AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

mercoledì 27 giugno 2018

Come dentro un film

Cara Lilli,

hai presente quando la vita ti mette sul piatto tutto un susseguirsi di momenti, una tale concentrazione di eventi e di passaggi importanti che non fai in tempo a metabolizzarne uno che già sei immersa in quello successivo?

Momenti pieni di... tutto. Di sorrisi. Tanti. E di lacrime. Di quelle che all'inizio  tenti di nascondere, strizzando leggermente gli occhi con noncuranza, passandoti un dito sulle ciglia rapidamente, prima di capire che non serve a nulla mascherarle e di decidere che vale la pena lasciarle andare così. Libere. Mischiate ai sorrisi.

Momenti pieni di tutto, davvero. Dalla gioia più pura a un pizzico di malinconia, dalla soddisfazione a quel pò di incertezza per il domani, che non manca mai.

Perchè li vedi lì davanti a te, i tuoi monelli. 

Il monello che mangia con i compagnetti e poi gioca, corre, scivola, suda, si sporca e si diverte, al pranzo di fine anno scolastico (anticipato di una settimana). Che, testardo come un piccolo mulo, non vuole salire sul palco allo spettacolino dell'ultimo giorno di scuola ma partecipa a suo modo lo stesso ascoltando gli altri bambini delle classi seconde che cantano e porta il tempo benissimo con i piedi e ride e fa correre di qua e di là la sua amata e amabile maestra di sostegno, che lo sbaciucchia e lo abbraccia.

La monella che è giusto al centro del gruppo degli alunni delle tre classi quinte riunite il penultimo giorno di scuola dal maestro di musica che quest'anno ha fatto meraviglie con tutti loro. E' lì, al centro, mentre suonano il flauto e con fare disinvolto dà ogni tanto una sbirciatina alla compagnetta che le sta accanto per vedere come mette le dita sui fori del flauto e per cercare di imitarla senza sbagliare. Ed è lì quando poi passano al canto: compatti,  intonati, bravi davvero. Tutti. Lei compresa, che si lascia trasportare dalle canzoni, alcune più semplici, allegre e leggere, altre più impegnative e impegnate. 
E quando poi la vedi con la manina sul cuore, insieme a tutti gli altri, che canta l'Inno di Mameli... come puoi non emozionarti?

Sempre la monella che in uno scenario bellissimo, tra prati, alberi, un ruscello, una cascata, mangia con i suoi compagni della quinta A... per l'ultima volta tutti insieme, ora che la scuola primaria è finita e a settembre alle medie verranno rimescolate le classi. E che con le tre sue amichette più affezionate si allontana un pò per andare a stendersi su una coperta a chiacchierare in pace e a guardare il cielo, luminoso e soleggiato anche se con qualche nuvola bianca qua e là.

I tuoi monelli, che poi a turno accompagni a ritirare la pagella, scoprendo con gioia che i voti buoni ci sono anche quest'anno: un solo 6 per il monello, poi per entrambi tutti 7 e 8, più un bel 9 per la monella in attività motoria. Lui con il suo programma del tutto differenziato, lei con lo stesso programma della classe ma un pò semplificato. 

E tutto questo va a premiare l'impegno dei monelli stessi, che hanno lavorato tanto, ma anche quello delle loro maestre, che non hanno mollato un solo istante la presa, che hanno creduto nei risultati possibili anche quando sembravano un pò più... impossibili :)

E tu, da mamma, hai sorriso e hai pianto in ognuna di queste occasioni.

Ma più di tutte in una. L'ultima in ordine cronologico, ma la più emozionante: a consegna della pagella avvenuta, l'abbraccio stretto stretto della monella con la sua maestra, che porta il suo stesso nome e che per 5 anni l'ha seguita, spronata, coccolata, sgridata, responsabilizzata, fatta ridere, consolata. Amata.

Così si è chiuso un capitolo importante, il più importante finora, della vita della monella. Restano i tanti ricordi e i tanti passi fatti insieme. Il libro che la maestra le ha regalato, con una dedica preziosa. E una fotografia bellissima di loro due insieme, che la monella  ha regalato alla maestra, incorniciata da un portafoto a forma di finestra che si apre sul davanti e accompagnata da un bigliettino scritto tutto di suo pugno.

Come dentro un film, prima di pubblicarlo tu rileggi questo post e ti sembra di rivederle e riviverle tutte queste scene. E, sorridendo,  corri a prendere l'ennesimo fazzolettino...

sabato 23 giugno 2018

Frittata di pollo e pangrattato

Cara Lilli,

è da tempo immemore che non posto una ricettina. Rimedio oggi, visto che a pranzo mi sono preparata un piatto che mi è piaciuto molto ed è scaturito un pò dalle circostanze.

Ti spiego: mio marito è fuori con suo fratello e sua madre fino a stasera, quindi a mezzogiorno ero sola con i monelli. La monella desiderava le penne al pomodoro, niente di più semplice. Il monello ama la carne, bianca o rossa che sia, e gli ho scongelato delle fettine di petto di pollo da cuocere in padella. Io ancora non avevo idea di cosa mi andasse a genio, invece.

Quando mi sono resa conto che il pollo che avevo scongelato era troppo per il piccolo di casa, mi sono detta che ne avrei mangiato un pò io. Ma una fettina sola era poca per me. Insomma... che ho pensato? 

Da amante delle frittate, ecco che ho preparato in quattro e quattr'otto una frittata con il pollo e ho aggiunto anche del pangrattato per darle più consistenza, tipo pancake per farti capire.

E' venuta buona! L'ho accompagnata con dei pomodori all'insalata e ho molto gradito il tutto. E' stato un piatto sostanzioso e mi ha saziato :-)

Ecco le dosi che ho usato per una frittatina singola (ma si possono poi ovviamente variare in più o in meno a seconda dei gusti):

- 2 uova
- 100 gr di petto di pollo
- 3 cucchiai di pangrattato
- 2 cucchiai di latte
- sale q.b.
- pepe q.b.
- olio extravergine di oliva q.b.

Molto facile da preparare: ho cotto in una padella antiaderente la fettina di petto di pollo insaporendola con un filo d'olio e un pizzico di sale.

In una scodella ho sbattuto le due uova con il latte, il sale e il pepe.

Ho tagliato a pezzetti la fettina di pollo e li ho aggiunti alle uova, incorporando poi anche il pangrattato.

Ho versato il composto ottenuto (piuttosto denso) in padella antiaderente e ho fatto cuocere a fuoco medio per 5-6 minuti, rigirando la frittata a metà cottura.

Et voilà... pronta per essere mangiata :-)


Buon appetito, Lilli!


mercoledì 20 giugno 2018

La più grande "mela" della Terra

Cara Lilli,

se casomai ti stessi domandando chi sia la "mela" del titolo... sappi che sono io.

Perchè "Mela" è il soprannome che mi ha dato mio fratello, più grande di me di quasi 6 anni, fin da quando ero bambina.

Oggi è vero che tutta l'attenzione è catalizzata sull'inizio degli esami di maturità, ma io invece mi sono ritrovata a ripensare agli esami di terza media perchè stamattina la figlia di una mia carissima cugina ha sostenuto l'orale proprio della licenza media. E mi è tornato in mente un particolare del mio esame. 

Sono corsa a rovistare nei miei ricordi, tra quaderni, diari segreti, diari scolastici, lettere e cartoline. Quelli che quando mi sono sposata mi sono portata dietro per non separarmene mai.

E l'ho trovata. 



La busta rossa un pò sbiadita dal tempo (sono passati pur sempre 31 anni, eh!) con su la scritta : ALLA PIU' GRANDE MELA DELLA TERRA!!!

La mattina del mio esame orale di terza media, il 17 giugno 1987, mi svegliai e quasi mi prese un colpo perchè nella penombra intravidi qualcosa che penzolava sopra il mio letto: era questa busta rossa, attaccata con dello scotch (che si può vedere pure nella foto) ad un filo legato e teso tra la maniglia della finestra alla destra del letto e un pomello dell'armadio alla sinistra sempre del letto.

Il mio fratellone mi aveva fatto una sorpresa, posizionando tutto questo armamentario di notte, mentre io dormivo (tipo ninja... perchè lo fece senza farmi svegliare!), con lo scopo di dirmi IN BOCCA AL LUPO per il mio esame.

Mi scrisse che era ammirato di come io fossi calma, mentre lui a suo tempo era stato agitatissimo, ma aggiunse anche che la differenza tra noi era che io sapevo di avere studiato bene e di avere ottimi voti già nei tre anni di scuola media, mentre lui come al solito aveva studiato solo il minimo indispensabile e si sentiva impreparato.

Mi scrisse che gli sembrava il giorno prima che ero nata e che invece in quei giorni mi guardava e mi vedeva già quasi quattordicenne e non se ne capacitava.

Mi scrisse anche di ricordarmi che tra quelli che mi volevano bene in graduatoria, dopo mamma e papà, c'era lui.

Capirai, Lilli, che fu un piccolo-grande dono che apprezzai moltissimo. Una di quelle cose che ti restano nel cuore per sempre.

E il fatto che io abbia conservato gelosamente quella lettera fino ad oggi lo dimostra :)



PS: i monelli oggi hanno ritirato le loro pagelle... ma di questo e di altre cose belle ti scriverò in un post a parte ;)

PS 2: mi scuso tanto se non riesco ad essere presente come vorrei su tutti i miei blog amici in questo periodo, ma sono giorni particolari, come sempre ogni anno quando finisce la scuola e orari e abitudini quotidiane vengono un pò stravolti... ma conto di passare qua e là ogni volta che potrò!

venerdì 15 giugno 2018

Venerdì del libro (272°): VAMPIRO IN PIGIAMA

Cara Lilli,

oggi arrivo tardi, pur avendo fatto la bozza del post nel tardo pomeriggio, ma comunque partecipo all'iniziativa di HomeMademamma con un libro letto pochissimo tempo fa: VAMPIRO IN PIGIAMA di Mathias Malzieu.

Devo all'amica Ily la scelta di questo libro, perchè lei ne parlò sul suo blog un pò di mesi fa. Io a dire il vero fino a quando non ho letto la sua recensione non conoscevo proprio l'autore, che è un cantante francese (del gruppo dei Dionysos) oltre che scrittore. 

Si tratta di una storia autobiografica, innanzitutto: è, infatti, una sorta di diario che descrive un anno della vita reale di Malzieu dal momento della scoperta di una grave malattia del sangue a quando in pratica rinasce una seconda volta, grazie al sangue di un cordone ombelicale.

Non è una lettura allegra, naturalmente, ma neppure angosciante fino all'estremo. L'autore ha saputo evitare di cadere nella trappola dell'autocommiserazione, ha trovato degli spunti anche originali per descrivere il suo percorso, sia quello strettamente medico che quello interiore. Questo va detto, anche se in definitiva il mio giudizio non va oltre le tre stelline perchè forse mi aspettavo di provare un'emozione più viva alla conclusione del libro. 

La mia sensazione è stata quella di restare un pò fuori dalla storia, un pò troppo mera spettatrice. Il che forse per qualcuno non è poi una nota del tutto negativa. Ma per me nel caso di libri che trattano temi forti e delicati allo stesso tempo, come può esserlo quello della malattia, è importante non mettersi lì a piangere come una fontana in modo scontato, ma venir coinvolta più nel profondo.

Un libro ben scritto, comunque. Un taglio moderno, scorrevole.

Vorrei cimentarmi a questo punto nella lettura di un altro libro di Malzieu che ho scoperto spulciando nella sua biografia: La meccanica del cuore, da cui è stato tratto poi un film d'animazione. Chissà se qualche blogamico lo conosce o ha visto il film...




I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI
 

martedì 12 giugno 2018

Balle di fieno (2)

Cara Lilli,

è arrivato giugno (già da un pò, è vero) e ci ha portato in dono quelle meravigliose cose che sono le balle di fieno.

Ogni anno è lo stesso, identico sentimento di incanto quello che provo davanti alle distese color dell'oro piene di balle sparse qua e là.

Io ho la fortuna di vivere in una zona verde, tra monti e colline. Quindi mi basta uscire di casa per toccare la natura con mano, letteralmente. E sono felice che anche i miei monelli possano godere di questa bellezza e di quest'aria e di questi spazi. Senza stare in fila nel traffico per qualsiasi spostamento da fare, senza chiasso a tutte le ore.

Mi rendo sempre più conto che sono fatta per la vita semplice, informale, un pò fuori dal caos urbano. Che mi fa anche piacere, sì, andare a passeggio per il corso principale del cittadina capoluogo in cui sono vissuta fino a quando mi sono sposata (fare lo struscio, come si suol dire) o partecipare a qualche evento particolare o andare a una festa con tanta gente, ma purchè siano eccezioni e non la regola. Così che quando capitano ne gioisco sinceramente e le vivo con entusiasmo, cosa che non sarebbe possibile se fossero per me un'abitudine.

Come quando ero bambina e mia mamma per sua scelta non era solita comperare spesso cose tipo la nutella o la coca cola o le patatine, così che quando lo faceva per me e mio fratello era una vera goduria :-)

Non tutti siamo uguali, naturalmente. Ma così è come la... vivo io! 



Credit photo: Calaggio.it

Foto mia , tornando dal centro di riabilitazione con i monelli (pomeriggio del 13-06-2018)

mercoledì 6 giugno 2018

Sfumature

Cara Lilli,

pochi giorni fa eravamo alla ASL, per il rinnovo della Diagnosi Funzionale della monella, in vista del cambio di grado scolastico (a settembre si va in prima media!).

Immagina la scena...

Mentre io e l'insegnante di sostegno parliamo con la commissione multidisciplinare, formata dalla neurospichiatra, l'educatrice professionale, la psicologa e l'assistente sociale che ci conoscono oramai da anni, la monella poco più in là nella grande stanza si intrattiene chiacchierando e giocando con un giovane tirocinante psicologo che invece non ci conosce.

Dopo un pò...

Monella: "Ma tu sei un papà?"

Psicologo: "No, non ancora. Perchè me lo domandi?"

Monella: "Perchè hai proprio una voce... da papà!"

Psicologo: " :-))) "  (sorriso a 32 denti!) 

Così la monella ha dato una volta di più prova di quanto sia sensibile a tutte le sfumature, anche quelle della voce di chi le sta intorno.

E il giovane tirocinante psicologo, che aveva in effetti una voce rassicurante, tenera ma anche ferma allo stesso tempo, è ufficialmente entrato a far parte del rinomato club degli "innamorati della monella" :)

 

sabato 2 giugno 2018

Venerdì del libro (di sabato) (271°): NON LASCIARE LA MIA MANO

Cara Lilli,

ieri non sono riuscita a postare nulla per il Venerdì del Libro, ma mi dispiacerebbe dover aspettare fino a venerdì prossimo per aderire all'iniziativa di HomeMadeMamma e, sapendo che Paola (l'ideatrice del VdL) è moooolto buona e visto che io sono una della vecchia guardia partecipando ormai dal lontano 2010, mi permetto di postare di sabato ;)

Ho letto nei giorni scorsi un thriller di un autore francese che io in verità non conoscevo fino a poco tempo fa, Michel Bussi, ma pare abbia avuto un grande successo con i suoi scritti negli ultimi anni. 

Il romanzo che ho letto io è NON LASCIARE LA MIA MANO e il titolo l'ho messo in lista proprio grazie ad un passato VdL, ma la vecchiaia incombe e purtroppo non riesco a ricordare quale amica blogger l'ha recensito :(

Comunque, il libro mi è piaciuto. Ambientata sull'isola de La Réunion, in pieno Oceano Indiano, ho trovato la storia interessante perchè partendo da una situazione piuttosto comune e all'apparenza un pò banale come quella di una turista scomparsa di cui si presume l'assassinio e della conseguente fuga del marito presunto colpevole con al seguito la figlioletta di sei anni, si è poi invece snodata attraverso deviazioni inaspettate. 

La caccia all'uomo diviene anche un'avventurosa rincorsa attraverso le bellezze selvagge dell'isola. E i personaggi, preda e cacciatori, sono descritti bene dall'autore, lasciando però sempre un pizzico di mistero che fa porre delle domande al lettore su ciò che realmente si nasconde dietro ognuno di loro.

Così la giovane e intraprendente comandante di brigata della gendarmeria dell'isola, Avj Purvi, con al fianco il più maturo (anagraficamante) sottotenente Christos Kostantinov, dai modi bizzarri e conosciuto da tutti come "il profeta", porta avanti le indagini e l'inseguimento.

Non ti nascondo che ci sono stati dei passaggi che ho trovato più lenti e meno interessanti ai fini della storia (e questo ho scoperto ora che è stato un tratto negativo sottolineato da alcune altre recensioni), ma nell'insieme io sono stata catturata dalla vicenda e sono andata avanti spedita per arrivare a capire come stessero sul serio le cose.

Un finale direi riuscito bene, un colpo di scena che non ti lascia propriamente senza fiato, ma ti fa comunque esclamare: "Ah... però!!"

A me è piaciuto in particolare l'ultimissimo capitoletto, a soluzione ormai svelata, perchè mi sono immedesimata nella situazione descritta e l'ho trovata assolutamente non scontata. E tu lo sai, Lilli, che se c'è una cosa che amo sono le uiltime pagine che hanno ancora un senso pieno, un vero perchè, non sono lì messe giusto per chiudere il libro.

Penso che leggerò altri libri di Bussi appena ne avrò modo. Questo incontro con lui mi è piaciuto :)





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI