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venerdì 14 settembre 2012

I venerdì del libro (98°): LA VALLE DELLA PAURA

Cara Lilli,

è di nuovo venerdì ed ecco che torna l'appuntamento con i libri promosso da HomeMadeMamma.

Ho riletto da non molto un giallo che era a casa dei miei genitori e che ho portato da me quando a inizio estate l'abbiamo svuotata e venduta (intendo la casa...non è che il periodo sia scritto poi in modo molto lineare!).

Stranamente non lo ricordavo ma questo è stato un bene perchè l'ho gustato come se fosse stata la prima volta. Parlo de LA VALLE DELLA PAURA di Sir Arthur Conan Dolye, con l'ineffabile Sherlock Holmes e il suo fido Watson.

Ebbene, questo romanzo mi è piaciuto davvero tanto. E' un pò diverso da altri che ho letto con protagonista il geniale investigatore di Baker Street perchè è diviso in realtà in due parti: la prima ("La tragedia di Birlstone"), più classica, con Holmes che la fa da padrone nello svelare l'arcano (e quando mai?!); e la seconda ("I Vendicatori"), più originale, che narra l'antefatto di tutto ciò di cui si è parlato nella prima parte e dove il nostro amico investigatore non appare per niente. Ma non per questo la narrazione è meno interessante, anzi: il colpo di scena che giunge inaspettato mi ha lasciato a bocca a perta e l'ho apprezzato molto.

Conan Doyle però non vuole lasciare che il suo personaggio-simbolo non abbia un posto nelle pagini conclusive del romanzo e infatti c'è un Epilogo che riporta la storia nel salotto di Holmes e che pur in pochissime pagine regala un ulteriore piccolo colpo di scena, che però lascia l'amaro in bocca.
Ma si sa, non sempre c'è il lieto fine.

PS: mi sono resa conto, rileggendo ciò che ho scritto fino ad ora, di non aver minimamente accennato al contenuto della storia o meglio delle storie che si trovano narrate in questo romanzo. In realtà non voglio negare nessuno sfizio a chi vuole leggerlo e scoprire tutto pian piano, perciò dico solo che si parla di una morte annunciata, la cui spiegazione è collegata con una sorta di loggia che non dimentica i torti subiti, neppure a distanza di decenni...



«Sarei indotto a pensare...», dissi.«Anche io», convenne con impazienza Sherlock Holmes.Credo di essere uno degli uomini più tolleranti e pazienti di questo mondo; ma confesso che quella sarcastica interruzione mi diede fastidio. «Devo proprio dire, Holmes», esclamai in tono seccato, «che a volte lei è davvero irritante.»Era troppo immerso nei suoi pensieri per controbattere subito.

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(post originale)

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