Cara Lilli,
per l'appuntamento consuetudinario con la lettura nato da un'idea di HomeMadeMamma oggi
ti propongo un libro "datato", in senso di pubblicato tanto tempo fa
(nel 1906), ma che risulta essere ancora attuale: UNA DONNA, romanzo
autobiografico di Sibilla Aleramo (pseudonimo di Rina Faccio).
Scorrendo
quelle pagine in cui è descritta la fanciullezza, l'adolescenza, la
giovinezza di una donna a cavallo tra XIX e XX secolo non si può non
sentirsi coinvolti, anche se chi legge sta vivendo un secolo più avanti.
E'
una cosa curiosa questa, perchè in realtà c'è la presenza di termini
magari un pò desueti, si descrivono abitudini e scenari che oggi sono in
parte cambiati, eppure la condizione della protagonista, narratrice in
prima persona della propria storia, ce la fa sentire incredibilmente
vicina.
Dapprima
bambinetta e ragazzina privilegiata dall'essere figlia di un ex
professore poi uomo d'affari che l'ha portata addirittura a fare
un'esperienza di lavoro con lui nell'azienda che dirige, con un grado
superiore a tanti uomini, operai e non solo; poi ragazza che come la
maggioranza deve piegarsi all'autorità maschile, sposarsi giovanissima e
subire maltrattamenti tanto fisici quanto psicologici da parte del
marito in primis, ma anche dell'ambiente tutto in cui si trova
catapultata; e poi ancor giovane ma matura donna segnata dalla vita, con
la voglia di affermare la propria libertà e dignità, le proprie idee e
con una scelta difficilissima da fare che le costerà quanto di più caro
abbia mai avuto.
Non
a caso parlo di questo libro della Aleramo, uno dei primi testi
femministi apparsi in Italia, il giorno dopo l'8 marzo, festa della
donna. Io non amo festeggiare, almeno non come lo si fa oggi, questa
data e l'ho ampiamente spiegato in un vecchio post.
Mi piace, invece, conoscere cosa accadeva tanti anni fa, come viveva
una giovane donna intelligente, con uno spirito anticonformista e
combattivo, tenuto a tratti sedato dall'ignoranza imperante, quella
vera, della mente e dell'anima... uno spirito che è stato allo stesso
tempo il suo tormento, la causa di tante sofferenze, ma anche la sua
salvezza.
Io
non sono quello che si può dire una femminista, anche perchè non amo
gli estremismi di alcun genere, ma questo libro mi ha colpito e mi ha
emozionato. E' una lettura che lascia senza dubbio l'amaro in bocca, ma
anche uno spiraglio di speranza. E la speranza è che ciò che è accaduto
in passato e che per certi versi accade ancora oggi possa esserci di
insegnamento e possa darci spunti di riflessione. Perchè l'essere donna a
quanto pare non è mai stato facile.
<<Avevo
dato l'addio alla vita semplicemente, fermamente, benchè in un'ora di
smarrimento, come ubbidendo a un comando venuto da lungi più che alla
necessità imperiosa dell'istante. La mia esistenza doveva finire in quel
punto: la donna che io ero stata fino a quella notte doveva morire.
[...] Un ciclo si chiudeva, l'ordine si ristabiliva.[...] Da un'altra
sponda...Come nel punto di darmi la morte, io considerai il mondo e me
stessa con occhi affatto nuovi, rinascendo.>>
I venerdì del libro su altri blog:
ho scovato questo post, dopo un lungo cercare...(la funzione cerca sul blog non mi aiutò!) e che altro dire...? una donna che con la sua sensibilità alla fine è riuscita a salvarsi...anche nelle rinunce più grandi!
RispondiEliminaIo non so come le programmano 'ste funzioni di ricerca, davvero non si riesce a trovare un bel niente spesso e volentieri!
EliminaComunque, sono contenta che tu abbia cercato e trovato la mia recensione, grazie per la pazienza :-)
Forse ogni donna del nostro tempo dovrebbe leggere questa storia per capire tante cose ancora attuali.
Ciao!