

Ho per caso visto tra gli ebook gratis del Kindle Store questo testo e mi sono detta che era l'occasione di farsi due risate, tra l'altro senza spendere soldini (che di questi tempi non è cosa da poco).

Ho quindi scaricato l'ebook: dopo aver letto le prime pagine, se non addirittura le prime frasi, ho pensato "Per fortuna era gratis!" perchè in caso contrario avrei rimpianto di aver speso anche solo pochi euro per acquistarlo.

Davvero, guarda: mi ha deluso, perchè io non sono una fan sfegatata della Littizzetto, ma specie negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare la sua capacità di fare interventi intelligenti (ad esempio a "Che tempo che fa") in cui sa centrare il problema di turno, utilizzando l'ironia per dire delle verità più o meno importanti. Certo a mio avviso tende ad eccedere con le allusioni e le cadute di stile, ma se ciò che dice ha un senso mi può star anche bene.

Invece questa è solo una raccolta di sketch di alcuni suoi vecchi personaggi di cui fino a due giorni fa io ignoravo l'esistenza (beata ignoranza, direi) che non si possono proprio leggere tanto sono sciocchi e spesso anche volgari in modo neppure divertente, come nel caso di tutti i dialoghi tra Lolita e Humbert. Forse si salvano appena appena le gag su Paola e Chiara (le cantanti).

Sarò io che sono esigente in fatto di comicità (ma non sono la sola, perchè ho poi guardato le valutazioni di altri lettori e tanti la pensano come me) ma la Lucianina in questo caso la boccio. Magari poi leggerò altri suoi libri e mi piaceranno, chi lo sa.

Comunque, per chi volesse saperlo, c'è anche la versione cartacea (e non è gratis).




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venerdì 16 novembre 2012

I venerdì del libro (107°): COME DIO COMANDA

Cara Lilli,

per aderire anche questa settimana all'iniziativa di HomeMadeMamma, voglio diversamente dal solito darti non un consiglio, bensì uno s-consiglio (prendendo in prestito il termine dalla 'povna) e dunque ti parlerò di un libro che non mi è piaciuto: COME DIO COMANDA  di Niccolò Ammaniti.

Non avevo letto mai nulla di questo scrittore. E mi sa tanto che non leggerò altro dopo questo romanzo qui.

In poche parole posso dirti che sono stata tentata varie volte di abbandonarlo, durante i tanti giorni che ho impiegato a finirlo. Proprio non mi andavano giù il clima, l'ambientazione squallida fino all'inverosimile, il degrado totale, nè il turpiloquio dei personaggi.

La storia poteva anche interessarmi, visto che come si suol dire "ha un suo perchè", e per questo ho continuato a leggere fino all'ultima pagina, perchè almeno volevo vedere come andava a finire. 

Ma poi ti dirò che neppure il finale mi ha convinto. Dopo aver portato il lettore avanti e indietro da un personaggio all'altro, intrecciando le loro vicende, per centinaia di pagine, io sinceramente mi aspettavo un finale meno sbrigativo o comunque meno scontato. Cioè: l'autore mi ha dato l'impressione di uno che prende la rincorsa per tutto il libro per poi alla fine fare un salto mediocre. Non mi ha soddisfatto.

E comunque capisco che la mia è un'opinione contestabilissima, tanto è vero che questo romanzo ha vinto pure il Premio Strega 2007 e che Gabriele Salvatores ne ha tratto un film nel 2008. 

Molti amano questo autore e hanno amato questo libro.

Io l'ho odiato. Si, letteralmente. Ho odiato, ogni volta che tornavo a leggerlo, dover incontrare quei personaggi, quei filo-nazisti, violenti, volgari, mezzi folli. Non mi hanno suscitato neppure un briciolo di compassione e nemmeno il decantato rapporto d'amore viscerale tra Rino Zena e suo figlio tredicenne Cristiano è riuscito ad intenerirmi.

E non si tratta di fare la moralista o quella che si impressiona troppo facilmente, perchè ho letto storie violente e forti che mi sono piaciute, non in quanto violente (mi sembra ovvio) ma bensì per lo spessore dei personaggi, per lo stile dell'autore, per il loro significato e il messaggio di fondo.

Questa qui no. Non mi è piaciuta. 
Sarà che l'ho presa dal verso sbagliato, non lo so. 

Spero che qualcuno che passi di qui abbia letto il libro e possa spiegarmi perchè avrei dovuto amarlo.



Come Dio comanda


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