Cara Lilli,
oggi, seguendo l'iniziativa di HomeMadeMamma,
voglio tornare a parlarti di un genere letterario che amo moltissimo,
il fantasy, con un romanzo di Otfried Preussel: IL MULINO DEI DODICI
CORVI.
Lo
ebbi in dono per Natale nel 1989 da mio fratello (già sai della
tradizione per cui lui mi regala un libro ogni Natale, no?) e dopo
averlo letteralmente divorato all'epoca non lo avevo più letto fino a
qualche tempo fa. Ebbene, rileggerlo a distanza di più di vent'anni è
stato davvero bello, Lilli, l'ho come "riscoperto".
La
storia, ambientata in Sassonia, è quella di un ragazzo orfano, Krabat,
che arriva quasi come per un destino prestabilito in un mulino nella
palude di Kosel dove cercano un lavorante. Egli capirà ben presto che
non si tratta di un mulino come tutti gli altri, qui accadono cose
strane e inspiegabili.
Krabat,
insieme ad altri 11 garzoni, vivrà giorni di duro lavoro in
un'atmosfera particolare, fino ad arrivare a scoprire che il mulino non è
altro che una scuola di magia nera, dove il rude mugnaio insegna
"l'arte delle arti" che consente a chi la sa usare di acquisire un
potere immenso.
L'amicizia
sincera con alcuni degli altri garzoni, il sentimento d'amore nascente
per la Kantorka, una ragazza del coro del paese vicino, il rapporto
conflittuale col mugnaio-maestro scandiranno il dipanarsi della vicenda,
con un Krabat che prenderà sempre più coscienza dell'importanza della
libertà e dei sentimenti puri e genuini, al di là di ogni potere e
ricchezza materiale.
La
classica lotta tra il Bene e il Male, si: come accade spesso anche nei
romanzi di Ende, autore che sai amo tanto, tutto ruota intorno a questa
contrapposizione.
Preussel scrive in modo lineare e incisivo, ti fa sentire parte della storia. E infatti nella quarta di copertina si legge: "dopo
aver immerso il lettore nella cupa atmosfera della magia usata a scopi
malvagi, lo fa riemergere alla luminosità del sentimento".
Un
romanzo davvero bello che consiglio non solo ai ragazzi ma anche agli
adulti che come me amano perdersi in un mondo un pò fantastico ma
comunque in qualche modo specchio della realtà, con insegnamenti e valori senza tempo.
<<Quanto
più si avvicinava l'inverno, tanto più i giorni e le notti passavano
lentamente, almeno così sembrava a Krabat. Dalla metà di novembre aveva
spesso la sensazione che il tempo si fosse fermato. Di tanto in tanto,
quando non c'era nessuno nelle vicinanze, si assicurava di avere ancora
l'anello di capelli che gli aveva regalato la Kantorka. Non appena lo
toccava nella tasca interna della sua camicia, sentiva nascere in sè una
grande fiducia. "Andrà tutto bene", si diceva allora. "Andrà tutto
bene.">>
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