Cara Lilli,
ho
pensato e ripensato cento volte a come scrivere questo post nei giorni
scorsi. Mi sembrava sempre un discorso retorico, o troppo frettoloso o
al contrario troppo approfondito...insomma, non sapevo da dove comnciare
nè dove andare a finire.
Adesso
mi sono decisa a scriverti e vuoi saperlo? Non starò qui a spiegarti
cosa sia stato per me vedere per giorni e giorni il caos indescrivibile
dentro casa dei miei genitori, con gli armadi e i cassetti vuoti e i
vestiti sparsi sui letti, le librerie spoglie e i libri negli scatoloni,
e poi cose di ogni genere per terra, lampadari staccati dal soffitto,
cartoni, rotoli di nastro da imballaggio e forbici in ogni
stanza...quando invece per più di un anno tutto era rimasto fermo, intatto.
Non
starò qui a dirti che poi inaspettatamente mi ha fatto meno male del
caos precedente entrare giovedì scorso e vedere quella casa ad un tratto
completamente vuota, con l'eco nelle stanze: forse perchè mi ha dato
come l'idea di pace, di un nuovo inizio, con il giovane acquirente che
al momento della consegna delle chiavi, lì sul posto, mi ha spiegato che
modifiche intende apportare all'appartamento e come vuole sistemarlo
per sè e la sua famiglia (ha moglie e un figlioletto di 20 mesi).
Voglio
piuttosto dirti che ho capito una cosa forse banale, ma che mi ha
colpito molto: certo io e mio fratello abbiamo conservato alcuni mobili
dei miei genitori, parte dei libri, delle stoviglie, dei capi di
biancheria per la casa praticamente nuovi e io ho pure tenuto per me dei
capi di abbigliamento di mia madre che mi faceva piacere indossare già
quando lei era in vita e me li prestava. Dicevo, certo abbiamo queste
cose che ci ricorderanno sempre dei nostri genitori.
Ma
sai quali sono le cose che più mi sono e mi saranno care e che più li
rappresentano? Cose piccole, cose ritrovate quasi per caso (come già mi era successo qualche tempo fa) nei tanti cassetti e cassettini, nelle scatole conservate negli stanzini...
Mia
madre è lì, nei foglietti a volte tagliati belli diritti, più spesso un
pò strappati lungo i bordi, su cui ci sono vecchi elenchi delle persone
a cui spedire gli auguri di Natale e Capodanno, oppure qualche nota
della spesa sfuggita chissà perchè al cestinamento, o brevi pensieri
sparsi densi di emozioni...ed è anche nelle decine e decine di fogli e
buste da lettere pronte ad essere usate, biglietti per le più svariate
occasioni, francobolli non timbrati staccati pazientemente da missive
ricevute e in attesa magari di essere riciclati...
Mio
padre è lì, nei suoi racconti battuti con la vecchia macchina da
scrivere che non avevo mai letto prima, ricchi di sentimenti
delicati...ed è anche nei disegni con colori a cera mai incorniciati e
negli schizzi fatti col carboncino su fogli anche "di fortuna"...
E
tutti e due i miei genitori sono lì, nelle ricevute di tanti vaglia
fatti persone (amici o parenti) in difficoltà economiche...e sono anche
nelle ricevute dei pacchi di dolci tipici campani spediti ogni anno per
Natale ad amici del Nord che aspettavano questo dono oramai consueto con
trepidazione...
Quello
che resta di mamma e papà va ben al di là dei soldi ricavati dalla
vendita del loro appartamento, va al di là dei mobili e delle altre
cose: quello che resta della loro vita è l'affetto per le persone care,
la generosità verso tutti, la sensibilità.
Quel che resta di una vita intera sono i ricordi intrisi di sentimenti e valori veri e genuini.
Ciò
non toglie che ora mi manca mettere la mano nella mia borsa cercando le
chiavi dell'auto o di casa mia e non trovarmi più sotto le dita la
lunga chiave della casa di mamma e papà...
Nessun commento:
Posta un commento
GRAZIE DEL TUO COMMENTO, TORNA A TROVARMI :-)