AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

martedì 28 aprile 2015

Il rovescio della medaglia

Cara Lilli,

sono sparita per quasi una settimana, lo so. Alla solita routine aggiungi infezione da streptococco per il monello (con tanto di tampone faringeo e antibiotico), rischio varicella per la monella (2 casi in 2 giorni in classe sua) e febbre e tosse per il maritino.

Oramai casa mia sembra diventata dimora stabile per virus, batteri e affini.

Quando finirà la stagione dei malanni?

Però. C'è un però. 

Ogni medaglia si sa che ha il suo rovescio

Chi lo sa perchè quando si parla di questo famoso rovescio della medaglia gli si attribuisce quasi sempre un significato negativo, ci hai fatto caso? Ma perchè, poi?

Se ci pensi bene è tutta una questione di prospettiva

Cioè: dipende da quale lato della medaglia guardi per primo. Perchè se guardi prima quello positivo è ovvio che il rovescio sarà negativo, ma se guardi prima il negativo va da sè che il rovescio sarà positivo...giusto?

Ed è quello che ho fatto io, in effetti, con la medaglia di questi giorni appena trascorsi.

E il rovescio della mia medaglia è che siamo stati più insieme, a casa, noi 4 della famiglia.

Sono state prima email d'intesa e di frasi che in cuore ci sono sempre state ma che da un pò non leggevo e non scrivevo.

E' stato poi messaggiarsi su hangout con il mio amore da una stanza all'altra della casa, nel silenzio del sonno dei nostri figli.

E soprattutto è stata You needed me dei Boyzone, la nostra canzone, la prima ascoltata insieme quel 17 dicembre del 1999...riascoltata ieri sera abbracciati al buio, un auricolare a testa collegato al tablet...






mercoledì 22 aprile 2015

Torta allo yogurt con gocce di cioccolato

Cara Lilli,

ieri avevo voglia di un dolce di quelli adatti a colazione e merenda, semplici e morbidi. Uno di quei dolci che in genere fanno contenti tutti, insomma :-)

Allora, che fare? Avevo in frigo due yogurt alla vaniglia e in dispensa una scatolina di gocce di cioccolato. 

Ecco cosa ho preparato, rifacendomi alla collaudata ricetta della torta da me ribattezzata "7 vasetti e 4/5" ;-)

- 2 vasetti di yogurt alla vaniglia

- 3 vasetti di farina 00

- 2 vasetti di zucchero

- 4/5 di vasetto di olio di semi (ovvero 100 ml)

- 3 uova

- 1 bustina di lievito per dolci

- 60 gr di gocce di cioccolato

Solito procedimento: frullare le uova con lo zucchero fino a farle diventare spumose (io uso sempre lo sbattitore elettrico). 

Incorporare lo yogurt, aggiungere l’olio a filo, mescolando piano per non smontare troppo il composto. Aggiungere la farina e il lievito. Infine le gocce di cioccolato.

Imburrare e infarinare uno stampo (io ho usato quello da 24 cm) e versarvi l'impasto.

Infornare a 180° per 35-40 minuti, controllando con lo stuzzicadenti che l’interno sia asciutto.


Ed eccola qui la mia torta (che oggi si è già dimezzata!)...
 


 Buon appetito, Lilli!


domenica 19 aprile 2015

La fatina dei dentini

Cara Lilli,

come è trascorsa la tua nottata? Qui a casa nostra è stata una notte di attesa. Gioiosa attesa.

Nel sonno, certo. Ma sempre gioiosa attesa è stata.

La proprietaria del sonno e dell'attesa era la mia tenera monella, naturalmente.

Ieri mi ha chiamato tutta felice e mi è venuta incontro con la manina aperta, sul cui palmo era poggiata una cosina.

"Mamma! Guarda: un dentino!"

Un  incisivo superiore, per la precisione. 

E' solo il terzo dente da latte che perde, gli altri due li ha persi l'anno scorso.

Così ieri sera al momento di addormentarsi ha messo il dentino sotto al suo cuscino e stamattina appena sveglia ha voluto subito controllare se la fatina fosse passata a prenderlo, lasciando un dono per lei.

Quando ha sollevato il cuscino ha esclamato: "Un soldo!" 

Ha ricevuto un euro da spendere per due lecca-lecca di quelli che piacciono a lei. 

E me lo ha mostrato tutta sorridente...con la sua nuova finestrella in bella vista :D


Fatina dei dentini - immagine presa dal WEB


mercoledì 15 aprile 2015

Ritrovarsi

Cara Lilli,

secondo te è possibile non vedere nè sentire una, due, più persone per anni (pochi in qualche caso, molti in qualche altro) e poi riprendere da dove si è lasciato senza avvertire tutto il periodo di distacco?

Anzi no, mi sono espressa male.

E' possibile secondo te avere pienamente coscienza che c'è tutto un vissuto che non è stato condiviso ma che pian piano lo sarà tramite racconti, confidenze più o meno importanti, chiacchiere varie....e quindi non avvertire senso di estraneità ma senso di gioia, di ritrovata unità?

Ok. Stai facendo fatica a seguirmi, immagino.

Mettiamola così, allora: da fine febbraio ho ripreso i contatti con un buon numero di ex compagni di liceo.

Loro si sono rivisti di persona in una serata in pizzeria a cui io non ero presente per cento e una difficoltà, ma subito dopo hanno creato un gruppo su whatsapp e hanno inserito anche me. 

Ed è da lì che ha preso il via una cosa bella.

Una delle ex compagne di questo gruppo è rimasta costantemente in contatto con me da sempre, qualche altra l'ho vista e sentita per anni ma da un pò non c'era stata più occasione, qualcuno l'avevo incontrato per caso in giro negli anni scorsi, qualche altro (o altra) ancora non lo (la) vedevo all'incirca dalla fine della scuola.

Insomma: ci siamo ritrovati.

Ogni giorno grazie alla chat ci sentiamo, si sta cercando di organizzare altre occasioni per rivedersi tutti (perchè specie tra quelli che vivono nel capoluogo c'è modo di vedersi a due a due o a gruppetti anche solo per un caffè al volo).

Loro, eccetto l'amica che ho frequentato e sentito sempre, non sapevano nulla dei miei monelli, delle loro problematiche. Ora lo sanno. E sanno quindi anche le difficoltà che ho nell'organizzarmi per uscite varie, per andare nei locali, specie col monello visto che la monella è tanto maturata per fortuna, al contrario del fratellino che ancora ci dà bel filo da torcere.

E allora si sta pensando a incontri magari non solo in ristoranti o pizzerie, ma anche a casa di qualcuno che ha il giardino magari, adesso che le giornate si stanno allungando e il clima migliora. Così da favorire me e miei bimbi, con una maggiore libertà e gestibilità.

E poi...mi hanno fatto felice. 

Io adoro le soprese e tu lo sai perchè l'ho anche scritto espressamente nella lista de Le 100 cose che amo (vedi la numero 37). 

Ebbene: sabato Santo, me ne sono ritrovata da un momento all'altro un bel gruppetto sotto casa (e poi dentro, ovviamente ;-) )

Con una tecnica di indagine fatta di domandine buttate lì su whatsapp si sono accertati che non uscissi quel pomeriggio, hanno recuperato il mio indirizzo, sono partiti dal capoluogo in 7 su due auto e sono arrivati da me :-)

Erano tre compagne (di cui una con il figlio undicenne) e due compagni (di cui uno con la moglie) e mi hanno fatto emozionare davvero!

Hanno portato dei bellissimi peluches-burattini ai miei bimbi e sono stati con noi per un paio di ore.

La monella ha legato un pò con tutti ma in particolare ha giocato con due delle ragazze, il monellino ha avuto come baby-sitter il figlio (adorabile) della mia compagna che lo ha fatto giocare con il suo cellulare.

Abbiamo chiacchierato e scherzato come se ci fossimo visti il giorno prima, poco ha importato se avevo i piatti sporchi nell'acquaio (e io ho un soggiorno-cucina, per cui...ops!) e se la macchinetta del caffè espresso si è bloccata dopo la prima tazzina e ho dovuto rispolverare (nel vero senso della parola!) la vecchia moka con risultato non proprio ottimale...

E' stato bello. Semplicemente.

Ora aspettiamo la prima domenica utile da trascorrere insieme anche con chi non è potuto venire a trovare me quel pomeriggio. 

Con le rispettive famiglie, ovviamente. Tutti insieme. 

Abbiamo tante cose, tanta vita ancora da raccontarci per recuperare il tempo perduto!

Intanto ci siamo ritrovati.

sabato 11 aprile 2015

Les feuilles mortes

Cara Lilli,

devi sapere che la mia mamma aveva un amore particolare per la Francia, per la letteratura, per le tradizioni, la cucina e per il francese proprio come lingua, tanto che lo aveva studiato da giovane all'istituto Grenoble di Napoli.

Non per niente la canzone d'amore sua e di mio papà era La vie en rose (te ne ho parlato qui).

Ma se le chiedevi quale fosse la sua canzone, quella sua personale...non aveva esitazioni e rispondeva: "Les feullies mortes".

Col testo che è una meravigliosa poesia di Jaques Prevert, con la musica delicata e struggente al tempo stesso, quasi appena accennata, questa canzone è di una malinconia e di un'intensità emotiva senza pari. 

Anche io la amo molto.

E oggi ricordo così la mia mamma, che da 4 anni è in Cielo.




Testo e traduzione qui.


venerdì 10 aprile 2015

Venerdì del libro (208°) : TRE ATTI, DUE TEMPI + una novità editoriale!

Cara Lilli,

dopo un ritorno di inverno (con tanto di neve, martedì scorso) e un ritorno anche del mio mal di gola e del raffreddore, sono qui a scriverti per seguire l'iniziativa di HomeMadeMamma proponendoti una mia lettura risalente al 2014, a dire il vero.

Si tratta di TRE ATTI, DUE TEMPI di Giorgio Faletti.

Nel riepilogo delle letture dello scorso anno ricorderai che avevo segnalato due libri di Faletti (Io uccido e Niente di vero tranne gli occhi) come una delusione. Dovrò affrontare prima o poi quel discorso, non so perchè lo rimando ancora, ma comunque il romanzo di cui ti parlo oggi è invece una lettura che ho trovato piacevole, sempre dello stesso autore.

Tre atti, due tempi è un libro che parla di calcio. Questo me l'ha reso simpatico, diciamo così, visto il mio passato da tifosa accanita (oggi seguo molto meno il calcio...non è più quello di una volta).

Una storia che si svolge in provincia, dove una squadra di serie B ha come magazziniere un ex galeotto (Silvano, detto Silver) che è anche il padre del bomber che fa sognare i tifosi. Silver è amato e rispettato nonostante i suoi passati guai con la giustizia e sarà lui, inizialmente non per sua volontà, a trovarsi al centro di un intrigo di corruzione che rischia di mandare all'aria tutto il duro lavoro della società, dei giocatori e dell'allenatore per arrivare a traguardi sempre più importanti.

Sarà lui, in un secondo momento per scelta, a muovere i fili del gioco, per salvare il salvabile e per dare un esempio di onestà a suo figlio.

Un pò portato all'estremo, il racconto ha delle forzature che però confesso non mi sono pesate più di tanto perchè mi sono trovata immersa nell'atmosfera che Faletti è riuscito a descrivere bene, con quel retrogusto amaro e quella vena malinconica che su me (che malinconica lo sono per natura)  fanno quasi sempre presa.

Niente di straordinario, ma una lettura che nel complesso ho gradito.

Adatto a chi non cerca ritmi serrati o colpi di scena da restare a bocca aperta, potrebbe risultare un pò noioso per altri.






I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI



Poi ho da farti una segnalazione, Lilli: dal 30 marzo è arrivata anche in Italia la serie Le cronache dell’Accademia Shadowhunter.

10 ebook, uno al mese per 10 mesi, a soli 2,99 euro.

I racconti, come Le cronache di Magnus Bane, sono scritti da Cassandra Clare in collaborazione con Sarah Rees Brennan, Maureen Johnson e Robin Wasserman, e seguono le avventure di Simon Lewis, che non aveva mai pensato di diventare uno Shadowhunter ma, dopo essere passato da mortale a vampiro, comincia la sua “educazione extrasentimentale”.

Ho ricevuto dalla digital Pr della Mondadori il primo dei 10 ebook e lo leggerò volentieri, così potrò parlartene al più presto. 

Spero sarà una lettura appassionante così sarà bello poi leggere tutta la saga!



domenica 5 aprile 2015

Buona Pasqua!

Cara Lilli...






Penso che gli auguri per una Buona Pasqua abbiano ancora più valore se fatti dalla mia monella :-)

E io mi unisco a lei e vorrei davvero che ognuno trascorresse questa giornata con le persone care e soprattutto in serenità e gioia, cose di cui tutti abbiamo bisogno!

AUGURI DI CUORE!


giovedì 2 aprile 2015

Parola chiave: consapevolezza

Cara Lilli,

mi capita una cosa strana: a volte guardo la mia monella e mi riesce difficile ripensare a quando era più piccola, una bimba chiusa in se stessa, che non parlava, che aveva momenti di crisi tali da non permettermi di entrare neppure nei negozi senza che lei gridasse e si agitasse in preda al panico, che continuava ad agitare i capelli davanti agli occhi e a fare altri gesti stereotipati all'infinito, che non sapeva giocare perchè non usava i giochi in modo funzionale, li teneva in mano e basta o non li guardava proprio, che ha portato il pannolino fin a quasi 5 anni, che riufitava qualsiasi cosa fosse nuova, fuori dal suo piccolo mondo.

Ora è una bimba di 7 anni e 7 mesi che frequenta la seconda classe della scuola primaria, parla, legge, scrive, ama andare a scuola e vedere i suoi compagni, va alle feste di compleanno o di carnevale da sola e affronta la confusione senza spaventarsi, esce con gli zii senza mamma e papà, si rivolge di sua iniziativa alle persone, anche quelle sconosciute, per salutare o chiedere qualcosa, gioca con le sue bambole inventando piccole storie, ama la musica e canta, va in piscina per un corso di acquaticità.

I limiti che aveva, tipici del suo disturbo pervasivo dello sviluppo rientrante nello spettro autistico non sono spariti, sono ancora lì. Ma lei, tanto determinata e caparbia, quanto dolce e sensibile, li ha in parte già superati  e in parte sta cercando di superarli, lavorando su se stessa, facendo psicomotricità e logopedia e mettendosi in gioco il più possibile.

Non è sola, la mia monella. Oltre a me e al papà, ci sono le sue terapiste, la sua insegnante di sostegno, le altre insegnanti, ci sono gli zii, la nonna, i cuginetti, la sua madrina, le sue amichette del cuore e tutti i suoi compagni di classe.

E c'è il suo fratellino, il mio monello. Lui che a 4 anni e 4 mesi ancora non parla, porta il pannolino, è iperattivo, fa incetta di oggetti rotondi per ruotarli e restare rapito a fissarli, non sa giocare, ha crisi di pianto apparentemente immotivate, non è gestibile in situazioni di confusione e in luoghi sconosciuti.

Ma se lo guardo oggi mi rendo conto che l'anno scorso era peggio. 

Oggi tutte queste cose sono ancora presenti in lui, ma sono meno incidenti, per intenderci. Alla scuola dell'infanzia ora ci va volentieri, entra felice, mette a posto il suo zainetto, appende il giubbino e mi guarda andare via senza strillare e disperarsi come prima, sta seduto a tavola con gli altri bimbi al momento del pranzo, usa la forchetta da solo, fa la fila per lavarsi le manine, comincia a fare piccole attività, ha tempi di attenzione un pochino più lunghi, pur se ancora labili. Segue molto di più quello che gli si dice, si vede che ascolta e vuole in qualche modo interagire.

Perchè ti sto dicendo tutto questo, Lilli? Perchè proprio oggi?

Perchè oggi è il 2 aprile e ricorre la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell'Autismo.

E io voglio che le persone siano consapevoli del fatto che migliorare si può.

Che avere un disturbo di tipo autistico non significa doversi rassegnare e non avere speranza per il futuro. 

Sarà un futuro magari più complicato di altri (lo scrivevo qui) ma potrà dare comunque delle soddisfazioni che all'inizio possono apparire inimmaginabili.

I miei monelli stanno facendo il loro percorso. E' in salita, a volte si scivola, si fa qualche passo indietro ma poi si riprende il cammino.

E si sale, verso il blu

Non per niente il blu è il colore ufficiale di questa giornata.