AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

Visualizzazione post con etichetta thriller. Mostra tutti i post
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sabato 19 gennaio 2019

Venerdì (seppur di sabato) del libro (279°): TUTTO E' TENEBRA

Cara Lilli,

facciamo finta che oggi sia venerdì... che ne pensi? 

No, ti spiego: il fatto è che io non riesco a tenere il ritmo che vorrei qui sul blog, purtroppo, ma saltare di nuovo l'appuntamento con l'iniziativa di HomeMadeMamma mi dispiaceva troppo e allora beccati questo venerdì del libro... seppur di sabato ;)

Oggi voglio parlarti di una lettura che mi ha reso molto contenta per due motivi: innanzitutto, perchè è un libro bello; poi perchè mi ha dato la conferma del talento dell'autore, Massimiliano Riccardi, il che non sempre è scontato. Mi è capitato in passato di trovare autori che in prima battuta mi piacciono e poi però non riescono a mantenere quello stesso standard .

Si tratta di TUTTO E' TENEBRA, edito da Cinquemarzo.

Con Joshua, suo romanzo d'esordio, l'autore mi ha colpito profondamente (vedi qui). Questo suo secondo lavoro riparte in qualche modo proprio dal finale di Joshua, perchè il lettore ritrova lo sceriffo Stark Dumpsey così come lo ha lasciato, con addosso in senso fisico e ancor di più in senso psicologico i segni della vicenda spinosa e tragica narrata nel primo romanzo.

Volendo analizzare un po' le mie sensazioni durante e dopo la lettura, ho trovato la nuova storia un pelino meno originale, più da thriller classico con servizi segreti, narcotrafficanti, logge segrete... ma questo non è certo  un male, è chiaro. Anche perchè bisogna saperlo scrivere un buon thriller secondo i canoni classici e non tutti ci riescono in maniera efficace. E Tutto è tenebra è senza dubbio scritto bene.

Tu che mi conosci, Lilli, sai che io dò molta importanza allo spessore dei personaggi, anche nelle storie di azione e avventura. Non mi bastano dei buoni colpi di scena, un finale a sorpresa.

Per questo ci tengo a sottolineare quanto ho trovato bella l'introspezione del personaggio di Dumpsey, specie dal punto di vista dei sentimenti e della tenerezza, che fanno da contraltare alla risolutezza e ai modi bruschi e inflessibili che ha sul lavoro. Un senso di umanità non comune, un porsi interrogativi e cercare risposte anche sapendo che possono far male. Mi piace, il vecchio Stark... lo avrai capito ;)

Il lato oscuro della storia invece, cioè l'altro protagonista che ha il marcio dentro, viene presentato al lettore passo passo, così da condurlo a cercare di capire le dinamiche terribili che lo straziano, fino alla rivelazione conclusiva.

Non posso che consigliare questa lettura. E direi a chi volesse intraprenderla di fare prima un passo indietro e cominciare da Joshua, anche se in realtà l'aggancio tra le due storie è spiegato sufficientemente bene e comunque la non conoscenza della vicenda del primo libro non inficia la comprensione del secondo. Il mio è solo un consiglio personale, perchè ho trovato bello io leggere i due volumi nella giusta sequenza.

<< Una caccia al killer si rivela un gioco delle scatole cinesi: narcotrafficanti, servizi segreti, polizia, agenti federali, fanatici religiosi, logge segrete... Tutto appare confuso. L'amore e l'abnegazione sono le caratteristiche di alcuni poliziotti che scoprono a loro spese il labile confine tra legge e giustizia. Da che parte stare? Scegliere tra la luce o le tenebre, oppure decidere di percorrere quella lunga linea grigia anche a costo di rinunciare a se stessi?>>

Massimiliano Riccardi ha anche un blog, per cui se qualcuno volesse sapere un pò più di lui può andare a visitarlo, qui.





 I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

sabato 2 giugno 2018

Venerdì del libro (di sabato) (271°): NON LASCIARE LA MIA MANO

Cara Lilli,

ieri non sono riuscita a postare nulla per il Venerdì del Libro, ma mi dispiacerebbe dover aspettare fino a venerdì prossimo per aderire all'iniziativa di HomeMadeMamma e, sapendo che Paola (l'ideatrice del VdL) è moooolto buona e visto che io sono una della vecchia guardia partecipando ormai dal lontano 2010, mi permetto di postare di sabato ;)

Ho letto nei giorni scorsi un thriller di un autore francese che io in verità non conoscevo fino a poco tempo fa, Michel Bussi, ma pare abbia avuto un grande successo con i suoi scritti negli ultimi anni. 

Il romanzo che ho letto io è NON LASCIARE LA MIA MANO e il titolo l'ho messo in lista proprio grazie ad un passato VdL, ma la vecchiaia incombe e purtroppo non riesco a ricordare quale amica blogger l'ha recensito :(

Comunque, il libro mi è piaciuto. Ambientata sull'isola de La Réunion, in pieno Oceano Indiano, ho trovato la storia interessante perchè partendo da una situazione piuttosto comune e all'apparenza un pò banale come quella di una turista scomparsa di cui si presume l'assassinio e della conseguente fuga del marito presunto colpevole con al seguito la figlioletta di sei anni, si è poi invece snodata attraverso deviazioni inaspettate. 

La caccia all'uomo diviene anche un'avventurosa rincorsa attraverso le bellezze selvagge dell'isola. E i personaggi, preda e cacciatori, sono descritti bene dall'autore, lasciando però sempre un pizzico di mistero che fa porre delle domande al lettore su ciò che realmente si nasconde dietro ognuno di loro.

Così la giovane e intraprendente comandante di brigata della gendarmeria dell'isola, Avj Purvi, con al fianco il più maturo (anagraficamante) sottotenente Christos Kostantinov, dai modi bizzarri e conosciuto da tutti come "il profeta", porta avanti le indagini e l'inseguimento.

Non ti nascondo che ci sono stati dei passaggi che ho trovato più lenti e meno interessanti ai fini della storia (e questo ho scoperto ora che è stato un tratto negativo sottolineato da alcune altre recensioni), ma nell'insieme io sono stata catturata dalla vicenda e sono andata avanti spedita per arrivare a capire come stessero sul serio le cose.

Un finale direi riuscito bene, un colpo di scena che non ti lascia propriamente senza fiato, ma ti fa comunque esclamare: "Ah... però!!"

A me è piaciuto in particolare l'ultimissimo capitoletto, a soluzione ormai svelata, perchè mi sono immedesimata nella situazione descritta e l'ho trovata assolutamente non scontata. E tu lo sai, Lilli, che se c'è una cosa che amo sono le uiltime pagine che hanno ancora un senso pieno, un vero perchè, non sono lì messe giusto per chiudere il libro.

Penso che leggerò altri libri di Bussi appena ne avrò modo. Questo incontro con lui mi è piaciuto :)





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venerdì 13 aprile 2018

Venerdì del libro (267°): LA RAGAZZA DEL TRENO

Cara Lilli,

finalmente riesco a postare di venerdì e partecipo all'iniziativa di HomeMademamma parlandoti di un romanzo che ho letto questo scorso inverno, dopo aver a lungo meditato se mi andasse o meno di affrontare uno di quei bestseller fa di cui tutti parlano e da cui è stato tratto immediatamente anche un film: LA RAGAZZA DEL TRENO, di Paula Hawkins.

Alla fine mi sono decisa e devo dire che stavolta è andata meglio che in altre occasioni, quando il gran clamore suscitato da qualche libro poi si è rivelato essere per me esagerato e fuori luogo, lasciandomi delusa in modo più o meno deciso.

Ti riporto la sinossi direttamente dal sito delle Edizioni Piemme:

"La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?"

La ragazza del treno mi è piaciuto abbastanza, perchè ha dalla sua una storia di base intrigante ma ha anche delle pecche, come la poca fluidità del racconto per via dei falshback frequenti e dell'alternarsi dell'io narrante. E per di più una protagonista per cui personalmente non sono riuscita a provare simpatia nè immedesimazione, che anzi mi ha quasi infastidito col suo modo di essere e di fare. Ma quest'ultima cosa, in effetti, non posso definirla una pecca vera e propria, perchè è un'osservazione molto soggettiva diciamo.

La prima parte del libro l'ho trovata più lenta, la seconda ha un ritmo più incalzante, che si fa d'un tratto di nuovo stranamente lento per alcune scene e poi più frenetico nel finale. Il che anche non è che sia un pregio, perchè quando da un certo punto, già molto avanti nella storia, in poi si decelera e poi si riaccelera  per arrivare alla conclusione secondo me si rischia di far perdere la giusta suspense che si era creata fino a quel momento. 

Comunque, io il colpo di scena lo avevo intuito già prima che avvenisse, ma in definitiva ti ribadisco che questo libro non mi è dispiaciuto. Non so però se vedrò il film, anche perchè essendo in thriller e conoscendo il finale non avrebbe alcun mordente la storia. Forse potrei vederlo, ma più che altro per capire se la trasposizione è stata fedele al libro. 

Sarei curiosa di sapere se c'è qualche mio amico di blog che ha letto il romanzo o visto il film e che cosa ne pensa :)




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venerdì 15 dicembre 2017

Venerdì del libro (258°): LA RAGAZZA NELLA NEBBIA

Cara Lilli,

cercherò se riesco di non far passare un altro mese prima di partecipare nuovamente all'iniziativa di HomeMadeMamma, perchè  fin dagli esordi del mio blog è stata un appuntamento importante e bello e vorrei portarlo avanti con più costanza, come facevo i primi anni.

Ciò premesso, passo a parlarti di un romanzo letto poche settimane fa: LA RAGAZZA NELLA NEBBIA, di Donato Carrisi.

Quando un libro è molto pubblicizzato ed acclamato, ci fanno un film con un cast iportante e così via, mi capita di restare delusa dalla lettura. Mi capita anche spesso purtroppo. E infatti questo thriller di Carrisi, di cui peraltro non avevo finora mai letto nulla, mi ha in parte deluso.

Il fatto è che ho apprezzato la scrittura, l'ambientazione, anche il ritmo un pò lento e in controtendenza rispetto ai thriller più classici. Ma non ho apprezzato per nulla come l'autore ha creato il colpo di scena della scoperta del colpevole. Ha un pò giocato sporco, per dirla in termini poco tecnici ma efficaci. 

Non è la conclusione in sè per sè ad essere secondo me poco credibile, ma bensì, come dicevo, il modo in cui Carrisi ha condotto la narrazione fino al punto cruciale.

Mi rendo conto che se spiegassi meglio cosa intendo farei uno spoiler e non è mia intenzione perchè se no toglierei il gusto di leggere a chi vuol farsi un'idea personale su questo romanzo.

Se poi c'è invece chi come me ha già letto il libro e vuol dire la sua opinione, può farlo nei commenti a questo post e magari a chi me lo chiede, in sede di risposta ai commenti, io mi prenderò la libertà di essere più specifica e chiara... facciamo così? OK! :)


Ecco, comunque, la sinossi: 

La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l'indagine grazie all'attenzione e alle pressioni del "pubblico a casa". Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua "firma". Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, per far sì che un crimine riceva ciò che gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un'audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell'incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?

 


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venerdì 23 marzo 2012

I venerdì del libro (77°): TRIPLO

Cara Lilli,

riecco la rubrica del venerdì con cui seguo la scia di HomeMadeMamma. Stavolta ti propongo una lettura thriller fatta il mese scorso: TRIPLO di Ken Follet.

E' stato per me il secondo libro di questo stimato autore, dopo L'uomo di Pietroburgo. Il protagonista è un agente segreto israeliano alle prese con una missione quasi impossibile e la storia è ambientata nel 1968. 

Devo essere sincera? Dopo un inizio che mi ha intrigato abbastanza, c'è stato un momento in cui ho temuto di annoiarmi. Eh si...mi sono un pò persa tra le vicende politiche, tra i nomi dei vari servizi segreti e degli agenti, tra i meccanismi che mi sembravano lenti e a tratti poco chiari.

Poi però c'è stata una svolta: nell'intreccio politico-militare si è inserito l'elemento "storia d'amore". Detto così potrebbe sembrare banale, potrebbe far pensare ad uno svilimento del genere thriller, ridotto a romanzo rosa. Ma ti assicuro che l'innesto sentimentale è stato fatto in modo originale e coinvolgente e non ha tolto nulla, anzi semmai ha aggiunto vigore e suspance alla vicenda principale.

Vicenda principale che vede il suddetto protagonista, Nat Dickstein (ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti) organizzare un furto di uranio per impedire che l'Egitto, supportato dall'Unione Sovietica, appronti un arsenale di ordigni nucleari che potrebbe condurre Israele ad una fine prematura.

Lottando contro KGB, servizi segreti egiziani e Fedayn (terroristi palestinesi), Dickstein si districa tra mille difficoltà e trova l'amore di una giovane donna per metà inglese e per metà araba che lo metterà in crisi e che sarà una delle sue armi vincenti.

Non posso dire altro...se no toglierei ogni gusto a chi volesse leggere questo romanzo che, dopo il breve momento di "stasi", mi ha tenuta incollata alle pagine degli ultimi capitoli.

<<Ci fu una volta, soltanto una volta, in cui si trovarono tutti insieme. Si incontrarono molti anni fa, quando erano molto giovani, prima che tutto questo accadesse; ma l'ombra di quell'incontro si proiettò ben oltre attraverso gli anni. Accadde la prima domenica di novembre del 1947, per essere precisi; e ciascuno di loro incontrò tutti gli altri - anzi per pochi minuti si trovarono tutti in una stanza.>>

I venerdì del libro su altri blog: