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venerdì 3 febbraio 2017

Il significato di essere mamma

Cara Lilli,

tu mi conosci da quando avevo solo 9 anni e ti scrivevo su un diario segreto di quelli con il lucchettino e la chiave piccola piccola...


"Sono stata una bambina di quelle che giocano al classico “mamma e figlia”, di quelle che organizzano i giochi per gli altri bambini alle feste, che fanno volentieri da baby sitter ai bambini un po’ più piccoli.

Chi mi conosce fin da allora sa che ho sempre desiderato essere mamma. Naturalmente all’inizio lo desideravo con la consapevolezza che può avere una bambina, ma con gli anni il desiderio è diventato sempre più reale, sentito nel profondo..."

(Se vuoi conoscere per intero il mio racconto, continua a leggere QUI su Scintille di gioia, il blog di Silvia, che oggi mi ospita nella sua rubrica "IL SIGNIFICATO DI ESSERE MAMMA" e che ringrazio di cuore per avermi chiesto di scrivere questo post importante ed emozionante 💙) 


9 commenti:

  1. invece io non ero molto sicura, sempre la paura che mi blocca!!!! Quello che desidero ora è che mio figlio trovi una brava ragazza e diventare nonna... Un abbraccio Maris.

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    1. Cara Ale, l'incertezza su una decisione così importante come diventare madre è comprensibile...ma poi se hai superato quell'incertezza vuol dire proprio che il desiderio di avere un figlio si è rivelato più forte del timore!
      Ti auguro allora di diventare poi nonna per godere di una nuova gioia speciale.
      Un bacione!

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  2. Letto tutto il post sull'altro blog, ti ho commentato lì.

    Qui ti dico solo che pure io venivo coinvolto nei giochi tipo Mamma e figlia, e spesso facevo il patrigno cattivo.
    E' preoccupante?

    Moz-

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    1. Grazie Miki, ho letto ora il tuo commento da Silvia :) sono contenta che ti sia piaciuto il mio post, se sono riuscita a trasmettere la mia emozione, i miei sentimenti così come sono, semplicemente...allora ho fatto un buon lavoro!

      In effetti, se poi già da bambino finivi per fare la parte del patrigno cattivo...meglio se per adesso ti limiti a fare lo zio, dai ;) :D

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    2. Ahaha XD
      Comunque sì, sei riuscita a trasmettermi emozioni e sentimenti assolutamente normali e naturali^^

      Moz-

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  3. Nel leggere il tuo racconto così introspettivo non potevo fare a meno di immaginare te che leggevi il mio... Per me è stato impossibile leggerlo "spassionatamente". Anche la prima parte in cui descrivi cose normali, sapevo che stavo leggendo della persona che mi ha scritto centinaia di email (in un carteggio bilaterale, eh! ahahaha) e l'emozione ne veniva amplificata. Ancor di più poiché so dei monelli (che ho conosciuto di persona). Sono certo che chi ha letto il tuo racconto senza conoscerti, quando all'improvviso hai menzionato il loro disturbo, gli è venuta quella sensazione di quando guardi un bel film serenamente e poi succede una cosa che ti inchioda allo schermo. Una cosa a cui continuerai a pensare anche quando è finito il film.

    Un abbraccio a tutti e 4 :)

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    1. E che ne parliamo a fare, caro il mio amico scrittore? :)
      È davvero così, ciò che hai provato tu l'ho provato io leggendo il tuo ultimo racconto...quel vedere al di là dello scritto,anche se tra le righe...quel riconoscere chi ci è caro e sapere cosa gli sarà passato per la mente mentre scriveva di sé.
      Grazie sempre per l'amicizia e l'affetto esteso ai nostri reciproci familiari :) e un abbraccio forte!

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  4. Commentato sul blog che ti ospita e anche qui, sei una grandissima donna e mamma, anche se il tempo non mi permette di leggerti spesso e del resto di curare poco anche il mio blog, quando posso torno con piacere :)

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    1. Carissima...ciao! Grazie perchè non ti dimentichi di me anche se il tuo tempo è poco e anche se io stessa "giro" molto meno sui blog degli amici :)
      E soprattutto grazie di cuore per le tue parole.
      Un bacione!

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