Cara Lilli,
oggi è sabato, lo so...ma facciamo che questo sabato si "traveste" da venerdì? Si dai, così io partecipo all'iniziativa libresca di HomeMadeMamma anche se in ritardo, se no poi si accumulano le recensioni che vorrei fare settimanalmente ;-)
Dopo qualche anno ho letto nuovamente uno degli autori che mi ha tenuto in passato molta compagnia con tutte (proprio tutte) le sue opere: Carlos Ruiz Zafon.
L'ombra del vento, Marina e Le luci di settembre sono i suoi romanzi che preferisco. E in particolare L'ombra del vento è stato il primo dei volumi della saga cosiddetta del "Cimitero dei libri dimenticati" e quindi mi è caro ancora di più.
Dopo un pò di silenzio questo scrittore è tornato con un libro che è il quarto e ultimo proprio di questa saga: IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI. Io l'ho letto poche settimane fa e devo dire che ha avuto su di me un effetto doppio, un pò contrastante.
Il fatto è che se da un lato avendo amato quel ciclo di romanzi ho avuto piacere nel ritrovare i personaggi a cui mi sono nel tempo affezionata, a partire da Daniel Sempere, per continuare con il poliedrico, inimitabile, fedele Fermin, con David Martin, Isabella e altri, d'altro canto c'è che a portarla troppo per le lunghe una storia rischia di essere un pò stiracchiata, perdere in originalità e credibilità.
In realtà se ricordi già il terzo volume della saga, Il prigioniero del Cielo, mi aveva lasciato un pochino perplessa in questo senso. Adesso, con questo quarto capitolo, Zafon ha voluto rischiare ancor di più.
Forse per mettersi un pò al riparo dalla mancanza di mordente ha fatto ruotare la storia di questo ultimo libro intorno ad un personaggio nuovo, Alicia Gris, un giovane donna dal passato turbolento e misterioso che lavora per una non meglio specificata agenzia investigativa che si trova a collaborare (e a scontrarsi anche in un certo senso) con la polizia nella Spagna franchista della fine degli anni '50.
L'aggancio con la storia dei precedenti libri della saga, oltre che come è ovvio dal vero e proprio Cimitero dei Libri dimenticati, è rappresentato anche da Fermin, cosa che finisce inevitabilmente per legare Alicia alla famiglia dei librai Sempere, in una Barcellona sempre più grigia e inquietante, pur se ricca di fascino.
Ecco: i flashback, gli agganci, le rivelazioni che avvengono man mano e che vanno a far luce su qualche punto del passato che era rimasto oscuro nei tre romanzi precedenti, specialmente per ciò che riguarda la morte di Isabella, madre di Daniel Sempere, sono interessanti ma anche un pò confusionari probabilmente. Perchè alla fine io ho avuto l'impressione che l'autore abbia messo troppa carne al fuoco e ci si sente un pò come storditi dalla girandola di avvenimenti.
Resta il fatto che Zafon a me piace, di fondo. Questo significa che il suo modo di scrivere mi coinvolge, anche quando ho qualche riserva sulla storia. Perciò il mio giudizio complessivo è pur sempre positivo, ma non siamo ai livelli de L'ombra del vento per me, ecco.
Mi rendo conto che sulla storia narrata ne Il labirinto degli spiriti non ho scritto praticamente nulla, Lilli, ma questo post mi è venuto così...una recensione incentrata più sulle sensazioni suscitate in me che non sulla trama vera e propria.
I suggerimenti di altri blogger per questo sabato "travestito" da venerdì del libro li trovi elencati QUI