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venerdì 21 ottobre 2016

Venerdì del libro (233°): OPEN

Cara Lilli,

eccomi qui a partecipare all'iniziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un'autobiografia letta il mese scorso: OPEN - La mia storia, di Andre Agassi e J. R. Moehringer.

Due premesse importanti e tra di loro concatenate: normalmente non amo le autobiografie, ma per questa ho fatto uno strappo alla regola; e il suddetto strappo alla regola l'ho fatto perchè il tennis è lo sport che ho amato di più insieme al calcio nei mie anni giovani.

Era molto tempo che mi dicevo che dovevo leggere questo libro, ho trovato recensioni in giro per il web che mi spingevano a farlo e poi anche proprio Paola di HomeMadeMamma (qui) e se ben ricordo anche altri partecipanti al VdL ne hanno parlato sui loro blog. 

(Nota del 22/10/2016: e infatti! C'è la recensione di Mamma Avvocato, qui)

L'attesa prolungata ha man mano fatto crescere in me le aspettative, come ben immaginerai, e questo poteva rischiare di rovinarmi la lettura. Ma così non è stato, per fortuna! Il libro mi è piaciuto, infatti.

La storia di Andre Agassi mi ha spiazzato per certi versi, mi ha fatto pensare, mi ha invaso l'anima di malinconia, mi ha fatto emozionare, mi ha fatto fare un tuffo nel passato, mi ha fatto conoscere anche un pò i retroscena di un mondo che pur amando conoscevo solo dal di fuori.

Può uno dei più forti tennisti del XX secolo dichiarare di odiare il tennis? Odiarlo, si. Perchè Agassi ha vissuto la sua carriera di sportivo professionista in un'eterna lotta tra ciò che avrebbe voluto fare e ciò che doveva fare. Costretto fin da bambino dal padre ad allenarsi ore e ore con un enorme drago sparapalline, designato (più che destinato) ad essere il numero uno del tennis mondiale, senza se e senza ma di sorta. 

Non voglio stare qui a raccontarti tutta la storia ma ti assicuro che, se a leggerla è una persona che ha seguito il tennis di quegli anni (l'ultimo quarto del XX secolo nello specifico, più un pizzico di anni 2000), non può non restarne coinvolta e sconvolta anche. Per i metodi dispotici del padre, per i tentativi di ribellione finiti quasi nel momento stesso in cui iniziavano, per la genialità e sregolatezza di questo atleta, per tutto ciò che celava nel cuore, per i pensieri e le riflessioni sulla vita, per come il destino sembra aver messo lo zampino nel suo lieto fine sentimentale con la collega Steffi Graf, dopo un giovanile matrimonio presto fallito con l'attrice Brooke Shields.

Mi preme sottolineare che incide la conoscenza e la passione per mondo del tennis di quel periodo (ma magari anche un pò in generale) perchè ci sono lunghi tratti del libro dedicati a incontri disputati, tennisti nominati di continuo, riferimenti ai tornei e a tutto il mondo del tennis, come è logico.

Tra le recensioni lette ho trovato chi afferma che si può apprezzare il libro a prescindere da questo, mentre io invece lo trovo possibile solo in parte. Nel senso che la vita di Agassi è così imprescindibilmente fusa col tennis che per un lettore totalmente estraneo all'argomento temo che il libro possa risultare piuttosto lento e ripetitivo in certi casi e quindi un pò noioso. Ma è solo la mia opinione, naturalmente :)


PS: Agassi mi era simpatico e tennisticamente parlando tifavo anche un pò per lui, ma il mio idolo era lo svedese Stefan Edberg, per il suo talento, il suo inimitabile gioco di volo e la sua innata eleganza dentro e fuori dal campo da tennis...e anche perchè lo trovavo un bel giovanotto, inutile nasconderlo ;)





I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI


14 commenti:

  1. L'ho letto e ne ho parlato anche io (http://mammavvocato.blogspot.it/search?q=Open ). Mi è piaciuto tantissimo e nonostante sia una una che non seguiva il tennis se non in occasioni i partite importanti e ci ha giocato veramente poco a livello amatoriale, sono tra quelli che ritiene che possa piacere a tutti gli sportivi, anche se non conoscono il tennis. E' davvero ben scritto, infatti, e racconta una vita straordinaria, con tante contraddizioni e tanta voglia di riscatto.

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    1. Ecco, allora mi ricordavo bene che c'erano stati altri partecipanti al VdL che ne avevano scritto! Ho visto che poi due anni fa io stessa avvevo commentato il tuo post...che testa! :) e come scritto allora il momneto di questo libro è arrivato anche per me ;)
      Si, è scritto molto bene e lancia messaggi importanti per tutti, hai ragione...ciò che mi sento di aggiungere è solo che, a mio avviso, il sentimento intenso provato da chi ha pure seguito le vicende di Agassi all'epoca e sa di cosa sta parlando nello specifico non è facile che possa essere lo stesso di chi lo conosce per la prima volta attraverso il libro.
      Ciao carissima, sereno weekend!

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  2. Libro meraviglioso. L'ho adorato. Quasi quasi me lo compro e lo rileggo :D
    Penso anch'io sia apprezzabile un po' da tutti, ma te lo gusti sicuramente di più se frequenti e segui il tennis. Che è anche il mio sport. Dai, un giorno ci facciamo una partita ;)

    CervelloBacato

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    1. Ciao Davide! Ecco...si, è quello che intendo io: non che non sia un libro davvero bello per tutti, ma che chi ha "vissuto" il tennis da vicino può provare un'emozione più particolare leggendolo.

      Eh...la partita la vinceresti tu 6-0 6-0 senza ombra di dubbio, visto che nonostante io abbia amato tanto il tennis ci ho giocato pochissimo, con risultati davvero scarsi :(

      Buon weekend!

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  3. Salve. Io non sono sportive, e non capisco molto di tennis, ma il librol'ho divorato con passione. Forse merito del fatto che è scritto bene, o che la vita di Agassi è stata interessante. Certo, fa riflettere, molto, e permette di domandarsi fino a che punto sia giusto per un genitore incatenare i figli ad una passione.

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    1. Ciao Bridigala, grazie di essere passata.
      Sono contenta che ti sia piaciuto tanto questo libro! Credo che come ho scritto nel post e nelle risposte ai commenti precedenti tutti possano comprendere quanto sia bello e denso di significato...è solo che l'essere amanti di questo sport e aver "conosciuto" Agassi mentre viveva nella realtà ciò che descrive nel libro a distanza di anni penso possa dare un pò di emozione in più, come d'altronde immagino accada ogni volta che una storia sia legata indissolubilmente a una professione, a uno sport, a un passione in particolare.
      Un saluto, buon weekend :)

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  4. Cara Maris, io non ho mai giocato a tennis, ma mi piace seguire tutti i grandi tornei. Ricordo tutti quelli del 4° del secolo scorso, ne sono passati tanti campioni che non sto qui ad elencare!!!
    Ciao e buon fine settimana con un abbraccio e un sorriso:) che fa bene!
    Tomaso

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    1. Mi fa piacere che anche a te piaccia il tennis, uno sport bellissimo!
      Grazie di essere passato e un abbraccio, caro Tomaso :)

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  5. Avevo già letto recensioni entusiaste: hanno regalato il libro a mio marito e aspetta solo il suo turno per essere letto anche da me! Grazie per questa tua entusiasta recensione che mi farà accelerare i tempi ☺

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    1. Ecco...non fartelo sfuggire allora 😉 secondo me merita davvero!
      Un abbraccio!

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  6. questo ce l'ho, ma non l'ho letto ancora! (per questo non ho potuto leggere la tua recensione... mi perdoni? :)
    Ora avrò uno stimolo in più per farlo

    Comunque ho letto che tifavi Edberg... Io tifavo Lendl, e odiavo Becker e Edberg, perché ogni volta che Lendl provava a vincere Wimbledon (l'unico torneo del grande slam che gli mancava) beccava sempre uno dei due e lo eliminavano... xD

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    1. Antò allora leggilo presto, dai! Così poi mi dici che ne pensi tu :)
      E riguardo a Lendl....noooo, perchè??? Io ho preso a non poterlo vedere neppure in foto da quando vinse gli Australian Open del 1990 in una finale in cui il "mio" Stefan fu costretto a ritirarsi per infortunio....non che fosse colpa di Lendl, lo so, ma che vuoi? Al cuore di una tifosa sfegatata non si comanda! :D

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  7. Ah Maris, l'inizio del tuo post è fatalmente simile al mio: com'è che abbiamo punti di vista così simili eh?! Inutile dire che sottoscrivo tutto, come sai perché hai letto la mia recensione. E' vero, senza sapere nulla di tennis si potrebbe fare più fatica a godersi bene il libro. Diciamo che quel che dice degli altri tennisti conferma ciò che già pensavo all'epoca: vogliamo parlare del ritratto di Becker? A me è sempre stato così antipatico!

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    1. Cara, visto? Noi due siamo proprio sulla stessa lunghezza d'onda :)
      Becker... antipaticone, sì. Concordiamo anche su questo ;)

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