AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

mercoledì 30 novembre 2016

Pesciolini

Cara Lilli,

e chi lo avrebbe detto? Non ho più due bambini per figli bensì due...pesciolini :-)

Lei, la pesciolina più grande, ha avuto sempre abbastanza timore dell'acqua (è timorosa un pò in tutto, diciamocelo...) ma grazie prima alle lezioni di acquaticità fatte due anni fa e poi alle lezioni in gruppo con la sua classe dallo scorso anno, cioè dalla terza elementare, ora ha acquistato fiducia e, pur non avendo ancora imparato a nuotare senza supporti galleggianti, sta in acqua alta, fa dei tuffi, fa intere vasche avanti e indietro anche sul dorso, usa finalmente gli occhialini e immerge anche la faccia nell'acqua quando occorre... 

Molto del merito va a lei e alla sua forza di volontà, certo, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare e in questo caso diamo a J. quello che è di J. : il giovane istruttore che segue la classe della monella ha avuto la sensibilità, la pazienza, l'intelligenza per capire la monella e prenderla per il verso giusto; l'ha spronata, seguita passo passo, sgridata se necessario, le ha parlato a quattr'occhi ogni volta che lei manifestava ansia o si agitava...e l'ha premiata quando ha visto dei buoni risultati.

Dovevi vedere gli occhi brillanti di gioia della monella quando la scorsa settimana è tornata dalla piscina esclamando: "Ho ricevuto una bella sopresa, un regalo!". L'istruttore J. le ha donato una simpaticissima cuffia a forma di pesciolino, gialla a righe nere, con tanto di pinnetta sopra :-) e questo piccolo gesto l'ha resa felice e l'ha fatta sentire gratificata, con tutti gli effetti benefici che ne derivano.

Basta poco a volte, non trovi? Eppure non tutti lo capiscono, non tutti sono come J., che poteva benissimo limitarsi a fare il minimo indispensabile e lasciare che la monella sguazzasse nella piscina bassa, avendo già tutti gli altri bambini della classe a cui badare, senza doversi scervellare su come coinvolgerla e come aiutarla a superare le sue paure.

Invece lui ci ha messo passione e impegno e il sorriso della monella che si è tuffata in piscina con la sua nuova cuffia-pesciolino l'ha ricompensato di certo!

Foto scattata dalla maestra di sostegno della monella...però PRIMA che avesse in dono la cuffia-pesciolino

Eccola, la cuffia - pesciolino :-)

E il monello? Lui ora si che è un altro bel pesciolino :-)

Perchè dopo i primi 4 mesi di TMA (Terapia Multisistemica in Acqua) in cui non si rifiutava del tutto di andare, ma certo non collaborava gran che e comunque arrivava sempre piangendo, da alcune settimane ha cambiato atteggiamento: non più lacrime, anzi desiderio di entrare in acqua; non più tipo "cozza avvinghiata allo scoglio" con la sua terapista-istruttrice, ma più sicuro di sè anche solo col tubo galleggiante o la tavoletta. E più sorridente e collaborativo, anche nelle soste a bordo piscina tra una traversata e l'altra, studiate per dargli modo di aumentare i tempi di attesa e di restare allo stesso momento in relazione con la terapista, grazie a piccole attività ludiche.

Da un mesetto gli abbiamo anche preso una muta azzurra e celeste a mezze maniche e mezza gamba e ora è più rilassato di certo perchè soffriva un pò il freddo, specie nell'ultima parte della lezione. Che carino che è quando la indossa!

Foto scattata da me al monello in acqua :-)

Sono contenta, Lilli, per tutto questo. E spero che i miei pesciolini impareranno presto anche a nuotare sul serio...il che, al di là degli aspetti  strettamente terapeutici, è una cosa bella e importante già di per sè ;-)


venerdì 25 novembre 2016

Venerdì del libro (237°): LE COSE CHE NON SO DI TE

Cara Lilli,

è di nuovo venerdì e io partecipo all'niziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un romanzo che ho letto recentemente proprio grazie al suggerimento dato in precedenza da Paola di HomeMademamma: LE COSE CHE NON SO DI TE, di Christina Baker Kline.

Un libro che mi ha fatto scoprire una realtà che ignoravo e di cui forse si parla poco, quella dei "treni degli orfani" che nell'America della seconda metà dell'800 e poi nei primi decenni del '900 trasportavano bambini orfani, appunto, da una città all'altra in cerca di una sistemazione presso famiglie che in realtà spesso cercavano più dei lavoranti in erba che non dei figli. 

Una bambina irlandese emigrata con la famiglia negli Usa in cerca di fortuna poco prima della Grande Depressione del 1929, rimasta poi orfana affronta la trafila del viaggio su uno di quei treni e del passaggio da una famiglia affidataria ad un'altra, tra fatiche, privazioni, umiliazioni e prove durissime prima di trovare una certa serenità.

E' lei, Vivian, che alla veneranda età di novant'anni stringerà un'amicizia particolare con Molly, un'adolescente ribelle e stravagante, che condivide con lei la storia di un'infanzia difficile e dei vari tentativi falliti di trovare una famiglia affidataria. 

Il racconto del loro incontro e delle vicende personali di Molly si alterna con quello dell'infanzia e della giovinezza di Vivian, in un fluire di emozioni che devo dire all'inizio non mi avevano coinvolto tantissimo ma che si son fatte sempre più vive e percepibili con lo scorrere delle pagine.

La tenerezza di quest'amicizia che fa bene al cuore di entrambe le protagoniste è il nucleo del romanzo ed è anche la chiave di svolta per le loro vite, in special modo per Vivian, che troverà il coraggio di affrontare un punto oscuro del suo passato.

Un libro che mi è piaciuto quindi, pur se ho due note da fare: mi ha lasciato un pò perplessa la scelta dell'autrice di scrivere in prima persona i capitoli in dedicati all' infanzia e alla giovinezza di Vivian e in terza persona quelli del presente diciamo, quindi della storia di Molly e dell'incontro di questa con Vivian. Forse è stata proprio questa differenza che all'inizio mi ha fatto vivere in modo un pò più distaccato la lettura dei capitoli su Molly. 

L'altra nota è che ho avvertito una sorta di fretta di concludere a partire da un certo punto in poi, con passaggi in verità molto delicati affrontati in poche pagine, arrivando al finale (peraltro molto bello) con la sensazione che manchi qualcosa. Avrei apprezzato un capitolo in più magari, ecco.  

Ciò non toglie che consiglio la lettura di questo romanzo, per credere ancora nell'amicizia e nelle possibiltà che la vita dà di riscattarsi e trovare un'insperata felicità anche quando sembra tutto perduto.





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

martedì 22 novembre 2016

Muffins al cocco con gocce di cioccolato

Cara Lilli, 

è già da un pochino che volevo postare questa ricettina facile e veloce per dei muffins davvero buoni buoni... sempre che piaccia il gusto del cocco ovviamente ;)

E allora lo faccio oggi, lasciandoti ingredienti e dosi che ho mixato io come faccio oramai quasi sempre, sulla scia dell'esperienza nel campo di dolcetti di questo tipo :)


X 6-8 MUFFINS (dipende dalla grandezza degli stampini)

Farina 00 gr. 150

Farina di cocco gr. 50

Zucchero gr. 70

Burro gr. 50

1 uovo

Yogurt al cocco 1 vasetto (gr.125)

Acqua frizzante ml.25

Gocce di cioccolato a piacere (io sono andata a occhio!)

Lievito per dolci mezza bustina



Sbattere l'uovo in una ciotola con lo zucchero, utilizzando le fruste elettriche. Unire il burro ammorbidito a temperatura ambiente, continuando a montare il composto con le fruste.

Unire lo yogurt e mescolare bene, quindi incorporare le farine e il lievito, aggiungendo un goccio alla volta anche l'acqua frizzante. 

Aggiungere infine al composto le gocce di cioccolato.

Dividere il tutto in 6-8 stampini da muffin foderati con un pirottino di carta (o imburrati e infarinati).

Cuocere in forno caldo a 180° per circa 20 minuti.

Ed eccoli qui, pronti ad essere mangiati!


 Buon appetito, Lilli!


venerdì 18 novembre 2016

Venerdì del libro (236°): IL FU MATTIA PASCAL

Cara Lilli,

oggi partecipo all'iniziativa di HomeMadeMamma con un grande classico: IL FU MATTIA PASCAL di Luigi Pirandello.

Letto (e apprezzato) in gioventù due volte, avevo in animo da anni di riprenderlo in mano e così ho fatto, finalmente, non molto tempo fa.

Che dire davanti ad un Maestro come Pirandello? Una banilità magari, ma per me assolutamente vera: è un autore moderno, attuale...le sue opere non sembrano mai scritte un secolo fa e anche più.

Certo non sono una critica letteraria per cui non sono in grado di parlare di questo scrittore in modo approfondito come meriterebbe, ma almeno posso dire che a me piace moltissimo.

Ne Il fu Mattia Pascal ci presenta la storia di un uomo, Mattia Pascal per l'appunto, infelice e non realizzato nè sentimentalmente nè lavorativamente che dopo una serie di eventi drammatici coglie al volo l'occasione di un'incredibile scambio di persona, per lasciarsi credere morto (suicida peraltro) e cominciare una nuova vita lontano e con un altro nome, Adriano Meis.

Ma dopo aver viaggiato in Italia e all'estero, aver giocato e vinto al casinò, aver trovato ciò che sembra potergli dare una felicità sincera e cioè il sentimento ricambiato per una brava ragazza figlia del padrone della casa presso cui ha preso una camera in affitto a Roma, Adriano-Mattia si rende conto di come sia impossibile sostenere quella finzione ancora, perchè la nuova vita è irreale, non ha fondamenta e non potrà mai come Adriano Meis sposare la giovane di cui si è innamorato.

La fuga da Roma e il ritorno al paese di origine, dopo due anni dalla sua "morte", gli riserverà non poche sorprese e il finale è ironico e originale, tutto da leggere!

Ecco, io credo che Pirandello sia uno di quegli autori che non può mancare nella lista di un lettore che desideri davvero conoscere la Letteratura con la elle maiuscola. 

Io consiglio la lettura di questo specifico romanzo senz'altro perchè il susseguirsi delle vicende intriga e avvice, con punte di ironia e umorismo tipicamente pirandelliano, e non risulta affatto pesante. E la bravura dell'autore nel rendere vivi i personaggi, con le loro caratteristiche, le loro reazioni ed emozioni è impareggiabile.

Per me è stato un pò come fare un tuffo nella mia adolescenza, quando prediligevo autori italiani del '900 come Pirandello, appunto, ma anche Silone, Arpino, Sciascia... Una miniera di cultura da cui ho attinto a piene mani!






I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI
 

martedì 15 novembre 2016

La chimica dell'arte

Cara Lilli,

non so se ne hai mai avuto esperienza diretta, ma la vita a volte fa degli strani scherzi. Tipo far convivere in un'unica persona passioni anche molto diverse tra di loro, che devono trovare un giusto equilibrio.

Mio papà, ad esempio, ha studiato al liceo classico, appassionato di libri e letteratura, ma poi ha scelto ingegneria chimica all'università, attirato incredibilmente dal mondo degli esperimenti e delle formule e da ciò che gli ruotava intorno.

Non per questo ha smesso di leggere e di scrivere anche, anzi. Racconti, poesie, novelle, un romanzo. Metteva su carta pensieri ed emozioni, a volte inventava, altre volte riportava aneddoti realmente accaduti. 

E amava la musica, tanto. Avrebbe voluto studiare da ragazzino pianoforte, per una serie di motivi anche indipendenti da lui non potè, ma comunque coltivò la passione per la musica in generale e in particolare per quella classica, per il jazz, per la canzone napoletana.

Ad un certo punto si ritrovò con in mano fogli e matite, carbonicini neri...schizzi, bozzetti per illustrare anche i suoi racconti. E poi la passione per la pittura dilagò, con dipinti su tela, con tempere, colori ad olio...

E intanto era lì, a fare l'ingegnere chimico in un'industria siderurgica. E a farlo anche bene, giacchè gli fu proposto in un futuro non troppo lontano un ruolo dirigenziale in una nuova sede per cui avrebbe dovuto trasferirsi in un'altra regione.

Lui e mamma avevano solo mio fratello a quell'epoca, io non ero ancora nata. Ma me lo immagino benissimo, tutto preso dalle formule chimiche e allo stesso tempo con la mente che pensava al dipinto lasciato incompleto a casa, che lo aspettava sul cavalletto nello stanzino che era intanto diventato una sorta di piccolo studio.

E allora lui scelse: il richiamo dell'arte era troppo forte. Studiò da privatista, mentre ancora lavorava in industria, per prendere il diploma dell'Istituto d'Arte, appunto. 

Il passo successivo fu il concorso per l'insegnamento e da lì poi tutto venne da sè...e si ritrovò nel giro di pochi anni, da ingegnere chimico che era, professore di educazione artistica alle scuole medie, passando per l'esperienza anche di professore di Storia dell'Arte in una grande scuola privata di Napoli.

Qualcuno storcerà il naso, una sorta di declassamento forse. Ma non per lui. Lui era felice così, con una vita fatta di orari più regolari, tranquilli, senza maratone in azienda che lo stressavano oltremodo. Orari che gli consentivano di vivere di più in famiglia, dove al figlio maschio si era aggiunta una figlioletta...io.

E poi, che era quello che desiderava con tutto il cuore, poteva trasmettere la sua passione per il disegno anche agli alunni più ricalcitranti, anche a quelli che partivano dall'idea che l'educazione artistica fosse una materia senza importanza. Lui coinvolgeva tutti, con lezioni dinamiche, pratiche e teoriche, progetti, gite, gare. 

Nel mio soggiorno, Lilli, ho due bellissimi quadri di mio padre del '63. Un tramonto e una passeggiata in un bosco. Li ho sempre amati, tanto è vero che 10 anni fa li ho scelti con il mio amore per farne le bomboniere del nostro matrimonio: riproduzioni in miniatura su legno, fatte da un ebanista nostro amico. Una cosa che commosse molto papà, anche se, schivo com'era per carattere, abituato a non esternare troppo i suoi sentimenti, non ne fece parola direttamente con me, ma me lo fece capire e anche arrivare tramite altri familiari. 

E' stato bello avere un papà artista. A lui devo (complice anche la mia mamma, naturalmente) il mio amore per la musica, per la lettura, per la scrittura, per l'arte in generale. A lui che me l'ha fatta respirare, assaporare fin da quando ero piccolissima.

Oggi, proprio oggi che son trascorsi sette anni da quella drammatica notte dell'addio , mi è venuto di pensare a tutto questo. E mi viene di dirgli ancora e sempre il mio grazie, certa che lui possa sentirmi.



sabato 12 novembre 2016

Un premio tutto da...gustare :-)



Cara Lilli,

oggi ti scrivo perchè qualche giorno fa ho ricevuto un premio e voglio mostrartelo...eccolo qui:

http://maristella-maltinti.blogspot.it/2016/11/premio-liebster-award.html#more

A farmi questo bel dono è stata la mia amica (nonchè omonima) Maristella del blog Le ricette di Maristella e la ringrazio di cuore!

Lei è una bravissima food blogger e le domande che mi ha posto sono incentrate proprio sull'argomento cucina e dintorni, quindi non mi resta che passare a dare le mie risposte:


1) La cucina per voi è una vera passione? Avete altre passioni?


Diciamo che prima che mi sposassi non lo era quasi per niente, poi pian piano mi è piaciuto mettermi con più impegno in cucina e oggi posso dire che cucino volentieri e infatti qui sul mio blog pubblico anche ricette che sperimento con successo :)
Ho comunque altre passioni che probabilmente sono più radicate in me, fin da piccola, e cioè la lettura e la scrittura, nonchè la musica. 

2) Quanto tempo dedicate al vostro blog durante il giorno?

Purtroppo meno di quello che vorrei...non lo seguo giornalmente, ma appena posso scrivo qualcosa e rispondo ai commenti, perchè mi fa piacere che ci sia chi mi segue e mi sembra giusto e bello rispondere ad ognuno personalmente.

3) Quanto tempo dedicate alla ideazione e creazione delle vostre ricette durante il giorno?

Confesso che inizialmente, cioè nei primi anni di matrimonio, sperimentavo di più e cercavo idee nuove, quindi ci pensavo un bel pò. Poi col passare del tempo mi sono fatta un "bagaglio" di pietanze che soddisfano le esigenze della mia famiglia e ora diciamo che non vario più di tanto e vado sul sicuro...ma il discorso è un pò diverso per quanto riguarda i dolci, quelli tipo muffins o plumcake e ciambelloni, per i quali cerco ancora di inventarmi varianti sfiziose e golose ;)

4) Chef o pasticcere?

Non sarei all'altezza temo in nessuno dei due casi...ma, visto il discorso appena fatto al punto 3, propendo per pasticciere :)

5) Avete fatto dei corsi di cucina? Se si quali?

No, mai. Chissà...magari arriverà anche l'occasione di farlo!

6) Avete mai fatto dei corsi di fotografia? Quanto sapete usare la vostra macchina fotografica per le fotografie di food? 

Proprio no, mai fatti purtroppo...e si vede perfettamente dalle misere foto che corredano i miei post di ricette :D

7) La vostra peggiore ricetta ?

Ricordo ancora uno sformato a base di piselli che provai anni fa e che risultò piuttosto sfatto e dal gusto non esattamente invitante :(

8) La vostra migliore ricetta?

Dei muffins meravigliosi e deliziosi allo yogurt, vaniglia e crema alle nocciole (vedi qui)

9) Per quante persone riuscite a cucinare?

Non ho mai avuto tantissime persone tutte insieme ospiti a pranzo o cena...il mio standard sono le tavolate da 10-12, un numero contenuto ;)

10) Quanto vi piace mangiare?

Abbastanza, non esageratamente. Dipende, però. Cioè...ci sono cose che mangerei come se non ci fosse un domani: pizze, focacce, snack salati o dolcetti tipo muffins, ad esempio!! 

11) Quanto tempo dedicate al benessere del vostro corpo oltre che della pancia?

Insomma, non molto...dovrei di sicuro fare un pò di ginnastica o cose analoghe, lo so :(  devo entrare in quell'ordine di idee...ecco!
 

Ecco fatto, Lilli!


Ora la mia cara Maristella, che ringrazio ancora tantissimo, mi perdonerà di certo se non nomino a mia volta altri blog a cui passare il premio, lei stessa seguendomi da tanto tempo saprà che è mia consuetudine dedicare i premi che ricevo a TUTTI, PROPRIO TUTTI gli amici blogger che mi seguono e che seguo con piacere. 


Quindi...beccatevi TUTTI QUANTI questo premio!!!



mercoledì 9 novembre 2016

A scuola coi monelli

Cara Lilli,

se ti trovassi a passare dalle mie parti in questo periodo e facessi una capatina alla scuola primaria, fermandoti in una quarta e in una prima, potresti vedere i miei monelli...all'opera.

Vedresti una monella che va spesso e volentieri nelle altre classi a salutare gli insegnati e i bambini (la conoscono tutti oramai!) e a far sentire quanto è brava con le tabelline e con la coniugazione dei verbi, tutta contenta.

Una monella che in questi due mesi del nuovo anno scolastico, tra lo stupore generale e superando lo scetticismo di chi diceva che oramai a 9 anni suonati sarebbe stato ben difficile, ha imparato  a scrivere in corsivo

Pensando che è in quarta elementare sembrerebbe una cosa banale, ma capirai che non lo è affatto vista innanzitutto la sua difficoltà nella motricità fine e poi il suo non accettare facilmente di non riuscire in qualcosa... la sua scarsa tolleranza della frustrazione insomma, detta in termini un pò più tecnici.

Lei in stampatello maiuscolo oramai scriveva bene, velocemente, in modo ordinato e soprattutto  corretto, cioè senza errori di ortografia e grammaticali, ma il passaggio al corsivo è una grande conquista perchè al di là del fatto pratico in sè, che è importante solo relativamente (avrebbe potuto continuare a scrvere in stampatello e non sarebbe cascato il mondo), rappresenta una sfida vinta con se stessa, con il suo timore di mettersi in gioco, con i suoi stessi limiti.

La maestra di sostegno, che sta facendo un bellissimo lavoro in questi anni, ha avuto il grande merito di non mollare, affiancata dalle terapiste, e la monella ha avuto il merito di superarsi ancora una volta, con la sua tenacia di fondo che l'ha portata già tanti piccoli-grandi traguardi

Ora non resta che migliorare la grafia dal punto di vista estetico, naturalmente. Ma c'è tempo per farlo, pian piano :-) 

Vedresti poi un monellino che sta imparando a restare in classe almeno buona parte della mattinata, cosa importante per la socializzazione, e più possibile seduto, cosa importante per il ridimensionamento dell'iperattività.

Un monello che poi, una volta a tu per tu con la sua maestra di sostegno, nel silenzio della saletta affianco all'aula, sta approcciando il pregrafismo. Finalmente. E qui un "OOOHHH!" di stupore ci sta tutto.

Era quello che avrebbe dovuto fare lo scorso anno, ossia l'ultimo di scuola dell'infanzia. Non è stato così, vuoi in parte per una sua immaturità, vuoi anche per la scarsa empatia e scarso polso dell'allora insegnante di sostegno, che pur brava persona e anche teoricamente preparata, non riusciva per sua stessa ammissione a coinvolgerlo e a tenergli testa (il monellino ha un caratterino che te lo raccomando....un testardo di prima categoria, che fa di norma solo quello che dice lui).

Il passaggio alla scuola primaria si è reso necessario per dargli lo stimolo che alla scuola dell'infanzia gli mancava, per inserirlo in un contesto più inquadrato con regole e tempi differenti, per aiutarlo a maturare in qualche modo.

Certo non ci si aspetta da lui che impari a scrivere quest'anno, nè che legga giacchè non parla ancora neppure. Ma iniziare a riconoscere i grafemi associati ai fonemi, impugnare finalmente una penna o un pennarello, colorare, tracciare delle linee seguendo un percorso tratteggiato o unendo due punti distanti tra loro....ecco, questo ora può farlo e in parte lo sta sta già facendo. 

Si comincia da qui, dalle piccole cose. Quello che verrà di più, strada facendo, sarà una gioia e in quel caso avremo la speranza di poter fare un passetto avanti ancora.

E poi adesso il mio monello quando saluta non fa più solo il gesto con la manina, ma dice anche un tenero "Sssao!" (la "ci" proprio non gli esce per ora)  che già è una di quelle gioie di cui sopra :-)



PS: ovviamente non è che non ci siano anche cose meno positive, Lilli, che non permangano difficoltà nelle giornate scolastiche dei monelli, momenti in cui hanno piccole-grandi crisi, chi per un verso chi per un altro... ma diciamo che io voglio cercare di guardare il bicchiere mezzo pieno... e avanti tutta, sempre!

venerdì 4 novembre 2016

Venerdì del libro (235°): HYPERVERSUM NEXT

Cara Lilli,

è passata un'intera settimana e non mi sono fatta viva qui sul blog, lo so... 

In realtà ho delle cose che vorrei raccontare ma lo farò prossimamente, perchè oggi è venerdì e si sa che è la giornata dedicata ai libri, perciò bando alle ciance: partecipo all'iniziativa di HomeMadeMamma con una lettura che mi ha tenuto compagnia proprio pochi giorni fa, HYPERVERSUM NEXT di Cecilia Randall.

Ebbene si: la mia scrittrice preferita di fantasy (Ende non fa testo, è un mito a parte ;) ) è tornata a gennaio 2016 con un nuovo libro che potrebbe anche dirsi "Hyperversum, 20 anni dopo".

Della trilogia di Hyperversum ti ho ampiamente parlato tre anni fa (qui, qui e qui) e sai che partendo leggermente in sordina poi mi ha conquistata.

Lo stesso si può dire anche di questo nuovo libro, che vede al centro della storia sempre il videogioco Hyperversum, celebre per come permette di ricreare fin nei minimi particolari l'ambientazione medievale, che dopo 20 anni dopo la sua uscita è ormai diventato un cult

Alexandra, un'adolescente dell'Arizona un pò ribelle e piena di vita, riesce ad accedere come giocatrice ad una partita in corso su un vecchio computer che usa solo suo padre Daniel. E scopre sulla sua pelle l'incredibile potere di quel gioco, che diviene un portale attraverso cui viaggiare nel tempo, ritrovandosi catapultata nel 1233 d.C. in Francia.

Non tarda a mettersi in seri guai e viene salvata da un giovane poco più grande di lei, Marc, che si rivela poi essere il primogenito del Falco del Re, un cavaliere indomito e acclamato dalle folle.

Da qui parte una serie di avventure che porteranno Alex a prendere parte alla Storia con la esse maiuscola, ritrovando in quel mondo medievale un sopresa che la spiazzerà e le farà comprendere finalmente tante cose nascoste della sua famiglia e di altre persone a lei care, fino a giungere ad un punto limite in cui dovrà fare una scelta che potrebbe cambiarle la vita per sempre.

Chi non ha letto la trilogia iniziale potrà godere egualmente della bellezza di questo romanzo, perchè man mano che la storia entra nel vivo viene data una spiegazione per ogni tassello del mosaico e i vari riferimenti alle vicende narrate nei precedenti tre libri trovano così la loro giusta collocazione.

Ciò non toglie che chi come me ha invece gustato i tre volumi di cui sopra potrà ovviamente cogliere nell'immediatezza ogni singola sfumatura, vivendo un'emozione particolare nel ritrovare i vecchi protagonisti divenuti genitori che vedono le vite dei loro figli intrecciarsi inaspettatamente, avendo fatto del loro meglio fino ad allora per evitare che accadesse.

Una nuova prova di bravura della Randall, che si conferma abile descrittrice delle scene di azione, delicata nell'esplorare i sentimenti dei suoi personaggi, capace di far quadrare perfettamente tutta la storia da lei creata che va a calarsi nella Storia reale del Medioevo, con inserti di fantasia naturalmente, ma sempre splendidamente verosimili.

Per saperne di più....questo il sito ufficiale: Hyperversum Next





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI